Pokémon Scarlatto e Violetto

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Pokémon Scarlatto e Violetto

Paldea è finalmente arrivata su Nintendo Switch, e con essa anche la nona generazione dei Pokémon, che si duplica in due “colorate” versioni: Pokémon Scarlatto e Violetto. Dopo la nomenclatura basata su cristalli, lettere, elementi astrali e oggetti, con questa generazione Game Freak ritorna, per così dire, alle “origini”, con dei nomi ispirati ai colori. Pokémon Scarlatto e Violetto sono rappresentano di primo acchito l’evoluzione necessaria per raggiungere una maturità tridimensionale che, da Pokémon Spada e Scudo, fa fatica a decollare. In seguito ai primi esperimenti di Pokémon X e Y, i lineari ma graficamente ben riusciti Pokémon Sole e Luna, con l’avvento di Nintendo Switch Game Freak sembra aver incontrato serie difficoltà.

Pokémon Spada e Scudo, ovvero l’ottava generazione anch’essa approdata su Nintendo Switch, era graficamente e tecnicamente meno riuscita in confronto alla settima generazione, pur cercando di proporre qualcosa di innovativo (open map: le terre selvagge). La realizzazione online discutibile delle terre selvagge, accompagnate da modelli di Pokémon riciclati dal 3DS, la linearità estrema dei percorsi e qualche problema tecnico, aveva suscitato una certa delusione fra i fan a livello internazionale. In parte, alcune critiche sono state risolte con l’avvento dei due DLC a pagamento, pur non avendo convinto appieno i fan storici della serie.

Il comparto competitivo VGC ha comunque mantenuto vivo l’interesse, grazie alle nuove meccaniche strategiche offerte dalla funzionalità Dynamax. In Pokémon Scarlatto e Violetto, la questione è già differente. Da una parte, Game Freak ha introdotto un mondo di gioco simile a quello di Leggende Pokémon Arceus, ma concettualmente Openworld (e non Openmap come lo Spin Off), dall’altra, invece, è pacifico constatare che lo storico team di sviluppo sta seriamente avendo serie difficoltà nello sviluppo (pur considerando alcuni miglioramenti concettuali). Appare lapalissiano che, dall’avvento della tridimensionalità del brand, Pokémon si sta trascinando dei problemi di realizzazione che sono, di generazione in generazione, sempre più evidenti. Pokémon Scarlatto e Violetto non fanno purtroppo eccezione. Tuttavia, come ogni videogioco, vi sono certamente dei pro e contro e, questa volta, l’ago della bilancia non viene a favore dello storico brand di Tajiri. Ma procediamo con ordine.

Tre vie, tre storie in una movimentata Accademia Pokémon

Dimenticate di impersonare un ragazzino di 11 anni alle prese con la sua prima avventura, e immergetevi nei panni di uno studente presso un’accademia a tema Pokémon. Il medesimo, sarà libero di decidere come vivere la propria avventura: se diventare Campione affrontando le otto canoniche palestre, o esplorare la regione di Paldea e dei suoi segreti affrontando Pokémon dominanti o, infine, mettendo a bada dei bulli con crisi adolescenziali. Insomma, parola d’ordine secondo lo slogan di questa generazione è piena libertà e non più linearità. Paldea, la nuova regione ispirata alla Spagna, è la risposta in un certo senso a questa nuova formula: il giocatore può quindi esplorare liberamente la regione, senza limiti, e scegliere lui stesso che strada intraprendere. Il tutto è condito con un mutligiocatore locale e online godibile fino a quattro giocatori, i quali possono vivere la stessa esperienza nel medesimo mondo di gioco, in grado di interagire fra loro fra scambi, lotte e raid. Pertanto, ciò rende dunque l’idea di un eventuale gioco Pokémon sulla falsariga di un MMO (anche se dubitiamo possa mai esistere). Nulla a che vedere, questa volta, con le terribili, e mal ottimizzate, terre selvagge di Spada e Scudo. Molto allettante, nevvero? Eppure, anche in questa versione, si nota come Game Freak caratterizza il proprio software fra alti e bassi (più bassi), con scelte moderne ma allo stesso tempo tradizionali…assai antiquate per alcune (doppiaggio dei personaggi, per citarne una, o animazione delle mosse fisiche). Il timido, ma coraggioso, tentativo di Game Freak nel ribaltare una formula ormai assodata si potrebbe lodare, ma occorre tempo e pazienza prima di vederne i frutti…soprattutto considerando la realizzazione (di cui parleremo più sotto).

Le tre campagne principali di Pokémon Scarlatto e Violetto si svolgono in una regione totalmente interconnessa: da nord a sud, da est a ovest; ogni micro regione è liberamente esplorabile e sviluppata sia verticalmente che orizzontalmente. I centri Pokémon e il Pokémon Market sono ora all’aperto, Pokémon selvatici appaiono ovunque (o quasi), vi è la possibilità di ergere un camping pic-nic per nuove inedite funzioni e facilitazione del breeding, e via dicendo. Mesapoli, la città sede dell’accademia Pokémon, è l’unica eccezione in questa vasta regione interconnessa, la quale per accedervi occorre il caricamento della schermata, portando il giocatore nei diversi punti di accesso della città. In essa si potranno seguire le lezioni dell’accademia: idea interessante, ma allo stesso tempo lascia il tempo che trova. Alcune infatti sono ben studiate, altre invece si perdono per così dire in un bicchier d’acqua…e l’assenza del doppiaggio di certo non aiuta nello stimolare a leggere i testi dei professori. Ritornando alla mappa, la medesima può essere esplorata in piena libertà sfruttando i leggendari di questa generazione: Koraidon (Scarlatto, Drago / Lotta) e Miraidon (Violetto, Drago / Elettro). Proprio questi leggendari prenderanno il posto degli strumenti quali scarpe da corsa, bicicletta e Pokémon cavalcabili (come i Pokémon in Sole e Luna et similia). Ciò comprende l’assenza delle macchine nascoste (Surf, Scalata, e via dicendo), poiché Koraidon e Miraidon saranno in grado di acquisire, nel corso dell’avventura, peculiari abilità. Maggiori le abilità sbloccate, maggiori saranno le possibilità di esplorazione onde raggiungere nuove zone e porzioni di mappa nascoste, in cui è possibile trovare oggetti e Pokémon rari, o raid Teracristallizzazione di un certo livello. La navigazione della mappa è comunque piacevole, continua, senza limiti grazie a questi nuovi mezzi di trasporto. Riguardo al level design, il miglioramento in confronto a Spada e Scudoo al recente Leggende Pokémon Arceus è percepibile. La verticalità delle mappe esplode letteralmente in confronto a quest’ultimo capitolo, con numerose vette da scalare alla The Legend of Zelda Breath of the Wild. Ma non solo, la struttura delle caverne è più complessa in confronto a Leggende Pokémon Archeus, con gallerie interconnesse e diversi piani di esplorazione. Peccato che il numero di quest’ultime è in parte limitato. Ad ogni modo, queste migliorie è segno che Game Freak si sta pian piano adattando al nuovo approccio Openworld e agli spazi di una certa grandezza. Impeccabile, invece, è il design e la cura grafica dei modelli dei Pokémon, nettamente migliorata in confronto al passato. Meno apprezzati, invece, sono i personaggi, i quali hanno movimenti limitati, espressioni facciali troppo semplicistiche e, in un certo senso, sembrano finti (troppo statici). Si aggiunge, ancora una volta, l’assenza di qualsivoglia doppiaggio in inglese (o giapponese) per renderli senza un particolare appeal o invogliare il giocatore a leggere i testi delle conversazioni. Apprezzato, però, è il character design prettamente estetico. Criticità anche nella flora e degli elementi presenti sulla mappa: scarsi e con una morfologia del terreno al limite del monotono e ripetitivo. Questa parte, tuttavia, sarà approfondita nella sezione grafica e tecnica.

L’avventura è quindi incentrata nella vita studentesca: fra lezioni nel piano di studi alle quali possiamo prendere parte, alla “caccia al tesoro” caratterizzata dalle sue attività extra scolastiche: ovvero se diventare campione della regione, affrontare i Pokémon dominanti (Sentiero leggendario) o mettere a bada il gruppo di teppisti adolescenti che marinano continuamente le lezioni dell’accademia (Viale della Polvere di Stelle). I percorsi alternativi a quello standard (campione della lega) hanno una precisa direzione narrativa: gli stessi sono adibiti a colpi di scena e con la confrontazione di alcune tematiche di una certa serietà per il brand. Tuttavia, la realizzazione di tali percorsi, ribadendo l’assenza del doppiaggio in aggiunta alle conversazioni alquanto pilotate, rendono il tutto un po’ superficiale, seppur gradevole. Certamente non ci si attende un livello qualitativo alla The Witcher et similia.

Idee interessanti, “nuovo” formato…ma il risultato?

Tralasciando quanto fin qui già descritto, la realizzazione e la cura dei dettagli di queste nuove versioni lasciano, in parte l’amaro in bocca. Infatti, con Pokémon Scarlatto e Violetto, Game Freak non ha istituito, né creato, alcun Worldbuilding. Nell’ambito gaming si intende come Worldbuilding le fondamenta, o l’insieme di regole, che compongono il mondo di gioco. Si tratta di regole definite dagli sviluppatori alle quali si attengono i personaggi non giocanti (NPC). In altre parole, le regole dello spazio di gioco (mappa in cui si svolge la trama). Le regole possono essere di varia natura: come le conseguenze di un evento in un determinato luogo (morfologica o comportamentale degli NPC), la moneta, l’interazione fra NPC, e via dicendo. In Pokémon Scarlatto e Violetto, dimenticate tutto questo. Oltre ai personaggi della trama, gli NPC che popolano la mappa si limitano a poche linee di testo. Niente diagramma d’intesa alla Xenoblade, per dire, niente lingue alternative alla The Elder Scrolls (esempio un po’ extremis, ma rende bene il concetto), niente evoluzione delle conversazioni da parte degli NPC in seguito a missioni secondarie. Giusto, è anche da segnalare che non vi è alcuna missione secondaria alla Leggende Pokémon Arceus, oltre ai tre percorsi principali. Game Freak si è quindi limitata a creare una mappa in cui ospitare le sue tre trame (fine a se stesse), riempiendola di allenatori e NPC senza una loro personalità (escluso l’aspetto estetico).

Le tre trame sono sì, longeve, ma sono parallele e difficilmente sovrapponibili. La libertà che è stata promessa in questa versione è, alla fine, scegliere su quale binario procedere. Ovvero scegliere uno dei tre percorsi i quali, indirettamente, sono pure guidati a causa della totale assenza di scaling dei livelli. Il giocatore, in altre parole, esplora in base al libello dei Pokémon sulla mappa. Pertanto, vi è il concreto rischio di perdersi nell’ordine degli eventi, o di saltarne alcuni per poi ritrovarsi con Pokémon troppo livellati e avversari/Pokémon decisamente troppo deboli. Ebbene, ciò in ragione del fatto che non esiste un’adattabilità dei livelli, il cosiddetto scaling che adatta automaticamente il livello dei Pokémon sulla base delle scelte fatte dal giocatore. Pertanto, il senso di libertà e circoscritto essenzialmente ad esplorare senza confini la mappa di gioco: una sorta di illusione forzata. Un vero peccato. Per di più, oltre al Worldbuilding, il level design delle città e la gestione dei negozi al loro interno è letteralmente basilare. Questa volta il detto che la semplicità è una forma di bellezza non si sposa per niente con le scelte estetiche dei menù dei negozi. Gli interni non sono esplorabili, salvo gli edifici legati alle trame. Pertanto i negozi, salgo quello esterno del Pokémon center, si limitano a una risicata lista. Inoltre, gli elementi con cui interagire, a parte i Pokémin, i Raid e gli oggetti sparsi per la mappa, sono assai pochi…troppo pochi. Una delle critiche che si era mossa nei confronti di Gamefreak erano gli interni degli edifici poco vari e tutti uguali fra loro (in particolar modo Spada e Scudo). In Scarlatto e Violetto si è risolto il problema – oseremo dire – pragmaticamente: rimuovendo a monte gli interni e l’esplorazione degli edifici.

La Teracristallizzazione, ed altri cambiamenti, portano una ventata d’aria fresca alle lotte competitive

Riguardo al gameplay delle battaglie – core dei giochi Pokémon – si mantiene comunque su un buon livello. La meccanica di questa generazione, ovvero la teracristallizzazione (in seguito anche: teratipo), offre un’esperienza nettamente più strategica di quelle passate (megaevoluzioni, dynamax, mosse Z), creando quindi un metagame che si potrà certamente definire “eterogeneo” il quale gioca sulle debolezze e resistenze. Chiaramente non mancheranno i Pokémon “Over used” et similia, tuttavia cambiare il teratipo, sia dal punto di vista offensivo, che difensivo, permette di creare team più variegati e di rendere ogni Pokémon potenzialmente pericoloso. In un contesto competitivo, Tyranitar di teratipo Spettro potrebbe fare assai gola…Ma cosa intendiamo con teratipo difensivo offensivo? Prima di procedere con la risposta, occorre conoscere il significato di “STAB”. Le mosse STAB (Same-Type Attack Bonus) sono quelle potenziate dallo stesso tipo di appartenenza del Pokémon che le utilizza. Per fare un esempio: Pikachu, di tipo elettro, conosce tuonoshock (mossa di tipo elettro con potenza 40) e metterà dunque a segno tuonoshock con potenza 60 (40 x 1.5) essendo il bonus STAB di 1.5 (o del 150%).

Ciò scritto, se il teratipo coincide con il tipo di appartenenza base del Pokémon (esempio: tipo elettro con teratipo elettro) aumenterà la potenza delle mosse elettro del 200% (x2) invece che del canonico 150% (x1.5). Provate ad applicare lo stesso esempio a un Scizor con teratipo acciaio in combo con la mossa Pugnoscarica. Grazie al boost della potenza e alle statistiche del Pokémon avrete letteralmente un “veloce panzer da combattimento” (provare per credere). Si tratta, dunque, di un Pokémon con teratipo offensivo. Se, d’altro canto, il teratipo non coincide con il tipo base (esempio: tipo base elettro con teratipo volante, ovvero il Pikachu in omaggio con dono segreto), il Pokémon acquisisce il teratipo sovrascrivendo temporaneamente quello base (nel caso concreto Volante) modificando le resistenze e le debolezze, pur mantenendo i bonus STAB x 1.5 standard di tipo elettro e del teratipo volante. Si tratta, in questo caso di un teratipo difensivo, in quanto Pikachu è ora immune agli attacchi di terra (superefficaci contro i Pokémon elettro). Il teratipo difensivo è una soluzione interessante soprattutto per i Pokémon a doppio tipo, ad esempio Charizard con teratipo Drago (disponibile nuovamente nei raid fra il 15-16 dicembre 2022). Di fatto, attivando la teracristallizzazione, Charizard guadagna gli STAB nelle mosse fuoco, volante e drago (x1.5) ma guadagna le resistenze (e debolezze) solo del tipo drago. Interessante, nevvero? Basta solo avere un po’ di inventiva…

A differenza della meccanica Dynamax, a volte conviene attivare la teracristallizzazione, a volte è meglio di no. La strategia è circoscritta in base ai Pokémon schierati dall’avversario; sarà pertanto la bravura del giocatore a dettare quando “giocare” con il Gimmick delle debolezze e delle resistenze. Insomma, questa generazione si rivelerà con un competitivo molto interessante. In aggiunta, vi è inoltre la semplificazione della creazione di Pokémon competitivi, ovvero modificando a piacimento le IV (tappi), EV (bacche e integratori) e le abilità (nascoste e non tramite capsule) con strumenti facilmente accessibili. Ora ci sono poche scuse per non cimentarsi nelle lotte competitive (o VGC). L’accesso al breeding tramite la modalità Picnic (in sostituzione della pensione Pokémon), in aggiunta ai Perk di fecondazione delle uova mangiando i panini creati con gli ingredienti che si trovano nella mappa, facilita ulteriormente il processo di creazione. Modifiche e semplificazioni molto apprezzate da chi, come il sottoscritto, ha poco tempo da investire nella creazione di team competitivi. Panini che ricordano, in sostanza, i poteri O in Pokémon X e Y ma ulteriormente migliorati. Infine altri cambiamenti riguardano l’adattamento di alcune mosse, oppure, più apprezzato, il potenziamento di alcuni tipi. Il tipo ghiaccio, ad esempio, vede un importante boost grazie all’introduzione delle nevicata al posto della grandine. Ora i Pokémon non subiranno danni ad ogni turno come le tempeste di sabbia, al posto dei danni è stato introdotto un boost della difesa dei Pokémon di tipo ghiaccio pari al 50%. Ciò renderà i Pokémon di tipo ghiaccio più resistenti agli attacchi fisici e sopperire infine alla debolezza “fisica” che da anni caratterizzava questa tipologia, e constata negli anni da molti utenti attivi nel VGC (e non).

Riguardo alla stabilità del sistema online, in un paio di settimane di gioco non abbiamo rilevato problemi da segnalare: i lag sono rari e la connessione avviene senza errori di sorta.

Ma che è dell’ottimizzazione e stabilità del software? Qualcosa non torna…

Il tallone d’Achille di queste versioni (per non definirlo disastroso), è il lato grafico e tecnico. Non ci gireremo attorno: questo comparto è nettamente (se non gravemente) insufficiente, al limite dell’accettabile. È ben noto che Nintendo Switch non ha l’hardware delle concorrenti Sony / Microsoft. Tuttavia la qualità visiva e tecnica di queste versioni va ben al di sotto delle capacità della console e, dopo 6 anni caratterizzati da una line up di titoli tecnicamente di una certa complessità (Breath of the Wild, The Witcher 3, No Man’s Sky, per citarne alcuni), Pokémon Scarlatto e Violetto potevano certamente dare di più, ed è ormai palese che Game Freak è chiaramente in difficoltà nello sviluppo del codice. Pokémon Scarlatto e Violetto, a parte sporadici glitch, sono giochi purtroppo instabili: il crash del software è sempre dietro l’angolo e questo inficia l’esperienza di gioco. Riguardo alla parte grafica, le texture sono di estrema bassa qualità, l’illuminazione è ballerina, con pop-in delle ombre e dei vari elementi a schermo, al limite del fastidioso.

Le mosse fisiche, come da consuetudine, non sono state ancora adattate e vengono “eseguite a distanza”, senza contatto fra i Pokémon. Il framerate è passabile, nel senso che il titolo è assai giocabile, salvo alcuni evidenti rallentamenti in zone specifiche o quando il gioco, effettivamente, carica grosse porzioni della mappa saturando pesantemente la ram (per non citare il netto calo di frame dei personaggi o oggetti che si muovono a distanza, effetto puramente estetico più che funzionale…ma tant’è). Ed è proprio su questo aspetto che i gravi problemi cominciano ad emerge, con evidenti crash del software, rallentamenti dell’interfaccia e dei movimenti del personaggio, glitch di vario genere, i quali purtroppo sono all’ordine di ogni partita. Per dire, al sottoscritto il gioco si è bloccato ben 8-10 volte in due settimane, cosa mai capitata con altri software (o almeno, non con questa frequenza). A tal punto che una patch correttiva (1.1.0) è stata rilasciata recentemente per correggere alcune gravi problematiche con tanto di scuse da parte di Nintendo. Abbiamo però notato differenze? Marginalmente, vi sono certamente meno crash di prima e, per il momento, la chiusura del software è avvenuta solo una volta dall’installazione dell’aggiornamento. Tuttavia occore ben più di una patch per risolvere i problemi di instabilità del software, e per il momento la situazione è quella appena descritta. Il problema, comunque, è a monte, ovvero alla base del codice e di com’è stato concepito il mondo di gioco. Insomma, queste problematiche non dovrebbero presentarsi in un titolo di tale calibro, ovvero che genera record di vendite con importanti introiti. In breve: le risorse per investire in un gioco tecnicamente e graficamente sufficiente, non mancano. Nemmeno il comparto sonoro, che risulta essere di qualità e di buona composizione, è in grado di compensare la grave carenza tecnica e grafica di cui queste versioni di Pokémon sono afflitte.

Concludendo, Pokémon Scarlatto e Violetto introducono un nuovo formula per il franchise: un mondo openworld senza caricamenti, libertà di scelta fra tre distinte campagne, alcune meccaniche tratte da Leggende Pokémon Arceus, un multigiocatore online e locale certamente più curato, ed infine un competitivo più accessibile con un metagame che si prevede più variegato. Tuttavia, queste novità devono purtroppo fare i conti con una non riuscita realizzazione sul piano tecnico e di ideazione. La totale assenza di scaling dei livelli dei Pokémon nell’intera regione pilota il giocatore a seguire una certa linearità. La totale assenza del Worldbuilding e l’accozzaglia di personaggi non giocanti (esterni alla campagna) sono elementi puramente estetici e non necessariamente funzionali per il gameplay Pokémon, che si basa sulle battaglie. Tuttavia, una maggiore curra in tale ambito avrebbe permesso di vivere in un mondo di gioco più attivo in cui il giocatore è stimolato ad esplorare ogni singolo angolo di Paldea (di certo non è il caso in un regione adibita con NPC senza personalità o un chiaro scopo). Il comparto grafico, inoltre, è ben sotto alle capacità di Switch, pur apprezzando i modelli dei singoli Pokémon e il character design dei protagonisti delle trame. Seppur i predetti contro non necessariamente impediscono di godere, e divertirsi, con la nuova generazione di Pokémon, i problemi tecnici che affliggono queste versione a nostro parere smorzano qualsivoglia entusiasmo. Riteniamo inaccettabile che un gioco di questo calibro sia, sottolineima, per ora fortemente instabile a causa crash inspiegabili che chiudono bruscamente il software. Perdere un Pokémon cromatico a causa di un blocco software o dover ricominciare alcune sequenze possono causare non poca frustrazione all’utente giocante (casi concreti capitati allo scrivente). No, The Pokémon Company, questa volta non ci siamo. Ci sentiamo quindi di consigliare Pokémon Scarlatto e Violetto? Se le patch correttive venissero rilasciate (come già sta accadendo) risolvendo i crash e i gravi problemi tecnici constatati, possiamo allora già in questa sede consigliarne l’acquisto ai fan della saga o agli amanti del competitivo a turni. Altrimenti, guardate altrove.

 

Ci piace

  • Competitivo accessibile e meccanica Teracrystal. Finalmente vi è anche il riscatto del tipo Ghiaccio (effetto meteo: nevicata)
  • Il multigiocatore in gruppo ora ha un senso
  • Modelli dei Pokémon ben fatti
  • Openworld libero e senza caricamenti...

Non ci piace

  • ...ma povero di contenuti, pigro in alcune scelte stilistiche (negozi e assenza di interni)
  • tecnicamente problematico, instabile e fin "troppi" crash del software
  • graficamente è ben al di sotto le potenzialità di Switch e cura dei dettagli estetici appena sufficiente: mosse fisiche ancora eseguite a "distanza"
  • per l'ennesima volta: nessun doppiaggio dei personaggi
  • La libertà di movimento è smorzata dalla linearità impostata dalla totale assenza di scaling dei livelli
3.5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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