Mad Max

Siete andati a vedere Mad Max al cinema quest’estate? Visivamente esplosivo e pieno di personaggi a dir poco epici e una storia di una piattezza imbarazzante hanno catapultato la nuova avventura del pazzo Max in cima alla lista dei film da popcorn del 2015. Ma cosa potrà mai accompagnare solo un film del genere se non un bel videogame? (la frase è sgrammaticata apposta, chi vuole intendere, intenda!). Avalance Studios e Warner Bros ci propongono dunque il videogame e noi doverosamente ringraziamo Xbox (WB invece grazie di nulla!) per averci mandato una copia del titolo per Xbox One.

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Dude, where’s my car?

Mad Max, il gioco, si apre con l’ennesima sfiga che si abbatte sul povero protagonista. Depauperato della sua Gioiello Nero, la potente auto interceptor con la quale pensava di attraversare le lande desolate alla ricerca di un luogo di pace e tranquillità (le Piana del Silenzio) in cui curare la sua follia, Max resta a piedi. Per sua fortuna si imbatte in un bizzarro personaggio, Chumbucket. L’omino, mezzo deforme ma con enormi capacità meccaniche, si convince che Max sia un santo profeta di una religione che esiste sostanzialmente solo nella sua testa. Chum, che venera l’Angelo Combustione e molte altre divinità legate a benzina e motori sta costruendo una divina macchina che ha chiamato Magnum Opus. Tale potentissima auto da sopravvivenza è più che un semplice sostituto al Gioiello Nero, è una vera e propria potenza della strada. Chum e Max finiscono dunque legati da un rapporto bizzarro basato sulla pura necessità per il secondo e sulla follia religiosa per il primo. Lo strano duo inizia quindi un lungo percorso fatto di scontri, di assalti e di lotte per ottenere l’accesso a Gastown, in cui è custodito un potente motore V8, vera e propria ciliegina sulla torta per la Magnum Opus. Il cattivo principale con cui andremo a scontrarci e il figlio primogenito di Immortan Joe: Scabrous Scrotus (giuro, il nome è quello). Scrotus è un potentissimo guerriero, forgiato da mille cruente battaglie, che possiede il suo esercito personale. Pur essendo legato all’autorità del padre fa quello che vuole per le lande desolate del mondo di Mad Max ma ha fatto l’errore imperdonabile di mettersi sulla nostra strada.

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Desertica libertà

Il titolo di Avalanche è un free roaming. Nelle sconfinate pianure che circondano la nostra meta finale, Gastown, vivremo le nostre avventure. Alla continua ricerca di pezzi di metallo da usare come ricambi e d’acqua per sopravvivere, Max si scontrerà con cattivi di diverse fazioni. Il gioco non cambia di granchè la formula dei free roaming dandoci diverse attività da fare come ridurre l’influenza nemica su parti della mappa (distruggendo avamposti e uccidendo nemici chiave), raccogliere oggetti e potenziamenti, uccidendo boss e liberando basi di pompaggio petrolifero. Nulla di davvero originale che però ha una sua coesione e una buona caratterizzazione, nonostante la ripetitività delle attività proposte. madmax_screenshot (2)Tipicamente dovremo localizzare una base, appostarci e controllare la presenza di cecchini, difese e nemici chiave per poi passare all’assalto, uccidere tutti quanti e far esplodere la zona. La trama inizia in modo esplosivo, con la caduta in basso di Max e con una prima adrenalinica missione in territorio nemico per poi perdere un po’ mordente. Un po’ peccato perché di potenziale per far succedere di tutto ce n’era a volontà. La nostra motivazione principale diventa dunque quella di potenziare sempre di più la divina Magnum Opus che mano a mano guadagnerà non solo in velocità e potenza ma anche in offensiva. Spesso vivremo combattimenti su quattro ruote come nel film, con pezzi di metallo che schizzano ovunque mentre tra una sportellata e un colpo di fucile in faccia cercheremo di scrollarci di dosso i nemici. Essendo precarie le munizioni (come del resto ogni risorsa presente nel gioco) dovremo quindi fare affidamento su colpi precisi, qualche lancio con l’arpione e una guida precisa. Le auto restano un po’ tanto leggere e ballerine, ma la guida è divertente e piuttosto generosa sugli errori. Rimane dunque solo il brivido della battaglia! Le nostre peregrinazioni, fatte al 60% in auto e al 40% a piedi ci porteranno a scoprire scorci davvero niente male. Gli sviluppatori sono riusciti a creare un mondo interessante e ben caratterizzato nonostante il gioco si svolta in un deserto. Tramonti e giochi di luce sono piacevolissimi e meritano un’occhiata, tra un brutale scontro per la benzina e l’altro.

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Max il sopravvissuto

Mad Max è un sopravvissuto completo. Le sue abilità da Bear Grylls gli permettono di sopravvivere sfruttando le rare fonti d’acqua potabile e divorando cibo per cani trovato per terra (come nel film!) oppure con disgustose bestiacce del deserto. Le sue capacità sono migliorabili durante l’avventura grazie all’aiuto del misterioso sciamano Griffa che ci permetterà di spendere dei punti accumulati superando varie sfide. Le migliorie sono tutte utili e spaziano da una maggior salute a un minor consumo di benzina tanto per citarne un paio. Durante i combattimenti la vera indole violenta del protagonista arriva in superfice con una modalità furia che rende le sue capacità di far del male molto migliori. Il sistema di combattimento rimane comunque semplice con un tasto per attaccare, uno per le contromosse e uno per la schivata. madmax_screenshot (1)I combattimenti sono funzionali ma non possono competere con gli inseguimenti su 4 ruote, decisamente più entusiasmanti. Per finire, nonostante la cronica scarsità di munizioni, potremo dotare Max di armi come il fucile a pompa o quello da cecchino oltre che ad altri gadget molto utili per la sopravvivenza (uno su tutti la borraccia). Raccogliere oggetti e power up è fondamentale per avanzare nel gioco (perfino richiesto, in modo un po’ fastidioso, per proseguire la storia principale). Per fortuna le occasioni non mancano e avremo la possibilità di frugare i cadaveri degli sconfitti, attaccare convogli di rifornimenti e vincendo le Corse della Morte (gare in cui ogni colpo è permesso per vincere). Comprimaria di Max è la Magnum Opus, che ben presto diventa non solo ossessione ma anche fulcro del gameplay. La nostra finalità è migliorarla il più possibile e sarà questa la molla che vi porterà a Gastown per scontrarvi con Scrotus (adoro questo nome). Forse l’auto di Max gioca un ruolo troppo importante in questo gioco, tanto da farci quasi dimenticare tutto il resto. È bello avere un obiettivo chiaro, ma in questo caso è praticamente il solo!

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Witness me!

Mad Max è un gioco tutto sommato piuttosto riuscito. Certo, soffre di alcuni problemi di ritmo della storia, che si fa meno interessante dopo qualche ora di gioco. I combattimenti stradali fanno la parte del leone e compensano la relativa monotonia delle missioni proposte. Il gioco non riprende, per fortuna, la storia della pellicola cinematografica andando però a pescare a mani basse sia nei personaggi che nelle ambientazioni dell’opera di Miller. Max non ha la faccia di Tom Hardy ma non è un difetto, anzi preferisco questa versione del pazzo Max. Graficamente riuscito con tratti davvero suggestivi, Mad Max è un free roaming che non riesce davvero ad emergere del tutto: gameplay troppo ripetitivo e poco fantasioso da un lato e un’atmosfera ben fatta dall’altro. Se siete dei fan hardcore di questo personaggio sarete soddisfattissimi, per gli altri lo consiglio se cercate un action free roaming e avete già finito GTA e Shadow of Mordor.

 

 
 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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