Project Downfall

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Project Downfall

Keanu Reeves è ormai diventato un’icona nel mondo dei film e dei videogiochi sparatutto e futuristici. Basta pensare a Matrix e John Wick per capire come la sua figura sia ormai associata a essere la persona più tosta, furiosa e vendicativa. Keanu Reeves, ricordiamo, è un attore, musicista e imprenditore canadese-americano, nel quale ha presentato il trailer di Cyberpunk 2077 durante la conferenza Microsoft all’ormai estinto E3 nel 2019 a Los Angeles, dove aveva anche rivelato la sua somiglianza al personaggio Johnny Silverhand.

Ovviamente, Cyberpunk non è l’unico videogioco in cui Reeves è apparso. Infatti, lo ritroviamo già dal lontano 1989 su PC con il titolo “Bill & Ted’s Excellent Video Game Adventure”, che faceva rivivere l’esperienza del film ai propri videogiocatori. Ecco perché questa figura non è solo quasi più un personaggio, ma un’icona che con quei tratti, soprattutto dopo John Wick, è quasi un obbligo citare.

Ma cosa c’entra questo con Project Downfall? Come si può notare fin dalla copertina del titolo, questo ricalca le sembianze proprio del personaggio di John Wick, mescolando Hotline Miami con l’aggiunta di un pizzico di Cyberpunk e Doom.

Storia

L’Unione Europea è allo sbando, con una nuova superpotenza che emerge all’orizzonte: la Federazione Novorussa, che ha già accolto nuovi membri come Lituania, Ucraina e Polonia. Ecco che nasce la prima megalopoli d’Europa: Crimson Tide, la città libera rappresentativa di un Nuovo Ordine Mondiale, che dimostra che entrambi i sistemi possono coesistere in armonia, forgiando un futuro migliore per i suoi cittadini. Purtroppo il sistema non funziona come dovrebbe, ma qualcuno potrebbe cambiare qualcosa in questa città se un bel giorno le pastiglie che prende normalmente iniziano a fare un brutto effetto.

Il protagonista di giorno è un cittadino rispettabile, che vive bene con la sua ragazza Olga. Un impiegato ambizioso in una società governativa. Tuttavia, di notte diventa un assetato di violenza e giustizia, affrontando criminali di ogni livello nella società. Fin dall’inizio, la trama di Project Downfall ti fa capire che il percorso non è lineare, permettendoti di fare scelte non ovvie che possono influenzare il finale della storia. Ciò avviene principalmente con l’automedicazione a cui è sottoposto il personaggio, poiché le pillole vengono utilizzate per aiutarti fornendoti dei “superpoteri” per migliorare in modo drastico le tue statistiche (e non solo) per qualche istante. La narrazione suggerisce di cercare di evitare di prendere le pillole a causa degli effetti collaterali e dei danni alla psiche che potrebbero causare al personaggio. Non per questo inizieremo anche a parlare anche con il nostro cervello come se fosse un’entità separata. La storia non è molto narrata e spesso apprenderemo pezzi del racconto solamente tramite notizie, riviste e personaggi casuali che, se non ascoltati, non scoprirai mai di cosa sta succedendo intorno a te.

Gameplay

Il gameplay ricorda subito una sorta dei primi capitoli della saga di Doom, uno sparatutto in prima persona dove spari e massacri tutto quello che ti capita a tiro. La novità sta nel fatto che si possono prendere le medicine, delle speciali pillole, che ti permettono di alterare la percezione e, soprattutto, la tua forza. Infatti, non solo ti permette di rallentare il tempo per evitare i colpi, ma anche di potenziare drasticamente i tuoi pugni e calci su nemici e oggetti. Come detto inizialmente, tutto fin dall’inizio risulta abbastanza lineare, inizia in un punto e fai una strage per raggiungere il punto d’arrivo ottenendo alla fine una valutazione in base alla tua prestazione. Uccisioni con un certo stile in punti sensibili e vicini miglioreranno drasticamente le statistiche. In aggiunta, è possibile scoprire oggetti per sbloccare missioni secondarie all’interno dei livelli principali.

Lo stile grafico è un miscuglio tra ambienti modellati in 3D e oggetti 2D, il che rende in alcune situazioni abbastanza semplice capire cosa puoi usare e colpire durante le missioni. In aggiunta, si è voluto dare uno stile quasi psichedelico riempiendo luci al neon, sfumando in diversi punti e aggiungendo l’effetto scanlines per dare quel tocco di retro. Ma tutte queste cose miglioreranno realmente la qualità del gioco?

Passiamo al compartimento delle armi, visto che il gioco si basa principalmente su questo, nel quale nonostante l’avventura si ambienta in un futuro molto lontano le armi sono quelle più classiche di un qualsiasi sparatutto dei vecchi tempi. Classiche pistole calibro 45, fucili a pompa, fucili di precisione, mitragliattori nonché sbarre e coltelli sono alla base dell’inventario che ovviamente dovrà essere ottenuto sul campo di battaglia dai nemici, distruggendo casse o messe in bella vista apposta per te. Si ha a disposizione pochi slot per le armi, massimo 4, nel quale quella in uso sarà scartata in automatico quando si vorrà prenderne una nuova che non è attualmente nell’inventario. Se, invece, si raccoglierà la stessa arma si otterranno delle munizioni aggiuntive. È anche possibile lanciare le armi contro i nemici, utile specialmente quando sono scariche e ti serve una strategia per raggiungere velocemente il nemico per poi stenderlo con una scivolata o un bel calcio nello stomaco.

Tutto è bello ma…

Ora passiamo a tutte le note dolenti, quelle che magari gli stessi sviluppatori non si vogliono sentir dire. Project Downfall avrebbe molte carte in regola per essere un titolo interessante, ma ogni volta che si impugna il controller si percepisce subito che non c’è stata una grande cura nel comparto visivo; sembra, piuttosto, che per nascondere la mancanza di modellazione si sia voluto esagerare drasticamente con le luci e gli effetti, portando gli stessi sviluppatori a inserire un avviso all’avvio del gioco per le persone che soffrono di epilessia o altro. Luci che spesso non ti permettono nemmeno di comprendere da dove i nemici arrivino per ucciderti.

Per quanto riguarda il level design, spesso è piatto e senza aver pensato realmente a cosa voler offrire al giocatore. I livelli sono strutturati in piccole stanze che bisogna solamente attraversare da un punto A al punto B. Al passaggio da una stanza all’altra si dovrà subire un caricamento che annullerà completamente l’inventario in tuo possesso e ripristinerà completamente la tua vita, e questo diventa abbastanza frustrante nei livelli successivi. Infatti, il ripristino della vita è ottenibile solo in questa maniera, che di fatto sarà anche il checkpoint in caso di morte. Ma consumare pochi proiettili cercando di fare più “headshot” possibili per portarti armi migliori successivamente non servirà assolutamente a niente, nonostante il livello sia sempre lo stesso. Ma andiamo avanti…

Mescolare 2D e 3D si può, ci sono moltissimi titoli che hanno unito gli stili creando grandi capolavori. Qui, invece, sembra proprio che lo si voglia fare per risparmiare o perché non si hanno le competenze di modellare in 3D. Vedere un letto e capire dopo un buon 5/10 minuti che sdraiata sul letto c’è la tua fidanzata ci vuole. Senza parlare degli ambienti un po’ troppo spogli e privi di significato. Non mancano, ovviamente, diverse citazioni come l’entrata della lobby in Matrix (quella del metal detector) o riferimenti a altri titoli in modo esplicito come Doom. Tutto bello, ma anche in questo caso ti danno solo piccole briciole per poi far sparire il tutto nel nulla, senza lasciarti nemmeno il gusto di quello che vogliono farti assaporare. Un vero e proprio peccato.

Conclusione

Project Downfall vuole promettere molte cose senza che si concretizzi qualcosa di concreto. La colonna sonora non sempre risulta eccezionale, nonostante ti incoraggino ad utilizzare le cuffie per apprezzarne il pieno potenziale, e spesso risulta ripetitiva e quasi disturbante. In compenso, gli effetti sonori delle armi risultano ben calibrati e d’impatto. Sono presenti troppi caricamenti per un gioco come questo. Basti pensare che dal proprio appartamento fino ad accedere al livello ci sono 3 caricamenti nel giro di pochissimi minuti. Il titolo impone al giocatore anche di tornare spesso all’appartamento per scoprire le novità, e questo rallenta drasticamente il gameplay. I caricamenti da una stanza all’altra, con la rimozione di tutto l’inventario, distruggono completamente l’immersione, portando la percezione di chi gioca che magari non è una sequenza di un livello, ma bensì tanti piccoli livelli, magari sviluppati anche separatamente in momenti diversi, attaccati alla meglio giusto per allungare.

Premetto che sono un amante dei giochi in cui bisogna morire diverse volte per comprendere le meccaniche e i tempi corretti per passare in un determinato punto (come per esempio Celeste), ma qui la frustrazione è talmente elevata da spingere il giocatore a voler disinstallare il gioco. Questo è generato dal fatto che spesso nemici sono piazzati casualmente, l’IA è terribile e, non da ultimo, lo stile grafico e le luci cozzano nel peggiore dei modi, senza offrire al giocatore nulla di davvero utile e gratificante. In compenso, si ha la possibilità di giocare con diversi filtri dal menu principale.

In conclusione, Project Downfall potrebbe avere un grande potenziale, ma attualmente si perde troppo per strada. Vuole evocare grandi riferimenti come John Wick e altri, ma non ne sfrutta realmente nessuno. La storia, che si sviluppa in base alla quantità delle medicine che si prendono, è una grande idea, ma purtroppo non viene sfruttata appieno, magari con l’inserimento di scene o racconti che legherebbero il tutto in modo semplice e omogeneo. Spero vivamente che gli sviluppatori correggano al più presto e migliorino questo titolo che ha le qualità ma che non sfrutta minimamente. Vale la pena acquistarlo? Sono abbastanza titubante in questo momento nel consigliarlo. Magari con qualche futura patch riusciranno a colmare tutti questi difetti e a offrire quello che gli sviluppatori avevano in mente fin dall’inizio. Ma fino a quel momento, il rischio è di acquistare un titolo e lasciarlo velocemente nel dimenticatoio per passare a qualcos’altro che faccia quello che i videogiochi dovrebbero fare. Divertire!

Ci piace

  • Velocità gameplay
  • Idea pillole
  • Citazioni

Non ci piace

  • Troppi caricamenti
  • Luci ed effetti
  • IA nemici
  • Perdita armi ad ogni checkpoint
  • Bug caratteri con accenti nei dialoghi
4.5

Scritto da : Neme

Ingegnere informatico e diplomato in Digital Graphic Computer Animation, sono un grande appassionato di retrogame. Nel mio tempo libero, anche se sembra una barzelletta, mi piace sviluppare videogiochi con amici e ricercare qualche perla antica da aggiungere al mio museo videoludico personale.

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