Kholat

Titolo

Altissima, purissima, horrorissima…

Cosa c’è di meglio, in questa torrida estate, che giocare a qualcosa ambientato in un bellissimo scenario invernale? I ragazzi polacchi di IMGN.PRO ci aiutano nell’impresa regalandoci Kholat: un piccolo gioiello indie in grado di farci venire i… brividi anche in questo periodo!

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No Alpitour? Ahi, ahi, ahi…

Kholat è, secondo gli autori, ispirato nella sua trama ad una vicenda realmente accaduta più di 50 anni fa, conosciuta con il nome di “L’ Incidente del passo Djatlov”.
Cosa successe realmente il 2 febbraio 1959, quando nove escursionisti accampati nella parte settentrionale dei monti Urali trovarono la morte in circostanze a dir poco incredibili? Nessuno lo scoprì mai…
La tragedia avvenne proprio sul versante orientale del Kholat Syakhl, che in lingua mansi significa “Montagna dei morti”. La mancanza di testimonianze oculari diede origine a molte congetture in merito alle cause dell’evento. Investigatori sovietici stabilirono addirittura che le morti erano state provocate da “una irresistibile forza sconosciuta”, ma nessuno riuscì a dimostrarlo con certezza.
Le premesse narrative di questo survival horror investigativo in prima persona, sembrano quindi essere di buon auspicio…

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Una bella passeggiata in montagna…

In Kholat, sembra quasi superfluo dirlo, dovremo fare luce su questo mistero. Ci ritroveremo quindi ad esplorare e muoverci in un mondo open world relativamente ampio costituito da foreste, sentieri, caverne e gallerie. Per poterci orientare ci vengono in aiuto una mappa e una bussola, utilissime vista tra l’altro l’alternanza del ciclo giorno-notte che cambia completamente la nostra percezione dei luoghi. Avremo a disposizione anche un taccuino, dove andranno ad inserirsi le note che troveremo nei vari accampamenti e dove verranno annotati i pensieri del protagonista.
Nel gioco, per difendersi dai vari pericoli che incontreremo, non avremo a disposizione nessun tipo di arma. Non si può combattere, ma semplicemente… scappare! La fuga sarà infatti la nostra salvezza per un buon numero di circostanze.

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Non mangiate la neve gialla!

Kholat poggia sul solidissimo Unreal Engine 4 e i ragazzi di IMGN.PRO possono darsi grosse pacche sulle spalle a vicenda: a livello visivo il gioco è davvero piacevole, la neve è ricreata con rara bellezza e i vari settaggi grafici permettono di godersi il titolo fino a raggiungere livelli di realismo e qualità elevati senza pesare troppo sul framerate. Un achievement non da poco per un piccolo studio indipendente.
È stato fatto anche un ottimo lavoro anche per quello che riguarda l’audio, con rumori ambientali che facilitano l’immersione e un doppiatore d’eccezione: Sean Bean, che con la sua voce narrante accompagnerà il giocatore all’interno dell’intricata storia.
Se ci aggiungiamo anche il fatto che l’interfaccia utente durante il gioco è totalmente assente, l’immersione nel gioco è quasi totale.

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Una ventata di aria fresca, anzi… gelida!

Un gioco di assoluto interesse che poggia su una trama carica di mistero, suspense e un mondo open world con paesaggi mozzafiato e presenze inquietanti. Il ritmo lento inoltre riesce a coinvolgere ancora maggiormente il giocatore. Unica pecca nella longevità relativamente breve (il titolo si può finire in 5 orette di gioco) e in alcune situazioni in cui il protagonista troverà la morte francamente poco corrette. In ogni caso, cosa fate ancora davanti al computer? Forza… buttatevi nella neve di Kholat!

 

 
 

Written by: Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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