Samsung Odyssey Ark

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Samsung Odyssey Ark

Odyssey Ark. Ne abbiamo uno da un bel po’ ma c’è voluto altrettanto per recensirlo.

Un po’ perché abbiamo voluto aspettare che il firmware maturasse, un po’ perché è un’impresa titanica. Non è il solito monitor da computer questo, sapete?

Estremo a 360°

Samsung Odyssey Ark è il nuovo arrivato nella linea di schermi PC da gaming assolutamente fuori di testa prodotti dai coreani. Da qualche anno ci occupiamo della serie G9, come ad esempio G9 e Neo G9 ma questo è tutta un’altra storia. Non solo perché è uno schermo da 55 pollici per il PC, no, sarebbe troppo semplice fosse solo quello. ARK è la definizione di overkill, è il monitor che, ancor più di Neo G9, è pensato per chi ha già tutto e non ci pensa due volte ad acquistare il meglio, RTX 4090 compresa. Per prima cosa vediamo le specifiche pure & dure però.

Ark è uno schermo per computer (definizione su cui ritorneremo però) dotato di uno schermo 4K UHD da 55 pollici con curva 1000R. La finitura matte riduce molto i riflessi grazie all’impiego di una pellicola sAGAR (Super Anti-Glare, Anti-Reflection), in modo da vedere solo i pixel e non i riflessi. Il refresh rate massimo supportato è di 165Hz con 1ms di tempo per GTG. Il pannello è VA. Il supporto a FreeSync Premium Pro è stato inserito ufficialmente, così come il supporto “standard” (ovvero senza certificazione esplicita) a G-Sync di Nvidia. La retroilluminazione è Mini-LED e supporta colori a 14 bit, 1056 zone di local dimming, per un supporto completo a HDR10+, HDR10+ Gaming e Quantum HDR 32x. Fondamentalmente tutto tranne Dolby Vision. Supportato invece Dolby Atmos 2.2.2 e Sound Dome tramite altoparlanti da 60W di potenza. Dietro allo schermo troviamo anche un paio di strisce LED RGB, à la Philips Hue, per un’esperienza più immersiva di gioco. La connettività di Ark è quella di una TV di fascia alta di Samsung. Al posto di trovare una serie di porte HDMI o DisplayPort sul retro, il device usa un One Connect Box. Allo schermo in sé dovremo collegare solo una fibra ottica molto spessa che trasferisce segnale ed alimentazione dal box. Il trattamento dei segnali, il sistema operativo, le connessioni… tutto viene fatto dallo One Connect. Al suo interno troviamo un processore Neural Quantum Processor Ultra e TizenOS 6.5 ma specialmente 4 porte HDMI 2.1 (una con supporto ad ARC), una porta ethernet, 2 porte USB 2.0 downstream e una upstream, connettività Wi-Fi AC, Bluetooth 5.2. Noterete la totale mancanza di porte DisplayPort, una peculiarità che non ci ha fatto felici al primo impatto ma, anche su questo, dovremo tornare più tardi. Assieme al monitor troveremo un telecomando, del tutto identico a quello delle TV Samsung (con tanto di pulsanti YouTube e Netflix) moderne e un Ark Dial. Ark Dial è pensato per permettere un accesso rapido alle funzioni avanzate dello schermo, come ad esempio il cambio di input ma anche attivare Multi View o le varie Game Mode.

Ark non è solo abbastanza impressionante sulla carta, lo è molto di più dal vivo. Iniziamo dalle dimensioni compresa la base (1174.8 x 1102.0 x 379.0 mm) e dal peso (base compresa) di 41.5kg. Perché così pesante? Beh, perché possiamo usarlo sia in orizzontale che in verticale e vista la curva estrema del pannello, è necessario che sia stabile. Ed è assolutamente stabile, pur ruotando, alzando e abbassando l’enorme pannello non ci sono problemi per quanto riguarda la stabilità. Nonostante un iniziale scetticismo, una volta sistemata la fibra ottica come si deve, Ark è una roccia e se qualcosa cede è più probabile che sia il tavolo che sorregge il tutto. Impossibile montarlo da soli, è necessaria una seconda persona che aiuti l’assemblaggio iniziale (attaccare il pannello allo stand) e per sistemarlo sul tavolo. Ci sono quindi almeno due user case pensato da Samsung: la visione normale (con contenuti a schermo intero) e quella in verticale, che Samsung chiama Cockpit Mode, dove potremo usare fino a tre “sorgenti diverse”.

Insomma, anche solo dalla descrizione potete intuire che siamo di fronte ad un prodotto molto particolare, per chi ha delle necessità davvero molto specifiche, un portafogli molto profondo oppure un sito di videogiochi e che riesce a farsene prestare qualcuno per realizzare video sui social media…

Dove lo metto?

Discutere di Ark significa fare una riflessione sul nostro spazio da gaming. Nel nostro caso siamo passati da un Neo G9 ad Ark. Neo G9 è un monitor bello estremo di suo ma ancora “tradizionalista” in un certo senso. Certo è curvo ed è largo ma sta su una scrivania normale senza problemi. Ark invece è una TV. Una TV che necessita parecchio spazio per essere installata su una scrivania è che molto probabilmente sarà posizionato male. In redazione usiamo una scrivania classica di Ikea, 5 gambe e un bel pezzo di legno. Il fatto è che l’abbiamo regolata per essere comoda da usare con un PC, quindi il centro dello schermo si trova più o meno alla stessa altezza degli occhi. Ma Ark è un mostro e quindi più che al centro i nostri occhi arrivano ad un quarto di altezza. Per vedere tutto lo schermo alzare lo sguardo spesso non basta, è necessario girare fisicamente il collo verso l’alto. Ora, tutto dipende da com’è la nostra postazione da gaming ma per noi la soluzione sarebbe o cambiare tutto o fare modifiche piuttosto invasive. Insomma, per la prima volta ammettiamo che schermo più grande non equivale necessariamente ad esperienza migliore. Tra l’altro Samsung raccomanda di tenere circa 80 cm tra noi e il pannello per una visione più confortevole, il che richiede una bella scrivania larga!

Ma un momento, ma non era uno schermo PC? Beh, la differenza si assottiglia di parecchio. Iniziamo dallo One Connect Box, un device che accompagna i televisori di Samsung da qualche anno oramai. Non si è mai visto su PC perché normalmente gli utenti PC non hanno bisogno (né sono interessati) a funzioni speciali. Ma Ark monta fondamentalmente lo stesso software di una TV e propone le stesse app (tra cui, ma non limitate a, Spotify, YouTube, Netflix, Disney+, Amazon Prime e via dicendo). La mancanza di porte DisplayPort poi ci conferma che Samsung ha ripreso la sua tecnologia dal mondo TV per pacchettizzarla come monitor computer. Non c’è niente di male in fondo, un pannello QLED è un pannello QLED e quello che cambia è il cervello che lo fa funzionare. Per questo motivo Ark è un eccellente schermo per console, con sia Xbox Series che PlayStation 5 (e tutte le altre) che funzionano senza problemi, con un’installazione facilissima – letteralmente plug and play. Stessa cosa per il PC anche se l’industria è andata verso le porte DisplayPort e non HDMI. E qui sorgono alcune complicazioni che vedremo qua sotto.

Questo salotto non esiste, è troppo ordinato

DisplayPort vs HDMI: questione di fede?

Per cominciare, negli scorsi mesi abbiamo compreso male il problema in redazione. L’idea è sempre stata DisplayPort > HDMI 2.1 ma ci sono delle nuances.

DisplayPort 1.4a è disponibile su GPU moderne, tra cui la serie 3000 e 4000 di Nvidia e supporta una banda passante di 32.4 Gbit/s con HBR3, Display Stream Compression 1.2a (DSC), Forward Error Correction e HDR10 metadata. La cosa importante qui è DSC, ovvero un algoritmo di compressione che riduce le dimensioni del flusso di dati fino a un rapporto di 3:1 al fine di ottenere risoluzioni più alte e frame rate più rapidi ma a discapito della fedeltà dell’immagine. DSC è stato introdotto per evitare il chroma subsampling. Questa ultima tecnica riduce la qualità dell’immagine. Poiché il chroma subsampling, è, di fatto, una riduzione parziale della risoluzione, i suoi effetti sono in linea con quelli che ci si potrebbe aspettare. In particolare, il testo fine può essere influenzato in modo significativo, quindi è generalmente sconsigliato per l’utilizzo su desktop. Insomma, è una tecnica per ridurre la qualità generale del video al fine di poter migliorare frame rates e risoluzione. L’abbiamo appena scritto per DSC, vero? Beh, tecnicamente come algoritmo DSC è matematicamente lossy (non come il chroma subsampling invece) eppure la differenza ad occhio nudo potrebbe esserci se guardiamo molto da vicino. Insomma, utilizzando il DSC con velocità di trasmissione HBR3, DisplayPort 1.4 può supportare 8K UHD (7680 × 4320) a 60 Hz o 4K UHD (3840 × 2160) a 120 Hz con 30 bit/pixel di colore RGB e HDR. Il 4K a 60 Hz a 30 bit per pixel con RGB/HDR può essere ottenuto senza bisogno di DSC. Sui display che non supportano il DSC, i limiti massimi sono invariati rispetto a DisplayPort 1.3 (4K 120 Hz, 5K 60 Hz, 8K 30 Hz). Grazie Wikipedia. Nonostante DisplayPort 2.0 sia in arrivo, per ora nemmeno RTX4090 lo supporta e quindi, per questa recensione non lo considereremo.

Ora passiamo a HDMI 2.1. Questo standard, disponibile su GPU moderne, supporta diverse modalità 4K, 5K, 8K e 10K a 50, 60, 100 e 120 fps, HDR dinamico, eARC, VRR con la sua connessione a 42.6Gb/s. HDMI non è stato pensato specificatamente per il PC e quindi offre più varietà, come il supporto al trasferimento dell’audio (fino a Dolby Atmos multicanale) e connettività ethernet. Per questo motivo è di solito presente sulle TV oltre che accompagnare DisplayPort sui monitor PC. Ma per noi la cosa importante è che HDMI 2.1 supporta 4K 100 fps e 8K 60 fps senza dover usare DSC (sebbene sia supportato), ovvero senza compressione. Il risultato è che non è necessario comprimere i nostri bei colori in HDR per trasferirli allo schermo, perdendo in fedeltà dell’immagine.

Insomma, ci siamo sbagliati su un tecnicismo che poi tanto tecnicismo non è. Chiediamo scusa ai poveri Product Manger di Samsung coi quali ci siamo lamentati. Salta fuori che, in questo caso, HDMI 2.1 è leggermente preferibile o per lo meno in pari a DisplayPort 1.4a. Col tempo le cose cambieranno ma ora come ora, meno DSC, meglio è. Detto questo non è che l’ago della bilancia sia spostato automaticamente verso uno o l’altro standard ma è necessario comprendere almeno a livello superficiale la differenza e perché, alla fin fine, non è poi così terribile se Samsung ha messo solo porte HDMI 2.1 su questo prodotto. Certo, poi le GPU hanno più uscite DisplayPort che HDMI ma quella è un’altra storia…

Tutto la sezione precedente è stata scritta al meglio della nostra comprensione ma dimostra quanto sia complesso muoversi in certi argomenti. E l’abbiamo scritto perché, come detto, abbiamo criticato Samsung per osare tentare di propinarci una smart TV “rebrandizzata”. Certo la cosa è sempre in larga parte vera ma con la riduzione dei confini (per non parlare di annullamento) tra le due tipologie di prodotti è una cosa che andava sviscerata un pochino. E per di più, per buon parte degli user case, non fa differenza se si tratti di una smart TV sotto mentite spoglie o meno.

Personal gaming theater

Abbiamo già parlato un po’ della difficoltà di piazzare Ark fisicamente in uno spazio. Grande come una TV, potrebbe volerci voglia di usarlo al posto di una TV ma, in tal caso, sostituireste una TV con un’altra dal prezzo davvero d’alta gamma (Ark costa sui 3000CHF!) con una dotata di funzioni un po’ inutili per chi vuole solo guardare la TV o giocare con le console. Ark, nonostante il suo cuore televisivo, va visto come monitor per PC proprio per le sue funzioni avanzate.

Da un punto di vista gaming, Ark è tra il meglio che Samsung può offrire al momento, prima del potenziale salto alla tecnologia QD-OLED di tutti i prodotti dei coreani, salto per altro già in corso. Per questo motivo, siamo rimasti molto molto soddisfatti dalle performances tecniche di Ark. Grazie ai sui 165Hz di refresh rate massimi (e tanti saluti al paragrafo su DSC e compressioni varie!) è sufficientemente veloce per offrire un’ottima esperienza per il giocatore casual o che predilige i giochi in solitaria. Se le partite ranked, competitive o esport sono il vostro pane, preferirete pannelli più veloci e nettamente più piccoli. Ark è, con le parole di Samsung, un “personal gaming theater”. Posizionati alla distanza giusta, con un bel PC potente che fa le fusa e un controller o mouse/tastiera è immersivo abbestia. Ancor più di Neo G9 siamo avvolti dall’azione, con un suono surround, virtuale ovvio, ma pur sempre impressionante ad avvolgerci in una bolla di gaming estremo. Grazie ai quattro altoparlanti posizionati nei quattro angoli del pannello (e due subwoofer centrali!) è facilmente lo schermo per PC dal sound più rifinito e intrigante che abbiamo visto da… beh da sempre. Normalmente gli schermi gaming non offrono altoparlanti e se lo fanno, non vogliamo di certo sentirli suonare. Il setup di Ark è fisicamente impegnativo ma tecnologicamente ben pensato visto che è possibile effettuare una calibrazione intelligente. Questa funzione consente di utilizzare uno smartphone compatibile per ottimizzare la qualità delle immagini. Iniziare è abbastanza semplice, basta scegliere la funzione dal menu e scansionare un codice QR con il telefono. Una volta configurato, l’Odyssey ARK esegue una routine di calibrazione automatica che migliora in modo misurabile la temperatura del colore e le prestazioni della gamma, senza dover ricorrere a un professionista o a strumenti specializzati. Vi servirà però uno smartphone Galaxy, come l’S21 Ultra che abbiamo impiegato.

Abbiamo invitato parecchie persone a provare Ark e la risposta è stata praticamente sempre la stessa: estremo, avvolgente, unico e un po’ esagerato. Insomma, unanimemente Ark è stato promosso a pieni voti come un’esperienza ma poi, complice il nostro setup poco adatto, pochi hanno detto che l’avrebbero usato come schermo principale per il PC. C’è una certa differenza insomma tra quello che esalta e quello che considereremmo come un prodotto da usare davvero. Ma ovviamente Ark non si limita ad essere uno schermo grande. Il già citato surround (il famoso Sound Dome che abbiamo citato in apertura) è un’altra feature interessante e degnissima di nota. E poi c’è l’uso in verticale. Quando lo usiamo in verticale, Ark può sia usare una sola sorgente video (HDMI o una app integrata) oppure dividersi in zone, anche di diverse dimensioni. Possiamo, ad esempio, mettere il PC con un gioco nel mezzo, mettere Twitch sopra e un browser web sotto. Quello che, assai fastidiosamente, non possiamo fare però è usare due sorgenti HDMI in contemporanea. Eravamo molto entusiasti di questo uso a zone dello schermo ma scoprire che non possiamo usare due PC in contemporanea, ad esempio un PC gaming e un PC streaming, è stata una vera delusione. Certo possiamo mettere quello che vogliamo se è dentro un browser ma non è affatto preferibile a due video indipendenti. E no, non ci sembra utile avere il PC, Twitch e YouTube (o altra combinazione) così, a caso. Specialmente perché con la scelta di TizenOS al posto di un OS che supporti Android, la scelta delle app è nettamente inferiore. È stato comunque divertente giocare a The Witcher 3 in 2160×3840, ovvero in verticale, senza alcun problema ma, realisticamente parlando non ci sono moltissimi casi in cui vorrete usarlo in verticale. A meno che non ne mettiate 3 uno di fianco all’altro…

Per quanto riguarda Ark Dial, lo speciale accessorio fornito con lo schermo, siamo rimasti inizialmente perplessi. C’è stata una certa curva d’apprendimento per navigare tra le varie opzioni tramite Dial il quale ha due funzioni speciali, oltre alla navigazione: la modifica delle dimensioni della schermata di input e la scelta del layout Multi View. Se si utilizza una singola app o un singolo input, è possibile regolare le dimensioni di visualizzazione fino a 27 pollici, ad esempio, se si vuole essere in grado di vedere l’intero gioco in un campo visivo ristretto, lasciando però il resto del pannello a fare nulla. Tale funzione è ovviamente disponibile anche in orizzontale e in questo caso potremo anche cambiare l’aspect ratio, passando ad esempio a 21:9 o 32:9 virtuali. Importante notare il fatto che se vogliamo usare diverse zone, tra cui una PC, la risoluzione della sezione PC sarà ridotta da 4K a 720×1280 a 120Hz, questo perché il numero di pixel dello schermo rimane sempre lo stesso e usandone meno, beh, ce ne sono di meno! Con Multi View è invece possibile creare diversi layout multi-ingresso e salvare i preferiti per accedervi facilmente, ad esempio il già citato Twitch-PC-Browser. Insomma, sono dei preset e possono essere piuttosto utili.

Non è tutto perfetto da un punto di vista dell’esperienza comunque, ma potrebbe essere perché il device da noi testato è ancora un modello preproduzione. Principalmente, a volte quando cambiamo modalità da vertiale ad orizzontale o vice versa, il monitor perde il segnale e l’unica è staccare la spina e magari pure spostare il cavo HDMI da un porta all’altra sulla scheda video del PC prima di recuperare l’immagine. È una cosa molto fastidiosa che speriamo vivamente sia stata corretta nella versione retail – aggiorneremo la recensione quando lo scopriremo!

Lusso estremo

Samsung Odyssey Ark sconfina, ancor più di Neo G9, nel reame del lusso sfrenato. Preso come prodotto a sé è una bomba. Gaming super immersivo, sonoro impressionante, features che non troviamo da nessun’altra parte al momento. È il sogno dei gamer che vogliono stare dentro al gioco senza usare un casco VR. È versatile, offre una eccellente qualità d’immagine e può rimpiazzare facilmente sia il vostro schermo da gioco che una TV. Ma non è per tutti: non è il massimo se siete dei gamer competitivi e decisamente non va bene se siete ricchi. E specialmente, dovrete costruire la vostra gaming station attorno ad Ark, non adattare Ark alla vostra situazione attuale. Samsung comunque è ben consapevole del fatto che non sarà mai un prodotto mainstream ma piuttosto un prodotto faro per posizionarsi prepotentemente sul mercato dei monitor da gaming. A questo punto non si tratta più nemmeno di consigliarvelo o meno perché se seriamente state valutando l’acquisto beh, significa che potete permettervelo e che le spese pazze non vi fanno paura. Per le persone normali invece c’è di buono che Samsung sta imparando sempre più come offrire prodotti interessanti per i gamer e che tali lezioni saranno inevitabilmente applicate a prodotti più popolari. Va detto che, alla fin fine, giocare su questo Ark è un’esperienza davvero unica.

Ci piace

  • Maestoso!
  • Performances
  • Sound dome
  • Design

Non ci piace

  • Niente multi sorgente
  • TizenOS
  • Ingombrante

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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