Shin Megami Tensei V

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Shin Megami Tensei V

Pochi conoscono la saga Megami Tensei di Atlus, nata nel lontano 1987 su NES (Digital Devil Story: Megami Tensei) ed ispirata dal romanzo di Aya Nishitani. Questo brand è infatti il papà di Persona, un altro dei JRPG più amati e prodotti da Atlus, tra cui l’ultimo, Persona 5, uscito sulle maggiori console ma non su Nintendo Switch.

Non vi è niente da temere. Shin Megami Tensei V è qui per colmare l’assenza di Persona 5 su Nintendo Switch, portando sull’ibrida Nintendo la vera essenza diabolica targata Atlus. D’altro canto, la serie Shin Megami Tensei, ripensandoci, non è poi così sconosciuta come si crede. Su Nintendo 3DS il quarto capitolo aveva raccolto un buon successo, a cui è stato sviluppato un sequel, ed è entrato nei cuori degli utenti della console portatile 3D di scorsa generazione. Pur rimanendo comunque un software di nicchia in confronto alla serie Persona, il quinto capitolo di Shin Megami Tensei è stato comunque uno dei JRPG più attesi dal suo annuncio, avvenuto ben quattro anni fa. Finalmente, il gioco raggiungerà gli scaffali dei negozi il prossimo 12 novembre 2021. Noi di Joypad lo abbiamo giocato e finito per voi, e dopo un viaggio durato ben oltre 40 ore di gioco vi esporremo le nostre conclusioni in merito a questa esperienza fantasy oscura.

Una guerra millenaria…

I primi minuti di gioco immergono immediatamente il giocatore nella narrazione della lore del gioco. Ovvero, la narrazione racconta di una guerra che da secoli imperversa fra Dio e i demoni, quest’ultimi privati dallo stesso della loro conoscenza. La conoscenza è tuttavia rubata dagli esseri umani dal giardino dell’Eden, i quali hanno mangiato il frutto della conoscenza offerto da un demone dalla forma di serpente. Ebbene, dopo questa premessa non particolarmente fantasiosa, la vera trama di Shin Megami Tensei V comincia nei panni di un giovane studente liceale. Eventi bizzarri occorrono quotidianamente in quel di Tokyo: le persone spariscono o muoiono inspiegabilmente, ma soprattutto, il nostro giovane protagonista viene improvvisamente teletrasportato in una Tokyo post apocalittica nella quale imperversano mostri di ogni tipo. Questi esseri, ovvero i demoni, si nutrono di anime umane nella speranza di rubargli la loro conoscenza. Tale brutta sorte sarebbe toccata anche al nostro protagonista, sino all’arrivo del Proto-diavolo Aogami, un essere misterioso che viene in soccorso del liceale per offrirgli i suoi immensi poteri e così combattere gli esseri oscuri. Dalla fusione del protagonista e del misterioso Aogami, nasce il Nahobino: un essere superiore capace di evocare e controllare altri demoni. Il protagonista Nahobino sarà dunque impegnato a comprendere il motivo dietro alla distruzione di Tokyo e le origini dell’invasione dei demoni.

La trama di Shin Megami Tensei V è sulla falsariga dei predecessori: cupa, oscura, una sorta thriller e caratterizzata da mostri stravaganti senza pietà. Seppur lenta nelle prime 10-15 ore di gioco, caratterizzate principalmente nell’esplorazione dell’Aldilà (una grande mappa Sandbox chiamata anche Da’at), le vicende cominciano ad ingranare dalla seconda metà del gioco. Il giocatore vagabonda nella mappa di una Tokyo in rovina senza una particolare meta, circondato da un ambiente angosciante, ostile e totalmente desolate, cercando di apprendere il semplice ma profondo gameplay che caratterizza questo titolo (di cui parleremo in seguito). Senza una chiara meta, si ha quindi la sensazione di essere finiti in una sorta di inquietante mondo post-apocalittico senza alcun segno di vita umano. Tale modus operandi è chiaramente molto diverso dai Persona, che segue una vicenda ben più lineare e meno dispersiva, e potrebbe quindi disorientare i giocatori abituati a quest’ultimo brand. Riguardo alla qualità della narrazione, i personaggi co-protagonisti parlano appena e sono spesso avvolti in un’aura di mistero, senza comprendere le loro origini, background o motivazioni. Tante domande, nella prima metà del gioco, restano dunque senza risposta, come se lo stesso giocatore fosse spinto solo dal proprio istinto e senza nemmeno comprendere per chi stiamo combattendo: per il Dio dell’ordine, quindi le forze del bene, o per i Demoni, dunque per le forze del male? Oppure, leggendo le conversazioni di alcuni demoni, combattiamo per noi stessi senza seguire una chiara linea fra le due fazioni? Ogni fronte, ovvero l’ordine di Betel (Dio) e demoniaco, ha le proprie colpe e scheletri nell’armadio nel corso dei millenni. Le tematiche affrontate non sono infatti delle più semplici, e spesso induce il ruolo del protagonista ad un ruolo di doppiogiochista, e comportandosi esattamente come un demone. Spesso nemmeno le fattezze di alcuni demoni sono conformi alla realtà. Il detto non giudicare dalla copertina è infatti parecchio ricorrente in questo gioco. Vi sono demoni sacri che sono screanzati, o demoni malvagi che hanno il cuore tenero. Oppure il giocatore avvia una missione secondaria di cacciatore di taglie e può diventare il sicario della vittima ritorcendosi contro il mandante. Le missioni secondarie, infatti, sono sia classiche (con obbiettivo fisso) o mutevoli a seconda delle scelte del giocatore. Ciò si applica anche alla storia principale. Le conseguenze delle scelte del giocatore non si manifesteranno nell’immediato. Sarà infatti l’insieme delle scelte a delineare l’allineamento del Nahobino e portare la vicenda ad un determinato epilogo. Insomma, per scoprire tutti i finali occorre quindi procedere con più di una run, e ciò viene facilitato con la modalità Nuova Partita+, che ha un funzionamento simile a quella di Xenoblade Chronicles 2.

Combattimenti a turni frenetici

Oseremo dire che Shin Megami Tensei è una specie di Souls per i JRPG a turni. Pur vantando di un sistema di combattimento che ricorda, appunto, quello dei Pokémon e dei più canonici JRPG anni ‘90, non bisogna lasciarsi ingannare dallo scandire della “lenta” azione a turni. L’assenza di autosalvataggio e il sistema di combattimento studiato da Atlus, a dipendenza del livello di difficoltà scelto, farà spazientire anche i giocatori più pazienti. Basta infatti un turno per essere letteralmente spazzati via dal nemico, e perdere tutti i progressi svolti che non sono stati salvati, poiché il giocatore potrà riprendere la partita solo dall’ultimo checkpoint di salvataggio manuale.

Ad ogni modo, fatta questa premessa, Shin Megami Tensei V basa infatti il suo gameplay su un sistema di combattimento a turni chiamato Press Turn. L’approccio è dunque quello tradizionale, ovvero si combatte a turni schierando un party di massimo quattro personaggi – compreso il Nahobino e i tre demoni – i quali agiscono nell’ordine di formazione. Ogni nemico è vulnerabile ai diversi tipi di attacchi magici e fisici, che non solo infliggono più danni, ma aggiungono un’azione in più al turno del giocatore. Sfruttando queste debolezze il giocatore riesce ad inanellare fino a otto azioni per turno, due per ogni membro del party, prima che tocchi al nemico. Ciò permetterà di organizzare strategicamente i propri attacchi, i buff, i debuff e i malus nei confronti dei nemici. Ma attenzione, anche gli avversari possono accedere al sistema dei doppi turni sfruttando le debolezze del party, e potrebbero letteralmente distruggere il Nahobino anche in un unico turno, come descritto poc’anzi. Non importa se gli altri Demoni sono in vita, il Game Over sopraggiunge non appena il Nahobino perde i sensi. Non potendo dunque salvare ovunque, ma solo nelle Sorgenti energetiche e dunque manualmente, il giocatore dovrà salvare molto spesso per evitare di perdere tutto d’un colpo i progressi in caso di morte istantanea. L’imprevisto è quindi dietro l’angolo, e occorre sfruttare ogni abilità (abilità attive, passive, barra magatsuhi, ovvero una sorta di super mossa per personaggio) o consumabili a propria disposizione per evitare una morte dolorosa.

I portali di salvataggio automatici sono rappresentati dalla Sorgente energetica la quale, oltre a permettere di salvare il gioco o viaggiare fra i diversi punti di interesse della mappa, permette l’accesso al Covo del cadavere e al Mondo delle ombre. Il primo è il negozio del gioco, presidiato da uno stravagante proprietario, il quale incarica il giocatore a ricercare i piccoli Minam: demoni sparsi nella mappa di gioco sulla scorta dei Korogu di The Legend of Zelda Breath of the Wild. Mentre il mondo delle ombre, gestita dalla Dama oscura (Sophia), permette la fusione dei demoni, le creazioni degli stessi secondo un compendio, l’apprendimento di abilità fra demoni sfruttando le essenze dei medesimi (acquistabili nel Covo del cadavere o ottenibili nella mappa di gioco) o sbloccare i miracoli del Nahobino spendendo i punti gloria, la seconda valuta del gioco, guadagnati durante l’esplorazione. I Miracoli potenziano il Nahobino non solo in battaglia, ma anche in diversi altri ambiti del gioco: come, ad esempio, la capacità di reclutamento, il numero dei demoni di riserva, il costo delle fusioni, l’accumulo di Magatsuhi in battaglia, e via dicendo.

Quanti demoni!

È riduttivo fare un parallelismo fra Pokémon, Digimon e Shin Megami Tensei, ma la sostanza è sempre quella. Nel titolo Atlus non sono i Pocket Monster, bensì sono da collezionare demoni religiosi, nati da leggende o da culture perdute, “catturabili” parlando con loro in battaglia e offrendogli dei tributi (Macca, ovvero la moneta di gioco, PV/MP e altri oggetti consumabili) convincendoli a schierarsi dalla nostra parte. I demoni, che sono appunto identità divine, fungono solo da supporto per il Nahobino. Essi possono potenziarsi o essere fusi fra loro per dar vita a un demone superiore ancora più forte, il quale erediterà le precedenti abilità e punti esperienza (sbloccando l’apposito miracolo). Vi sono infatti oltre duecento demoni da collezionare e con il proprio character design e scheda illustrativa che spiega le origini del medesimo.

Un mondo da esplorare in rovina…

La grande seconda componentistica di gameplay di Shin Megami Tensei V, una novità per questo capitolo, è l’esplorazione delle mappe le quali sono state rese molto grandi in confronto al passato. Non un vero e proprio Open World, ma degli grandi spazi Sandbox ambientati nell’aldilà che si sbloccano nel corso della storia. Ogni area in cui si divide l’Aldilà è gigantesca, e via via che si scoprono nuove zone le città, le rovine e i deserti diventano sempre più varie, intricate, geometricamente complesse e sviluppate anche in verticale. Nel Level design si nascondono i Minam e i blocchi di gloria, che servono per sbloccare le importanti abilità Miracolo, le quali vengono pian piano messe a disposizione non appena il giocatore distruggerà gli Ascessi. Quest’ultimi sono un accumulo di demoni potenziati i quali, se sconfitti, rivelano una porzione di mappa e rendono accessibili ulteriori Miracoli nella voce “Apoteosi” presso il Mondo delle ombre. Ma non solo. Vi sono un’enormità di Demoni pronti a combattere che imperversano l’Aldilà, e Demoni “pacifici” che ci attribuiscono missioni secondarie. Non mancano nella mappa gli oggetti collezionabili, quali essenze demoniache e reliquie del vecchio mondo da vendere presso il Covo del cadavere i quali potranno essere venduti ad un importante valore. Tuttavia, l’insieme dell’esplorazione, pur essendo una grande novità e pieno di elementi da collezionare e da scoprire, non è gestita nel migliore dei modi. La minimappa non è di nessun aiuto e spesso scoprire il percorso più adatto diventa più un grattacapo, poiché non è chiara qual è la giusta direzione per raggiungere un obbiettivo. I movimenti del Nahobino, inoltre, a volte sono imprecisi e possono cagionare cadute involontarie da determinati punti e obbligare il giocatore a percorrere lunghe strade prima di ritornare al punto di partenza. Il viaggio veloce fra sorgenti, chiaramente, può in questo caso venire in soccorso. Il platforming, così come proposto, non è di certo il punto di forza di queste mappe, seppur si apprezza l’impegno di sviluppo verticale delle stesse e la stratificazione degli elementi.

Sul fronte tecnico grafico, Shin Megami Tensei V è una buona produzione per Nintendo Switch, ma non promette miracoli. Si loda in particolar modo il comparto artistico, le ambientazioni, la cosmesi e le sensazioni cupe che trasmettono le mappe e i demoni del gioco, coadiuvata da una colonna sonora di tutto rispetto e in linea allo stile della serie. Tuttavia, il framerate fisso a 30 fps non è sempre costante e, qualche volta, capitano cali sporadici durante l’esplorazione della mappa. Inoltre, le texture sono slavate nonché di bassa risoluzione, non vi sono inoltre complessità poligonali o geometriche come visto in titoli di ben più alto calibro (The Witcher 3). Tutto sommato, l’insieme dell’immagine è comunque sempre ben visibile, pulita e definita, sia in modalità portatile che in modalità casalinga e quindi curata nell’esperienza complessiva. I colori tenebrosi e scuri rendono l’idea su uno schermo a matrice attiva, che sia quello della televisione di casa o lo schermo OLED della nuova versione di Nintendo Switch. Ad ogni modo, complessivamente il lavoro svolto da Atlus sul fronte tecnico è comunque discreto-buono per le risorse a disposizione.

Concludendo, Shin Megami Tensei V non stravolge particolarmente la formula, ma osa su altri fronti creando un’esperienza mastodontica senza precedenti per la saga: fra collezionabili, missioni e lunghezza della trama. Si tratta dunque di una certezza e di un grande gioco che, seppur più di nicchia in confronto a Persona, è appagante e incolla allo schermo il giocatore. Peccato per alcuni problemi di localizzazione e dell’assenza dell’audio giapponese (voci).

The Good

  • Oscuro, profondo, cupo, è Shin Megami Tensei
  • Tantissimi demoni, personaggi
  • Combattimento a turni appagante e pieno di imprevisti
  • Mappe grandi, sviluppate in verticale e piene di collezionabili...

The Bad

  • ...ma qualche problema sul fronte tecnico e grafico
  • doppiaggio giapponese assente, e qualche problemino di localizzazione
  • a tratti frustrante
5.25

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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