Narcosis

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Narcosis

Qualcosa è andato terribilmente storto. Un attimo stai tranquillamente pensando ai fatti tuoi, sotto centinaia di metri d’acqua dalla superficie, un attimo dopo lotti per la vita. Basta un niente e, a certe profondità, uno scafandro si trasforma in una trappola mortale. Benvenuti a Narcosis.

 

Aria! Aria!

In Narcosis impersoniamo Kip Mattas, un ingegnere del progetto di ricerca Oceanova. Assieme ad alcuni colleghi vive e lavora sul fondo del mare, in una avveniristica stazione subacquea. Condizioni di lavoro e studio proibitive che costringe tutti a muoversi in ambienti pressurizzati oppure all’interno di lenti ed ingombranti scafandri, fatti per resistere alla terribile pressione dell’acqua. Le cose smettono di andare per il verso giusto in seguito ad un terremoto subacqueo che stritola la fragile struttura, causando falle e distruzione. Bloccati all’interno del nostro claustrofobico involucro di metallo, siamo bloccati in fondo al mare senza alcuna possibilità di contattare via radio la superficie. Con l’ossigeno che cala rapidamente, l’unica chance di salvezza è quella di continuare ad andare avanti, mantenere i nervi saldi e cercare di salvare la pelle. Sì, come se fosse facile…

A rischio

Narcosis è un gioco horror pensato principalmente per essere fruito in VR, con un HTC Vive o un Oculus Rift. Il senso di ansia e incertezza amplificato dalla difficoltà con cui ci muoviamo negli ambienti del gioco, con gli indicatori di ossigeno ed energia dei propulsori che si riflettono sul vetro appannato del nostro casco. Sul fondo dell’oceano siamo praticamente inermi: un coltellino, una torcia e dei razzi segnalatori sono le uniche cose su cui possiamo contare. Luce, aria, vie di fuga. Avanzando per il fondale o per i corridoi devastati della stazione marina, col casco che gratta contro il soffitto, cominciamo a sentire gli effetti nefasti dell’ipossia.

Innumerevoli sono i classici sghezzoni, quelli che ci fanno saltare sulla sedia. Un momento siamo in un corridoio vuoto, quello successivo lo troviamo zeppo di cadaveri, come se fossero un parto della nostra mente affamata d’ossigeno. Questi momenti hanno anche lo spiacevolissimo effetto collaterale di aumentare a dismisura il nostro consumo d’ossigeno, rendendoci ancor più vulnerabili e acuendo la nostra necessità di trovare una stazione di ricarica delle bombole o qualche contenitore ancora pieno d’aria. Un gioco che ce la mette davvero tutta per stressarci, per ricordarci ad ogni istante che non siamo fatti per vivere in fondo al mar e che un errore, anche minimo, ci manderà dritti all’altro mondo. La trama, non particolarmente lunga ma di sicuro interessante, va portata avanti a suon di esplorazione e soluzione di piccoli enigmi, mai particolarmente difficili ma nemmeno stupidi.

Effetto VR

L’effetto in realtà virtuale di Narcosis è buono. Gli effetti di riflessione sul casco, la possibilità di muoversi nella direzione in cui stiamo guardando e la quasi assenza di effetto nausea denotano un’attenta preparazione da parte del team dietro Narcosis. Certo, ci sono momenti in cui la nausea mi ha assalito terribilmente, ad esempio quando l’ambiente attorno a noi si mette a ruotare in un momento di allucinata mancanza d’ossigeno nel cervello del protagonista, ma sono riuscito a giocare a sessioni di un’ora alla volta senza problemi maggiori. Il gioco è comunque anche perfettamente giocabile senza caschetto VR anche se perde notevolmente in impatto, visto che siamo molto meno presenti dentro l’azione.

Narcosis è un gioco horror piuttosto interessante, che basa la sua componente spaventosa su istinti innati: paura del buio, dell’isolamento, dello sconosciuto. Assieme a questi fattori troviamo un elemento allucinato, che ci porta costantemente a chiederci se quello che vediamo sia reale oppure frutto della mente del protagonista.

 

 

Ci piace

  • Atmosfera
  • VR
  • Storia

Non ci piace

  • Nausea da VR dietro l'angolo
  • Movimenti a tratti frustranti
5

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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