PlayStation VR 2

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PlayStation VR 2

PlayStation VR 2 è arrivato su PlayStation 5.

Il nuovo caschetto per la realtà virtuale si propone di offrire un’esperienza di gioco d’alta gamma, lasciandosi alle spalle certe soluzioni poco comodo o eleganti della prima versione per fare un deciso passo avanti verso la nuova generazione.

Decisamente next gen

PlayStation VR2 è, come il suo predecessore per PS4, un casco VR pensato per funzionare assieme alla console PS5. Il collegamento è cablato, quindi saremo sempre nelle vicinanze della console, ma la nuova soluzione è decisamente più elegante e comoda. Finiti gli switch box, i cavi multipli e altre comodità in favore un unico cavo Type-C da collegare nella porta frontale di PS5.

Il device in sé è composto tre parti distinte: due controller e il caschetto in sé. Per quanto riguarda quest’ultimo è dotato di uno schermo OLED con risoluzione 2000×2040 per occhio e con referesh rate di 90 o 120Hz con un field of view di 110 gradi. La risoluzione e la qualità del pannello OLED ne fanno un device raffinato, dal momento che lo “screen door effect” è praticamente nullo (ovvero quando guardiamo uno schermo troppo da vicino riusciamo a scorgere i singoli pixel). La separazione tra le due lenti è regolabile, in modo da regolare la distanza interpupillare, per un maggiore confort e qualità di visione. Il device è dotato di diversi sensori: un sensore a sei assi (3 assi giroscopici e 3 assi accelerometro), un sensore di prossimità IR, quattro videocamere esterne per il tracciamento nello spazio ma anche per vedere il mondo attorno a noi. C’è anche una camera IR per tracciare il nostro sguardo, per permettere sia il foveated rendering (ci ritorniamo dopo) ma anche per permetterci di selezionare elementi di gioco semplicemente guardandoli. Il caschetto ha anche un motore aptico, sorprendentemente percutante (ma mai fastidioso), microfoni e uscita audio con jack stereo, che possiamo usare sia con le cuffie integrate nella confezione che usare con le cuffie che preferiamo. Il confort è stato definito da molti molto buono ma in realtà nel nostro caso abbiamo trovato il device un po’ faticoso dopo qualche ora, specialmente sulla fronte. VR2 ha ripreso il sistema di fissaggio sul cranio introdotto con VR1, quindi con una parte superiore che si stringe attorno alla testa, poggiandosi sulla fronte (onde evitare il peso sul naso), una gomma assai piacevole all’interno e una rotella dietro la nuca, per regolare la tensione del sistema di fissaggio. Il visore in sé si può sollevare verso l’alto per toglierlo o sistemarlo davanti a noi, con la possibilità di regolarne la distanza dalla faccia per permettere una buona adesione e, specialmente, una riduzione al massimo della luce in provenienza dall’esterno. Inizialmente l’abbiamo trovato assai riuscito, più del primo VR di Sony ma anche meglio di Quest 2 ma, dopo qualche ora, la pressione sulla fronte ci ha convinto a fare una pausa dal gioco. Dipende forse dalla forma della testa ma non ci sentiamo di definire questo VR2 il casco VR più comodo che ci sia, di gran lunga.

Ci sono anche i due controller, uno per la mano destra e uno per la sinistra. Se avete sempre usato solo i controller Move di PSVR 1, il momento in cui afferrerete i controller Sense in dotazione sarà un momento assai emozionante. A differenza del primo VR, che si avvaleva dell’imprecisa camera e lucine colorate, questi sono collegati al casco e tracciano la nostra posizione tramite LED infrarossi e le camere integrate nel VR. Dalla forma che ricorda altre viste, ad esempio, in Meta Quest 2, sono dotati di tutti i pulsanti classici di PlayStation, compresi due grilletti adattivi presi direttamente dal controller DualSense. Ci sono ovviamente anche giroscopi e accelerometri, sensori capacitivi per rilevare la presenza delle dita sui tasti (per permettere, con certi limiti, di muovere le nostre mani in gioco). Grazie ai grilletti adattivi, in giochi come Horizon Call of the Mountain è possibile sentire la forza di tensione della di un arco, non è una novità per PlayStation ma sulla VR aumenta in modo sensibile l’immersione nel mondo di gioco. Dotati di una batteria interna, che promette un’autonomia tra le 4 e le 5 ore a dipendenza dal gioco. L’ergonomia è molto buona: fissati i laccetti al polso e impugnati saldamente tra le mani abbiamo trovato i tasti tutti comodamente accessibili. È capitato solo di rado che finissimo per farli sbattere tra di loro o sul caso e quasi tutti nel caso di Horizon Call of the Mountain dove, in alcune concitate fasi di combattimento con l’arco, qualche botterella l’hanno presa. Per fortuna hanno tutta l’aria di essere assai resistenti perché non hanno subito alcun danno, nemmeno lieve.

Se da un lato video e controller sono molto soddisfacenti, non lo stesso possiamo dire dell’audio integrato. Il paio di auricolari sono montati su una barretta che si collega al device, lasciando le due cuffiette penzolare a casaccio. La qualità è mediocre e l’audio 3D non è affatto impressionante. Per questo motivo una soluzione esterna ci pare la scelta migliore. Ad esempio, le cuffie over-ear Pulse 3D wireless di Sony, che abbiamo usato per i nostri test, sono di qualità nettamente migliore. L’unica pecca è che per regolare il sonoro 3D bisogna per forza togliere VR2 ma una volta fatto è un’esperienza che vale la pena di sperimentare. Nessuno, comunque, vi obbliga e potete usare qualsiasi altra soluzione audio compatibile con PS5.

PSVR 1 vs PSVR2

Setup e finezze

La procedura per impostare PS VR2 è abbastanza rapida e semplice. Collegato alla console, ci verrà chiesto di impostare alcuni parametri importanti, come la già citata distanza interpupillare, calibrare il rilevamento dello sguardo e gestire l’area di gioco. Tramite la visione pass-through possiamo scansire l’ambiente, definire i limiti dell’area di gioco e scegliere se preferiamo un’esperienza di gioco mobile oppure preferiamo restare seduti sempre nello stesso posto. Come intuirete facilmente, avere un’ampia area di gioco sgombra da mobilio e altri impedimenti ne risulterà in un’esperienza nettamente più coinvolgente, dal momento che potremo fare qualche passo per davvero nei mondi virtuali. Tuttavia, l’esperienza statica è altrettanto coinvolgente se la usiamo col titolo giusto. Non tanto con Horizon ma di sicuro con il delizioso Moss, in cui raramente dovremo fare grandi movimenti, la cosa funziona assai bene. Fortunatamente il cavo del device è bello lungo, 4.5 metri; quindi, la nostra preoccupazione principale sarà quella di non farlo arrotolare come una salsiccia. Avremmo preferito una connettività totalmente senza fili come quella di Quest 2? Potete scommetterci. Ma una soluzione cablata è diversi vantaggi: latenza, stabilità e nessun bisogno di aggiungere pesanti batterie al caschetto. Una volta impostato tutto siamo pronti per giocare e rimane comunque facile ricalibrare o regolare le impostazioni in qualsiasi momento dal menu principale delle impostazioni della PS 5. È anche possibile eseguire modifiche alle impostazioni e dirigere l’esperienza a distanza usando un controller DualSense, dall’esterno della realtà virtuale. Questo può semplificare la configurazione se si sta cercando di mostrare VR2 a qualcuno che non ha mai sperimentato la VR.

Uno degli strumenti a disposizione di VR2 è il foveated rendering: in pratica la telecamera IR integrata traccia il movimento degli occhi e utilizza queste informazioni per migliorare la grafica. Poiché sa esattamente su cosa vi state concentrando, può impiegare tutta la sua potenza di elaborazione per rendere quell’area super dettagliata, mentre tutto il resto può essere ridotto per risparmiare risorse. Oppure possiamo selezionare opzioni e altri elementi semplicemente guardandoli. Da un lato insomma abbiamo un’immagine con una grafica migliorata, senza che sia possibile concentrarsi sulle zone in cui quest’ultima viene abbassata automaticamente e dall’altra otteniamo un’interazione più naturale.

I giochi

PS VR2 non è retrocompatibile con i giochi usciti per il primo modello. È un peccato ma tecnicamente poco fattibile senza conversioni mirate delle precedenti esperienze per supportare un sistema che è fondamentalmente diverso e, indubbiamente, migliore ora. La lineup di lancio non è forse killer al 100% ma ci sono una buona varietà di titoli che abbiamo potuto provare. Vista l’enorme quantità di titoli abbiamo deciso di riunire le nostre impressioni qui di seguito.

Horizon Call of the Mountain

In Call of the Mountain impersoniamo un Carja delle Ombre la cui specialità assoluta è la scalata. Non potremo insomma fare Aloy in VR, sebbene la incroceremo, dandoci una prospettiva per ora inedita.

La storia del gioco è carina ma non è né profonda né sconvolgente come la trama di Forbidden West. Insomma, vedetela più come una side story rispetto ad un vero e proprio capitolo principale. Nei panni di Ryas saremo chiamati a svolgere una serie di compiti per espiare i suoi crimini. Scaleremo parecchio, combatteremo di quando in quando e assisteremo alla storia letteralmente in prima persona. Avventura che per altro inizia in modo davvero impressionante, con il nostro personaggio trascinato contro voglia su una canoa da cui assisteremo a viste impressionanti di macchine enormi che ci passeggiano accanto. Specialmente la vista del Collolungo ci farà capire quanto in realtà Aloy sia piccola ed indifesa rispetto all’enorme potenza delle macchine.

L’inizio non scoppietta ma a mano a mano che proseguiremo nella trama le cose si fanno sia più interessanti che più animate. Il gameplay è un misto di arrampicata, usando i due controller e muovendo le braccia attorno, e combattimento. Gli scontri contro le macchine sono sempre eccitanti perché non solo saremo chiamati a combattere con l’arco ma anche ad effettuare schivate al fine di restare tutti interi. Peccato che il gioco sia molto più incentrato sulla scalata e, vista la lunghezza della trama, dopo un po’ vorremmo davvero fare altro che non farci venire le vertigini appesi sul cucuzzolo di una montagna. Ma i panorami sono davvero spettacolari, non c’è che dire!

Moss & Moss Book II

Moss e Moss Book II sono i due giochi che più ci hanno deliziato su VR2. Nel gioco saremo una sorta di overlord che deve aiutare una coraggiosa topolina nell’affrontare dungeon e avventure. Una descrizione accurata sarebbe che sembra di stare giocando ad un gioco di miniature standoci dentro. Il nostro punto di vista viene fissato in un punto diverso per ogni “schermata” di gioco e, in questo ambiente 3D, dovremo muovere la topolina Quill in quello che è a tutti gli effetti un platform 3D ad enigmi e combattimenti. La storia è interessante, i personaggi sono buffi e la qualità visiva è spettacolare.

L’interazione è però duplice. Da un lato controlliamo direttamente Quill con gli stick analogici e pulsanti ma dall’altro possiamo interagire come overlord. Ad esempio, per muovere piattaforme e oggetti o per riportare in vita Quill, saremo noi a doverci “immergere” più profondamente, spostando la testa in ogni direzione per cambiare prospettiva. I due Moss, che non sono esclusivi PS VR2, sono avventure davvero molto divertenti e coinvolgenti e uno dei punti di forza dell’offerta VR2 secondo noi.

Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge – Enhanced Edition

Uscito originariamente per Meta Quest, si tratta di un altro gioco portato su PS VR2. Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge ci metterà nei panni di un tecnico droide: ci risveglieremo su una nave da carico e dopo un bel tutorial atterreremo sul pianeta Batuu, dove faremo un incontro con un gigante con molti occhi di nome Seezelslak, proprietario della cantina locale del pianeta. La nostra avventura inizierà davvero! A nostra disposizione un inventario complesso: avremo infatti la possibilità di agganciare armi e oggetti a una cintura, il che funziona bene se giochiamo in piedi ma non se stiamo seduti. Ovviamente non mancano le armi, con diverse opzioni per armi da fuoco ma anche, con un po’ di pazienza, le immancabili spade laser.

Nulla batte un blaster… tranne una spada! Il gioco è un passo indietro, per alcune soluzioni di interazione, rispetto a Call of the Mountain ma ha dalla sua l’indubbio vantaggio di essere un gioco ambientato nel mondo di Star Wars. Si può giocare in piedi o seduti, con la prima scelta ad essere la netta vincitrice a comodità di gioco e con molte opzioni e impostazioni da regolare. Per quanto riguarda i movimenti, è possibile puntare e teletrasportarsi (soluzione che riduce al minimo il motion sickness) oppure utilizzare gli stick analogici per muoversi in modo fluido. Fondamentalmente un’esperienza soddisfacente ma che dimostra la sua natura di titolo “old gen”.

Kayak VR: Mirage

Che dire di Kayak VR se non che è un simulatore di kayak? Una sorta di tech demo che ci porterà a visitare suggestivi luoghi aquatici del pianeta. Lo scopo principale è di rilassarsi pagaiando, ammirando il panorama (davvero ben realizzato!) e ascoltando il rumore delle onde. È vero che il gioco include modalità gara e tour ma rovina quasi l’esperienza di gioco.

Le meccaniche di movimento sono sorprendentemente profonde e necessiteranno di un po’ di pratica: il gioco non solo reagisce al movimento di pagaiata ma anche a sé ci muoviamo in modo uniforme, se ci pieghiamo per imprimere una certa direzione o per far scendere la pagaia più in profondità sotto il pelo dell’acqua. Per il resto è un tranquillo giretto in mare, non c’è molto da fare ma è assolutamente bello da vedere. Per una pausa quasi zen, ci sta, peccato che i contenuti non siano tantissimi e con solo 4 location, ben presto avremo fatto il giro di quanto il titolo ha da offrire.

Jurassic World Aftermath Collection

Un altro port da Quest 2 datato 2021, la Jurassic World Aftermath Collection è ambientato tra gli eventi di Jurassic World e il sequel, Fallen Kingdom. Ma non prenderemo le redini di Chris Pratt, piuttosto di Sam, un nuovo protagonista. La storia si apre con noi a bordo di un aeroplano diretto ad Isla Nublar che viene attaccato da uno pteranodonte e fatto precipitare.

Dopo un risveglio brusco in compagnia di un T-Rex, saremo chiamati ad esplorare un’isola devastata dagli eventi del primo film. Le nostre priorità saranno insomma esplorazione, enigmi e sull’evitare i dinosauri. Gli enigmi ruotano per lo più attorno all’uso di strumenti trovati nell’ambiente mentre lo stealth del gioco, all’inizio abbastanza eccitante, diventa ben presto un’incombenza. Nonostante la voce originale inglese di Jeff Goldblum e l’ambientazione, quello che tira questo gioco verso il basso è la ripetitività delle azioni e la presentazione grafica, decisamente sottotono rispetto ad altri titoli VR2 usciti al lancio. Un gioco più per i fan hardcore del franchise che non un gioco imprescindibile per chiunque.

Thumper

Thumper è un rythm game, il che è sempre una buona cosa da avere su una piattaforma VR. Basti pensare al successo di Beat Saber, disponibile tra l’altro su VR1, per rendersene conto (anche Thumper lo è comunque). Al posto di spade laser però saremo lanciati su dei binari nello spazio, seguendo un ritmo frenetico col giusto tempismo. Solo all’apparenza facile da giocare, con azioni che vanno fatte al momento giusto, ben presto si rivelerà piuttosto ostico da padroneggiare se vogliamo puntare ai punteggi più alti.

Il gioco, tra l’altro, è anche giocabile senza realtà virtuale mentre la versione VR non fa molto di più che rendere il tutto un po’ più immersivo ma senza specificità particolari. Un’esperienza visualmente abbastanza interessante, condita da un gameplay più profondo di quanto ci aspettassimo. Peccato che, almeno dal nostro punto di vista, le tracce musicali non siano all’altezza di Beat Saber. Sono due giochi dall’anima molto diversa, ovvio. Ma il mix di grafica intrippante (ma ripetitiva) e di musica intrippante (ma non il massimo) lo rendono interessante per i fan del genere che cercano una bella sfida ma forse non per tutti gli altri.

Bottom line

PlayStation VR 2 è sicuramente tra i caschi VR migliori in circolazione. Il prezzo di vendita potrà sembrarvi molto elevato (599 CHF al momento della stesura della recensione, più di PS5!) ma la realtà delle cose è che offre features hardware che troviamo su devices PC che costano tranquillamente il doppio. Sony ha fatto le cose in grande, offrendo un piccolo gioiello tecnologico ad un prezzo interessante. La lineup di lancio non è tra le più eccitanti anche se qualche perla si trova. E con l’arrivo di modalità VR per Resident Evil 7 o Gran Turismo, l’appeal mainstream si fa sentire.

Horizon Call of the Mountain, il titolo faro al lancio, è visualmente molto impressionante ma non ha lo stesso effetto wow di un Half-Life Alyx, che per ora rimane nella nostra personalissima prima posizione per quanto riguarda le esperienze VR davvero riuscite. Il resto della lineup è praticamente composta da indie, che hanno il loro fascino sicuramente, ma non il peso che un device del genere necessita per sfondare. Per ora, l’hardware c’è ed è una bomba. Mancano i giochi anche se le cose dovrebbero migliorare, con oltre 100 titoli in sviluppo annunciati ufficialmente. Per ora lo consigliamo caldamente solo ai fan della realtà virtuale. Per tutti gli altri, un po’ d’attesa potrebbe portare a giochi estremamente interessanti. La base c’è, ora PlayStation deve solo costruire!

Ci piace

  • Hardware
  • Controller
  • Features avanzate
  • Enormi potenzialità future

Non ci piace

  • Confort sul lungo periodo
  • Audio integrato
  • Niente collegamento wireless

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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