Knockout City

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Knockout City

Avete mai giocato a palla due campi durante le appiccicose ore di ginnastica durante i vostri anni alle scuole medie? Amavate palla americana tanto da mandare i vostri compagni in infermeria a suon di palloni medicinali?

Allora Knockout City è il gioco che fa per voi. Multiplayer d’azione sportivo ispirato al dodgeball americano, il gioco è sviluppato da Velan Studios e edito da EA per l’etichetta EA Originals, che si occupa di collaborare con sviluppatori esterni di media grandezza e distribuirli al grande pubblico sulle piattaforme adatte. Knockout City è disponibile dal 21 Maggio per Nintendo Switch, PlayStation 4 e 5, Xbox One, Xbox Series X/S e Windows tramite la piattaforma Steam e Origin, su quest’ultimo disponibile sia con pagamento una tantum che tramite l’abbonamento EA Play e EA Play Pro.

Benvenuti a Knockout City

Knockout City è, per il momento, povero di una vera e propria storia. Come molti giochi multiplayer del suo genere, il filo conduttore narrativo serve a creare un minimo di ambiente, e almeno in questo fa un buon lavoro: arrivati a Knockout City, la metropoli dagli elementi futuristici che da il nome al gioco, il nostro scopo è quello di imemrgerci nelle varie mappe e distruggere i nostri avversari a questa peculiare modalità di dodgeball, scalando le classifiche e diventando il Brawler più forte di tutti. Dunque se non apprezzate i giochi privi di una forte narrazione, vi consigliamo di dare un occhio ad altri titoli, in quanto lo scopo principale del prodotto della collaborazione fra Velan Studios ed Electronic Arts non è quello di immergervi in un capolavoro narrativo, quanto quello di un regalarvi una sana e competitiva esperienza di gioco online.

Per ora le voci di gioco non sono disponibili in lingua italiana (di default è quella inglese); speriamo arrivino presto dagli spettacolari doppiatori della vicina penisola. Il testo di gioco è disponibile in diverse lingue, fra cui anche l’italiano, ma alcune cose, come ad esempio i nomi delle mappe, non sono stati tradotti, forse per mantenere viva la magia dell’estetica street americana.

Un Multiplayer coi fiocchi

Il gameplay è di gran lunga il vero protagonista di Knockout City. Per poter giocarvi però è necessaria non solo una connessione ad internet per poter effettivamente utilizzare il matchmaking online ma anche un account Origin. Questo permette di abilitare la funzione cross-progression grazie al proprio KO City ID, rendendo dunque possibile la progressione di gioco su più piattaforme. Il gioco è inoltre dotato di cross-play, il che significa che ci si può trovare con i propri amici a giocare indipendentemente dalla piattaforma utilizzata, e per un gioco come questo è un punto fondamentale, poiché permette di avere un matchmaking veloce e dinamico. Oltre all’icona del giocatore è presente un’icona più piccola accanto al nickname in gioco, che rappresenta la piattaforma utilizzata.

L’attrattiva principale del gioco è quella della personalizzazione dell’avatar. Inizialmente si ha una pletora base da cui scegliere per personalizzare capelli, costumi, visi, pose e animazioni. Data l’elevata sensibilità sociale sulle questioni di gender, il gioco ha fatto la coraggiosa decisione di non etichettare binariamente con “maschile” e “femminile”, ma lasciando termini neutri, regalando la possibilità di creare avatar anche per chi non si identifica nel binario di genere sociale. Apprezziamo molto questa mossa, sia se dettata da una decisione di marketing o particolare attenzione e premura sulle questioni LGBTQ+. Per poter sbloccare altri oggetti estetici, è necessario comprarli con le monete di gioco chiamate Olocash completando i cosiddetti contratti – missioni in gioco – oppure salendo di livello, anche chiamato Rango di Strada, che è composto da nove gradi e cento ricompense ciascuno. Per guadagnare punti esperienza bisogna dunque giocare. Unica pecca è la grande disparità di punti guadagnati fra vittorie e perdite. Per quanto l’idea di avere una moneta di gioco in game ci abbia inizialmente fatto storcere il naso, siamo contenti che gli oggetti di gioco non consistano nalle varie microtransazioni a cui EA ci ha abituati con altri suoi titoli, bensì solo estetiche. Non è possibile acquistare potenziamenti per migliorare la propria performance, ma si possono comprare o guadagnare grazie ad eventi o contratti oggetti che aumentano il guadagno dell’esperienza, ad esempio le bevande energetiche o potenziamenti xp.

Per giocatori occasionali e hardcore gamer

È piacevole trovare un gioco con un grande livello di personalizzazione che permetta anche di vedere molto spesso il proprio avatar. Spesso infatti il proprio personaggio lo si vede solo durante la schermata principale, ma per KO City non è così. Noi abbiamo provato il gioco per Nintendo Switch e dobbiamo ammettere che inizialmente è un po’ confusionario. Questo perché la schermata iniziale è sotituita da una specie di training grounds in cui provare le prime, basilari meccaniche, da cui si può poi accedere al menù principale (Per la switch, premendo +). Nel gioco si può saltare, planare, scattare, lanciare la palla o pararla, ma non arrampicarsi sugli ostacoli, il che è poco naturale, soprattutto per i gamer più datati. Esistono sei modalità di gioco: Strada (divisa in 3vs3 veloce con un solo round, 1vs1 best of three rounds con l’area che si restringe, e 4vs4, 15 KO best of three) Lega, Partita privata e Allenamento. In tutte le modalità l’obbiettivo è quello di far raggiungere al proprio team un determinato numero di knockout prima dell’altra squadra, portando così alla vitttoria l’intero team. Fin da subito il gioco appare semplice, divertente e veloce. È un gioco per tutte le età, divertente e allettante anche per i più piccoli, al livello di altri giochi popolari sia fra piccoli che grandi come Rocket League. Il gioco è pieno di strategie, ci si può giocare in modo piuttosto casual ma è davvero consigliato fare i tutorial, che non sono assolutamente obbligatori ma ve li consigliamo prima di immergervi in qualsiasi modalità. Oltre a darti monete di gioco poiché completano dei contratti, spiegano alcune strategie, combo e comandi che rischi di scoprire per caso dopo ore di gioco.

Per ora nel gioco sono presenti sei mappe: Knockout Roundabout, in cui è importante cercare di non farsi investire, Concussion Yard, ambientata in un cantiere, Rooftop Rumble, su dei grattacieli neon, Back Alley Brawl, famosa per i suoi tubi neon che permettono rapidi spostamenti, Galaxy Burger, un’ambientazione diner coi controfiocchi, e Jukebox Junction, una stazione ferroviaria. Come per il dodgeball reale, le mappe migliori sono quelle più chiuse, in cui i fight sono più frenetici ma anche più divertenti grazie ai vari rimbalizi e al fatto che si evita di cadere nella mappa e perdere vite inutilmente. L’HUD del gioco è molto semplice: in basso a sinistra sono presenti le nostre due vite, al cui termine si viene penalizzati con un tempo di respawn, in basso a destra il tempo limite e il punteggio della partita. Dopo aver raggiunto un determinato numero di kill, il round è completo, e a dipendenza della modalità la partita è completata. Per ogni partita sono presenti diversi tipi di palle, che permettono diversi powerup, e malgrado vi sia un sistema di mira assistita questo non vuol dire che il semplice assicurarsi un pallone significhi avere la vittoria in pugno. Anzi, la mira assistita a volte rischia solo di penalizzarci, poiché l’altro può facilmente parare il pallone e rispedircelo indietro, magari caricando di più il colpo o facendo finte in base alla sua strategia preferita. La cosa più divertente è che in assenza di palloni, puoi usare un tuo compagno come palla. Il compagno che colpisce gli avversari fa più danno, questo perché ovviamente una volta rialzatosi è molto più in pericolo rispetto a un pallone lanciato, ed è una delle strategie più divertenti in multiplayer, oltre che ovviamente piuttosto esplosiva ed efficace. Oltre a questi meccanismi , è possibile interagire coi compagni con delle call predefinite in game, come ad esempio “passa!”, il che è molto utile, soprattutto se si sta giocando in singolo in quanto l’utilizzo di una chat estensiva – solita dei multiplayer online a squadre – sarebbe scomodo, soprattutto su console, essendo il gioco frenetico e veloce.

Il matchmaking non è dei migliori, ma c’è da aspettarselo da un gioco che ha un mese. Una pecca è che spesso si entra in partite già iniziate e/o il resto del team è afk, e si viene letteralmente obliterati dagli avversari. Non è impossibile carriare un game da solo, ma è molto difficile. Un ban momentaneo viene imposto a chi abbandona una partita. È possibile inoltre formare una crew, un clan di massimo 32 persone che rende più semplice giocare con gli amici o chiunque ne faccia parte, aggiungendo un po’ di componente social al gioco e ampliando le possibilità di guadagnare monete di gioco, in quanto ci sono contratti specifici per la crew.

Nostalgica estetica da street cartoon

La grafica di KO City ricorda molto, per i più nostalgici, i cartoni americani della domenica mattina. I modelli 3D dei personaggi e delle mappe sono estremamente colorati e neon, catturando anche l’attenzione dei più piccoli che si approcciano al gioco, come molti brawler fanno. Le art del menù principale sono spettacolari, così come le art delle icone, che richiamano lo stile luminoso dei graffiti che si vedono per strada. Personalmente preferiremmo vedere l’intero gioco con lo stile 2D delle art, ma è una preferenza personale: i modelli del personaggi sono in 3D ma sempre molto fumettistici, sempre a richiamare i vecchi cartoni animati di Cartoon Network e gli Street Graffiti da cui prende ispirazione per l’intera estetica del gioco. Le mappe sono inoltre estremamente diversificate e curate, ognuna con elementi caratteristici ben definiti, come ad esempio le tubature neon di Back Alley Brawl. Purtroppo le mappe presentano tanta differenza a livello di spazi chiusi e aperti, e per un dodgebrawl come KO City più la mappa è chiusa meglio è, rendendo Galaxy Burger la mappa più bella non solo per le botte da orbi che è possibile darsi grazie al limitato spazio d’azione, quanto anche alle estetiche diner che la caratterizzano.

Calda estate: Evento Solleone

Con la patch 1.3, oltre che alla risoluzione di alcuni bug sulle varie piattaforme di gioco, è stato introdotto il primo evento di Knockout City. Solleone è un evento estivo, il cui scopo principale è guadagnare una nuova, limitata moneta di gioco e scambiarla per i nuovi oggetti a tema canicola estiva per un tempo limitato. Nuovi contratti sono stati introdotti per permettere di guadagnare e scambiare le monete limitate. Il cambiamento più particolare in game è quello della presenza dei Ghiaccioli dissetanti, anche questi legati a un contratto di Solleone. Chissà, forse i prossimi eventi ci porteranno anche nuove modalità di gioco interessanti.

Risse e dodgeball

Knockout City è un gioco con un potenziale enorme. Il gioco base è piuttosto economico – ora è anche in sconto su quasi tutte le piattaforme –, e oltre alla funzione cross-progression che permette di giocare in ogni dove, il cross-play regala una veloce e variata esperienza di gioco per tutti, grandi e piccoli, senza penalizzare le console grazie al sistema di mira assistito. Molti streamer stanno già cavalcando l’onda per diventare i più grandi Brawlers di Knockout City, e dopo averlo provato sia come giocatore singolo che in compagnia di amici e parenti, possiamo caldamente consigliarvi di immergervi anche voi in questo gioco.

Ci piace

  • Grafica street e cartoon
  • Veloce e dinamico

Non ci piace

  • Non ci si può arrampicare
  • Teammates AFK
5.5

Scritto da : Giulia Da Costa

Conosciuta anche come Duckie, Giulia è una redattrice appassionata di indie e studentessa di Media Management.

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