Crackdown 3

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Crackdown 3

Ed eccoci qui finalmente a parlare di Crackdown 3. Dopo una lunga gestazione, i continui rinvii e il cambio degli sviluppatori, finalmente il gioco viene rilasciato a tutto il pubblico e si aggiunge alla lunghissima lista di titoli dell’Xbox Gamepass. Noi abbiamo avuto modo di provarlo nel dettaglio e questa è la nostra recensione.

Quack Quack Motherducker!

La prima cosa che salta subito all’occhio dopo i primi minuti di gioco è uno stile grafico rimasto pressochè invariato dai vecchi titoli della serie (e se vogliamo anche datato), tant’è che la nostra impressione è stata più quella di trovarci davanti un remake del primo capitolo, in 4K e con l’HDR, piuttosto che un rivoluzionario nuovo titolo della serie (ma detto tra noi ce l’aspettavamo, dopo i parecchi rinvii del gioco). La mappa di gioco è vasta e si sviluppa molto sulla verticalità, componente che noteremo fin da subito balzando di palazzo in palazzo, alla ricerca di potenziamenti, armi devastanti e quant’altro, per “riportare l’ordine con il caos”. Da questo già si denota il grande dinamismo e la frenesia che ha sempre contraddistinto la serie di Crackdown.

Il gameplay

Di base il gioco è lo stesso degli altri titoli della serie. Uno sparatutto frenetico (in 3° persona) con l’auto mira, che gira attorno al “potenziarsi il personaggio” raccogliendo i globi sparsi per la città (tipo quelli dell’agilità) o erogati a seconda dell’azione compiuta (tipo quelli del corpo a corpo o delle armi esplosive, ecc). La storia (che parte a bomba un colpo di scena iniziale) alla fine, gira e rigira, è sempre la stessa… ovvero ripulire la città dai cattivoni, in questo caso la TerraNova, un’organizzazione governativa composta a sua volta da 3 fazioni, ognuna a capo di specifici settori della città.

Purtroppo qui dobbiamo dire che questo nuovo nemico e se vogliamo l’intera produzione pecca nell’identità estetica, che purtroppo non riesce a migliorare nemmeno con la presenza del mitico attore Terry Crews che, da protagonista di questo capitolo della serie, risulta essere una semplice presenza visiva. Qui già si denota una grande differenza rispetto ad un altro titolo a nostro parere simile in fatto di frenesia, distruzione e “cazzeggio”, ovvero Saints Row (almeno quello faceva ridere). Il dinamismo di Crackdown 3 è ben costruito e la grandiosa agilità del protagonista, in accoppiata con l’azione frenetica, danno al gioco un ritmo inarrestabile ma chiaro. Abbiamo trovato spassoso poi utilizzare l’armamentario che ci viene proposto da questo titolo, trovandolo però non molto originale. E sempre parlando di originalità mancata, le attività che svolgeremo nel gioco SONO SEMPRE LE STESSE, condividendo spesso lo stesso compito (come liberare avamposti o conquistare punti di controllo), facendo si che dopo poche ore di gioco la noia e la monotonia ci assalga prepotentemente.

Oltretutto, senza che ve ne sarete accorti, avrete già completato buona parte delle attività del gioco, tralasciando i collezionabili ovvero la ricerca delle sfere nascoste e dei personaggi aggiuntivi. In poche parole, il gameplay di Crackdown 3 è sempre lo stesso degli altri tioli della serie, afflitto da gli stessi problemi, dalla sua solita monotonia che non lo fa spiccare come dovrebbe, come un vero e proprio seguito della serie. Risulta essere carente di nuovi contenuti e originalità che avrebbe potuto slanciare la serie e dargli quell’aria di freschezza che, dopo svariati anni, il titolo aveva necessariamente bisogno.

Il multiplayer

Dopo aver parlato della campagna single player (o co-op fino a 2 giocatori) di Crackdown 3, possiamo parlare del multigiocatore, un vero e proprio gioco a parte (in digitale proposto tra l’altro separatamente dalla campagna). Zona di Demolizione è il nome di questa modalità che ci propone, per ora, solo 2 categorie alle quali è stato applicato il tanto discusso concetto della distruttibilità ambientale. Peccato che la realizzazione effettiva di questo concetto non sia la stessa che ci è stata mostrata dai parecchi video che abbiamo potuto visionare in questi anni. Ci venivano infatti mostrata una struttura interna dell’edificio con tanto di stanze e aree attraversabili unicamente distruggendo parti dello scenario. Peccato che la realtà delle cose è ben altra, tant’è che le varie strutture non sono altro che involucri perlopiù vuoti.

Gli effetti particellari sono estremamente semplificati rispetto a quelli che abbiamo visto nei video mostratoci in questi anni e si denota anche una mancanza di peso nei detriti che inevitabilmente va a ridurre il fattore spettacolarità nei momenti distruttivi. In fine il design della mappa risulta essere ancora più sintetico e asettico rispetto a quello della campagna, ma anche più vuoto e spento, dove l’unica nota positiva la si trova nella sempre presente costruzione verticale del gioco, piena di trampolini e rimbalzelli in grado di trasmettere libertà al giocatore. In precedenza abbiamo parlato di 2 modalità di gioco. La prima prende il nome di Cacciatore di Agenti, l’altra Territori. La prima è una sorta di Uccisione Confermata di COD, dove dovremo raccogliere le piastrine lasciate dai cadaveri dei nemici sconfitti. Nella seconda dovremo conquistare delle aree per collezionare punti. Nulla di nuovo quindi. Non è presente una progressione del personaggio e le mappe giocabili, per il momento, sono solo 3, in cui non è nemmeno possibile invitare i propri amici. Quindi, in definitiva, la parte in cui tutti speravano e credevano fosse la più forte del tiolo risulta essere la più debole.

Il comparto tecnico

Che dire rispetto a quanto già detto… il comparto tecnico di questo gioco è uno dei fattori più negativi di questo titolo. È vero che si nota l’HDR e su Xbox One X il gioco gira in 4K ma a 30 fotogrammi al secondo, che in questo genere di giochi, strettamente improntati sulla velocità, si sentono parecchio. Ma il grande problema è la modellazione poligonale, che non raggiunge assolutamente gli standard odierni a cui siamo abituati e non riesce a mascherare i tanti anni di sviluppo sulle spalle.

In definitiva

Crackdown 3 è il solito Crackdown, ovvero uno sparatutto frenetico che presenta un comparto tecnico arretrato e che non ha saputo osare sui nuovi contenuti, rimanendo radicato a gli schemi classici di questa serie. Quello che può apparire a prima vista è più un rifacimento del primo che un vero e proprio seguito. Il gioco di per se può essere anche divertente ma la mancanza di nuovi contenuti e la ripetitività delle cose che si possono fare in gioco si fanno sentire e fanno si che ci si stanchi dopo non molto tempo. In oltre la tanto osannata modalità multiplayer risulta essere più sottotono di quello che sembrava, non riuscendo a valorizzare la distruzione ambientale che tutti ci aspettavamo di trovare. Rimane comunque un buon titolo presente nella libreria di giochi dell’Xbox Gamepass ma sicuramente non vogliamo consigliarvelo a prezzo pieno.

Ci piace

  • Tante armi e tanta frenesia
  • Puoi usare Terry Crews
  • È compreso nell’Xbox Game Pass

Non ci piace

  • Tecnicamente arretrato e poco originale
  • Monotono e noioso dopo poche ore di gioco
  • Il multiplayer è una grande delusione
3.5

Scritto da : Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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