Quattro anni lontani da Kratos e il RAGAZZO sono stati lunghi su PS5, ancor di più per i gamer su PC, con anche il DLC Valhalla. Ma ora il soft reboot di God of War del 2018 che è stato uno dei migliori tentativi della storia recente e ora, stabilito universo e personaggi, espande un po’ la sua storia anche per i gamer su computer! Parliamone con una recensione delta!
Ritroviamo quindi Atreus e il Dio della guerra spartano alle prese con gli eventi che portano al Ragnarök, la battaglia finale tra forze della luce e delle tenebre. Un bel problema per uno che vorrebbe solo starsene tranquillo…
Di profezie e profezie
Ragnarök riprende le fila della trama del primo gioco, di cui è un sequel diretto. Ci ritroviamo Kratos ed Atreus a tre anni dagli eventi che erano stati lasciati in sospeso. Nel frattempo, il ragazzo si è fatto più alto, più forte e anche più determinato a scoprire perché, su una misteriosa pittura, ha letto che il suo nome, per i giganti, non è Atreus bensì Loki. La vita nella foresta a cui sono ritornati non è comunque del tutto priva di pericoli, specialmente perché il duo si è fatto nemici potenti sia nella famiglia di Odino ma non solo. Come se non bastasse il clima è cambiato su Midgard: gelidi venti e fortissime nevicate non potrebbero essere più chiare. Il Fimbulwinter, l’inverno che precede la battaglia finale del Ragnarök ha avviluppato tutto il regno. Fortunatamente non sono completamente soli contro le forze di Asgard visto che possono contare sull’aiuto di Mimir, Sindri e Brok. Tuttavia, non basteranno due nani e una testa mozzata per risolvere una questione che, sempre più si farà strada nelle menti dei due protagonisti: si può davvero cambiare il proprio destino? Atreus è determinato a scoprire quali profezie accompagnano la sua esistenza e cosa nascondeva per lui la madre Jotunheim, Kratos invece, cerca ancora disperatamente di lasciarsi alle spalle i terribili fatti avvenuti in Grecia e, al contempo, di non ritornare ad essere un uomo guidato solo da desideri di vendetta e violenza. Desideri opposti quelli che si frappongono tra padre e figlio, uno che non vede l’ora di andare avanti e l’altro che tenta disperatamente, a modo suo, di negare un destino di violenza e sofferenza e di ritardare quello che sembra essere l’inevitabile. Un lungo viaggio attende i due, con nemici ed alleati da incontrare, tesori da raccogliere e sfide da affrontare.
La storia di Ragnarök ci poterà a visitare i nove regni norreni, incontrare personaggi buoni e cattivi, nuovi alleati e terribili nemici. Una trama intrigante, in cui i protagonisti crescono ed imparano a fidarsi l’uno dell’altro. Nelle 32 ore che abbiamo impiegato per finire la storia principale, portando a termine anche un buon numero di missioni secondarie, troveremo non solo azione e set pieces elaborati ma anche una storia profondamente umana e, in un certo senso, quasi intima. Una storia, quella messa in piedi da Santa Monica Studios, che sa soddisfare sia per lunghezza che per varietà e colpi di scena e che, se vogliamo proprio cercare il pelo nell’uovo, scade solo un filino su una certa parte alla fine – troppo sbrigativo sotto alcuni punti di vista.
Calco i nove regni
God of War Ragnarök riprende la ricetta del gioco del 2018 per espandere e migliorare. Fondamentalmente ritroveremo, per la prima metà di gioco almeno, le stesse meccaniche. Tra ascia e lame, Kratos è dotato di un notevole potenziale d’attacco che potremmo espandere a piacimento spendendo punti esperienza per sbloccare abilità, cambiare armature e scudo, farsi costruire materiale migliore e usare castoni per incantare gli oggetti. Stessa cosa vale ovviamente per Atreus, che ci ritroveremo ad impersonare più volte durante l’avventura, con il suo arco e i suoi poteri. Più personaggi sia giocanti che accompagnatori potranno essere potenziati in modo da sfruttarne le abilità uniche non solo in combattimento ma anche nelle lunghe fasi esplorative. Ed è proprio in questa componente che Ragnarök si dimostra palesemente più grande del suo predecessore. Se in God of War (2018) avevamo diversi regni ma con Midgard a farla da padrone, con il lago centrale a fungere da macro-zona esplorabile, ora ritroveremo tali zone su diversi regni, tutti contraddistinti da biomi, nemici e sfide diverse.
L’esplorazione è più impegnativa, tra zone inizialmente inaccessibili che richiederanno una nuova visita, mostri, sfide, puzzle, tesori e via dicendo da trovare. Insomma, Ragnarök espande tutto quello che è l’offerta di gameplay per quanto riguarda combattimento, enigmi ed esplorazione in un mix che a tratti può sembrare caotico ma che in realtà è ben strutturato in quest principali e secondarie che possiamo seguire ed abbandonare a piacere. Certo, questo non rende Ragnarök un gioco open world: la nostra avventura sarà composta da sezioni in cui la direzione è una sola, in particolar modo quando seguiamo la trama principale, per poi lasciarci il tempo di respirare. Alla fine di certe sezioni, ad esempio, i nostri compagni IA ci proporranno di prenderci del tempo per esplorare, fornendoci anche giustificazioni morali per rallentare, godere del panorama e possibilmente fare incetta di tesori.
In un paio di casi ci verranno lanciate anche qualche frecciatina per via della nostra fissa di raccogliere tesori nascosti… tutto questo non significa che il ritmo della storia sia mal calibrato quanto più che se vogliamo possiamo lasciarci trascinare ma che non è obbligatorio. L’attraversamento del mondo è stato reso più snello e agile. Tra un’arrampicata rapida con le Lame, salti, attacchi rapidi, cambi subitanei di strategia ed armi, la possibilità di sfruttare le frecce di Atreus per aprire nuove vie… Ragnarök è al contempo più facile da navigare ma anche più interessante. Specialmente nelle fasi avanzate di gioco ci ritroveremo a dover ragionare un po’ su qualche freccia usare, quale attacco, quale catena di esplosioni e come piazzarla. Insomma, è un gioco action ma certi enigmi richiederanno un po’ di tempo, tentativi a vuoto e acuto spirito d’osservazione per venirne a capo. Un gioco, insomma, in cui l’esplorazione sarà praticamente sempre ricompensata con qualcosa di goloso. Che si tratti di qualche pezzo d’argento o di un mistico lago che esaudisce i desideri!
Ti pesto male
Non abbiamo di certo dimenticato i combattimenti, punto fondamentale dell’esperienza di God of War. Le basi su cui costuire, per Ragnarök, sono ovviamente quelle del prequel. Come già accennato avremo dunque a disposizione lame e asce praticamente da subito, con la possibilità di sbloccare diverse combo, potenziamenti e tecniche non solo per affrontare le diverse tipologie di nemico al meglio ma anche per concatenare certi effetti. Le Lame del Caos sono estremamente interessati sulla media distanza mentre l’ascia Leviatano è assai mortifera nel corpo a corpo. Per la lunga distanza dovremo accontentarci delle frecce di Atreus anche se, e non vogliamo anticipare troppo, potreste anche diventare un po’ più autonomi col passare delle ore.
Il sistema di incantesimi da incastonare in armi (gli attacchi runici) e armature (più lo scudo che possiamo usare attivamente), unite alle diverse abilità sbloccabili, sapranno combinarsi con effetti di danni di certi elementi o addirittura con effetti di stordimento anche su più nemici. L’interesse è evidentemente quello di caricare la furia di Sparta, la super di Kratos, per fare danni molto significativi. Furia che potrà anche essere indirizzata su un solo nemico oppure per curarsi durante i boss fight più complessi e punitivi. Tutti questi elementi andranno appresi e prendersi qualche minuto per leggere e comprendere le peculiarità di ogni potere ci darà un vantaggio. Ma anche realizzare che contro i nemici di fuoco l’ascia di ghiaccio è nettamente meglio delle lame di fuoco… in ogni caso Ragnarök espande in un certo qual modo la componente GDR ma senza esagerare, senza snaturare un titolo che è e rimane fondamentalmente un action.
Mi fermo ad ammirare il panorama
God of War Ragnarök su PC offre un colpo d’occhio davvero spettacolare, nonostante si tratti di un port di un gioco PS5. Ovviamente la versione PC porta avanti qualche miglioria tecnica più che benvenuta.
Le caratteristiche del PC includono tecnologia di upscaling, che garantisce un’integrazione completa con NVIDIA RTX Deep Learning Super Sampling (DLSS), AMD FidelityFX Super Resolution (FSR) 3.1 e Intel XeSS (Xe Super Sampling) 1.2, permettendo di utilizzare impostazioni grafiche superiori e risoluzioni di output elevate. Gli utenti possono godere della bellezza mozzafiato dei nove mondi attraverso panorami in widescreen, con supporto per il formato ultra-wide in 21:9 e super ultra-wide in 32:9. La personalizzazione dei controlli è facilitata dalla compatibilità con i controller wireless DUALSHOCK 4 e DUALSENSE, oltre a una vasta gamma di altri gamepad, insieme alla possibilità di personalizzare completamente i layout di mouse e tastiera. La tecnologia NVIDIA Reflex è integrata per garantire latenze ridotte, consentendo un gameplay più reattivo e la possibilità di eseguire combo più complesse. Inoltre, il feedback aptico e i grilletti adattivi offrono un’esperienza di immersione ancora maggiore durante l’esplorazione delle terre nordiche.
Sul nostro PC di test, centrato su Ryzen 7950XRD, RTX 3090 e 64GB di RAM il gioco gira tra i 60 e 80 fps, con giusto un pizzico di DLSS. Su schede video più moderne, come la serie RTX 4000 e la serie Radeon 7900 è anche possibile attivare la frame generation, per ancora migliori prestazioni.
I vari regni che visiteremo sono tutti profondamente diversi tra loro, offrendoci una gran varietà di biomi, architetture e situazioni. Ogni mondo sarà ben distinto anche da alcuni elementi di gioco, per cui in un mondo dovremo affrontare tempeste di sabbia, in un altro potremo sbizzarrirci alternando tra il giorno e la notte e così via. Ogni elemento visivo è nettamente migliorato rispetto al passato anche se il gioco usa ancora parecchie strettoie e caricamenti nascosti, un’architettura ereditata dalla versione PlayStation 4 del gioco. Ma non è solo il graficone a deliziare da un punto di vista tecnico: i cambi di prospettiva (e personaggio giocante) si fanno in modo del tutto naturale, con la camera che passa da un personaggio all’altro per mettercelo ai comandi, il tutto mentre una cut scenes in gioco ci racconta la storia e fornisce un reale motivo per il cambio di prospettiva. L’unica pecca sono certe animazioni facciali, specialmente nei personaggi meno importanti che risultano eccessivamente piatte e stonano invece con altre molto più espressive e convincenti. Per quanto riguarda l’audio, il doppiaggio è in italiano e di ottima fattura, i suoni surround sono molto coinvolgenti e la colonna sonora è epica al punto giusto ed è un fantastico complemento all’azione a schermo.
Spettacolare
God of War Ragnarök è un action avvincente, divertente e dalla durata molto più che soddisfacente che conclude questa parte delle avventure di Kratos ed Atreus in modo soddisfacente al 90%. Combattere durante il Fimbulwinter, affronatre il Ragnarök e scoprire di più su Atreus e Kratos è stato un gran piacere e con 32 ore di gioco sulle spalle abbiamo ancora molti collezionabili e boss fight da end game da affrontare. Ragnarök espande nel combattimento e l’esplorazione a sufficienza per rendere le cose intriganti, pur restando fermamente lo stesso gioco nell’anima. I fan di God of War, della mitologia norrena o generalmente degli action di ottima qualità non devono lasciarselo sfuggire.
Ci piace
- Storia e personaggi
- Combat system
- Esplorazione
- Buon port PC
- Valhalla incluso
Non ci piace
- Necessario collegare un account PSN
- Alcune animazioni facciali