Oculus Quest 2

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Oculus Quest 2

La realtà virtuale (VR) è un ambito del gaming sempre più in espansione che conta, tutt’oggi, milioni di utilizzatori, fra visori stand alone e collegati direttamente al PC (o console come nel caso di PSVR). Oculus è una delle società fautrici del VR dedicato al Gaming, la stessa è stata poi acquisita da Facebook nel 2014. La casa di Zuckerberg, nel corso degli anni, ha proposto diversi visori trasformando Oculus in una sorta “sub-brand”: la gamma Rift, relegata al PC gaming, e GO/Quest per quanto riguarda la fruizione dei contenuti VR senza la necessità di hardware esterno.

La gamma Quest nasce quindi come esperienza d’uso stand alone ma di un certo livello: da una parte il visore non necessità di alcun hardware esterno per elaborare il software, dall’altra il medesimo offre un sistema di tracciamento del movimento (Oculus Touch, tracciamento inside out e via dicendo) alla pari dei visori high end. L’esperienza d’uso è quindi in linea con i visori Rift/Rift S, ma con una qualità grafica chiaramente minore. La prima versione di Oculus Quest aveva comunque i suoi limiti. Dapprima l’hardware montato era già assai datato. Seppur il salto da Oculus GO era evidente, lo Snapdragon 835 e soli 4 GB di ram non avrebbero retto nel lungo periodo. I contenuti VR richiedono infatti una buona potenza di calcolo, essendo due immagini elaborate ad alto frame (almeno 75 Hz per occhio) onde evitare, ad esempio, l’effetto nausea.


Con l’introduzione di Oculus Link, Facebook dona un’altra anima a Quest che unisce la gamma Quest a quella di Rift. La modalità ha permesso di trasformare qualsiasi Quest in un visore da PC, consentendo la trasmissione video direttamente sul visore ed emulando l’interfaccia Rift sul visore stand alone. Ciò ha quindi trasformato Oculus Quest in una sorta di Nintendo Switch del mondo VR, rendendosi prettamente versatile in due differenti campi: da una parte la fruizione dei contenuti senza la necessità di hardware esterno, dall’altra l’elaborazione di giochi grazie all’ausilio del PC sfruttando l’USB Type C (ma comunque di qualità inferiore se confrontato a connessioni che sfruttano standard quali Displayport/HDMI 2.1/Thunderbolt).


Con Oculus Quest 2, l’obbiettivo di Facebook appare ormai piuttosto chiaro: offrire un hardware che unisce i visori stand-alone a quelli dedicati al PC gaming, pur essendo accessibili a un pubblico di massa (il prezzo di lancio è infatti stato ridotto in confronto alla prima generazione). Non per altro, Oculus Link è una funzionalità ora integrata nell’ecosistema Quest che, grazie al cavo ufficiale o a qualsiasi cavo USB 3.1 (almeno gen1), è possibile trasformare Oculus Quest 2 in un Oculus Rift. Rendere Oculus Quest 2 più accessibile al pubblico ha comportato, in parte, ad alcuni sacrifici sui materiali, rendendo il nuovo visore meno “nobile” in confronto al primo modello, ma procediamo con ordine.

  • Dimensioni: 191,5 mm x 102 mm x 142,5 mm
  • Peso: 503g
  • Tracking: 6DOF, Oculus Insight
  • Memoria: 64GB/256GB UFS 3.1, entrambe con 6 GB di ram
  • Display: Fast-switch LCD, 1832×1920 pixel per occhio (ppo) a 72 Hz (standard) ma con supporto a 90 Hz (in arrivo)
  • SoC: Qualcomm Snapdragon XR2 Platform
  • Audio: speaker e microfono integrati, oltre jack audio 3.5 mm
  • Durata della batteria: tra le 2-3 ore in base al tipo di contenuto utilizzato su Quest 2; più vicino alle 2 ore se si gioca e più vicino alle 3 ore se si guardano video
  • IPD: distanza interpupillare regolabile con tre impostazioni (58, 63 e 68mm)
  • Controller: Oculus Touch (9 x 12cm e 126g di peso) con sensori movimento, richieste 2 batterie AA (1 per controller)

Un visore top ad un prezzo budget

Oculus Quest 2 arriva nel mercato elvetico ad un prezzo di lancio pari a 399.- (64 GB) e 499.- (256 GB), ovvero quasi ben CHF 100.- in confronto alla generazione precedente. Per diminuire il prezzo di lancio Facebook ha optato per materiali meno nobili e sacrificato alcune feature di passata generazione.

Dapprima il rivestimento del visore è ora in plastica e non più in tessuto, sicuramente meno elegante. Sulla scocca sparisce l’IPD slider per la correzione della messa a fuoco al mm, sostituito dal sistema a tre livelli presente su Rift S (e parzialmente corretto via software), mentre è stato altresì rimosso un jack audio 3.5 mm (ora uno solo sul lato destro). Il laccio è stato anch’esso rivisto, ora non più rigido e regolabile con rivestimento in velcro, ma basato su fascia elastica simile ad Oculus GO. La soluzione quindi appare più spartana. I materiali meno “resistenti” potrebbero lasciar pensare che Oculus Quest 2 sia meno comodo da indossare, ma non è così. Grazie alla riduzione delle fattezze e del peso del visore (ora soli 503g, ben 100g in meno), ciò agevola comunque un maggiore comfort sia per brevi o prolungate sessioni di gioco. Indossaggio confortevole anche sotto l’aspetto della gestione del calore, gestita egregiamente dal visore anche grazie alla ventole di dissipazione attiva. Per una maggiore comodità Facebook, ha predisposto Oculus Quest 2 in maniera che fosse possibile sostituire facilmente il laccio di serie. Pertanto, è stato già resto disponibile un accessorio (Elite strap con battery pack integrato) per migliorare ulteriormente l’indossaggio del visore e aumentandone sensibilmente l’autonomia (fino a 5 ore di gioco consecutive); a patto di sborsare CHF 139.- (o CHF 49.- senza battery pack integrato).


Il sistema relativo alla distanza interpupillare (IPD) è stato anch’esso rivisto, ora con aggiustamento più software che hardware. L’IPD, ovvero la messa a fuoco dell’immagine, è un fattore soggettivo che varia da persona a persona, in Oculus Quest 1 lo stesso viene aggiustato e regolato mediante uno slider al mm, in quanto ogni lente beneficiava di uno schermo Oled (indipendente l’uno dall’altro). Con Oculus Quest 2, Facebook adotta una soluzione simile a Rift S, ovvero un pannello unico che adatta l’IDP su 3 distanze predefinite e settabili manualmente, lasciando al software il compito di adattare e mettere a fuoco l’immagine. Seppur la soluzione potrebbe sembrare meno precisa della correzione millimetrica mediante slider, la qualità visiva è comunque nettamente migliorata e in rari casi l’immagine risulta sfocata. Segnatamente, la sfocatura avviene piuttosto durante i primi secondo in cui si indossa il visore, dopodiché lo stesso corregge automaticamente l’immagine rendendola nitida.

Maggiore risoluzione, niente effetto screen door e un processore top gamma

Ed è proprio sulla qualità d’immagine che Oculus Quest 2 porta un netto miglioramento in confronto alla passata generazione. Il nuovo pannello LCD non solo più risoluto, ovvero 1.832 x 1.920 (3,5 MP) ppo – un netto miglioramento se confrontato ai 1.440 x 1.600 (2,3 MP) ppo di Oculus Quest 1 o ai 1.280 x 1.440 (1,84 MP) ppo di Oculus Rift S – ma è anche qualitativamente superiore. In ambito VR, l’effetto screen door (o più comunemente chiamato effetto zanzariera, ovvero il fatto di intravedere la disposizione dei Pixel su schermo) è stato notevolmente ridotto se non addirittura impercettibile.

La lettura dei caratteri, la qualità visiva dell’immagine e l’immersione nel contesto è migliorata notevolmente, riducendo, grazie ai migliori tempi di risposta dello schermo, il motion sickness. Ciò grazie al fatto che lo schermo LCD offre, oltre a una risoluzione maggiore, più subpixel di uno Oled che, ricordiamo, seppur quest’ultimo riproduce neri e colori brillanti non offre la stessa qualità risolutiva (a causa della matrice PenTile). La tecnologia Oled, alle odierne risoluzioni adottate nei visori, non è infatti ancora matura per il mondo VR, a causa dell’effetto screen door e che, di riflesso, cagiona più facilmente motion sickness. Ragion per cui, in estrema sintesi, l’esperienza visiva di Oculus Quest 2 è parecchio migliorata (con raddoppio della risoluzione e senza effetto screen door, seppur a discapito di neri profondi e un elevato contrasto), così come l’immersione e l’isolamento con il mondo esterno. Sia chiaro, vi è sempre quel piccolo spiraglio in prossimità del naso che permette al giocatore di sbirciare fuori. L’isolamento, seppur non perfetto come su Oculus Rift S, è, in ogni caso, sensibilmente migliorato se confrontato ad Oculus Quest 1. Per quanto riguarda la frequenza di aggiornamento, attualmente la stessa è impostata a 72 Hz come sul predecessore, ma in futuro sarà disponibile a 90 Hz. Quest’ultima è già comunque disponibile nelle impostazioni sperimentali del sistema.Oltre al miglioramento del pannello, Oculus Quest 2 offre un salto prestazionale importante: dal più standard Snapdragon 835 al più recente Snapdragon XR2 (basata su Snapdragon 865, presente sugli smartphone top gamma 2020), con ottimizzazioni dedicate alla VR, come il pieno supporto alla riproduzione video 360 gradi o il supporto fino all’8K. per sfruttare il nuovo hardware alcuni giochi sono già stati aggiornati alla nuova piattaforma, come Apex Construct e Arizona Sunshine, mentre sono in arrivo giochi come The Climb 2 pronti a sfruttare appieno le potenzialità del nuovo processore.

Oculus touch rivisti e ottimo sistema di tracciamento

I nuovi Oculus Touch riprendono le fattezze di Oculus Quest 1, ora leggermente più grandi e con maggiore superficie per la mano.

La posizione dei dorsali e dei tasti è rimasta invariata, ma essendoci ora più spazio l’impugnatura risulta più confortevole. Il distanziamento fra i tasti, piccola nota dolente del precedente modello, è stata ora risolta. Inoltre, è ora presente una superficie touch ulteriore, posizionata di fianco al tasto X/A, che per ora non sembra essere stata implementata in alcuna maniera dal software (né nell’UI di sistema né nei giochi sviluppati appositamente per Quest 2). Per quanto riguarda precisione e funzionamento, l’esperienza di Oculus Quest 1 è perfettamente replicata sul modello in esame.Migliorate invece le prestazioni dell’handtracking, ovvero l’utilizzo delle mani al posto di Oculus Touch nella UI di sistema. Con Oculus Quest 2, l’opzione di tracciamento delle mani è stato esteso anche ad alcuni giochi già presenti nello store Oculus (The Curious Tale of the Stolen Pets, Waltz of the Wizard: Extended Edition, Gloomy Eyes, Elixir, The Line) oltre a software terze parti non presenti sullo store ma caricabili mediante procedure non ufficiali.

Oculus link trasforma Quest in un Rift S

Oculus Link è una delle funzionalità pubblicizzate con l’arrivo di questo secondo modello. Trattasi di una modalità ancora in Beta, la stessa consiste di sfruttare l’hardware PC per riprodurre si Oculus Quest i giochi disponibili su tale piattaforme (Oculus Store, Steam, GOG, Origin e via dicendo). Si tratta quindi di fruire di contenuti pensati per visori high end, quali Index Valve, HTC Vive Pro o lo stesso Rift S, all’occorrenza anche su Oculus Quest 2. Ciò rende quest’ultimo la Nintendo Switch della VR, laddove il giocatore potrà scegliere quale esperienza fruire (se collegata al PC o stand-alone). La modalità si attiva semplicemente collegando un cavo almeno USB 3.1 al PC direttamente ad Oculus Quest 2, poiché la banda passante minima richiesta è comunque 5 gbps. Facebook propone, in tal senso, un cavo a CHF 99.- realizzato in fibra ottica e permette di massimizzare la banda a disposizione e ridurre al minimo la latenza fra PC e visore.

Abbiamo testato Oculus Link con un Cavo USB type C 3.2 gen 2 (10 Gbps teorici) con l’ausilio di un Asus Rog Scar III 2019 (RTX 2070 Laptop) e il risultato è stato soddisfacente. Chiaramente, la qualità visiva è inferiore a quella di Rift S, ma l’esperienza complessiva, la latenza e l’imput lag dei comandi sono perfettamente comparabili (e parecchio simili). In particolare, giochi come Asgard Wrath o Stormland sono comunque godibili anche su Oculus Quest 2 e perfettamente paragonabili con il rendering di Rift S. Inoltre, per chi invece desidera sfruttare il Wi Fi 6 del visore, è possibile in vie non ufficiali eseguire lo stream dei giochi VR da PC direttamente su Oculus Quest 2, ad una buona qualità video e di latenza.

Una libreria in continua espansione

Inizialmente la piattaforma Oculus Quest non offriva giochi stand alone di particolare qualità. Escluso Beat Saber e Vader Immortal e Moss, la line up non era particolarmente allettante e mancavano titoli di un certo spessore. Se l’acquisto di Oculus Quest 1 era consigliato con certo riserbo (anche dovuto all’hardware non particolarmente recente), con Oculus Quest 2 le carte in tavola sono diverse.

La piattaforma, oltre ad avere pieno accesso alla libreria PC grazie ad Oculus Link e allo stream terze parti, offre ora tanti titoli di un certo spessore tra cui The Walking Dead: Saints and Sinners (sviluppato appositamente per Quest 2), Super Hot, Until You Fall, Alone Echo, Solaris Offworld, Rez Infinite, The Climb (in arrivo The Climb 2), Falcon Age, Onward e Tetris Effects sono solo alcuni dei titoli di qualità presenti nello store Oculus che arricchiscono la libreria di Quest. Si tratta quindi di un visore versatile, simile a una filosofia alla Nintendo Switch, capace di adattarsi in ogni tipo di contesto. Ragion per cui Oculus Quest 2 può essere consigliato a chiunque: chi preferisce giocare senza ausilio di hardware esterno, o per chi desidera comunque giocare ai titoli VR PC ma all’occorrenza desidera sfruttare la mobilità e libertà di movimento che Oculus Quest 2 offre.


Il tutto a un prezzo comunque assai accessibile, ovvero CHF 399.- (64 GB) o CHF 499.- (256 GB). Poiché i giochi, al momento, non sono particolarmente pesanti (almeno 300 MB sino a un massimo di 1.5/2 GB), il taglio di memoria base potrebbe essere sufficiente per installare un buon quantitativo di giochi. Occorre tuttavia tenere in considerazione che, in futuro, i titoli sviluppati appositamente per Oculus Quest 2 saranno inevitabilmente più pesanti (The Wlaking Dead: Saints and Sinner richiede almeno 8 GB di spazio libero).

Concludendo, Oculus Quest 2 potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per chi desidera introdursi nelle mondo della VR. Considerato il prezzo, le caratteristiche del prodotto e la qualità visiva offerta, i tempi sono ormai maturi per una fruizione di massa di questa tecnologia.

Ci piace

  • Display nettamente migliorato ed effetto screen door impercettibile
  • Tanta potenza e un salto generazionale evidente
  • Più piccolo, leggero e confortevole per lunghe sessioni di gioco
  • Line-up in continua espansione
  • Pieno accesso alla libreria VR su PC senza particolari compromessi
  • Oculus Touch ergonomici e più comodi da impugnare

Non ci piace

  • Materiali meno pregiati per scocca e laccio
  • IPD regolabile solo su tre livelli e non al millimetro
  • Autonomia di circa 2.5 ore, in linea con Oculus Quest 1
  • Account Facebook obbligatorio

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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