Monster Hunter Generations

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Monster Hunter Generations

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Monster Hunter è sicuramente uno dei brand di Capcom con il maggiore successo negli ultimi dieci anni, tanto da renderlo un titolo a cadenza annuale. Monster Hunter Generations nasce in occasione del decimo anniversario della serie nipponica dedicata alla caccia di imponenti e brutali mostri, in cui Capcom promette diversi miglioramenti tra cui gradite modifiche al battle system. In arrivo tra qualche giorno anche alle nostre latitudini in esclusiva per Nintendo 3DS, per la precisione il 15 luglio, sono molti i fan che lo attendono. Monster Hunter Generations non va a stravolgere la canonica formula creata dagli sviluppatori Capcom, bensì è un ennesimo “more of the same” seppur tende a differenziarsi dal passato. Ogni capitolo ha sempre introdotto differenti novità di un certo peso in ambito del battle system, come ad esempio i combattimenti subacquei nel 3 o lo sviluppo dell’ambiente in verticale nel 4. In Generations questa volta è l’introduzione dei quattro stili che differenziano le modalità di caccia, su discrezione dell’utente, coinvolgendo maggiormente sessioni più veloci ma allo stesso tempo mantenendo quella strategia necessaria basata sui pattern del mostro. Vale quindi la pena cimentarsi in questo nuovo capitolo di Capcom? Scopriamolo nella nostra recensione.

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maxresdefault (3)Monster Hunter non ha mai brillato nel raccontare una trama particolarmente profonda, è il gameplay che effettivamente fa da padrone nell’insieme dell’opera, soprattutto nella modalità online. Con Monster Hunter 4 Ultimate si era assistito a qualche cambiamento, in cui Capcom aveva creato una linea guida di missioni principali erigendo una trama semplice ma al contempo efficace, servendo da allenamento base per i cacciatori che, in seguito, si sarebbero cimentati nell’end-game: vale a dire la modalità online per farmare ulteriore equipaggiamento e potenziare quello esistente. L’arrivo di una campagna/trama linea guida era servito per diversificare maggiormente l’offerta e l’esperienza videoludica, oltre che particolarmente apprezzata dalla critica internazionale. In Monster Hunter Generations si ritorna alle origini, dove i quattro villaggi da visitare sono disponibili fin da subito. La modalità offline si basa quindi unicamente sulle missioni propose dai loro abitanti. Se da una parte il tutto risulta più accessibile, dall’altra perdere l’elemento narrativo non giova alla qualità finale del prodotto. Non che sia necessariamente un male o un difetto da prendere in considerazione…in fondo la campagna single player è sempre stato un allenamento necessario per inviare l’utente alle vere sfide proposte dalle missioni online, in cui i mostri risultano molto più complessi da abbattere. Il giocatore è quindi catapultato ad affrontare numerose missioni senza una particolare logica narrativa di fondo, il nostro alter ego sarà chiamato a cacciare ben 105 mostri, di cui 17 inediti, un numero maggiore da quello proposto in Monster Hunter 4 Ultimate. Insomma, carne al fuoco nel senso più letterale del termine non manca, fra 17 new entry (come i quattro mostri mascotte dei vari trailer) e vecchie conoscenze, il giocatore si ritrova con un ottima variazione di tutta la fauna che popola le mappe del brand. Un “more of the same” che, tuttavia, sente un po’ il peso degli anni se ci spostiamo sull’organizzazione delle mappe, ormai riciclata almeno una decina di volte.

635853136720067483-Monster-Hunter-QuestsMa è il sistema di combattimento protagonista in questa nuova ed ultima versione, in cui Capcom si è dilettata nel creare ben 4 diversi stili di combattimento che possono essere scelti e intercambiati su discrezione dell’utente. Troviamo infatti quello più equilibrato “Gilda” che riprende, in specie, lo stile classico dei passati Monster Hunter, quello offensivo, invece, permette di abilitare ben tre mosse speciali denominate arti da caccia: delle super mosse atte ad abbattere in poco tempo il mostro nemico (disponibile singolarmente per tute gli altri stili). Lo stile aereo, invece, consente di trasformare le schivate in salti consentendo di effettuare, sfruttando la morfologia dei nemici, degli attacchi a modo di trampolino direttamente dall’alto ed infine quello ombra che, anche lui, sfrutta le schivate per effettuare dei contrattacchi micidiali. Abbiamo provato tutti e quattro e nel tempo dedicatogli in sede di recensione abbiamo notato che l’insieme è abbastanza equilibrato. Vero, inoltre, che non è semplice trovare un punto di incontro fra i differenti stili disponibili: alcuni saranno scelti maggiormente per i danni inflitti e la facilità d’uso a discapito di altri. La scoperta di determinati trucchetti consente di sfruttare al meglio alcuni stili, come l’aggiunta di ulteriori azioni d’attacco per selezionate armi o diventare letteralmente letale fungendo da supporto alla squadra (come nell’esempio dell’arco in combo con lo stile ombra). Le combinazioni offerte da tutti gli stili rendono Monster Hunter Generations il capitolo definitivo sotto questo aspetto, consentendo una varietà senza precedenti. Chiaramente non nascondiamo che sarebbe l’ideale rilasciare qualche patch correttiva, per maggior bilanciare la scelta dello stile di combattimento e magari togliere determinate strategie un po’ troppo facili da attuare, evitando di cadere sempre sulle solite mosse. Per i più veterani questa è un’occasione per spolpare a fondo tutte le combo offerte, per i neofiti alcuni stili rappresentano la chiave per abbattere facilmente i grandi mostri senza essere necessariamente dei pro, complice anche un abbassamento del livello di difficoltà generale. Infine i feilyne, i fidi micetti cocacciatori della modalità single player, sono sempre presenti nel dare una mano durante le missioni. Anche qui, Monster Hunter Generations approfondisce il loro ruolo permettendo l’utente di controllarli in prima persona tramite la modalità cacciamiao. Chiaramente con una potenza d’attacco limitata se confrontata al cacciatore principale, i feilyne trovano la loro ragione di essere nel ruolo di supporter, healer e via dicendo. Non sono facili da usare, il ruolo di supporter richiede comunque una certa capacità e comprensione di quello che avviene in battaglia.

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Aoashira-Felyne-ComradeE le missioni G che caratterizzavano la modalità online presenti in tutte le versioni precedenti localizzate per l’Europa? Sono state rimosse. Una delle principali critiche e preoccupazioni mosse dagli utenti era proprio la questione delle missioni speciali (basate su quelle della modalità single player) aumentandone esponenzialmente il livello di difficoltà. Per contro non c’è nulla da temere, i Deviant entrano in gioco egregiamente e compensano tranquillamente questa mancanza. Seppur sono gli stessi mostri che incontreremo, i movimenti e i contrattacchi, così come determinate reazioni, sono state completamente riviste, spiazzando persino il giocatore più veterano.

ap,220x200,16x12,1,ffffff,t-pad,220x200,ffffff.u2Concludendo, potremmo parlare per ore su questo nuovo capitolo di Monster Hunter. Un titolo più immediato, dinamico e divertente dal punto di vista del gameplay. Di difetti ce ne sono pochi, anzi, tecnicamente parlando è sempre sublime. L’engine ripreso da Monster Hunter 4 Ultimate è stato ulteriormente migliorato, ugualmente come la resa 3D che è stata particolarmente curata. Molti tuttavia potranno vedere un leggero abbassamento della difficoltà come una scelta discutibile, noi ci siamo goduti il titolo e l’abbiamo apprezzato meglio. Per molti si preventivano ore ed ore di caccia ininterrotta.

Ci piace

  • Maggiore varietà nel gameplay
  • È il Monster Hunter definitivo
  • Dinamico e accessibile

Non ci piace

  • La formula delle mappe comincia a stancare
  • Più semplice in confronto ai precedenti
5.5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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