Everest

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Everest

Ben oltre 15 ann fa lessi un libro dal titolo Aria Sottile. Il libro, scritto da Jon Krakauer (anche autore de Nelle Terre Estreme, da cui è anche stato tratto il film Into the Wild), narra della tragedia accaduta sull’Everest nel 1996, anni in cui un 8 persone persero la vita sulla montagna. Anni dopo lessi anche Lo Sherpa, il libro di Jamling Tenzing Norgay, figlio del primo sherpa a scalare la montagna nel maggio del 1953 assieme ad Edmund Hillary.

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Entrambi i libri narrano la stessa vicenda, ma da due punti di vista separati. In seguito vidi anche il documentario prodotto dalla IMAX, Everest, girato proprio durante la tragedia. Il 24 settembre, a parecchi anni di distanza, arriva nei cinema un nuovo film sempre intitolato Everest ma prodotto da Universal Pictures, Cross Pictures e Walden Media, che ripropone la vicenda. L’abbiamo visto oggi per voi.

Everest - Szenen - Climbing

Tratto da una storia vera

Per una volta tanto la frase “tratto da una storia vera” corrisponde alla realtà, visto che purtroppo quella gente sulla montagna è morta sul serio. Il film di Baltasar Kormakur si concentra sul gruppo di scalatori della Adventure Consultants capitanata dal neozelandese Rob Hall (Jason Clarke). I partecipanti alla spedizione vengono tutti da background differenti che condividono una grande passione per la scalata. EverestNel gruppo troviamo Beck Weathers (Josh Brolin), medico texano, Doug Hansen (John Hawkes), postino al suo secondo tentativo, Jon Krakauer (Michael Kelly), scrittore del libro Aria Sottile e giornalista per la rivista Outside e Guy Cottler (Sam Worthington), collega di Hall. Il film si apre con scenari mozzafiato che pian piano portano lo spettatore, assieme ai personaggi, a raggiungere il campo base dell’Everest. Qui il gruppo comincia ad acclimatarsi prima di partire per varie scalate d’allenamento e abbiamo tempo per conoscere un pochino meglio ogni membro della spedizione, sia coloro che tenteranno la scalata sia coloro che sono di supporto. Scopriamo quindi che la moglie di Hall (Keira Knightley) è incinta di una bambina, che Beck ha una relazione complicata con la moglie (Robin Wright) e che Krakauer, ligio al suo dovere di giornalista, pone domande ai suoi compagni di scalata. Una su tutte, la più importante è: perché tentare? Mentre i nostri si preparano al gran giorno sottoponendosi a scalate e allenamenti, scopriamo qualche dinamica del campo base. Nel 1996 la zona pullula di gente che vuole tentare la salita, gruppi di novellini e gruppi più esperti. Proprio in questo periodo Hall incontra un collega di un’organizzazione concorrente, Scott Fisher (Jake Gyllenhaal) che è capo spedizione della Mountain Madness. I due sono amici di lunga data e nonostante abbiamo stili diversi, decidono di collaborare per portare i rispettivi clienti in vetta 10 maggio. Quella mattina il tempo è ottimo e parecchi team lasciano il campo base per arrivare alla vetta a 8848 metri di altezza. La scalata procede senza incidenti gravi, anche se il gran numero di persone presenti sulla montagna causa non pochi grattacapi e ingorghi, specialmente in punti estremamente esposti e pericolosi. Alcuni arrivano in cima, altri no ma a quel punto le cose cominciano ad andare per il verso sbagliato visto che, a causa dei ritardi, alcune persone si trovano in vetta a pomeriggio inoltrato e che una terribile tempesta sta per abbattersi sulla montagna. Il resto della pellicola è un angosciante lotta per la sopravvivenza, in cui le sorti degli scalatori sono appese letteralmente ad un filo penzolante e sbattuto dai venti. La tensione è altissima, specialmente perché siamo ben consapevoli che i morti nella pellicola non sono usciti dalla fantasia di nessuno.

Everest - Szenen - Jason Clarke and Crew

Troppo difficile?

Everest è un film che tenta di comprimere in 2 ore una storia lunga e composta da persone reali. In un tempo così esiguo è difficile per il regista e gli attori farci capire bene motivazioni e speranze dei loro personaggi. Un esercizio complicato che rischia di riaprire vecchie ferite non del tutto rimarginate (che probabilmente non guariranno mai del tutto). Vent’anni possono sembrare molti eppure non è un tempo così lungo. I panorami incredibili del Tibet fanno da contrasto alla tragedia di queste persone che, trovatesi in mezzo a condizioni impossibili, devono fare scelte durissime. Abbandonare un compagno non più in grado di muoversi? Restare e condividerne il destino? Lungi dal poter giudicare le azioni di chiunque, alcuni scelgono di salvarsi, altri invece non abbandonano il proprio posto. È interessante sapere che le famiglie delle vittime, a lungo silenziosi riguardo la faccenda, hanno deciso di collaborare con i realizzatori del film per rendere giustizia ai fatti. Everest - Szenen - Jason Clarke and othersDopo anni di lavori, collaborando anche con il team IMAX che era sul posto per girare il documentario nel 96, Kormákur e i produttori sono riusciti a girare il film. Pellicola che logicamente si avvale di parecchio green screen dal momento che certe riprese sono impossibili da girare sul posto. Impensabili certe riprese, visivamente mozzafiato, della spedizione sull’Hillary Step o alla Cima Sud, ben piazzati nella cosidetta Zona Morta in cui ogni minuto avvicina il corpo umano alla morte per mancanza d’ossigeno e assideramento. Tutto il team che ha lavorato sul film sembra aver preso il proprio lavoro sul serio, dalla preparazione fisica al rispetto per la memoria delle persone coinvolte. E tuttavia, secondo la mia modestissima opinione, una storia come questa è troppo difficile da condensare in 121 minuti. Molto è andato perso a livello umano, i personaggi ridotti a alcune forzate e semplificate versioni di loro stessi per problemi di tempo. È anche molto probabile che la veda in questo modo perché ho letto i libri e che di conseguenza sia entrato in sala con aspettative troppo grandi. Cercando di mettere le cose in prospettiva, Everest è un film drammatico che riesce a catturarci sia per fotografia che per umanità. Il cast, composto da attori di talento, mi è parso molto azzeccato (fatta eccezione per Michael Kelly nella parte di Krakauer che non ho sentito davvero adatto al ruolo). Come sempre il problema è che, avendo letto il libro (anche se in questo caso è improprio dirlo, visto che Everest non è tratto dai libri di Krakauer, Tenzing o Weathers), ci si fa un’idea propria della storia. Insomma, per farla breve Everest è un film che ho visto con piacere, nonostante le sue limitazioni e le mie aspettative in gran parte dovute al fatto che sapevo già la storia. Se vi piacciono i film drammatici, tratti da storie vere e non avete letto i libri, andate a vederlo. Io lo riguarderò volentieri appena uscirà in bluray!

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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