Little Nightmares 2

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Little Nightmares 2

Tornano gli incubi, torna la paura, sempre più grande. Viene data una forma concreta ai fenomeni e alle attività dell’inconscio, vivendo un viaggio che riprende le fila del percorso precedente, già ampiamente acclamato e apprezzato da critica e giocatori anche a distanza di anni dalla sua uscita. Abbiamo avuto per le mani il prosieguo di una saga ancora scarna, quantitativamente parlando, ma sicuramente non da un punto di vista artistico e di coinvolgimento.

Parliamo di Little Nightmares 2, il gioiellino targato BANDAI NAMCO e lanciato lo scorso , che ha saputo tenerci incollati allo schermo ancora una volta e mostrarci nuove apparizioni, prodotti delle nostre attività oniriche portati su schermo.

Little Nightmares 2, gli incubi non sono finiti

E’ tornato dunque il nostro piccolo, grande eroe, Mono, che ripercorre un fil rouge narrativo con la stessa formula di successo dell’originale. Ritroviamo dunque un platform narrativo a scorrimento orizzontale e in 3D, dalle tonalità dark sia per ambientazione grafica, sia per trama ed elementi che costellano qua e là i diversi capitoli, dalla somiglianza piuttosto vicina a un classico di questo genere: Limbo. Il gameplay è chiaramente evocativo di emozioni, paure, rappresentazioni dell’inconscio e di incubi dove l’unico elemento che ci possa trasmettere qualcosa sono le immagini, ed eventualmente gli effetti sonori. La storia è infatti completamente priva di testi o dialoghi. In questa storia dunque, torniamo a vestire i panni del nostro ragazzino dal volto coperto dal classico sacchetto di carta, imprigionato in una dimensione corrotta da un costante segnale trasmesso da una torre. Questa, tramite gli schermi delle TV, riesce a rendere catatoniche le persone e diffonde nell’atmosfera un malessere quasi impalpabile, ma incarnato da un uomo nero, rappresentato secondo il genere Slenderman, per darvi un’idea.

In questa avventura purtroppo ben poco longeva (si tratta di una manciata di ore, circa cinque o sei) non siamo però soli: incontriamo dopo poco Six, protagonista del primo episodio, con la quale possiamo interagire e che rappresenta uno degli elementi principali di questo titolo. Six, lo precisiamo sin da ora, non è controllabile: Little Nightmares 2 rimane comunque un’esperienza di gioco in single player, ma non per questo viene inficiata l’interazione con la nostra aiutante. L’IA ci aiuta a cooperare con lei in maniera efficiente ed efficace, dandoci un aiuto indispensabile in alcuni punti del gioco, sia a livello di esplorazione, sia per risoluzione dei vari enigmi, una costante ancora una volta sempre presente in questo gioco.

Nel complesso, per quanto la storia non ci regali particolare longevità, il titolo è davvero ricco di sezioni di chiara natura platform, tra momenti decisamente stealth e ansiogeni, oltre a fughe al cardiopalma (e non sempre facili da realizzare): proprio come in un incubo, non sarà immediato in ogni occasione sfuggire ai nemici o agli ostacoli che si pongono sulla nostra strada. Un incubo che ancora una volta ci rivela un mondo lugubre e distopico, determinato da incontri con esseri (dis)umani e altri elementi distintivi del lavoro curato e di tutto punto da parte del team Tarsier Studios.

La luce che combatte la paura

I tratti sopracitati del comparto narrativo e grafico di questo capitolo fanno riferimento in maniera esplicita e chiara all’horror vero e proprio, senza comunque scadere nel grottesco del primo titolo, passando invece su una generale sensazione di terrore e di generazione della paura più viscerale. Tutto questo, di cui abbiamo ampiamente parlato, viene rappresentato in concreto da manichini deformi che popolano parecchi scenari dei capitoli di gioco, pronti a prendere vita quando meno ce lo aspettiamo (o forse no), per rimanere poi abbagliati e immobili per via della luce di una torcia. Che un cono luminoso sia in grado di salvarci la vita? Potrebbe essere il nostro barlume di speranza.

Infine, per dare un ulteriore sguardo alla produzione tecnica di Little Nightmares 2, possiamo osservare solo qualche problematica relativa al bilanciamento della difficoltà. rivelandosi decisamente dal livello più elevato rispetto al precedente titolo. Questa decisione forse è un po’ in contrasto con un platform più concentrato sulla narrazione, ma se è vero che le dinamiche sono più vicine all’attenzione alle nostre performance, è anche vero che tale modalità trial and error è accompagnata da un’attenta distribuzione parecchio frequente dei checkpoint. Un aiuto davvero utile, soprattutto nei passaggi più complicati del gioco, non frequenti, ma comunque presenti.

In conclusione

Lo abbiamo compreso sin dall’inizio: Little Nightmares 2 si pone come un piccolo, grande gioiello della produzione recente, riprendendo le fila del discorso rimasto in sospeso, da un punto di vista del lavoro grafico e tecnico, nel primo capitolo, per farlo esplodere ancora meglio in questa seconda occasione. Il passo in avanti compiuto dal team di Tarsier Studios si evince piuttosto bene, nonostante alcune sbavature. Del resto, nulla è davvero mai perfetto, ma è necessario apprezzare anche le piccole imperfezioni a fronte di un lavoro comunque curato e ben svolto. E’ pur sempre vero che alcuni passaggi dove ogni errore risulta essere fatale, si fanno sentire in maniera abbastanza pesante per via dei controlli poco reattivi e soprattutto poco performanti. Se dunque il game over non è sempre per colpa del giocatore, e il livello di frustrazione si fa sentire, le sei ore di viaggio con Mono e le atmosfere cupe valgono il prezzo del biglietto. Viene ampliato con intelligenza il racconto, portandoci in una dimensione angosciante, ma che sa ammaliarci. I Piccoli Incubi sono tornati, e ora come non mai ci chiediamo se abbia senso pensare a un eventuale, ulteriore prosieguo. Un desiderio che esprimiamo e che ci auguriamo possa realizzarsi.

Ci piace

  • Grafica parecchio curata
  • Atmosfere cupe e oniriche
  • Gameplay coinvolgente

Non ci piace

  • Difficoltà non del tutto giustificata
  • Comandi non sempre reattivi
  • Decisamente poco longevo
5

Scritto da : Blondienerdie

Pad alla mano da 6 anni, ancora mi chiedo se Squall sia vivo o morto, ma comunque nella playlist Spotify trovi la colonna sonora di FF VIII e FF VII accanto a metal, Two Steps from Hell, Hans Zimmer e i Coldplay. Sed non satiata.

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