Nintendo Switch

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Nintendo Switch

Recensire una nuova console è sempre un momento magico. Una promessa di un futuro diverso, migliore, più potente. Recensire una console come PS4 o Xbox One è semplicissimo: basta parlare di gamepad, potenza e sistema operativo. Quando però, sotto la lente, ci sta Nintendo, le cose si complicano. Nintendo Switch di sicuro non fa differenza.

Trasformista

Nintendo Switch è una console ibrida. Portatile e casalinga allo stesso tempo. Tutto, di Switch, ci parla della voglia della grande N di rompere gli schemi e di fare le cose secondo un suo grande piano. La volontà di fare le cose diversamente in fondo fa parte del DNA di Nintendo: dal curioso gamepad di Nintendo 64 alla rivoluzione del motion gaming di Wii al curioso, e commercialmente più sfortunato, Wii U col suo gamepad che funge da doppio schermo. Switch, in un certo senso, porta all’estremo l’idea di Wii U: un gamepad con schermo incorporato in cui possiamo giocare senza tv. Questa volta però non abbiamo nessuna console attaccata al muro: tutto quanto è all’interno del gamepad.

Le modalità di utilizzo di Switch sono sostanzialmente tre: portatile, tabletop e TV. Nella prima ci troviamo di fronte ad una console più grande di PS Vita, dal peso non eccessivo (anzi, dalla prima presa in mano abbiamo una sensazione di ottima qualità costruttiva) e dall’ergonomia azzeccata. In modalità tabletop invece appoggiamo il corpo principale della console ad un tavolo, sorretta da un apposito kick-stand integrato nel corpo di Switch. In modalità TV, per finire, inseriamo la console in una base di plastica che ospita le varie connessioni cablate e giochiamo da divano, come siamo soliti fare con qualsiasi altra console casalinga.

Joy-con

Switch è dotata di uno schermo da 6,2 pollici touch con risoluzione 720p, un lettore di carte da gioco, un lettore di microSD, un’uscita cuffie e una porta USB type c. Qua finiscono le cose normali. Sì perché sui due lati della console troviamo i joy-con, due sezioni scollegabili dal corpo principale della console. I Joy-con possono essere usati come controller in modalità portatile, possono essere staccati e usati come controller per il motion gaming da una o due persone (usando un joy-con a testa). Possono essere anche collegati in un supporto che prende la forma di un gamepad tradizionale. All’interno di joy-con ci sono anche dei motori a vibrazione che Nintendo chiama “Rumble-HD” in grado di fornire feedbacks tattili molto accurati. Per finire, il joy-con destro è anche dotato di una camera infrarosso, in grado di riconoscere forme e movimenti (anche se non abbiamo potuto provare questa feature finora).

Più che la scocca principale, sono dunque questi due device a catturare l’attenzione. E Nintendo ha fatto in modo di mettere l’accendo proprio su di loro. Inutile avere una console versatile con un sistema di controllo scomodo e impreciso (vero, PS Vita?). Entrambi sono dunque dotati di stick analogici di pregevole fattura e precisione. Il controller sinistro ha anche delle frecce analogiche, un tasto screenshot e un tasto meno. Quello di destra ha i classici tasti A, B, X e Y, il tasto home e il tasto più. Entrambi sono poi dotati di due bumper (L e R) e due trigger, ahinoi digitali, ZL e ZR. Entrambi i controller sono alimentati a batteria e hanno una durata di circa 20 ore. Si ricaricano in 3 quando stanno collegati a Switch, con l’alimentazione esterna inserita. Una durata più che sufficiente per godere della console fuori casa o per prolungate sessioni dal divano.

Ma com’è usare i joy-con tutti i giorni? Nonostante la loro dimensione ridotta, sono comodi in ogni situazione. Comodissimi in modalità portatile, incredibilmente pratici se inseriti nel supporto (incluso con la versione di base di Switch) e pratici anche se usati singolarmente. Proprio in quest’ultimo scenario, la genialità di Nintendo salta fuori ancora una volta. Nella confezione troviamo infatti due profili in plastica che vanno inseriti nella scanalatura che solitamente permette ai joy-con di collegarsi a Switch. I due profili sono dotati di due bottoni extra e di uno strap per assicurarli al polso. Al netto del fastidio di doverseli portare dietro a parte, questi profili rendono i singoli joy-con perfettamente utilizzabili come gamepad singoli. L’esempio più ovvio è Mario Kart 8 Deluxe, giocato in versione tabletop, con la console appoggiata al suo stand al tavolo e con due giocatori in split screen sullo schermo di Switch. I giocatori abituali preferiranno di certo usare altri metodi di controllo, ma per una partita al volo (in treno o in aereo per esempio) sono perfetti. Bene inteso, il punto di forza dei joy-con è anche il punto debole: la dimensione. Abbiamo detto che sono comodi ed è vero, ma non per ore ed ore. Specialmente per le persone con mani grandi, usarli singolarmente può diventare un fastidio a lungo andare. Ad ogni modo siamo molto impressionati dalla quantità di tecnologia inserita da Nintendo in questi due affarini. L’HD Rumble, feature usata principalmente in 1,2, Switch, è sicuramente degno di nota. Solitamente la vibrazione nei controller è piuttosto imprecisa, o vibrano o non vibrano. Microsoft ha cercato di differenziare la provenienza degli effetti con due motorini inseriti nei trigger analogici del gamepad di Xbox One. Ma di sicuro non si avvicina alla precisione di Switch. Uno dei minigiochi di 1,2, Switch ci sfida a capire quante biglie virtuali si trovano dentro al joy-con. Tutto quello che dobbiamo fare e muovere il piccolo device avanti e indietro e tentare di “sentire” quante biglie ci sono. Fino a 5, è perfettamente distinguibile. Oltre, onestamente abbiamo fatto un po’ fatica…. Un ultimo appunto riguardo al cosidetto #joycongate: alcuni recensori hanno notato che il joy-con sinistro tende a disconnettersi dalla console dopo qualche ora di gioco. Comprensibilmente, questo difetto ha inquietato parecchio la rete. Nel nostro caso (ma anche nel caso di altri possessori di Switch in Svizzera) non abbiamo comunque avuto problemi di questo genere. Sospettiamo che il difetto sia limitato ad un certo lotto di joy-con ma non possiamo affermarlo con certezza.

Attaccata alla TV

Switch viene posizionata da Nintendo come console da salotto che possiamo portare in giro e non come console portatile che possiamo anche usare a casa. È una distinzione importante, specialmente a livello di marketing. Per attaccare Switch alla TV basta inserirla nell’apposita docking station fornita con la console. Sostanzialmente un pezzo di plastica a cui colleghiamo il cavo HDMI, il cavo d’alimentazione (fornito, tranquilli!) e un cavo USB opzionale. Quest’ultimo serve a ricaricare eventuali gamepad supplementari, come il Gamepad Pro di cui parleremo più in basso. Il passaggio da modalità portatile a TV e viceversa è semplicissimo e immediato. Basta togliere la console dalla dock e subito possiamo continuare la partita sul nuovo schermo. Niente messaggi popup, niente richieste, niente riavvii. Funziona e basta. Su TV la console mostra immagini a 1080p invece dei 720p dello schermo integrato. Grazie al fatto che quando è nella dock è anche collegata alla corrente (di solito almeno), Switch passa ad una modalità ad alte performances che aumentano la sua potenza grafica in modo da offrire una qualità visiva maggiore. Detto questo, in Zelda: Breath of the Wild non abbiamo notato un sostanziale miglioramento delle performances di gioco, anzi, in modalità portatile ci pare più bello da vedere. Staremo a vedere come evolverà la situazione da questo punto di vista coi prossimi giochi in uscita sulla console. Quando giochiamo con la console in modalità TV nulla lascia immaginare che Switch sia anche portatile. Il menu è perfettamente adatto ad essere usato senza touch screen, la definizione degli elementi a schermo è pulita. L’unica cosa che cambia è l’indicazione della modalità controller, a seconda se stiamo usando i joy-con nel supporto o un altro tipo di controller. Anche in questo caso, il cambio di input è immediato e senza complicazioni inutili.

Il sistema operativo

La nostra console ci è stata spedita con la versione 1.0 del sistema operativo di Switch. In questa versione mancano tutte le funzionalità online, la possibilità di condividere le foto catturate in game sui social network e la possibilità di collegarsi all’account Nintendo. Tutte queste features arriveranno come download il giorno d’uscita della console, il 3 marzo. Aggiorneremo questa recensione di conseguenza.

Il menu principale di Switch è semplicissimo: un’ampia zona a riquadri mostra i giochi installati (il primo mostra il gioco inserito nel lettore di carte). Appena sotto abbiamo le icone delle sezioni Notizie, Nintendo Shop, Album, Controller, Impostazioni e Modalità riposo. Tralasciamo, per ora, le sezioni Notizie e Shop perché non disponibili. Nell’Album possiamo vedere tutte le catture fatte durante i giochi, copiarle su una scheda microSD (inserita dietro il kick-stand) oppure condividerle sui social media. È possibile filtrare gli screenshot per posizione (memoria interna o esterna) e in base al gioco. La sezione Controller permette di selezionare la modalità d’uso dei controller, nel caso il passaggio non sia stato automatico.

Le impostazioni permettono di regolare la risoluzione della TV, controllare quanto spazio disponibile abbiamo nella memoria interna (sui 32GB totali, poco meno di 26GB sono utilizzabili dall’utente), gestire gli utenti e altro ancora. Switch in effetti, come Wii U del resto, offre la possibilità diversi utenti di avere un profilo personale. È possibile scegliere un Mii, collegare il proprio account Nintendo e gestire la lista amici. L’online di Switch non sarà però equiparabile a quello di Xbox One o PlayStation 4. Al lancio sarà distribuita su Apple Store e Google Play un’apposita app per gestire le comunicazioni testuali e vocali, che non vengono gestite dalla console quindi. Abbiamo ancora poche informazioni sulle modalità di funzionamento di queste app al momento. La Modalità Riposo serve a “spegnere” la console. In realtà si tratta di una modalità standby e non di un vero spegnimento. Mettere Switch a riposo permette di riprendere quasi istantaneamente una partita qualsiasi. È tuttavia possibile spegnere definitivamente Switch tenendo premuto il tasto power per qualche secondo. La procedura d’avvio è rapidissima: meno di 10 secondi per arrivare al menu principale da console totalmente spenta.

Una questione di lineup

La lineup di lancio di Switch è povera. L’unico gioco tripla A disponibile al lancio è Zelda: Breath of the Wild mentre ci sono alcuni altri titoli sia first party che third party a condire l’esperienza (1,2, Switch, Just Dance 2017, Skylanders: Imaginators, Snipperclips, Super Bomberman R e una manciata d’altri). Mario Kart 8 Deluxe, una riedizione del gioco uscito su Wii U, arriverà in aprile. Splatoon 2 questa estate (noi supponiamo in agosto). E Super Mario? Non prima di autunno inoltrato! Insomma, ora come ora ci sono poche reali ragioni di fare gli early adopter e prendere subito Switch (ok, ZELDA a parte, che comunque esce anche su Wii U). Oltretutto la Virtual Console non sarà presente al lancio e non sono chiari i piani di Nintendo per il suo servizio di retrogame (per esempio, i giochi già acquistati su Wii U bisognerà comprarli di nuovo?

Pensatela come volete ma secondo noi la lineup di lancio di Switch non è entusiasmante, sebbene ciò non significhi che non sia composta da giochi di qualità! Ci sono pochi titoli semplicemente e per di più non hanno quella capacità di attirare folle oceaniche tra i gamer (hardcore fan di Nintendo esclusi, ovvio!). Le cose miglioreranno durante il 2017 e probabilmente per Natale vedremo qualche succoso bundle e un parco titoli ben più nutrito, composto sia da giochi AAA che da indie, che stanno per arrivare in quantità su Switch. C’è anche la questione dell’online, che sarà a pagamento a partire dall’autunno, relegato ad una companion app che per ora non abbiamo ancora visto. Per di più, per giochi tipo Splatoon 2 bisognerà essere connessi ad una wifi oppure giocare in rete locale (con fino a 7 altri amici, tutti muniti di Switch). Per ora questa console dunque ha molto da dimostrare in ambiti importanti quali il parco titoli e l’online.

Il bello di giocare assieme

Uno dei punti di forza di questa console è il trionfale ritorno del gioco multi locale. Centrale diremmo della filosofia di Switch è proprio lo split screen. È possibile giocare a due sullo schermo da 6,2 pollici a Mario Kart 8 Deluxe, giocare fino a 8 in rete locale con altri possessori di Switch. In qualsiasi momento siamo pronti a divertirci in compagnia dal momento che, grazie ai due joy-con, abbiamo sempre un controller extra da prestare ad un amico. Ed è semplicemente una delizia poter giocare in qualsiasi momento e situazione con qualcun altro presente fisicamente accanto a noi. Noi ci auguriamo che molti sviluppatori colgano l’occasione per proporre modalità di gioco multi locali come faranno Splatoon 2, Arms e Mario Kart 8 Deluxe.

Pro Controller

Assieme a Switch Nintendo ci ha mandato anche il Pro Controller. Si tratta di un gamepad classico, che ricorda quasi più quello di Xbox 360 che quello di Wii U. Il Pro Controller si collega via wifi, come i joy-con, ed è dotato di una batteria ricaricabile. Basta collegarlo alla base di Switch con il cavo USB fornito nella confezione per avere parecchia autonomia. All’interno della sua scocca semi-trasparente c’è anche un giroscopio in modo da far funzionare il pad come già visto in passato nel gamepad di Wii U (Switch comunque contiene lo stesso giroscopio!).

Potremo quindi avvalerci di un sistema di puntamento diverso per giochi come Splatoon 2, che si avvarrà sia dei controller a stick analogico che del giroscopio. Per il resto il pad è comodo e leggero e potremmo anche smettere di parlarne se non fosse per un grave difetto. Non sono stati inclusi dei trigger analogici. Fatto estremamente criticato già ai tempi del Pro Controller di Wii U, anche questa volta, inspiegabilmente, Nintendo ha optato per dei trigger digitali. Comprendiamo la preoccupazione di offrire un sistema di controllo extra per i giochi, ma nel caso di titoli di guida poter contare su accelerazioni e frenate ad intensità variabile è un sicuro bonus. Un’occasione persa.

Che faccio, la prendo?

A meno che non siate dei fan hardcore di Nintendo, noi vi consigliamo di aspettare qualche mese. Al momento Switch ha ancora alcuni lati poco chiari e un parco titoli un po’ striminzito. Dal momento che Zelda esce anche su Wii U lo stesso giorno della versione Switch, c’è meno fretta di fare subito il passaggio alla novità. Vi consigliamo di aspettare non perché Switch ci sembri una console mal fatta o senza potenzialità perché sarebbe sbagliato. Siamo rimasti molto impressionati dall’hardware e dalle sue performances: Switch è una vera piattaforma casalinga che possiamo portarci in tasca, sebbene non arrivi ad offrire lo stesso tipo di grafica di Xbox One o PlayStation 4. Con l’arrivo di PS4 Pro lo scorso anno e Scorpio a fine 2017, Switch non ha deciso di competere sui muscoli. Nintendo, saggiamente, ha preferito distinguersi su altre cose. Tra sei mesi, con Splatoon 2 e Mario Kart già sul mercato e Mario Odissey in arrivo, l’acquisto si imporrà per tutti i gamer degni di questo nome.

Qua sotto, il nostro unbox e tour completo della console!

 

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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