Octopath Traveler

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Octopath Traveler

Tra resolution war / framerate war che debuttano continuamente nei forum di tutto il mondo, aventi per oggetto quale titolo esclusivo, o qualsivoglia versione di un titolo multipiattaforma, possiede la migliore risoluzione e frame rate, non avrei mai immaginato che un’esclusiva sviluppata interamente a 16bit potesse catturare così tanta attenzione da parte della community dei videogiocatori. Octopath Traveler, esclusiva sviluppata da Square Enix in arrivo su Nintendo Switch domani, 13 luglio 2018, durante il corso del 2017 e del 2018 ha raccolto parecchio interesse dei possessori di Nintendo Switch, e non solo. Octopath Traveler è un JRPG caratterizzato da uno stile unico, denominato dagli sviluppatori HD-2D: uno stile grafico 16bit, alla stregua del Super Famicom, con la combinazione e l’aggiunta di effetti e texture in alta risoluzione. Il risultato finale è un gioco retro-game che si piazza a metà fra l’old-school e l’ivi presente epoca moderna, con tutti i vantaggi di quest’ultima per quanto concerne memorie, potenza di calcolo, qualità d’immagine su schermo ed engine. Ricordiamo che Octopath Traveler si basa sul più recente Unreal Engine 4 e, anche se non sembra, sfrutta l’hardware moderno di Nintendo Switch.

Octopath Traveler non deve la sua peculiarità esclusivamente allo stile grafico particolare. Il nuovo JRPG targato Square Enix offre una combinazione di elementi, fra controlli, gameplay, grafica e sonoro che mai ci saremo aspettati in una produzione che strizza l’occhio agli anni ’90. I am Setsuna e Lost Sphear, sempre di Square Enix sviluppati presso Tokyo RPG Factory, sono JRPG anch’essi tradizionale che, seppur di buona fattura, non hanno la profondità e lo sviluppo del titolo oggetto della presente recensione. Quest’ultimo, nato come Poject Octopath, è un progetto molto più complesso di quello sembra. Molti potrebbero pensare che, dato lo stile 16bit meno complesso di un titolo poligonale, Octopath Traveler non sia di conseguenza un titolo soddisfacente. Ma è solo una mera impressione.

La trama di Octopath Traveler è uno dei punti chiave di questo titolo. Il giocatore sceglie da dove iniziare la propria avventura: nelle lande innevate del nord, nei panni della giovane chierica Ophilia, oppure nei territori del sud, vestendo il ruolo del veterano cavaliere Olberic. O magari nel deserto, nei panni della danzatrice Primrose, o nelle profondità della foresta, nei panni della cacciatrice H’aanit e del suo fido leopardo. Ciascun personaggio comincerà a raccontare la propria storia, in un prologo avente una durata di circa un’ora. Ad ogni modo, indipendentemente dal personaggio scelto ad inizio avventura, è possibile ascoltare tutti prologhi e, successivamente, prendere controllo degli otto personaggi sparsi nel mondo di gioco. Alla conclusione di un prologo, ciascun personaggio sblocca il capitolo successivo a lui dedicato, sito in un altro punto della mappa. Scegliere se acquisire tutti o solo in parte gli otto viandanti è una decisione su discrezione del giocatore. Parimenti, il giocatore può altre sì decidere se ascoltare la vicenda di ciascun viandante fin dal principio o procedere direttamente dal punto in cui gli stessi compaiono sulla mappa. Prendere possesso di tutti i personaggi ascoltando le loro storie occuperà il giocatore per un totale di 10-15 ore. Ad ogni modo, le vicende di ciascun personaggio si sviluppano indipendentemente l’una dall’altra, ognuna caratterizzata da colpi di scena e da una sceneggiatura ben scritta. Per contro, un punto a sfavore della predetta scelta delle otto vicende è la questione dell’intreccio fra loro, totalmente assente. O meglio, i personaggi possono interagire fra loro unicamente soddisfacendo determinati criteri e condizioni, alla stregua delle conversazioni della saga Tales Of tra i differenti protagonisti. Sia chiaro, il presente punto a sfavore e prettamente un criterio soggettivo, poiché tale scelta stilistica concede una libertà totale nella scelta delle otto trame, come affrontarle e in che maniera seguire la cronologia degli eventi. Ad ogni modo, un sicuramente valore aggiuntivo, invece, è l’opzione delle voci doppiate in originale giapponese in grado di sostituire il doppiaggio inglese, quest’ultime configurate di default, una facoltà sicuramente apprezzata per gli amanti del genere suddetto. Seppur il mancato intreccio delle trame, le vicende trattate singolarmente sono profonde: ognuna affronta uno specifico tema del passato dei personaggi, emozioni e problematiche anche tipiche del mondo moderno. Più toccante è il passato di Primrose, che racconta la triste realtà dello sfruttamento del gentil sesso – ancora oggi presente alle nostre latitudini. O la storia della giovane Ophilia la quale, orfana e vittime di violenze durante la sua infanzia, racconta il suo concetto di famiglia agli occhi di un’adottata.

Le vicende raccontate in Octopath Traveler non riguardano esclusivamente i personaggi principali. Sono presenti, infatti, parecchie missioni secondarie distribuite fra gli abitanti dei numerosi villaggi del mondo di gioco. Tali richieste sono da soddisfare mediante i poteri dei protagonisti (azioni viaggio), i quali possiedono abilità da attivare nella mappa di gioco. Ad esempio, nei confronti dei cittadini Oberic e H’aanit sono in grado di avviare battaglie, Tressa e Therion di prelevare oggetti, Ophilia e Primrose di condurli al fine di evocarli in battaglia o guidarli in luoghi specifici, Cyrus e Alfyn di indagare nel loro passato. Il sistema si rivela più profondo di quanto sembra, poiché alcune abilità potranno essere eseguite con una determinata probabilità di successo. Nell’ipotesi che si dovesse fallire un tot numero di volte, la propria reputazione presso la regione diminuirebbe.

In secondo luogo, ma non meno importante della narrativa, è il gameplay old school e altamente tradizionale di Octopath Travaler. Quest’ultimo non si discosta da produzioni tipiche dell’era degli anni ’90: con mappe da esplorare, tanti villaggi e combattimenti a turni. Ben otto le classi disponibili, parimenti sono le tipologie di armi quali spada, ascia, arco, bacchetta, ecc… e le magie elementali di fuoco, ghiaccio, fulmine, vento, luce, oscurità, status e guarigione, oltre alle abilità specifiche di qualsiasi classe rendono il tutto completo e degno di qualsivoglia Final Fantasy o Dragon Quest dei tempi che furono. In ogni caso si nota l’influenza di Bravely Default/Second nel sistema di battaglia, nel quale il giocatore può potenziare i suoi attacchi un determinato numero di volte alla stregua del sistema Brave dei titoli citati poc’anzi. Inoltre, dopo aver messo a segno un numero di attacchi superefficaci contro i nemici (indicati da un piccolo scudo posto a sinistra della barra dei Punti vita), gli stessi cadranno in uno stato di confusione – denominato stato di dominio – in cui subiranno maggiori danni. Strategicamente parlando, il sistema potenza subentra logicamente in questa situazione, laddove il giocatore è in grado di mettere a segno ingenti danni contro nemici non proprio semplici da sconfiggere. Citando la semplicità, il livello di difficoltà non è fra più accessibili. Le varie sconfitte subite dal sottoscritto mi ricordano vagamente quelle di Final Fantasy V e Final Fantasy VI, quest’ultimi caratterizzati da un livello di difficoltà particolarmente elevato. Gli scontri casuali sono quindi presenti e sono necessari per procedere con la storia. Il livellamento del proprio party è fondamentale, oltre ad organizzare strategicamente i personaggi, scegliere le giuste classi secondarie e sviluppare le abilità delle classi suddette mediante il sistema PA (Punti abilità). Forse quasi troppo focalizzato sotto questo aspetto, cadendo in quel difetto tipico delle produzioni passate: grinding ripetitivo, lungo e necessario per avanzare con i capitoli. Quest’ultimi, infatti, richiedono un livello piuttosto alto per essere affrontati, motivo per il quale è necessario livellare il proprio party soffermandosi anche su numerosi scontri casuali.

Abbiamo già dedicato qualche riga sullo stile grafico di Octopath Traveler. Per questo motivo, poiché a parte citare HD-2D della premessa, non c’è molto da aggiungere. Octopath Traveler si fa ammirare così com’è, con un suo stile unico, inconfondibile, anche nostalgico, capace di rompere quella barriera fra 16bit e grafica moderna. A modo suo, Octopath Traveler è complesso, la scelta di un mondo simil Final Fantasy VI leggermente inclinato non è stato un caso. Le mappe nascondono segreti, producono determinati effetti in alcune angolazioni che, a volte, è un’esplosione di colori molto apprezzata. Un effetto bellissimo che ho apprezzato particolarmente è la sfocatura applicata all’orizzonte del mare, unito ai raggi del sole, o la neve che si fonde ai lievi raggi del sole nelle lande del nord. L’ambientazione è un connubio di effetti e di colonna sonora che trasporta il giocatore in un viaggio particolare, in cui ci si dimentica di guardare dei pixel, in cui le location prendono forma nelle nostre menti senza l’ausilio di una grafica realistica. Una sensazione che raramente mi capita di vivere durante una sessione di gioco, l’ultima volta infatti è capitato molti anni fa, con l’indie To The Moon, anch’esso caratterizzato da uno stile 16bit. Ed è proprio la colonna sonora ad avermi soddisfatto pienamente. Lo stile orchestrale e unico di Yasunori Nishiki è capace di trasmettere le giuste emozioni in specifiche location.

Potrei continuare per ore, Octopath Travaler è un’esperienza che va vissuta su Nintendo Switch, un’esclusiva capace di trasmettere emozioni e soddisfazione. Alcuni l’hanno denominato quale successore spirituale di Final Fantasy VI, io preferisco chiamarlo il Final Fantasy VI dell’epoca moderna. Vero, il mancato intreccio delle vicende fra personaggi potrebbe far storcere il naso a molti, ma in una mappa openworld in cui il giocatore ha piena libertà, si ha accesso a otto grandi storie una più peculiare dell’altra. Octopath Traveler, sia chiaro, non è esente da difetti, e come genere JRPG old-school si trascina, purtroppo, alcuni magagne dal passato: la lentezza e la ripetitività le quali, per chi è nato e cresciuto con i JRPG moderni, non è per nulla abituato.

Ci piace

  • Fiabesco, magico e unico nel suo genere
  • Le otto trame sono profonde, oltre a tante sidequest
  • colonna sonora sublime
  • un titolo moderno e tradizionale nelle meccaniche...

Non ci piace

  • ...per i meno esperti rischia di ripetitività e monotonia
  • per alcuni il mancato intreccio fra le otto trame potrebbe far storcere il naso
  • dove sono le summon spettacolari?
5.25

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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