Laboratorio di videogiochi

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Laboratorio di videogiochi

 

Che la casa di Kyoto ci sappia sorprendere con prodotti fuori dal comune non è una novità. Infatti, già nell’aprile del 2018 ha stupito tutti con i suoi cartonati da montare, dall’armatura del robot al volante fino al VR. Sì, stiamo parlando del Nintendo Labo dove ci siamo divertiti ad assemblare i vari pezzi e a giocarci interattivamente con la nostra Nintendo Switch.

Ora, a distanza di anni, Nintendo ci offre un nuovo software in grado di “sviluppare” dei minigiochi in grado di sfruttare tutte le potenzialità della piccola grande console ibrida.

Si programma, ma senza codice

Non è il primo software/gioco che propone di sviluppare qualcosa all’interno di una console. Tra questi come non si può citare Dreams su Playstation 4, dove tantissimi utenti sono riusciti a ricreare progetti spettacolari al suo interno. Anche su computer esistono software simili, ma cosa avrà allora di così tanto diverso “Il laboratorio di videogiochi”?

Fin da subito si verrà accolti da Bob e Alice due entità che ci guideranno all’interno del software. Questi nomi non sono presi a caso visto che rappresentano da sempre, per antonomasia, come un messaggio passa dal punto A verso il punto B in crittografia. Ma andiamo avanti. Bob ci guiderà, passo per passo, durante i vari tutorial mentre si costruisce un gioco. Ci fornirà la conoscenza su come collegare i meccanismi offerti all’interno del software e come modificare i vari parametri contenuti in essi. Alice, invece, cercherà di testare le nostre conoscenze e se realmente abbiamo capito ciò che Bob ci ha insegnato. Inoltre, Alice proporrà una raccolta serie di spiegazioni interattive sulle funzionalità che si andranno a scoprire durante gli sviluppi/tutorial al suo interno.

L’interfaccia “dietro le quinte” è molto ben strutturata dove si ha un “piano di lavoro” (piano cartesiano) al centro e una barra delle funzionalità nella parte inferiore dello schermo. Quest’ultima è suddivisa in quattro macro-blocchi: Input, Processi, Output e Oggetti. È possibile pure cambiare il punto di osservazione rispetto al piano premendo nell’angolo in alto a destra, passando dalla vista sull’asse Z (vista laterale) all’asse Y (vista dall’alto). Qui sorge il primo problema, infatti non sarà possibile modificare la vista del piano sull’asse X (vista frontale), ma dopotutto siamo pur sempre in un gioco/software di sviluppo su una Nintendo Switch.
Torniamo alla barra degli strumenti. Chi mastica un po’ l’inglese, o l’informatica, comprenderà subito che il menù “input” è rappresentato da tutte quelle funzionalità scatenate da un fattore in entrata, mentre “output” sono il risultato dell’operazione/funzione che si andrà a selezionare. Per completare l’opera il menù “Processi” permette all’utente di fare operazioni logiche e matematiche, mentre in “Oggetti” sono presenti dei modelli prefabbricati pronti all’uso come, per esempio, il robot (persona), un’automobile, cubi/cilindri/sfere e vari sensori per far interagire gli oggetti nel mondo.

Sembra abbastanza caotico e disorientante all’inizio, ma piano piano ci si faranno i calli alle mani e si capirà la logica per creare piccoli e veri capolavori al suo interno. Non c’è software di sviluppo senza guida, ed anche in questo gioco troviamo per ogni oggetto il suo manuale d’uso nel quale sono descritte le proprie porte (ingresso, uscita e contatto) e i vari parametri in essi contenuti. Se pur limitatamente, si potrà facilmente sbizzarrire, per esempio, nel creare le proprie texture di gioco, personalizzare i tipi di materiali degli oggetti e decidere se un oggetto deve o meno interagire con il mondo, essere visibile o meno ed essere distruttibile, il tutto senza mai scrivere neanche una mezza riga di codice e collegando un blocco ad un altro.

Si parte nello sviluppo

Torniamo al nostro amico Bob, il punto blu che ci introdurrà allo sviluppo nelle varie lezioni. Dalla schermata del titolo sarà possibile aumentare la nostra conoscenza sul software attraverso 7 lezioni guidate, ognuna suddivisa in diversi punti al suo interno. Ogni lezione è completamente diversa dall’altra, dove verrà fornita un’indicazione sul suo contenuto e la sua durata. Una lezione è propedeutica all’altra, questo significa che se non si completa il primo corso non si potrà accedere a quello successivo. Come anticipato all’inizio di questa recensione, una volta completato il corso Alice ci verrà a testare sulla lezione appena conclusa e, se andrà a buon fine, ci permetterà di passare alla prossima. La varietà delle lezioni è impressionante, infatti si partirà nello sviluppare semplici giochi 2.D ai puzzle game, dagli Shoot ‘em up ai giochi platform e, per finire, da quelli di corse alle avventure 3D.

Durante le lezioni guidate Bob ci spiegherà, per filo e per segno, ogni componente (anche chiamati Nodon) che bisognerà inserire nel piano. Gli sviluppatori di questo software hanno avuto la “geniale” idea di dar vita ad ogni Nodon, caratterizzando ogni singolo elemento con il proprio carattere e battute personali. Bello vero? Non proprio almeno per noi. Spesso ci si troverà in mezzo a dei discorsi inutili tra due nodi che non portano proprio a niente di concreto al succo della lezione. Inoltre, se state pensando di poter saltare i dialoghi ecc…, vi diamo subito la brutta notizia che non è possibile. Questo porta una pesantezza bella profonda nell’invogliare l’utente a continuare e piuttosto a leggersi tutti i manuali dei singoli componenti che seguire le lezioni. Uno potrà dire che magari è stato pensando per un ragazzo dai 7 anni in su, ma vi posso garantire che già un ragazzo fino tra i 12 e i 15 anni farà molta fatica a comprendere i diversi meccanismi al suo interno.

Come si dice sempre, non c’è Bob senza Alice. Questa entità, per qualche strano motivo, è stata creata con una voce e un atteggiamento da “depressa cronica”. In teoria dovrebbe invogliare l’utente ad approfondire le conoscenze sui componenti utilizzati in precedenza dentro le lezioni, invece si tenderà facilmente a lasciarle “marcire” nella sua enciclopedia personale.

Dita, pennini o mouse

Per programmare in Laboratorio di videogiochi, abbiamo diverse possibilità al suo interno. Prima fra tutte è l’utilizzo del touch screen. Grazie al nostro dito, possiamo facilmente collegare i nodon tra di loro. Anche il “pinch out” e  il “pinch in” funzionano perfettamente come zoom, ossia la stesso movimento che fate con due dita per ingrandire/rimpiciolire un’immagine. Se siete in possesso del pennino ufficiale Nintendo, quello dato in dotazione in Brain Training, si potrà acquisire maggiore precisione nel posizionare e nel disegnare i propri capolavori.

E se volessimo migliorare maggiormente la nostra produttività? Semplice! Si collega un mouse del computer alla dock della nostra Nintendo Switch. Si avete capito bene, se si collega un mouse del computer lo si potrà utilizzare senza nessuna difficoltà all’interno di questo software. Questa funzionalità trovo che sia la cosa che mi ha colpito di più, anche perché non viene pubblicizzata sulla pagina ufficiale Nintendo e tanto meno nel suo trailer. Si potrà usare anche la rotella centrale del mouse per “zoomare” nel piano di lavoro e avere maggiore precisione e velocità nello spostare i Nodon al suo interno.

Per quanto riguarda il Pro Controller e i Joycon, vi sconsiglio vivamente di utilizzarli, almeno durante la programmazione, anche perché non è stato programmato un modo per selezionare gli oggetti, passare da un menù all’altro dell’interfaccia o annullare le ultime modifiche. Questo rende inutilizzabile il software se viene usato sulla dock collegata ad una TV o ad un monitor. Ecco perché il mouse, in questa circostanza, diventa di fondamentale importanza.

Conclusione

In conclusione io, che sono anche un ingegnere informatico e sviluppo software, ho trovato piacevole Il laboratorio di giochi prodotto da Nintendo, dove sono riuscito a creare delle piccole chicche ispirate al mio amico porcospino che compie ben 30 anni. La possibilità di creare piccoli progetti e unirli tra di loro, per sviluppare qualcosa di più grosso, fornisce maggiore creatività all’utente. È anche possibile condividere e ricevere, localmente o tramite internet, i propri progetti attraverso un ID gioco o ID personale. Su questo fronte mi aspettavo, come per esempio succede in Mario Maker, una bacheca dei progetti sviluppati dai vari utenti o un portale offerto da Nintendo a questo scopo. Purtroppo toccherà a noi far conoscere le nostre fatiche attraverso le varie piattaforme online se vogliamo condividere un progetto interessante.

Passiamo al verdetto e vediamo se, alla fine della fiera, vale o no la pena di acquistare questo titolo per la nostra Nintendo Switch. Se volete iniziare a capire cosa ci sta dietro nello sviluppo di videogiochi, se avete un po’ di interesse nella logica, siete dei creativi e avete molto tempo a vostra disposizione, vi consigliamo indubbiamente di acquistare questo titolo. Se pensate invece di trovare un prodotto facile e veloce su cui divertirvi, beh questo allora non fa proprio per voi. Troviamo che questo software sia particolarmente adatto a tutti quei raggazzi o adulti che vogliono incominciare ad appredere le basi di cosa si cela dietro ad un videogioco e non, come dicono i responsabili del marketing, che sia un “gioco” adatto a tutti.

Siete interessanti ad acquistare questo software o l’avete già fatto? Avete creato delle piccole perle al suo interno? Fateci sapere la vostra esperienza e condividete con la nostra comunity i vostri progetti personali!

Ci piace

  • Lezioni interattive
  • Documentazione in italiano
  • Motore grafico interessante
  • L'utilizzo di un mouse per PC

Non ci piace

  • Nodon troppo rumorosi e noiosi
  • Vocine di Bob e Alice snervanti
  • Joy-con e Gamepad Pro inutilizzabili su TV
  • Nessuna piattaforma di condivisione per i progetti
  • Molto limitato nella creazione di suoni e oggetti
4.5

Scritto da : Neme

Ingegnere informatico e diplomato in Digital Graphic Computer Animation, sono un grande appassionato di retrogame. Nel mio tempo libero, anche se sembra una barzelletta, mi piace sviluppare videogiochi con amici e ricercare qualche perla antica da aggiungere al mio museo videoludico personale.

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