Fire Emblem: Shadow Dragon & the Blade of Light

Scritto da il il Recensioni, 3 più
chiudi [x]

Fire Emblem: Shadow Dragon & the Blade of Light

Vi ritorna in mente quel retrogusto nostalgico ed epico dei primi videogiochi che avete avuto tra le mani quando eravate giovanissimi? Parliamo di quelle versioni a 8 bit o poco più, quelle manciate di colori e forme geometriche in grado di popolare il piccolo schermo di un Game Boy Color tornano ora sempre su Nintendo, ma sull’ultima versione della sua produzione di portatili, la Switch, con un revival di tutto punto e in grado di suscitare emozioni contrastanti.

Parliamo della nostra prova di Fire Emblem Shadow Dragon & The Blade of Light, il recupero di un titolo dal lontano 1990 diventato protagonista di una nuova uscita dal 4 dicembre.

Fire Emblem Shadow Dragon & The Blade of Light, il ritorno di fiamma

Se non sapete di preciso di quale titolo stiamo parlando, recuperiamo in breve qualche nozione: si tratta del primo titolo del famoso franchise di Nintendo alla volta delle gesta del principe Marth per recuperare Falchion, la spada sacra, e per l’appunto il Fire Emblem necessario per poterla impugnare e utilizzare. Tutto (o quasi) ruota attorno a questa spada, essendo l’unica arma con cui Marth potrà sconfiggere il suo nemico, Gharnef, e fare sì che torni la pace nel regno di Altea. Questa breve infarinatura della trama poggia però su parecchi capitoli, circa venticinque, in grado di mettere in luce i vari intrecci sviluppati poi nei successivi titoli.

Le basi però sono state poste in questi primi momenti di gioco, tra pilastri basilari e combattimenti, dopo aver posizionato le truppe e aver elaborato la propria strategia di attacco e difesa. Ricordiamo però che si tratta del primo titolo uscito per questa serie, dunque dovremo muovere il cursore sul campo di battaglia per spostare i propri soldati e scoprire terreni diversi, ciascuno con i propri bonus e malus per le truppe.

Rimaniamo in tema combattimenti, la parte principale di questo gioco: questi sono (purtroppo o per fortuna) gestiti in autonomia dalla CPU, lasciandoci senza alcuna possibilità di intervento e solo come spettatori della nostra stessa strategia, per capire quanto sia stata efficace oppure no. Siamo a rischio noia? Più o meno, ma considerate che in questo titolo abbiamo già la permadeath, un fondamentale aspetto del gioco che ci porta a eliminare definitivamente ogni eroe caduto in battaglia. In questo modo è facile rischiare di aver strutturato una strategia non più utile proprio a causa della improvvisa mancanza di questi personaggi, per via di una unione strategica appunto tra armi, caratteristiche delle classi e terreno di battaglia.

Tutto il sapore di un JRPG d’antan

Ricordiamo però che Fire Emblem Shadow Dragon & The Blade of Light rimane pur sempre un ottimo JRPG dalle classiche caratteristiche. Tra queste, gli immancabili potenziamenti delle classi di soldati, l’ottenimento di armi sempre più performanti, la caratterizzazione dei personaggi, una serie di tratti che hanno dato vita a una ulteriore commistione di generi in grado di tracciare il percorso da seguire per i prossimi titoli di successo duraturo nel tempo.

Dunque un classico senza tempo e sempre gradevole e godibile? Per gli appassionati di retrogaming e amarcord l’apprezzamento è decisamente alto. Forse un po’ meno per chi apprezza la grafica patinata e il comparto sonoro e tecnico all’avanguardia. Giocare oggi a questo titolo ci fa compiere un deciso balzo temporale di non poco conto, riscoprendo le peculiarità di una produzione di trent’anni fa ancora oggi in grado di rivelarsi attuale, proprio per i suoi “classicismi”, sia nelle tematiche, sia nelle meccaniche di gioco. Siamo stati in grado di riscoprire le radici di una storia che perdura nel tempo, e nelle generazioni di giocatori, con pochi elementi che sopravvivono identici e imperituri ancora oggi, ma il gameplay di allora risulta ancora adesso di immediata comprensione e ben strutturato, in grado di coinvolgerci senza particolari problematiche o spigolosità.

Non mancano però delle aggiunte per questa riedizione, interessanti e capaci di limare un po’ alcune difficoltà che il tempo ha indurito, come è fisiologico che sia nell’invecchiamento di un titolo. Tra queste, abbiamo apprezzato la funzione Rewind, per riportare indietro la partita di un certo numero di turni, per evitare di incappare nel permadeath senza alcuna alternativa, e l’introduzione dei segnalibri, meglio noti come i punti di salvataggio manuali e temporanei. Inoltre è stata inserita la possibilità di accelerare le attività compiute dalla CPU o scegliere di velocizzare solo alcune fasi del turno avversario, per rendere meno noiose e più veloci le varie sessioni in veste di “spettatori” che non sono sicuramente rare.

Il lato oscuro del primo Fire Emblem

Il ritorno di Fire Emblem Shadow Dragon & The Blade of Light per celebrare i trent’anni della serie vede la sola localizzazione in inglese che dà l’idea di essere un’operazione pensata per il mercato Americano, anglofono e in generale per i Paesi che possono avere facile accesso a questo idioma. L’elemento però che si potrebbe rivelare come un’arma a doppio taglio è la decisione di rendere disponibile il titolo solo per un periodo di tempo limitato, ossia fino al 31 Marzo, seguito dalla rimozione dal Nintendo eShop.

Una scelta abbastanza singolare, ma non unica: avevamo visto la stessa operazione attuata per Super Mario 3D All-Stars e che rimarca quanto Nintendo stia prendendo decisioni innovative, e magari non sempre accettate di buon grado dai giocatori, per quanto concerne le edizioni limitate digitali.

In conclusione

Fire Emblem Shadow Dragon & The Blade of Light rimane un revival decisamente interessante e gustoso, dal prezzo molto basso e che ci consente di giocare al primo capitolo di questa storica saga nella sua versione migliore e parzialmente rinnovata. Gli innesti nuovi non stridono con le grafiche e le concezioni d’antan di questo titolo ormai storico, pietra miliare della produzione Nintendo e immancabile nelle librerie digitali dei fan del genere JRPG. Un ritorno nel passato gradevolissimo, consigliato a chi è alla ricerca di un abbraccio caldo da parte della tradizione videoludica e a chi invece vuole riscoprire come tutto ebbe inizio nella saga di cavalieri e battaglie. Il fuoco dell’emblema rimane acceso senza timore.

Ci piace

  • Ritorno al passato nelle grafiche
  • Facilitazioni implementate per questa versione

Non ci piace

  • Alcune legnosità figlie dell'invecchiamento
  • Una operazione forse un po' troppo commerciale
4,5

Scritto da : Blondienerdie

Pad alla mano da 6 anni, ancora mi chiedo se Squall sia vivo o morto, ma comunque nella playlist Spotify trovi la colonna sonora di FF VIII e FF VII accanto a metal, Two Steps from Hell, Hans Zimmer e i Coldplay. Sed non satiata.

Nessun commmento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch