Dalle menti di Logic artists, creatori di Expedition: Conquistador, nasce Expedition: Viking, suo diretto sequel in esclusiva per la piattaforma PC. Disponibile dal 27 aprile, tramite Steam, Expedition: Viking è un peculiare RPG ambientato nel 790 d.C. durante il corso dell’espansione vichinga. Il periodo storico in questione è l’invasione della Gran Bretagna da parte di flotte norrene, con a bordo i possenti e muscolosi guerrieri del Nord nell’intento di razziare la terra natia dell’amata Regina Elisabetta. L’utente, leader del villaggio di un clan vichingo, è chiamato a comandare i compatrioti vichinghi alla conquista del regno inglese e del resto d’Europa. Sarebbe opportuno correggere l’appartenenza esclusiva al genere RPG, Expedition: Viking appartiene a quella fetta di indie strategici a stampo RPG che stanno approdando, in questi ultimi anni, sulla piattaforma PC.
Siamo gli eredi di un defunto capoclan di un villaggio di vichinghi, in cui bisogna sudare per acquistare la fiducia dei compaesani e prosperare fino alle dichiarazioni di guerra. Una prosperità che non fonda le sue radici nella mera conquista di forza, ma anche necessaria per la sopravvivenza nelle fredde lande del nord. Expedition: Viking è un titolo che basa la sua formula sulla scelta. All’inizio evidentemente non possediamo nulla, o meglio, l’utente non è un guerriero vichingo che proviene direttamente dal Valhalla e benedetto da padre Odino, con tanto di abilità divine e soprannaturali. Siamo un semplice cittadino che ha ereditato, per sua sfortuna o per sua fortuna, le redini di un intero villaggio. Mal visto dagli anziani consiglieri che rispettavano unicamente la figura paterna ormai deceduta, non è evidente scegliere le giuste caratteristiche del nostro alter ego vichingo. Ecco che la ponderazione e la scelta di prediligere determinate statistiche piuttosto che altre, durante la creazione, è di fondamentale importanza. Chi non conosce la serie Expedition si troverà in alto mare, bombardato da una marea di skill e statistiche non evidenti da apprendere. La customizzazione iniziale offre statistiche base tipiche del genere RPG, miglioramenti alle armi e numerose skill, citiamo anche le abilità “passive” da supporto al combattimento, al crafting, al farming, e via dicendo. Ponderate bene le vostre scelte, nel dubbio siate più generali ed equilibrati possibili…altrimenti potreste pentirvene dopo qualche ora di gioco.
Superata la fase di creazione il giocatore è catapultato istantaneamente nei pressi del villaggio Skjern. Il primo compito è quello di proteggerlo dal regno che lo governa, affermando la sua reputazione agli occhi dei Signori sovrani. I dialoghi ricordano molto gli RPG alla Pillars of Eternity o, più semplicemente, a un classico come Spellforce, in cui il giocatore sceglie diverse opzioni al fine di migliorare, o peggiorare, la propria reputazione e diplomazia, che subentrano come filo conduttori degli eventi futuri…a seconda del comportamento adottato è facile imbattersi in una battaglia imminente o in un’alleanza pacifica senza spargimenti di sangue.
Ed è proprio nelle battaglie che Expedition: Viking tira fuori il meglio di sé. Organizzate su diverse griglie esagonali, lo stile trae ispirazione da altri titoli. Sulla falsariga di Endless Legend, tuttavia senza un esercito di numerose truppe in un unico riquadro. I singoli personaggi sono in grado di spostarsi attraverso i riquadri esagonali colorati di verde, mentre quelli gialli sono irraggiungibili nello stesso turno e richiedono un’azione aggiuntiva. È importante esaminare molto bene il campo di battaglia, parimenti i nemici che lo popolano, essendo uno strategico a turni non particolarmente evidente da affrontare. Bisogna scegliere, con cura e con una certa perizia, l’ordine delle skill, quali alleati incantare e come fermare l’avanzata nemica. Altrimenti la morte è dietro l’angolo. Apprendere come ottenere un’offensiva devastante uccidendo piano piano le unità nemiche richiede tempo, e una buona dose di tattica. Oserei affermare uno stile strategico sulla falsariga di Fire Emblem, cercando di prevedere i movimenti dell’avversario ed evitare che i propri alleati soccombano. Insomma un campo di battaglia che si trasforma tranquillamente in una guerra di sopravvivenza fra clan. Appreso le meccaniche del combattimento e quali strategie adottare, spostarsi in tutta la mappa e procedere all’ascesa del potere non sarà poi così impossibile.
Insomma, un titolo non particolarmente semplice nella sua formula proposta. Bisogna sudare per adottare le giuste strategie o anche solamente a come intraprendere determinati dialoghi. La crescita del personaggio definisce le sue capacità in battaglia e non, e permette di prevedere sia il successo che la disfatta. Se avete già guardato la serie Vikings, vi renderete conto molto presto che questo è come se fosse ambientato in quell’universo. Un Vikings simulator? Da un certo punto di vista, la denominazione calza a pennello.
Ci piace
- Un vero e proprio Viking Simulator
- Battle system molto ben studiato
- L'ho già detto che ci sono i vichinghi?
Non ci piace
- A tratti frustrante
- Caotico per chi è alle prime armi
