Cloud Gardens

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Cloud Gardens

Cloud Gardens è un piccolo capolavoro dai toni postapocalittici, misterioso e magico allo stesso tempo. Sviluppato ed edito dallo studio noio, tutti gli elementi che lo compongono sono curati nel minimo dettaglio, regalandoci dunque un’immersiva esperienza sinestetica.

Partendo dal presupposto che il gioco sia ancora in accesso anticipato, possiamo comunque farci un’idea abbastanza chiara di cosa ci aspetterà una volta che lo sviluppatore Thomas van den Berg deciderà di raccogliere i feedback della comunità di videogiocatori e apportare le necessarie modifiche a questo piccolo angolo di pace nel mondo videoludico.

Un giardino nel cielo

Malgrado non vi sia una traduzione italiana del gioco, non è in realtà necessaria. Non vi sono dialoghi e il poco testo scritto presente è comprensibile. Da come si può dedurre dal titolo, l’esperienza di gioco si basa sulla creazione di piccoli giardini immersi in una nebbia quasi onirica. Per ora il videogioco consiste in quattro mondi (autostrada, discarica, zona urbana e serre) dai toni post-apocalittici, in cui diversi tipi di piante hanno la possibilità di crescere e impadronirsi di città abbandonate. Per superare il livello occorre far fiorire differenti semi, che andranno a riempire un indicatore. Per fare ciò occorre sistemare strategicamente non solo le piante ma anche gli elementi dell’ambiente circostante, così che i semi possano espandersi fra vecchie discariche abbandonate e le carcasse vuote di alcuni edifici. Inoltre, i piccoli giardini nel cielo possono essere visti da tutte le angolazioni possibili, permettendo dunque un’infinità di combinazioni per il superamento del livello.

Il gioco è diviso in modalità campagna (per ora limitata alla metà dei mondi pensati per la versione definitiva) e la modalità sandbox che permette ai giocatori di creare i propri livelli abbandonati.

Per ora Cloud Garden è piuttosto povero a livello di storia. Ciò che succede, o sia successo, lo possiamo dedurre dal poco che ci circonda; la storia non è il pezzo forte di quest’opera. Non sappiamo se cambierà qualcosa a livello narattivo all’uscita della versione completa del gioco, ma vi terremo aggiornati.

Soli al mondo

L’ambiente di gioco è totalmente immerso in tonalità pastello che aiutano a conferire al gioco non solo un’aria misteriosa, ma anche una sensazione di calma e di tranquillità… E solitudine. Questo feeling di vuoto cosmico è anche dato dall’immagine minimale che ci si presenta davanti a qualsiasi momento del gioco: siamo presenti solo noi, il nostro piccolo terrarium e un piccolo telefono che ci permette di creare i nostri amati semi da piantare. La quasi monotone composizioni a pianoforte che accompagnano il gioco permettono una profonda immersione nel mondo di Cloud Gardens. La grafica è costruita con uno stile pixelart molto dettagliato, piacevole agli occhi. La nebbia che avvolge i vari livelli non appare mai pesante malgrado la sua massiccia presenza. Da bravo puzzle game inoltre è particolarmente bravo a non dimostrarsi console-friendly, escludendosi dunque ad un possibile target di giocatori amanti degli indie presenti ad esempio su Switch.

Cloud Gardens è dunque, in poche parole, un’esperienza sensoriale che ci permette di mettere alla prova il nostro ingegno per far fiorire dei piccoli giardini in un mondo post-apocalittico diverso da ciò che siamo solitamente abituati. Tutta questa quiete potrebbe non essere adatta a tutti. Eppure, secondo noi, Cloud Garden potrebbe essere una splendida esperienza. Vi consigliamo dunque di uscire dalla vostra comfort-zone e immergervi completamente in questo videogioco indie. Per la sua uscita definitiva speriamo di poter contestualizzare almeno un pelo in più l’intero universo di Cloud Gardens. Inoltre, sarebbe davvero bello vedere una versione per VR per un gioco del genere. Punteremmo davvero di più sulla totale immersione priva di stimoli esterni che un visore potrebbe portare.

Ci piace

  • Pace dei sensi sottoforma di puzzle-game
  • Possibilità di ampliarsi verso la realtà virtuale

Non ci piace

  • Storia quasi o totalmente asssente
  • Meccaniche non console-friendly
5

Scritto da : Giulia Da Costa

Conosciuta anche come Duckie, Giulia è una redattrice appassionata di indie e studentessa di Media Management.

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