Monster Hunter Rise

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Monster Hunter Rise

Monster Hunter Rise è il nuovo capitolo di caccia in esclusiva temporale su Nintendo Switch e in arrivo, prossimamente, anche per PC. Previsto in contemporanea per tutto il mondo questo venerdì, Capcom sfrutta la popolarità del marchio costruita in seguito a Monster Hunter World (di cui Iceborne è l’ultima espansione) per portare un’esperienza inedita anche su Nintendo Switch. La differenza, in confronto al capitolo World, è appunto un approccio più classico ma allo stesso tempo moderno, che strizza l’occhio ai fan storici del brand. Arma alla mano, ci si lancia quindi in lunghe sessioni di caccia che faranno parecchio sudare i giocatori.

Monster Hunter Rise non è equiparabile a Monster Hunter Generation Ultimate: conversione 1:1 da Nintendo 3DS all’ibrida di Nintendo, bensì qualcosa di nuovo. A livello di gameplay, meccaniche, grafica e mappe i due giochi condividono lo stesso spirito ma non sono comparabili. Ugualmente vale anche con il capitolo multipiattaforma Monster Hunter World, caratterizzato da una complessità grafica chiaramente superiore poiché nato su console concorrenti. Monster Hunter Rise, tuttavia, è qualcosa di ancora di verso che ha del potenziale sulla piccola ibrida di Nintendo: velocità di azione, texture, complessità delle mappe, intelligenza artificiale e via dicendo sono state nettamente migliorato rispetto ai capitoli del passato, rendendo questo capitolo il prossimo capostipite della serie.

La nostra storia debutta presso il villaggio Kamura, un piccolo pacifico villaggio che vive serenamente il proprio quotidiano. Con l’avvistamento di un mostro leggendario, l’evento segnala il ritorno di una catastrofe che rischia di gettare nel panico il villaggio di Kamura e metterlo dunque in pericolo. Con l’aiuto del capovillaggio e degli altri abitanti, sarà compito del cacciatore proteggerlo affinando le abilità di caccia per impedire che questo tranquillo insediamento venga messo a ferro e fuoco dai mostri.

La vicenda è più sempliciotta rispetto a quella vista in Monster Hunter World: gli abitanti del villaggio di Kamura appariranno unicamente nelle brevi cinematiche, ma che non aggiungono molto alla storia. In altre parole, questi personaggi si fanno apprezzare unicamente sotto il profilo estetico. L’intero villaggio richiama infatti un Giappone feudale, miscelandolo con uno stile da anime tanto apprezzato dai fan. Il villaggio ha una cosmesi strabiliante, con spostamenti rapidi e tanti servizi, ed è pure possibile personalizzarlo.

Mappe da urlo ed esplorazione libera

Anche per Nintendo Switch sono state introdotte le mappe senza i caricamenti, seppur di dimensione minore rispetto a Monster Hunter World. Tuttavia Monster Hunter Rise eleva la qualità del level design delle stesse a un altro livello. Vi sono segreti, dislivelli, costruzioni che caratterizzano al meglio ogni singola mappa, nonché tanta fauna locale di cui vi parleremo poco sotto.

Molto apprezzato è infatti lo sviluppo verticale che permette un’esplorazione più immersiva e meno a corridoio come accadeva in passato, ciò grazie alle abilità di spostamento sfruttando le abilità fili insetto. Si nota infatti l’impegno dei programmatori Capcom sotto questo aspetto: relitti abbandonati, piramidi, le intricate caverne di un vulcano, macerie e reliquie popolano le mappe di questo capitolo. Il tutto coadiuvato da una colonna sonora di tutto rispetto che rende ancora più piacevole l’esplorazione. Ciò grazie anche appunto al succitato “Insetto filo” (in combo con i maxi insetto filo per i viaggi rapidi nella mappa e la meccanica del filoscatto sulle pareti), oltre alla cavalcatura del Canyne che consentono una maggiore libertà di movimento Nuove meccaniche che, con la dovuta pratica, si apprendono assai velocemente.

Comprese la struttura mappe delle mappe e imparato le nuove abilità di movimento, ora tocca conoscere l’ambiente circostante che offre chiare possibilità strategiche. La presenza della fauna endemica è pronta ad aiutare i cacciatori novizi e quelli più navigati. Infatti, oltre alle azioni più classiche come l’uso di trappole, bombe ed oggettistica varia, occorre setacciare la mappa alla ricerca degli insetti che permettono al giocatore di ottenere temporanei bonus di difesa, attacco, resistenza e di barra della vita. D’aiuto è la canoninca minimappa sul lato destro dello schermo, la quale mostra, ora, oltre all’ambiente, la posizione della fauna endemica o gli spostamenti dei grandi mostri che si aggirano nella zona. Niente più dunque litri di tinte di colore da lanciare contro un mostro per segnarlo sulla mappa, utile in particolar modo quando lo stesso scappava dopo aver subito ingenti e ripetuti danni.

Bestiario

Monster Hunter Rise conta circa una quarantina di mostri che si si possono affrontare in missioni da basso ad alto grado, oltre alle versioni Apex disponibili nell’end-game e durante la modalità Furia (di cui parleremo più avanti). Come da conseutidine, non sono al momento a disposizione le missioni di grado maestro essendo il titolo nella sua release iniziale.

Riguardo ai mostri, il bestiario include vecchie e nuove conoscenze. Dagli icononici Rathalos o il Nargacuga, ai più recenti Tobi-Kadachi tratti da Monster Hunter World, altri ancora di vecchia generazione, come il caso Mizutsune o Volvidon, passando poi per gli esclusivi di questa versione: come il Magnamalo presente nella demo. Ritornano anche i leviatani, assenti in Monster Hunter World.

La varietà dei mostri è chiaramente da premiare, nel senso che l’intelligenza artificiale degli stessi è stata indubbiamente migliorata. Ogni mostro inedito è da affrontare in maniera differente e richiede una strategia diversa, oltre ad essere caratterizzato da meccaniche inedite. Non basta saper padroneggiare bene l’arma e attaccare al momento giusto, ma bisogna studiare bene ogni singolo pattern e capirne i complessi movimenti, sfruttando appieno altresì le nuove abilità di movimento.

Caccia e combattimento puro

C’è sempre molto da dire sul sistema di combattimento di Monster Hunter, cresciuto nel corso dei decenni ed arrivato ad una maturità invidiabile dalla gran maggior parte dei brand.

Le basi della caccia sono, come in ogni capitolo, spiegate mediante un tutorial introduttivo. Ma ci vuole tempo per imparare bene tutte le tecniche da utilizzare in battaglia, ma soprattutto, scegliere un’arma. In Monster Hunter Rise il moveset delle armi è stato ereditato da quello di Monster Hunter World. Le differenze sono infatti minime. Vi è però una grande novità, ovvero l’introduzione dell’insetto filo che cambia profondamente alcune mosse, modificando sostanzialmente le dinamiche dei combattimenti con i mostri. Trattasi degli attacchi fildiseta, sono due abilità inedite di ogni arma che consumano uno, o due cariche, di insetto filo. La velocità di ricarica dipende dalla mossa utilizzata, che spesso è medio-lunga. Diversamente, invece, è il tempo di attesa per le abilità di movimento non inerenti all’attacco che permettono al giocatore di muoversi e piazzarsi sulla difensiva (come ad esempio il Filoscatto o Filocaduta). Queste speciali mosse richiedono una padronanza magistrale da parte del giocatore. Le nuove abilità impone un modus operandi di capire quando effettuarle, imparare il loro tempo di ricarica ed imparare come muoversi in battaglia dopo aver subito un attacco: tutte skills fondamentali per una buona sessione di caccia.

Tutto ciò permette una connotazione più da action frenetico in confronto al passato, nonché un minimo di strategia nella scelta delle mosse, di come usare gli oggetti o l’insetto filo. Si tratta di un insieme di elementi che rende questo capitolo sicuramente uno dei più strategici, ma anche, tra i più complessi da padroneggiare. L’Insetto filo non è solo una feature che rende i combattimenti dinamici, ma li rende altresì spettacolari e immersivi. Una novità che farà gola sia ai novizi ma soprattutto ai veterani del franchise, che finalmente potranno tirare un sospiro di solievo sulla lesognità e pesantezza del gameplay che, seppur apprezzato, cominciava ad essere ridondante. Insomma, si tratta di unire le capacità di Spiderman a quelle di un cacciatore.

La seconda grande novità è la Cavalcatura wyvern. Grazie agli attacci fildiseta sarà possibile cavalcare un mostro e sfruttare il medesimo per mettere a segno colpi devastanti ai malcapitati nemici. Spesso la cavalcatura wyvern è molto difficile nei confronti dell’obbiettivo della missione, in quanto più complesso da soggiogare. Sarà possibile mettere a segno attacchi semplici, attacchi speciali o addirittura lanciare letteralmente il mostro verso un bersaglio a tutta carica e potenza. La cavalcatura Wyvern eleva quello che fu stato introdotto in Monster Hunter 4 Ultimate mediante l’arma asta insetto e saltando dalle racce sui mostri, ulteriormente raffinato con Monster Hunter Generations e Monster Hunter World. Questa meccanica consente quindi di variare  lo scontro rendendolo ancora più avvincente.

Singolo o multigiocatore, l’utente mai si sentirà solo

In questo capitolo il cacciatore può contare su ben due compagni in single player, Feyline o Canyne, e uno fra questi in multiplayer (locale e online fino a quattro giocatori). Gli adorati Felyne, caratterizzati dalle loro molteplici abilità di supporto, e i Canyne, un mezzo di trasporto dalle abilità di combattimento interessanti, sono le due mascotte di questo nuovo capitolo che aumenta dunque i “minion” a nostra disposizione. Gli stessi possono essere equipaggiati con equipaggiamento e gadget vario permettendo una vasta personalizzazione. I Felyne e i Canyne si gestiscono come nei passati Monster Hunter. Come il cacciatore, essi guadagnano punti esperienza imparando nuove abilità passive e attive. Occorre dunque ingaggiare diversi compagni per comprendere la giusta combinazione da portare in battaglia. Inoltre sarà possibile inviarli in missioni passive per recuperare materiali extra mentre il giocatore sarà occupato nella caccia, o al commerciare coi sottomarini che si sbloccano completando le missioni secondarie e che fanno le veci della solita fattoria.

Per quanto concerne il multigiocatore, il sistema di aggregazione è rimasto pressocché invariato: vi sono infatti le lobby nelle quali il giocatore potrà partecipare online. Oppure, quest’ulitmo potrà accettare l’invito da parte di un amico ad unirsi in una partita online: presso una lobby o durante una missione in corso. Per facilitare la ricerca di persone online sono stati introdotti anche i tag medianti i quali si potrà specificare quale tipo di utente si sta ricercando.

A tutta furia

Per quanto riguarda l’endgame, fa il suo arrivo la modalità “Furia” (sia in single che multiplayer) una sorta di tower defense a tema Monster Hunter. In breve, i cacciatori hanno un numero illimitato di tentativi per respingere un’orda di mostri che si avventa sui cancelli che separano il campo di battaglia dal villaggio di Kamura. Al di fuori del villaggio è possibile piazzare armi d’assedio, pilotabili o automatiche per respingere i mostri, che si dividono a grandi linee in tre categorie: quelli che si scagliano contro i cacciatori, quelli che attaccano le postazioni d’assedio e quelli che caricano i cancelli del villaggio. I cacciatori devono respingere le orde di mostri combattendo, da una parte, normalmente e, dall’altra, impiegando le armi d’assedio, cercando di resistere sino alla orda finale. Sconfiggendo le orde e completando gli incarichi secondari, la base si potenzia e si potranno scbloccare ulteriori armi d’assedio comandati dagli abitanti del villaggio.

Questa modalità farà gola ai cacciatori per racimolare ulteriore materiale speciale, quello droppato dai mostri Apex (versioni più forti degli originali) che potenzieranno le armi permettendo di infliggere maggiori danni e con abilità inedite. L’endgame, in ogni caso, si concentra dunque sul farming del materiale e il crafting dello stesso per ottenere armi, gioielli e amuleti sempre diversi e più forti. Quest’ultimi si creano mediante la fusione dei materiali presso il mercante. Spesso però, il risultato sperato non è garantito, lasciando comunque spazio a un margine di fallimento.

Parlando del comparto tecnico, il nuovo titolo Capcom offre una risoluzione subHD in portatile e HD in docked e muove il software a 30fps stabili anche nelle fasi più concitate (esempio: multigiocatore fino a quattro giocatori), senza importanti cali evidenti come può succedere in altri titoli multipiattaforma di questo calibro. Fatto già riscontrato nelle due demo uscite durante il corso di questi primi mesi dell’anno. L’ottimizzazione di Monster Hunter Rise è dovuta a RE Engine, perfettamente scalabile su qualsiasi hardware, compreso uno più modesto come quello di Nintendo Switch. Quello che ha stupito di più sono comunque la cosmesi dei mostri, dell’equipaggiamento (armatura e armi) e l’estetica degli NPC, oltre a texture meglio definite e una qualità generale davvero sorprendente. Il salto generazione da Monster Hunter Generations al capitolo di questa recensione è molto evidente e merita pregio.

Concludendo, Monster Hunter Rise si candida per essere uno dei migliori titoli della serie. L’unica nota dolente, o meglio incognita, è relativa all’end-game, ovvero come Capcom intenderà supportare ed aggiornare questo capitolo. Appare assai palese che la modalità “Furia” rappresenta l’attività principale dopo aver concluso la campagna principale, mettendo da parte la caccia tradizionale. Tuttavia, non è possibile giudicare questo aspetto in quanto solo col tempo si potranno tirare le somme sul supporto post lancio. Per ora, il titolo di Capcom ci ha convinti dettando un nuovo livello qualitativo del brand, l’acquisto è dunque fortemente consigliato.

Ci piace

  • Tecnicamente e graficamente ben otttimizzato su Switch
  • Gameplay raffinato e ancora più coinvolgente rispetto al passato
  • Mappe senza caricamenti e ben strutturate
  • Tanta personalizzazione e libertà di scelta

Non ci piace

  • Endgame limitato alla modalità "Furia"
  • Vicenda senza mordente e assai dimenticabile
5.5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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