Ready Player One

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Ready Player One

L’ultimo prodotto di Spielberg ci immerge in un vivace universo forgiato nella cultura nerd. Questo universo rimane però bidimensionale, dimenticandosi della profondità.

La compagnia dell’Easter Egg

OASIS non è solo un gioco, OASIS è una vera è propria realtà virtuale in cui la maggior parte dell’umanità si rifugia per scappare dal blando scenario post apocalittico della vita quotidiana. Con la sua morte, James Halliday, creatore di questo universo, lancerà una sfida aperta a tutto il mondo per determinare chi sia degno di ereditare la sua creatura. Questa sfida si rivela una caccia all’easter egg, tradotto letteralmente con uovo di pasqua, ma che nel contesto dei videogiochi consiste in un contenuto speciale nascosto, a cui solo un giocatore attento può accedere. Per scoprire questo “easter egg” sarà necessario immergersi nella cultura nerd specialmente degli anni ’80 di cui Hallidey è estremamente appassionato. Wade, un giovane orfano come tradizione vuole, si lancerà nella caccia all’easter egg seguendo le orme dell’idolo Hallidey.

Una Delorean di troppo

Immaginatevi di inserire nel motore di ricerca di Tumblr la parola nerd, l’arcobaleno di colori e di citazioni che ne risulta rappresenta appieno la modalità insistente con cui ready player one sommerge lo spettatore di referenze ai “topoi” del nerdismo. Il problema qual è? Che la cosa ci piace, eccome. Vorremo poter dire che non ci siamo cascati, che saremo pure nerd ma abbiamo una dignità. Nonostante l’innegabile superficialità, il film riesce a creare un universo coinvolgente e soprattutto convincente, impresa non facile considerando il grande ruolo giocato da personaggi e ambientazioni completamente in CGI. Gli appassionati non riusciranno a frenare i sorrisetti rivedendo personaggi che hanno segnato profondamente l’immaginario collettivo unirsi per fermare la classica corporazione cattiva e senza cuore.

I Goonies ma non troppo

La trama pecca in originalità, ma resta piuttosto solida e coerente con il libro da cui è tratta, seppur distaccandosi abbastanza da quest’ultimo in diversi punti e ne distorce parzialmente lo spirito. Il libro sorprende per la sua freschezza e per il tono divertente e acuto con cui tratta tematiche strette al cuore di qualsiasi fanboy. Il senso di amicizia, e di unione di fronte ad un nemico che non è in grado di capire la profondità della passione che lega i protagonisti, passa in secondo piano rispetto all’amore più convenzionale nel confronto della ragazza nerd “ideale” , incarnata nel film da Art3mys.

In poche parole

Nonostante le critiche non possiamo che consigliare il film, che vale la pena di essere visto per l’ottima qualità tecnica e per la cura al dettaglio che non può che essere apprezzata da chiunque sia almeno famigliare al genere. Una nota negativa va al protagonista che manca di qualsiasi carisma e personalità, mentre nell’insieme il gruppo dei ragazzi è molto convincente. Una grande nostra delusione: la mancanza della scritta Ready Player One all’entrata dell’OASIS che da il nome all’opera (libro) e che rappresenta un caldo omaggio ai primi videogiochi.

 

Scritto da : Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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