Samsung Galaxy SmartTag+

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Samsung Galaxy SmartTag+

Recentemente Apple ha fatto notizia con l’introduzione degli AirTag. Ma noi non si parla di Apple su Joypad, visto che o sei compiacente con Tim Cook oppure vieni bandito dalle liste stampa.

Noi si parla di Samsung e dei suoi SmartTag+: stessa idea ma possiamo effettivamente dirvi cosa ne pensiamo in una recensione, senza paura di essere banditi a vita. Ecco quindi la recensione di SmartTag+ with UWB!

Così non perdi il gatto!

SmartTag+ è un portachiavi che permette di ritrovare qualsiasi cosa ci sia attaccata grazie ad una combinazione di Bluetooth e tecnologia ultra-wideband (UWB) che, stando a Samsung, permette una localizzazione accurata. Rispetto alla versione base senza il +, il modello recensito oggi supporta anche la realtà aumentata. Potremo insomma cercare il tag non solo tramite la mappa o facendolo suonare ma anche con la fotocamera di uno smartphone Galaxy (eh sì, la cosa funziona solo sui device Samsung).

Il primo impatto con SmartTag+ è forse un po’ deludente se siete più avvezzi alle follie di Apple e dei portachiavi che costano quanto una utilitaria. Il prodotto Samsung non è niente di speciale a livello di design: un quadrato nero coi lati arrotondati, un pulsante centrale e un buco per infilarci un anello da portachiavi. D’altra parte, questi cosi non sono estremamente costosi e in teoria hanno una più una funzione pratica piuttosto che quella del fashion statement. L’installazione è semplicissima e si riduce fondamentalmente ad attivare le funzioni di ricerca, assegnare un tipo di oggetto al tag (chiavi di casa, gatto, valigia, telecomando, bicicletta e via dicendo), selezionare volume e suoneria (assolutamente non polifonica). Volendo possiamo anche sfruttare il pulsante centrale del tag per effettuare due azioni.

Con una pressione corta possiamo ad esempio accendere la TV mentre con una lunga attivare delle notifiche speciali. Due pressioni rapide invece faranno suonare lo smartphone a cui il Tag+ è collegato. Va detto che, purtroppo, le azioni sono limitate a tutto ciò che abbiamo importato dentro Smart Things, l’app di Samsung per l’automazione casalinga. Per il sottoscritto che ha praticamente solo le TV collegate, mentre tutto il resto fondamentalmente viene gestito da Google Home, è un po’ peccato non avere la possibilità di gestire un’azione tramite SmartTag+ verso Home.

Da vicino e da lontano

La ricerca funziona in questo modo: se il tag è vicino, cioè entro la portata del segnale Bluetooth o UWB dello smartphone, basta attivare “Cerca nelle vicinanze” in Smart Things e muovere lentamente il telefono da un lato all’altro. L’applicazione mostrerà se il segnale sta diventando più debole o più forte. Chiaramente, la cosa funziona se ci troviamo nella stessa zona in cui si trova il tag smarrito: dentro casa, in appartamento, al massimo in giardino. Il motivo è che il segnale Bluetooth non va poi tanto lontano, quindi non aspettiamoci di trovare un Tag a diversi chilometri di distanza. Se siamo abbastanza vicini però possiamo anche attivare la modalità AR e, tramite la fotocamera, ottenere una indicazione (piuttosto precisa invero!) di dove esattamente si sia cacciato il Tag.

Ma cosa succede se perdiamo le chiavi per strada o lasciamo una valigia sul treno? Beh, entra in gioco UWB. Peccato che esso richieda altri telefoni Samsung dotati di UWB in zona, coi proprietari che hanno attivator il monitoraggio di SmartThings. E anche se Samsung promette che le connessioni SmartThings sono criptate e anonime, spetta agli utenti abilitarlo. Al momento gli unici telefoni Samsung con hardware UWB sono il Galaxy S21+ 5G, S21 Ultra 5G, Note20 Ultra 5G e Z Fold2 5G. Insomma, la rete di device UWB non è molto fitta per ora (per non dire che la vediamo amara, si tratta solo di device di alta gamma!). Per rendere la ricerca tramite UWB seriamente utile, Samsung deve raggiungere una massa critica di device e questo significa inserire tale tecnologia in ogni singolo prodotto da adesso in avanti. Per ora si tratta del più grande difetto non solo di SmartTag+ ma di questa tecnologia in generale: senza un nutrito numero di device in grado da fare da ponte UWB, c’è poco da fare. Al contempo, va segnalato che Apple usa lo stesso concetto, sfruttando iPhone e iPad.

Interessante?

SmartTag+ (e la sua controparte SmartTag senza UWB ma meno costosa) è un concetto interessante. Però non si tratta di un tag GPS accurato che funziona in ogni parte del mondo. Ci sono limiti che dobbiamo tenere a mente. Per prima cosa, che bisogna essere a portata di Bluetooth BLE (120 metri nelle condizioni migliori possibili) al fine di stabilire una connessione tra il device e lo smartphone e questo anche in caso siamo a portata di una rete mesh UWB. Il che significa che possiamo usarlo per tracciare le chiavi di casa (lo user case perfetto per me!) ma la vediamo più dura rintracciare un gatto che potrebbe andare a gironzolare per un bosco (il mio lo fa e lì di smartphone Galaxy non ce ne sono). Per quanto riguarda le valigie… beh, probabilmente le troviamo sul rullo all’aeroporto ma non se è finita dall’altra parte del mondo (a meno che, ancora una volta, finisca a portata di un device con supporto a UWB). Anche l’autonomia va tenuta in considerazione: 165 giorni al massimo (stando al costruttore), in seguito dovremo cambiare la batteria CR2032.

Stringi stringi sono contento di averne un paio per casa, perché permettono non solo di ritrovare le chiavi finite chissà dove sotto al divano ma permettono anche di fare l’opposto, ovvero trovare lo smartphone (anch’esso sotto il divano) con le chiavi. Quante sono le chances di perdere entrambe le cose? L’AR funziona ma, va detto, è assai più veloce attivare la suoneria del tag e seguire quella. Alla fin fine, fa quello che deve. Ma tenete bene a mente i suoi limiti.

Ci piace

  • Pratico
  • Non troppo ingombrante
  • UWB...

Non ci piace

  • ... che funziona solo se ci sono tanti Galaxy top di gamma in giro
  • Batteria non ricaricabile

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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