Acer Predator Helios 300 (2019)

Scritto da il il Recensioni Hardware, 3 più
chiudi [x]

Acer Predator Helios 300 (2019)

Non è la prima volta che recensiamo un Predator Helios 300: l’abbiamo già fatto con il modello del 2017. All’epoca ne parlammo abbastanza bene, facendo notare come fosse una buona macchina per il gaming in 1080p.

Ora, a due anni di distanza, un nuovo Helios 300, doverosamente aggiornato di specifiche tecniche, approda in redazione. Diamo un’occhiata da vicino?

Aggressivo ma non troppo

Cominciamo con la solita, doverosa, carrellata di specifiche tecniche. Il nostro modello di Helios 300 è basato su una CPU Intel Coffee Lake 9750H 6 core da 2.6 GHz (turbo a 4.5 GHz) e relativa GPU integrata Intel UHD 630, una GPU discreta Geforce RTX 2060, 16 GB di RAM DDR4 2666 MHz, un disco a stato solido da 512 GB M.2 NVMe e un disco da 1 TB tradizionale. Lo schermo, IPS, è da 17.3 pollici con risoluzione 1920×1080. In teoria dovrebbe supportare 144 Hz ma in realtà non è così. Questo perché Acer non solo usa dei nomi di modello (in questo caso PH317-53) ma anche dei part number, nel nostro caso NH.Q5REZ.002 mentre il modello NH.Q5REZ.005 è quello che troviamo sul sito internet come come Helios 300 dotato di RTX 2060 e schermo da 17 pollici. Nel caso steste valutando un acquisto, fate estrema attenzione alla nomenclatura! Altrimenti finirete come noi, che ci siamo arrabattati per un bel po’ prima di capire perché il pannello fosse fisso a 60Hz. Ma stiamo divagando… L’I/O comprende 3 porte USB 3.0, una porta USB 3.1 Type-C, uscita HDMI 2.0 full size, mini-DisplayPort, porta Ethernet, microfono/cuffie e Kensington Lock. Non mancano schede WiFi 802.11ac e Bluetooth 5.0. La batteria è invece da 59 Wh. Le dimensioni sono 40.3 x 28 x 2.5 cm e 2.9 kg di peso. Troviamo anche una webcam HD inserita nel bezel superiore dello schermo. Specifiche che ne fanno un laptop di discreta potenza, anche se siamo lontani da un eventuale top di gamma.

Come per il modello del 2017, Helios 300 versione 2019 ci ha favorevolmente colpito per il suo design, aggressivo ma non ridicolo come alcuni altri device dedicati al gaming. La superfice metallica esterna (ahimé sempre lucida e quindi una vera trappola per impronte digitali) ha un effetto matte ed è interrotta solo da due inserti in plastica blu e da un logo Predator luminoso, sempre blu, sopra una scritta invece senza luce. Le ventole di raffreddamento sul retro, con lo stesso colore degli accenti, sono state modificate rispetto al 2017 e ora sono entrambe vere zone di scambio termico, che si estendono anche sui lati destro e sinistro. Un bel sistema quello di Acer, che offre un’ampia superfice al laptop per respirare come si deve, un dettaglio che abbiamo già notato in fase di unbox (lo trovate in calce).

Le solite scelte

Aprendo il coperchio troviamo una tastiera completa, sebbene il numpad abbia dei tasti più stretti rispetto a quelli principali (e che richiedono del tempo per abituarsi). La tastiera è retroilluminata RGB e questa volta possiamo regolarne l’intensità luminosa tramite comodi comandi integrati direttamente nel layout dei tasti. Ovviamente possiamo anche gestirla col software Predator Sense: avremo una scelta di effetti statici, dinamici e basati sui giochi. Ci sono alcuni tasti che hanno ricevuto un accento speciale: WASD, le frecce e un tasto Predator integrato in zona numpad. Troviamo, come purtroppo sempre accade, il tasto d’accensione integrato nel layout tastiera, nell’angolo superiore destro, ma per fortuna non attiva alcunché se lo premiamo per errore in Windows. Peccato che Acer non abbia deciso di inserirlo in un’altra posizione, come ha fatto con il tasto turbo (ci ritorneremo presto, è una cosa decisamente importante!). Il trackpad è leggermente fuori centro verso sinistra (è però centrato con la tastiera) e non è particolarmente grande. È migliore di quello del 2017, che avevamo odiato, ma non è neanche lontanamente comparabile a quello del Blade Advanced 2018 che abbiamo in redazione (e che consideriamo, in ambito Windows, uno dei migliori trackpad in circolazione). Funziona, i tasti destro e sinistro sono “fisici” (nel senso che premendo il trackpad, sentiamo un deciso feedback meccanico) ma, come sempre in questi casi, per giocare è imperativo avere un mouse esterno.

Turbo a manetta!

Permettetemi di riprendere la stessa frase del 2017: non acquistiamo di certo un portatile da gaming solo per scrivere quella fan fiction romantica ambientato su Vulcano. Lo acquistiamo per giocare. E da questo punto di vista, Helios 300 è in grado di darci soddisfazioni, specialmente se restiamo confinati nei 1080p a 60Hz del pannello di questo modello. L’inclusione di una RTX 2060 regolare, non il modello MaxQ, è assai intrigante perché permette di lanciarci timidamente nel mondo del raytracing, anche se, come sappiamo, una 2060 per giochi quali Battlefield V o Control con RTX attivo è proprio il minimo che possiamo sperare di avere. Acer fornisce un tool, chiamato Predator Sense, per gestire le curve delle ventole e l’overclock. E qui entra in gioco il tasto Turbo. Premendolo attiveremo un overclock generale del sistema, che richiede non solo che la batteria sia carica oltre il 40% ma anche che il laptop resti collegato all’alimentatore. Premendolo otterremo due risultati immediati: un aumento spettacolare del rumore emesso dalle ventole di Helios 300 (quasi 65 decibel a 15 cm di distanza!) e un aumento di circa l’12,5% nelle performances grafiche, almeno per quanto riguarda 3D Mark TimeSpy, che passa da 5916 punti a 6651. Nel test Port Royal, quello per il raytracing, l’aumento tra versione normale e turbo è del 14% circa, da 3273 a 3728 (mentre, per darvi un termine di paragone, il nostro PC Desktop dotato di i7-7800X e 2080 Ti ottiene 8636 punti. Gli aumenti prestazionali sono presenti anche in altri tipi di benchmark: Cinebench R15 passa da 955 a 1157 punti mentre Unigine Superposition va da 8307 a 9257 punti (un po’ più del 21%!).

Prima di guardare un paio di giochi, dobbiamo valutare i valori termici. Acer ha inserito, come logico supporre, anche in questo modello il suo sistema AeroBlade 3D, di cui va tanto fiera. Usando lo stress test TimeSpy (senza turbo) la CPU si aggira sui 73 gradi mentre la GPU rimane sui 70 gradi con un utilizzo al 100%. In modalità turbo le temperature invece si fermano a 65 e 60 gradi rispettivamente, un netto miglioramento se lo chiedete a noi. Per fare un paragone improprio, il nostro già citato Blade 2018 Advanced (dotato di i7 8750H e 1070 MaxQ) ottiene temperature di oltre 80 gradi sulla GPU. Insomma, ancora una volta Acer dimostra di saperci fare per quanto riguarda il cooling e AeroBlade 3D è un sistema che funziona. Certo, in modalità turbo Helios 300 fa il rumore di un jet e saremo costretti a giocare con le cuffie, ma è indubbio che questo laptop abbia potenza da vendere. Non siamo riusciti a confermarlo ma siamo sicuri che l’overclock del tasto turbo fornisca non solo più risorse alla GPU ma anche alla CPU, verosimilmente aumentando la quantità di potenza (in watt) per il processore, da qui l’aumento anche piuttosto importante visto in Cinebench R15, il quale lo ricordiamo, non usa affatto la GPU.

Abbiamo anche testato qualche gioco, giusto per non farci mancare nulla. Iniziamo con Quake II RTX, il quale in 1080p high ottiene tra i 35 e i 40 fps, con scaling al 100%. Risultati davvero molto interessanti se li paragoniamo ai risultati ottenuti da una 2080 Ti che arriva a 110-120 fps a parità di impostazioni e risoluzione. Per non farci mancare nulla abbiamo provato una partita anche a Doom e Shadow of the Tomb Raider.

In Doom 2016 (Vulkan) con qualità ultra, Helios 300 rimane fisso a 30 fps. Non perché il laptop in sé non ce la faccia, ma perché per quanto ci abbiamo provato, non siamo riusciti a disattivare il framecap. Fastidioso e frustrante, ma dopo 40 minuti di avvii e riavvii abbiamo semplicemente mollato la spugna. Passando a Shadow of The Tomb Raider, ci siamo avvalsi dell’utile benchmark interno. Senza RTX, i risultati sono molto interessanti! Con le impostazioni automatiche (1080p – alto) abbiamo ottenuto 85 FPS di media ma se impostiamo tutto su ultra (comprese le ombre raytracing) ovviamente le cose sono un po’ cambiate: 43 fps di media che sono comunque più che decorosi!

Conclusion time!

Non è tutto oro quello che luccica in questo Helios 300. Per prima cosa, il livello acustico: in modalità turbo è veramente rumoroso e, come accennato prima, o con le cuffie o niente. Secondariamente, non siamo grandi fan del trackpad o della tastiera, sono entrambi ok, senza particolari problemoni ma non fanno nemmeno gridare al miracolo. Per finire, a nostro modo di vedere, manca una porta Thunderbolt 3. Per il resto, siamo di fronte a un laptop midrange davvero niente male: un design tutto sommato piacevole (anche se non è il più bel laptop del mondo), I/O decente e ottime performances che permetteranno di giocare a titoli recenti senza problemi. Peccato, davvero molto peccato, che il pannello di questo particolare modello sia limitato a 60 Hz. 120 o 144 Hz a questo punto dovrebbero essere la norma, vista gli indubbi miglioramenti nella qualità di vita dell’utente, se non in game almeno in tutti gli altri casi d’uso di un laptop. Specialmente se andiamo a guardare il prezzo che si gravita pericolosamente attorno 2000 CHF. Non si può avere tutto, è vero, e con questo Helios 300 Acer ci dà già parecchio. Tentete conto poi che di modelli simili ce ne sono dotati anche di RTX 2070 o GTX 1660 Ti, con sia 16 che 32GB di RAM, con l’ovvia variazione di prezzo che ci aspettiamo.

Ci piace

  • I/O
  • Performances
  • Cooling

Non ci piace

  • Trackpad
  • SKUs confusionari
  • Rumoroso
  • Niente pannello a 144Hz

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

Nessun commmento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch