Destiny

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Destiny – L’oscurità dal Profondo

Uscito da poco più di una settimana il primo DLC del FPS di Bungie che ha fatto parlare di sé in bene o in male, Destiny: L’oscurità dal Profondo non è stato in grado di risolvere le controversie che hanno e stanno dividendo tutt’ora i suoi giocatori. Il contenuto aggiuntivo mi ha lasciato l’amaro in bocca e più che un’espansione poteva passare tranquillamente per un corposo aggiornamento gratuito; un sentimento condiviso da molti altri utenti rimasti delusi dalla quantità e soprattutto dalla qualità. Infatti, la mancanza quantitativa è solo una delle lacune che affliggono il DLC in questione, il suo problema centrale rimane quello del gioco principale: la ripetitività e l’inevitabile sensazione di déjà vu dove gli elementi siano stati ancora una volta riciclati per ridurre i costi di sviluppo, o per pura e semplice pigrizia. Ma procediamo con ordine e diamo un’occhiata a quello che il DLC apporta alla storia principale (un po’ scarna) e le conseguenti missioni/assalti.

L’espansione si incentra sulla figura di Eris Morn, unica sopravvissuta a una spedizione alla ricerca del temibile mostro Crota. Questa riesce, contro ogni aspettativa, a sfuggire all’oscurità della Bocca dell’Inferno tornando successivamente sulla Torre alla ricerca di alleati e per informare i guardiani dei piani di invasione del dio dell’alveare. Sebbene la narrazione attraverso le nuove missioni abbia subito alcune migliorie e sia meno avida di informazioni e particolari, le tre nuove missioni della storia principale sono probabilmente l’elemento più debole di Destiny: L’oscurità dal Profondo. Queste quests sono difatti molto corte presentando poche aree nuove, un abusato backtracking di missioni viste e riviste nel gioco di base e riproponendo gli stessi nemici già precedentemente affrontati, ma in taglie differenti (come se il riciclaggio dell’Hydra come Templare e Custode nella Volta di Vetro non fosse già bastato). Apprezzabile invece l’aumento di difficoltà sebbene l’impressione generale sia un incremento artificiale: più nemici, con più hp e maggiori danni. Una volta terminate queste tre missioni si sbloccheranno due assalti inediti (uno in esclusiva per i possessori di una PS3/PS4) e il nuovo raid, La Fine di Crota. Da notare come il matchmaking manchi tutt’ora per la missione settimanale, il Cala la Notte e l’incursione.

Il raid è indubbiamente il motivo principale, se non l’unico, per cui valga la pena acquistare il primo DLC di Destiny (siano lodati le incursioni che salvano in corner il titolo di Bungie). Come la Volta di Vetro, anche La Fine di Crota è fonte di sprono per un continuo aumento di livello e di abilità dei giocatori. Il level design è geniale e unico rendendo l’esperienza incredibilmente appagante per i giocatori che si avventureranno nell’oscurità e riusciranno a sormontarne le difficoltà e rivelarne i misteri. Non dimentichiamo inoltre le favolose ambientazioni e musiche del raid che riescono a trasmettere forti emozioni e tenere alta l’adrenalina per tutta la durata dell’incursione. La Fine di Crota assicura ore di divertimento, frustrazione (siano maledetti i bug e il loot system completamente RNG) e gioie alla pari di quelle che la Volta di Vetro ha saputo offrire al pubblico. Personalmente ho trovato questa nuova incursione molto più complessa della Volta di Vetro a livello 30, e in preparazione alla Fine di Crota in modalità difficile in arrivo per Gennaio 2015, rappresenta anche l’unica motivazione per portare il mio pg a livello 32. Non c’è che dire, senza i raids Destiny perderebbe indiscutibilmente gran parte, se non tutto, il suo carisma.

Passiamo ora a quelli che sono i cambiamenti nelle meccaniche di avanzamento di livello e potenziamento dell’armamentario. Qui purtroppo si ritorna in note negative. I cambiamenti nelle meccaniche di livellamento sia di armi che di armature non hanno mancato a infuocare le discussioni tra i giocatori di tutto il mondo. A sentirsi danneggiati sono sicuramente i fans e i players più assidui del FPS di Bungie. Con il DLC l’armamento esotico e leggendario ha ricevuto un upgrade non di poco conto: aumentati i danni delle armi e la difesa dei singoli pezzi dell’armatura. Sfortunatamente le vecchie armi e armature ottenute fino ad ora non hanno avuto lo stesso onore, rendendole obsolete e inutili nelle sezioni più difficili del gioco. Bungie ha ben pensato di permettere l’upgrade del vecchio armamento esotico presso Xur al costo di un frammento esotico, ma con una piccola sorpresa. L’upgrade azzererà infatti i perks e l’esperienza necessaria per sbloccarli, nullificando di fatto moltissime ore di gioco e rendendo futili i materiali spesi precedentemente per potenziare parzialmente o totalmente l’arma/armatura in questione. Chi ha potenziato al massimo la Rompighiaccio, il Gjallarhorn o l’Aculeo sa di quante ore di gioco sto parlando, senza contare la sudata armatura della Volta di Vetro resa completamente inutile con l’uscita di quest’espansione. Il passaggio dal level cap 30 al 32 poteva e doveva essere gestito decisamente in modo migliore rendendo il passaggio di livello, e quindi l’esperienza di gioco, decisamente più appagante.

Tengo inoltre a sottolineare che per coloro che non hanno acquistato Destiny: L’oscurità dal Profondo, le missioni settimanali (come ad esempio il Cala la Notte) o giornaliere non saranno disponibile qual ora queste facessero parte del DLC. Sotto questa luce l’espansione diventa un vero e proprio paywall e Destiny rivela quella faccia che molti giocatori hanno dimenticato di questo titolo: un FPS che è stato influenzato da elementi di GDR ma che alla base resta un MMO. Chi dice MMO dice cannone mensile, ed è purtroppo questa l’impressione data da Destiny: L’oscurità dal Profondo. La ventina di franchi (quarantina per la season pass) che si devono sborsare per quest’espansione (troppi per quello che è il contenuto effettivo) sono di fatto il canone mensile, ma presentato diversamente e sotto nome di DLC. Peccato, gli elementi per far ricredere gli scettici di questo sparatutto c’erano o ci potevano essere con un po’ d’impegno. Purtroppo l’esecuzione è stata ancora una volta imprecisa e pigra. La domanda che molti ora si pongono (e anche Bungie dovrebbe) è se Destiny sarà o meno in grado di sopravvivere 10 anni se l’unico punto di forza è rappresentato dalle incursioni, che diciamocelo, sono uno dei pochi motivi per cui si dovrebbe continuare a sostenere questo titolo.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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