Famicom Detective Club è un titolo molto vecchio nato più 30 anni per l’accessorio Family Computer Disk System, un lettore floppy disc proprietario che si collegava al Nintendo Famicom (il nome del NES giapponese, per intenderci). Emio -l’uomo che sorride: Famicom Detective Club è un grande ritorno per la storica serie e i lavori di sviluppo dedicati a questo terzo capitolo sono lodevoli. Basandosi sulle solide fondamenta dei remake dei primi titoli (The Missing Heir e The Girl Who Stands Behind, pubblicati nel 2021), Emio – L’uomo che sorride è un buon esempio di come si possa modernizzare con successo un franchise pur rimanendo fedeli alle sue storiche e vecchie radici.
Un Thriller poliziesco dalle cupe note…
La trama vede come protagonista lo stesso giovane detective, ormai 19enne e non più adolescente, a cui viene affidato il compito di risolvere un caso sinistro, quasi soprannaturale. Si interagisce con il mondo attraverso una serie di prompt presenti in un piccolo menu di comandi, mediante i quali il giocatore deve risolvere i misteri a cui va incontro. Si tratta di una visual novel nel senso più classico nel termine che non rispecchia i più moderni Ace Attorney o Danganronpa. All’inizio ci vuole un po’ per abituarsi, ma è un sistema incredibilmente gratificante una volta che ci si prende la mano. Ogni scena è effettivamente un piccolo puzzle, che richiede la giusta combinazione di comandi per progredire.
Emio – The Smiling Man è più intuitivo e coinvolgente rispetto ai remake dei suoi predecessori. The Missing Heir e The Girl Who Stands Behind sono titoli decisamente più lenti e richiedono maggior tempo per risolvere gli enigmi, in particolar modo nelle prime ore di gioco. Al contrario dei predecessori, il terzo capitolo accende la trama fin dal principio e mantiene alti ritmi per quasi tutta la durata della campagna. La narrazione inizia con uno scolaro trovato morto, apparentemente strangolato, con un inquietante sacchetto di carta su cui è disegnata una faccina sorridente posizionato sulla sua testa. Ben presto diventa evidente che questo caso è inestricabilmente legato alla leggenda metropolitana di Emio, un assassino che indossa un sacchetto di carta e che si pensa prenda di mira le studentesse in lacrime, e a una serie di omicidi simili irrisolti di 18 anni prima. All’indagine si unisce Ayumi Tachibana, un’altra dipendente dell’agenzia investigativa con la quale il giocatore potrà passare anche, occasionalmente, alla prospettiva della medesima. Beninteso, vi è un ampio cast di personaggi secondari eterogenei tutti magistralmente caratterizzati. La trama, nel suo complesso, è il cavallo di battaglia di questo capitolo che offre un thriller cupo ben articolato, lasciando una suspense fino a praticamente i titoli di coda a compimento della campagna. Per mantenere questo alto livello di narrazione si è optato per una trama lineare e vi è poca esplorazione delle scene. Linearità che riduce, inevitabilmente, le possibilità di integrazione lasciando escludere che la trama possa districarsi in più ramificazioni della medesima.
Lato artistico e grafico il character design dei personaggi è ben concepito e si nota la perizia del team di sviluppo dietro a questo terzo capitolo. Gli sfondi con cui potremmo interagire sono pieni di dettagli in movimento rendendoli vivi e graficamente appaganti.
Più sottotono, invece, è la colonna sonora, la quale risulta, dopo pochi istanti, già esaustivamente ripetitiva. Inoltre, su una console come Nintendo Switch la completa assenza del touch screen rende meno fluida l’interazione con le varie scene in modalità portatile. Un vero peccato perché il titolo si porrebbe molto bene con il pieno un’interfaccia che supporta il tocco. Nintendo, quindi, aggiunge tra gli ultimi giochi di Nintendo Switch una visual novel di qualità che non deve mancare nella libreria degli amanti del genere.
Ci piace
- Character design e ambientazione molto ben costruiti
- narrazione di alto livello
- un classico che non teme l'età...
Non ci piace
- ...ma il supporto al touch screen, vista la natura ibrida di Switch, non sarebbe guastato
- colonna sonora un po' sotto tono