Samsung Galaxy S9+

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Samsung Galaxy S9+

Un altro anno è passato ed è già, di nuovo, tempo di parlare di top di gamma Samsung. Dopo un eccellente S8 e S8+ c’era parecchia attesa riguardo alla sua evoluzione, un’evoluzione che molti cominciano a non dare più così per scontata. Che altro possiamo fare in campo smartphone? Scopriamolo assieme!

Quali compromessi?

Il Galaxy S9+, col quale abbiamo speso tre settimane, è uno smartphone che sputa in faccia ai compromessi. Processore octa-core 4×2.7 GHz Mongoose M3 & 4×1.8 GHz Cortex-A55, GPU Mali-G72 MP18, 6GB di RAM, schermo 6.2 pollici Super AMOLED da 1440×2960 (18:5:9) con 570 ppi di densità protetto da un Corning Gorilla Glass 5 e certificato HDR10. Un sexy involucro di metallo e vetro da 158.1×73.8×8.5 millimetri e 189 grammi di peso. Single o dual sim e fino a 256 GB di memoria d’archiviazione espandibile tramite microSD. E non dimentichiamoci il comparto fotografico, il piatto principale su cui Samsung ha puntato tutto sia per il modello S9 che il modello S9+. Nel caso del modello plus, ben due fotocamere principali da 12 megapixel, una con apertura f/1.5 e l’altra f/2.4 che, un po’ come inizialmente fatto da Apple, offrono due diversi zoom e che vengono usate in tandem per diversi tipi di effetti fotografici. Degne di nota anche le funzionalità video: 2160p@60fps, 1080p@240fps e addirittura un ridicolo 720p@960fps, il tutto supportando HDR e dual video recording. Per quanto riguarda i sensori ritroviamo il lettore di impronte digitali e lo scanner dell’iride oltre che alla solita matassa di giroscopi, accelerometri, prossimità, barometri e via dicendo. Tra le miscellanee segnaliamo la resistenza all’acqua IP68, connettore audio jack da 3.5 millimetri, dual speakers e supporto a Dolby Atmos, Bluetoot 5.0, una porta USB 3.1 Type-C e la batteria da 3500 mAh (o 13.48 Wh). Una bella carrellata di dati e cifre, nevvero?

A tu per tu con il mostro

Ma cifre e sigle non servono a niente, se poi la messa in pratica non è all’altezza. A livello di design, l’S9+ non cambia poi granché dal suo predecessore. Anzi, vi sfidiamo a distinguerli se appoggiati entrambi, spenti, su un tavolo. Stessa scocca, stesso schermo curvo, stesso design. Tuttavia, guardando da vicino, qualche differenza cominciamo a notarla: le dimensioni sono leggermente diverse (più largo e spesso di pochissimo) e leggermente più pesante, segno che qualcosa all’interno in effetti è stato cambiato. Se poi giriamo il device, un cambiamento (assai benvenuto) è immediatamente palese. Il lettore di impronte digitali è stato spostato sotto l’array fotografico, mentre l’anno scorso era di fianco. Una posizione che non esitiamo a definire più comoda e immediata. Brava Samsung, ci sei arrivata. Non aver cambiato molto dal design dell’anno scorso non è comunque un male dal momento che a noi il design scelto dall’S7 in avanti piace molto: per lo più l’S9+ è solo schermo (all’84% circa della superfice frontale) e i coreani hanno saggiamente deciso di non includere il “notch” di iPhone X che può sembrare inizialmente figo ma a noi dice davvero poco da un punto di vista di utilizzo dello schermo (specialmente per quanto riguarda i contenuti full screen). Per quanto riguarda i pulsanti abbiamo il tasto accensione a destra, i tasti volume a sinistra e l’inutilissimo tasto Bixby subito sotto questi ultimi. Bixby potrà essere un assistente utile nelle lingue supportate (inglese, coreano, cinese) ma per noi italofoni la cosa è inutile come non mai e per fortuna ora Samsung permette di disattivare il tasto Bixby direttamente all’interno dell’app, senza costringerci a passare da app di terze parti. Tuttavia, abbiamo apprezzato le gif animate puccettose (cagnolini, gattini, ecc) che troviamo nella pagina di Bixby quindi… una mezza vittoria?

Netflix and gaming

L’S9+ è un telefono davvero grande, quasi troppo per le nostre manine abituate all’S8. Tuttavia, non possiamo davvero lamentarci delle sue qualità di media device. Guardare film sull’ampio schermo da 6.2 pollici con i suoi altoparlanti stereo e il supporto al surround virtuale Dolby Atmos è davvero uno spettacolo. Specialmente se guardiamo contenuti di Netflix (che supportano HDR) oppure video girati con la camera del device. I colori sono vividi, il volume sonoro sorprendentemente fragoroso (anche se i bassi sono un po’ carenti… d’altra parte la fisica non è un’opinione). Senza ombra di dubbio siamo di fronte ad uno dei pannelli smartphone migliori in circolazione sia per nitidezza, resa dei colori e contrasto.
Anche il comparto gaming è buono, anche se continuiamo a non capire come si possa giocare a giochi seri usando dei controlli touch. Per farvi contenti abbiamo comunque fatto una run a 3DMark ottenendo un ottimo 3293 punti in Sling Shot Extreme OpenGL e 2943 nello stesso test con Vulkan. Ma siccome i test sintetici sono quello che sono, ci siamo pure lanciati in qualche partita su PUBG Mobile, ottenendo non solo la grafica massima ma anche performances stellari (da parte del gioco, non da parte nostra). Come hardware da gaming, visti i 4+4 core e i ben 6 GB di RAM, faticherete a trovare di meglio in questo inizio di 2018.

Comparto fotografico

Samsung ha puntato tutto sulle nuove fotocamere montate su S9 e S9+. Forse perché si tratta dell’unica vera novità di peso del refresh di quest’anno. Togliamoci dalla lista delle cose da dire per prima le cose più frivole: Emoji AR. Si tratta di una scopiazzata tremenda delle Animoji di Apple: in pratica possiamo sia usare dei personaggi 3D preinclusi o creare degli avatar più o meno simili a noi per poi scattare foto o creare gif. È una tecnologia affascinante per i primi… 2 minuti che finirà presto nel dimenticatoio a meno che non siate andati a vedere il film degli Emoji al cinema. Ma la tecnica dietro è sicuramente affascinante ed è interessante vedere come il riconoscimento facciale delle espressioni sia piuttosto accurato.

Passando a cose decisamente più utili troviamo i selfie panoramici: basta selezionare il centro (la faccia di solito) e poi con una leggera rotazione a destra e sinistra possiamo catturare molto più spazio rispetto a quanto vedrebbe la fotocamera in condizioni normali. Il risultato è un po’ distorto ma per fare selfie di gruppo senza stick vari è una soluzione più che funzionale. Per quanto riguarda le foto selfie “normali” possiamo avvalerci di un’implementazione dell’effetto bokeh funzionale ma un filo impreciso quando si tratta di definire bene i contorni del soggetto versus lo sfondo da sfuocare.

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Per quanto riguarda le camere frontali, siamo di fronte ad ottimi risultati. Sia per quanto riguarda le performances con poca luce sia per quanto riguarda fotografie esterne ed interne. Samsung ha deciso per un approccio ad apertura variabile tra 1.5 e 2.4, con la seconda come scelta di default e la prima attivata solo in caso di poca luce in modo del tutto automatico. Le foto fatte in condizioni di poca luce ci hanno sorpreso, sia per l’implementazione dell’apertura sia per il sistema “multi-frame noise reduction” il quale, in poche parole, scatta 12 fotografie allo stesso tempo per poi costruire un’immagine finale con meno rumore digitale possibile. Non siamo di certo a livello di fotografia professionale ma si tratta di un netto vantaggio dell’S9+ rispetto alla concorrenza.

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Per quanto riguarda lo slowmotion, funziona. Samsung ha pensato bene di inserire una modalità automatica che dovrebbe, in teoria, catturare da sola il momento in cui l’azione deve essere rallentata. Diciamo in teoria perché ci siamo trovati meglio il più delle volte a definire manualmente quando vogliamo lo slow motion e non in base alla decisone del software fotografico. Lo slow motion rimane comunque, a nostro modestissimo parere, più un gimmick pubblicitario che una vera feature utile nella vita di tutti i giorni.

Macro al buio

In ogni caso, tra hyperlapse, modalità fuoco live, slow motion, emoji AR e via dicendo Samsung ha incluso moltissimo, rendendo l’S9+ un piacere da usare in ogni occasione e con una marea di effetti diversi.

Bottom line

Il Samsung Galaxy S9+ è un signor smartphone. Zeppo di features nonostante il suo essere un semplice ammodernamento della gamma S8 e S8+ dell’anno scorso. La batteria è adeguata, nel senso che arriveremo a sera agilmente se decideremo di ridurre un po’ la risoluzione dello schermo e attivare le funzioni di risparmio energetico se pianifichiamo di usare molto la fotocamera e i social media. Nessun problema invece se lo usiamo in modo “normale” con qualche telefonata, Whatsapp, e-mail e un po’ di social media. Certo, arrivare agilmente a sera senza nessun timore di restare a secco sarebbe meglio ma finché non potremo sostituire le batterie al litio con qualcosa di meglio, questo rimane il limite con cui devono scontrarsi tutti i moderni (e sempre più affamati di batteria) smartphone di un po’ tutti i costruttori. Nelle tre settimane di test ci siamo trovati bene con l’S9+ anche se continuiamo a preferire la dimensione più contenuta dell’S8 (e di conseguenza, dell’S9 regolare). Ma se state cercando il meglio e spendere un bel po’ di soldi non vi spaventa, il Galaxy S9+ è sicuramente in cima alla lista degli smartphone che dovete considerare.

 

Ci piace

  • Comparto fotografico
  • Design
  • Una marea di features

Non ci piace

  • Niente lettore di impronte sotto lo schermo?
  • Prezzo elevato
  • Autonomia sufficente

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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