Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon

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Bayonetta Origins: Cereza and The Lost Demon

Chi ha giocato a Bayonetta conosce che il personaggio è molto simile a Dante di Devil May Cry, per carisma e giusta dose di stravaganza tipicamente giapponese. Tuttavia, Bayonetta, alias Cereza, non è sempre stata così. Il carattere cucito attorno alla famosa strega di Umbra nasconde un passato fatto di crescita, perdita e anche di una certa debolezza, per inciso giusto per il fatto di appartenere nella categoria delle streghe rinnegate. Ed è proprio con questo spin-off che Platinum Games racconta di una Bayonetta indifesa, insicura e alla ricerca di un metodo per salvare la propria madre da un destino che sembra, ormai, segnato.

La vicenda inesplorata di Bayonetta è raccontata in Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, titolo uscito poco tempo fa in esclusiva su Nintendo Switch, nel quale vi sono narrati i tratti di un carattere nascosto di uno dei personaggi più carismatici del genere action. Si tratta, in breve, di una storia che dipinge una giovane Cereza che combatte i propri “demoni” interiori; una strega alle prime armi pronta a tutto per venire in soccorso a sua madre. Questo spin-off mette dunque da parte la solita azione selvaggia (allo stesso tempo elegante e danzante), lasciando spazio ad un’avventura più tranquilla, stilisticamente ricca e dai tratti infantili e commoventi. Insomma, il giocatore sarà confrontato con una Bayonetta vista sotto un’altra luce, apprezzandola in tratti caratterialmente più profondi del personaggio che, visto nei primi tre capitoli principali, potrebbe quasi passare per un carattere superficiale e incline al puro divertimento assai sadico.

Da impavida strega a adolescente impaurita

L’avventura della giovane Cereza nasce dalla scomparsa della madre, la quale è stata imprigionata dalle Streghe di Umbra per la relazione proibita intrattenuta con un Saggio di Lumen. Cereza, figlia di un amore proibito e frutto di un crimine d’onore, è quindi trattata come un’emarginata ed è spedita presso Morgana, strega altrettanto poco apprezzata dal Clan delle Streghe di Umbra. Nei pressi della foresta di Avalon, Morgana allena Cereza alle arti magiche oscure, e da esse la piccola apprende l’evocazione demoniaca grazie all’intrinseco potere che si nasconde nei suoi capelli, fonte di magia di ogni Strega. Si tratta di un’avventura intrisa di mitologia irlandese, dove le fate hanno intrappolano un’adolescente Cereza nella labirintica Foresta. Dopo una campagna della durata di circa 15 ore, la trama è sì, intensa, ma lascia un po’ di dispiacere nelle ultime battute di gioco, poiché la storia tronca un passato caratterizzato da traumi che non ci si aspettava da un personaggio come quello di Bayonetta. Si tratta, in altre parole, di una vicenda che racconta la fase di passaggio da adolescenza alla maturità: incentrata sul punto di svolta del personaggio. Punto di svolta caratterizzato dall’apprendimento del vero potere della stregoneria, che metterà a dura prova i problemi di insicurezza di Cereza. Cereza sembra provenire da un universo alternativo, e non assomiglia per nulla alla strega adulta e carismatica dei titoli principali.

 

Ciò che salta subito all’occhio in ambito gameplay è il cambiamento di prospettiva. Dall’action in terza persona, la visuale passa ora a quella isometrica in terza persona con vista dall’alto. Ma non solo, in Bayonetta Origins il giocatore potrà non solo controllare la famosa strega, bensì, contemporaneamente, il suo peluche di pezza Cheshire il quale prende vita grazie a un demone evocato dalla stessa. In breve, i movimenti di spostamento e le azioni di Cereza sono concentrati verso il lato sinistro del controller, mentre Cheshire in quello destro. All’inizio potrà sembrare un approccio caotico, ma una volta presa la mano il giocatore sarà in grado di destreggiarsi tra i due personaggi con facilità. I controlli infatti sono abbastanza intuitivi, e rimangono pressocché identici per tutta l’avventura principale, senza ulteriore complicazione dei comandi. Insomma, quello che si apprende nei tutorial iniziale resta, in gran parte, immutato per tutta la campagna. Si impara dunque a usare uno dei due personaggi per muovere una parte dell’ambiente, o per bloccare un nemico in modo da permettere all’altro di attaccare. La coordinazione fra i due è quindi un elemento centrale e richiede un po’ di tempo prima di destreggiarsi senza problemi e procedere con un tandem efficace. In sostanza, da un certo punto di vista Bayonetta Origins è un action ma anche un rompicato/platform, poiché spesso è richiesto al giocatore di analizzare l’ambiente circostante e di comprendere come utilizzare certe abilità e superare gli ostacoli. Cheshire può tirare gli oggetti con la sua lingua di vite camaleontica, bloccare i proiettili con la sua pelle di pietra indurita o spingere le ninfee con un getto d’acqua per navigare nell’acqua. Tutte abilità che aiutano l’indifesa Cereza a raggiungere i suoi obiettivi. Le abilità di Cheshire, in ogni caso, vengono acquisite nel corso della storia ma che mantengono un climax gradevole e controllato, offrendo sempre una formula semplice ma d’impatto. D’altro canto, Cereza è pur sempre una strega di Umbra ed essa possiede il potere dell’Impulso demoniaco (Witch Pulse). La stessa balla in modo da far prendere vita a vari oggetti, piante o liberare alcune piante da percorrere. Complessivamente il lavoro di level design dei percorsi è di buon livello, né troppo complesso né troppo evidente, mantenendo così un equilibrio costante fra difficoltà ed esplorazione.

Ciò scritto, Bayonetta Origins è un gioco d’azione? Certo che sì, ma non nel senso tradizionale della serie. I combattimenti sono infatti il frutto della collaborazione fra i due, in uno stile che ricorda effettivamente quello di Bayonetta 3. Tuttavia, cambia totalmente il concetto dello stesso, e meglio a Cereza è affidato il ruolo di Strega in grado di intrappolare i nemici con la sua magia, mentre a Cheshire spetta la pura potenza fisica e offensiva, mettendo a segno fendenti e potenti colpi. Buona, inoltre, è la varietà di nemici che spingeranno il giocatore a adottare diverse strategie. Assenti, ma comprensibile, la complessità delle combo e delle animazioni tipiche di una Bayonetta “adulta”, ma ciò non vuol dire che il gameplay e i combattimenti sono meno d’impatto, anzi. Bayonetta Origins riprende dalla serie principale le difficoltà tipica che la caratterizza. La gestione di due personaggi rende l’azione più intricata da gestire, nonché complessa dal punto di vista della strategia da adottare.

Coinvolgenti pure le boss fight, caratterizzate da alcune meccaniche uniche che sfruttano le peculiarità delle stesse. Ad esempio, fra queste vi è una battaglia svolta in un circo contro una fata imbrogliona, la quale occorre intrappolarla con Cereza così che Cheshire possa così lanciare una palla di cannone contro la nemica (a modo di quick time event (QTE) in pieno stile Bayonetta). Bayonetta Origins, grazie anche alle Boss fight, riesce a rendere i combattimenti variegati senza quindi mai stancare il giocatore, senza rendere così l’avventura monotona. Ciò grazie anche all’interconnessione della Foresta di Avalon, la quale contribuisce a creare una progressione naturale: ogni regione passa in modo curato a quella successiva e poi torna comodamente a quelle precedenti grazie alle nuove abilità ottenute dallo “Stregatto”. Non manca pertanto il backtracking al fine di scoprire segreti impossibili da scovare in precedenza. L’esplorazione, dunque, è anche ben studiata, segno che lo Spin-off non si limita solo a raccontare una storia inedita.

Graficamente, colonna sonora, character e level design, sono certamente adi ottima fattura e la direzione artistica è di buon livello. Il gioco gira particolarmente bene in modalità portatile, mentre non manca qualche indecisione nella modalità casalinga. Non ci stancheremo mai di dirlo, a Nintendo Switch serve un aggiornamento e l’hardware, pur ritenute le ottimizzazioni del caso, arranca. Più gli anni passano, e più la questione sta diventando ormai evidente.

Complessivamente però, il gioco è ottimizzato ed è molto equilibrato su tutti gli aspetti, non sfigurando in confronto ai titoli principali. Il franchise si arricchisce di un gioco che ogni fan della strega non dovrebbe perdersi, pur dovendo accettare il fatto di non trovarsi davanti la classica Bayonetta. Bayonetta Origins, secondo Joypad, sarà in grado di catturare anche i giocatori più esigenti.

Ci piace

  • direzione artistica sublime, level design di ottimo livello
  • colonna sonora ben composta
  • gameplay semplice ma d'impatto...

Non ci piace

  • ...ma sorto certi aspetti forse fin troppo basilare?
  • sarebbe stata gradita una campagna più longeva
5.25

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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