Deadlight: Director’s Cut

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Nonostante gli anni che passano, la passione per i morti viventi non sembra scemare: serie televisive, fumetti e videogiochi continuano a proporre vicende che ruotano attorno a zombie famelici e a un manipolo di sopravvissuti in fuga. Deep Silver sembra essersi specializzata nel genere e annovera diversi titoli dedicati ai non morti, fra cui questo Deadlight Director’s Cut. Come il nome lascia trasparire, si tratta della riedizione di un’opera già uscita nel 2012, apprezzata dai giocatori e addirittura decorata con il premio BAFTA, come miglior primo gioco di Tequila Works.

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Every bloody zombie-day

Deadlight Director’s Cut narra le gesta di Randall Wayne, un sopravvissuto in un mondo ormai conquistato dalle ombre – così sono chiamati gli zombie nel gioco – che cerca di ritrovare moglie e figlia. Randall è un uomo forte e atletico, il cui passato da guardia forestale lo aiuta a sopravvivere nel mondo alla deriva. Il suo diario permette anche di capire che, dietro un aspetto da duro e un’indimenticabile voce roca, Randall nasconde in verità un animo sensibile e un carattere riflessivo.
All’inizio dell’avventura Randall viene separato dal gruppo di sopravvissuti di cui fa parte e dunque è costretto a dover attraversare Seattle da solo, nel disperato tentativo di ritrovare i suoi compagni e i suoi cari. La sua odissea lo porta a affrontare non solo zombie, ma anche trappole, strani personaggi e gruppi di umani assai più pericolosi di ogni altra minaccia. Inoltre, Randall vive talvolta degli incubi, che sembrano volergli far capire qualcosa. Come avrete ben immaginato, la storia di Deadlight Director’s Cut è cupa e disperata, ma propone comunque un bagliore di illusoria speranza alla fine dell’avventura.

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Prince of The Deads

Le meccaniche di Deadlight Director’s Cut ricalcano quelle del primissimo Prince of Persia o di Flashback: il giocatore si ritrova dunque a correre, saltare, arrampicarsi e rotolare in livelli ricchi di piattaforme, ostacoli e trappole. Il completamento di una zona non richiede soltanto buoni riflessi e precisione, ma anche un minimo di immaginazione per trovare segreti o risolvere semplici enigmi, come attivare macchinari, togliere la corrente o spostare oggetti in modo da poter raggiungere aree altrimenti inaccessibili. Con il procedere del gioco, Randall può inoltre usufruire di un’ascia, una fionda, una pistola e un fucile a pompa da utilizzare sia contro le ombre, che per risolvere alcuni enigmi. La difficoltà di utilizzo delle armi più efficaci e il numero di munizioni limitato vi spingono comunque a evitare i combattimenti e piuttosto a fuggire, facendo sempre attenzione a non affaticare troppo Randall. Il nostro eroe dispone infatti di una barra di energia e di una di resistenza, che limita le sue azioni e lo costringe a riprendere il fiato quando è consumata. Il gameplay di Deadlight Director’s Cut è estremamente punitivo e pagherete con la morte ogni errore; al contempo i livelli che compongono le tre missioni principali della storia sono brevi e dunque sarete difficilmente frustrati dalle continue morti. Peccato però che questa dinamica tenda a rendere il gioco molto frammentato!

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Deadlight Director’s Cut propone qualche novità rispetto all’edizione originale. Per prima cosa, una volta finita l’avventura, il gioco attiva un modo incubo: il gameplay resta sostanzialmente lo stesso, con l’unica differenza che tutti i checkpoints all’interno di una zona vengono rimossi. Insomma, gli sviluppatori hanno profuso il minimo sforzo in questo modo di gioco. Come seconda novità, Deadlight Director’s Cut vanta un modo sopravvivenza in cui il giocatore si ritrova all’interno di un ospedale e deve resistere il più a lungo possibile all’assalto di ombre che sbucano da tutte le parti. L’aggiunta è carina, ma troppo ripetitiva per via dell’unica zona proposta da Tequila Works. Neppure la possibilità di mostrare le vostre capacità di sopravvivenza in una classifica generale riuscirà a trattenervi a lungo in questo modo di gioco. La terza novità di questa edizione è la possibilità di trovare tre mini giochi arcade nascosti nell’avventura principale: nonostante la buona volontà degli sviluppatori, anche queste aggiunte restano semplicemente aneddotiche. Infine, come in ogni edizione Director’s Cut che si rispetti, potreste scoprire dei bonus: bozze, video e altri contenuti che vi daranno un’idea del lavoro creativo compiuto da Tequila Works.

La morte li fa belli

Deadlight Director’s Cut propone una grafica in 3 dimensioni – ma le meccaniche di gioco ne usano sempre soltanto due – globalmente di buona fattura e piuttosto dettagliata. Il sapiente miscuglio di luci e ombre trasmette un senso di oppressione ben adattato al gioco, anche se a volte il tutto è un po’ troppo scuro e non vedrete in tempo una trappola o una piattaforma, andando incontro a morte sicura. Qualche virtuosismo tecnico è ben visibile nell’integrazione di effetti speciali, che rendono per esempio ancor più surreali i sogni. Pure i filmati d’intermezzo sono degni di nota, grazie all’utilizzo di immagini in stile cartoon che narrano il progredire della storia. Per questa edizione Director’s Cut, la grafica è stata leggermente migliorata rispetto al passato, senza però essere stravolta completamente. Infine, suoni e musiche si attestano su buoni livelli, con una nota particolare per le voci e la recitazione in inglese, di ottima fattura.

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Il giorno dopo il giorno del giudizio

Deadlight Director’s Cut soffre un po’ di chiari e scuri. Da un lato, il gioco è certamente gradevole da giocare, l’estetica si attesta su buoni livelli e il tutto vanta una cura per il dettaglio non indifferente. Prendetevi per esempio il tempo di leggere il diario: scoprirete che la storia è ben più ricca che quella narrata nei filmati e nel gioco stesso. Dall’altro lato, non tutto è perfetto. I controlli non sono sempre precisi e domandano soprattutto di abituarsi a una certa inerzia. Nonostante il gameplay punitivo, il gioco è troppo corto e lo finirete une prima volta in sole 4-5 ore, trovando per giunta quasi tutti i segreti nascosti; per questo prezzo ci si poteva aspettare per esempio l’aggiunta di nuove avventure, al posto del presto noioso modo sopravvivenza. La brevità della vicenda rende anche difficile sviluppare dell’empatia per gli altri sopravvissuti e alla fine la loro sorte non vi interesserà poi molto. La storia è abbastanza scontata e, dopo aver visto o letto decine di opere dedicate agli zombie negli ultimi anni, difficilmente ne sarete sorpresi (soprattutto se siete appassionati di The Walking Dead e dell’esagerato Crossed, ben più originali).
In conclusione, Deadlight Director’s Cut merita di essere giocato assolutamente se siete fan di zombie o se sentite la mancanza di un Prince of Persia vecchio stile, sebbene il titolo qui discusso sia molto più facile. Se però già avete giocato l’originale nel 2012, pensateci bene prima di comprare l’edizione Director’s Cut: il lifting e le novità poco interessanti potrebbero non bastare per giustificarne l’acquisto.

 

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Ci piace

  • Meccaniche originali
  • Estetica riuscita
  • Il diario di Randall

Non ci piace

  • Troppo breve
  • Livelli troppo frammentati
  • Nuovi contenuti poco convincenti
4.75

Scritto da : Mauri

Si occupa di tante cose legate al mondo dei videogiochi: game dev, insegnamento di programmazione e game design, il Swiss Game Center e così via. E ogni tanto Dave lo incastra per scrivere su joypad!

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