Alien Isolation

La serie cinematografica dedicata all’alieno più spaventoso (e anche con un tocco più elvetico) della storia ha ricevuto negli anni notevoli adattamenti videoludici. Pochi però sono riusciti a cogliere davvero l’essenza di Alien, quel senso di claustrofobico terrore e di completa consapevolezza della fragilità della cassa toracica umana. In effetti tradurre nel medium videogioco una tra le saghe horror più iconiche della storia del cinema non è affatto facile. Alien vs Predator c’era arrivato abbastanza vicino mentre il recente – e totalmente disastroso – Alien Colonial Marines ha fallito su tutta la linea. Ora è il turno di Creative Assembly (coloro dietro gli strategici Total War) di dimostrare che la cosa, effettivamente, si può fare.

 

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Spaventati dalla propria ombra

In Alien Isolation, come il titolo piuttosto chiaramente mette in evidenza, vivremo l’isolamento. Nei panni della figlia di Ellen Ripley, Amanda, partiremo alla scoperta della stazione spaziale Sevastopol e alla ricerca della scatola nera dell’astronave Nostromo, la nave comandata da Sigourney Weawer nello storico Alien del 1979. Invischiati nelle assurde politiche aziendali della corporazione Weyland-Yutani otterremo il permesso per aggregarci a due graduati della società per effettuare il recupero della suddetta scatola. Ma ovviamente le cose non vanno come da programma: all’arrivo nell’orbita della stazione la troveremo silenziosa e spettrale con la zona di attracco fuori uso. amanda_ripley_1389089946Decisi a compere il loro dovere, il terzetto opterà per una breve passeggiata nello spazio al fine di accedere tramite un portello di servizio quando ecco che un imprevista esplosione separa i tre. Amanda riuscirà ad entrare da un airlock e comincerà ad investigare. Separata dalla navetta che l’ha portata sulla Sevastopol, separata dai suoi compagni e in effetti separata da qualsiasi entità benevola, la sua missione sarà prima di tutto quella di recuperare i contatti.

Sopravvivere nella cupa penombra della stazione semi abbandonata non è facile. Strisciando nei condotti dell’aria, evitando di imbatterci nei superstiti terrorizzati che non faranno altro che cercare di eliminarci prima che noi possiamo fare lo stesso con loro, i pericoli da evitare sono praticamente ovunque. Come detto ci sono gli altri abitanti della stazione ma ci sono anche gli androidi di servizio, i quali leggermente difettosi nella loro direttiva di non fare male ad alcun uomo o donna, saranno piuttosto diligenti nel cercare di farci la pelle. E per ora ho ancora volutamente tralasciato l’alieno!!! Si perché la prima oretta di gioco si svolge nella relativa “calma” dell’esplorazione dell’ignoto, incontrando per breve tempo una persona che ci sarà alleata (prima di salutarla in modo piuttosto brutale) e familiarizzando con i concetti di gameplay di base. Impareremo a camminare silenziosamente, a economizzare sulle poche cose che riusciremo a portare in giro, usando la torcia con estrema attenzione (una luce che si muove attira infatti attenzioni indesiderate) e, purtroppo, imparando ad usare il sistema di salvataggio.

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La vita del coniglietto

Come un piccolo coniglietto, Amanda conosce il proprio posto nel mondo brutale di Alien. Questo posto è negli angoli bui, correndo con il cuore in gola da un posto “sicuro” all’altro, cercando di attirare meno attenzione possibile. In questo Alien Isolation fa un lavoro assolutamente egregio, ricordandoci ad ogni singolo passo che la paura è nostra amica. Ogni cosa, dall’ambientazione passando alla musica per poi sfociare nel gameplay va in questa precisa direzione. Ho citato prima il sistema di salvataggio, il quale è assolutamente perfido. Per salvare dovremo inserire una tessera in delle apposite cabine telefoniche di emergenza. La procedura, dall’aspetto squisitamente low tech, richiede un certo periodo di tempo, durante il quale saremo in sostanza impalato davanti ad un muro, lasciando le spalle assolutamente scoperte a chiunque. Salvare dopo una sezione particolarmente tesa in questo modo logora i nervi del giocatore, il quale si sentirà totalmente vulnerabile. Lo stesso va detto per il marchingegno di apertura delle porte, una sorta di decodificatore che ci propone vari minigame per accedere a determinate funzioni. 2_1390322850E che dire del rivelatore di movimenti, assolutamente meraviglioso e maledettamente a bassa tecnologia che funge sia da sistema per scoprire se ci sono persone in zona che da indicatore di obiettivo missione il quale però se utilizzato a portata di orecchie dei nemici ci farà scoprire? Ebbene sì, tutti quei bip e rumorini saranno incredibilmente traditori. Ma tranquilli, lo scoprirete da soli quando, nascosti dentro un armadietto, controllerete con il cuore in gola se quell’androide che vi sta cercando è l’unico in zona, per essere traditi dal maledetto trillo ciclico dell’affare che tenete tra le mani. L’avete capito, Alien Isolation è terrificante!!! Gadget e computer lentissimi che vi mettono i bastoni tra le ruote, porte assolutamente non automatiche che vanno sia aperte che chiuse, robot assassini che mentre vi danno la caccia vi sussurrano parole amichevoli, esseri umani terrorizzati che prima sparano e poi chiedono chi siete. Ma tutto questo è niente al Suo cospetto. Egli, l’alieno, lo xenomorfo, la bestia predatrice per eccellenza. Spesso non sapremo dov’è, non sapremo se è presente nel livello che stiamo affrontando e tuttavia sentiamo costantemente la sua minacciosa presenta. Se giocate con un sistema 5.1 (e vi consiglio caldamente di farlo) ad ogni stridio e ogni rumore vi salirà il cuore in gola. L’alieno non è solo virtualmente ovunque ma è anche maledettamente furbo. Vista la totale impossibilità del farlo fuori (provateci pure, anche con il lanciafiamme, vi sfido), l’unica soluzione praticabile è quella di evitarlo come la peste. Varie strategie sono possibili, come ad esempio lanciare razzi segnalatori, piccoli oggetti rumorosi e altre cose che vi lascio scoprire, ma state pur certi che lo stesso trucchetto non funzionerà per molto. Infatti l’alieno è mosso da un’intelligenza artificiale che impara le vostre strategie al fine di non farsi fregare. Ho visto gli stessi sviluppatori di Alien Isolation morire ripetutamente perché l’alieno conosceva i loro trucchi! E non credetevi mai al sicuro perché qualsiasi rumore troppo forte (uno scontro a fuoco contro un androide per esempio) non farà che attirarlo su di noi. Permettetemi di ripeterlo ancora, non sarete MAI al sicuro!

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Per aiutarci a sopravvivere in Isolation è stato inserito un interessante sistema di crafting. Dal momento che Amanda è un ingegnere, possiede le capacità non solo di modificare alcuni sistemi di supporto della Sevastopol, ma anche di costruire oggetti di grande utilità. Previa raccolta delle (scarse) risorse in giro nella stazione, potremo costruire kit medici, granate EMP, trappole sonore e molto altro. L’utilizzo sapiente e parsimonioso di queste risorse fa la differenza tra la vita e una morte orribile. Come prevedibile, anche la costruzione e l’utilizzo di questi oggetti richiede tempo e ci lascia scoperti, quindi prudenza e un cantuccio riparato sono d’obbligo. Amanti delle armi si è pensato anche a voi, visto che troveremo revolver, fucili a pompa, lanciafiamme e altro. Come detto però le armi sono rumorose e il rumore è vostro nemico. In più le munizioni sono sempre piuttosto scarse, facendo di Isolation un titolo profondamente surivival e non action.

Buio opprimente

Alien Isolation, da me testato su Xbox One, è davvero molto ben riuscito a livello tecnico. Gli interni della stazione sono creati con grande perizia e attenzione al dettaglio. Un enorme importanza viene data al sistema di illuminazione, che gioca un ruolo centrale non solamente per quanto riguarda l’atmosfera ma ha anche un ruolo funzionale. Nascondersi al buio ci rende più difficili da individuare mentre usare la torcia in modo inappropriato avrà le sue logiche conseguenze. A livello di effetti particellari siamo su ottimi livelli mentre per quanto riguarda gli ambienti si vede ovunque una grande attenzione per ricreare la stessa atmosfera dei film. Ultimo, ma non ultimo, l’alieno nato dalla disturbata mente di H.R. Giger è animato e realizzato davvero molto bene. Buoni, seppure non ottimi, i modelli di umani e androidi.

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Per quanto riguarda l’audio siamo soddisfattissimi, con una colonna sonora davvero azzeccata che accentua con grande perizia il nostro costante stato di ansia. Fiore all’occhiello di questo gioco, le tracce sono tutte riprese dai film, dando quel tocco ancora più fedele al gioco. Come detto pocanzi, il gioco andrebbe giocato con un buon sistema dolby 5.1 visto che i suoni sono un ottimo indizio per scoprire la posizione delle minacce. Un plauso agli sviluppatori che non hanno affatto tralasciato questa preziosa componente. Il doppiaggio italiano è buono, ma non ottimo.

Urla soffocate

Alien Isolation è un grande, grandissimo omaggio alla pellicola di Ridley Scott. Attenzione al dettaglio, realizzazione tecnica di ottima fattura e un’atmosfera che raramente troviamo così ben fatta in un videogame. Menzione speciale su Xbox per l’utilizzo di Kinect: potremo infatti muovere la testa avanti/indietro a destra e sinistra quando saremo nascosti dietro qualche angolo o in un armadietto per guardarci attorno. Potremo anche scegliere se attivare il microfono del sensore in modo che esso capti il rumore ambientale del nostro salotto. Un urletto strozzato da parte vostra o un gatto affamato potrebbero attirare le attenzioni dell’Alien! Aggiungiamo anche che alcune versioni del gioco (come la Ripley Edition) contengono anche una speciale missione ambientata durante Alien in cui prenderemo le parti di Ellen e degli altri personaggi del film in una fuga scomposta dallo xenomorfo sulla Nostromo il piatto è decisamente succulento. La storia principale è molto longeva, direi attorno alle 20-25 ore se volete visitare buona parte di Sevastopol ed è ulteriormente ingrandita dall’immancabile Season Pass e dalla modalità Sfida. In quest’ultima dovremo portare a termine alcuni compiti in varie zone della stazione spaziale, sigillando porte o raccogliendo oggetti cercando di sopravvivere il più a lungo possibile.

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Fan di Alien, per una volta non resterete delusi!

 

 
 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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