State of Decay: Year-One Survival Edition l’action-survival-horror della Undead Labs, abbiamo provato la versione per Xbox One e dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel constatare che il gioco rispetto alla sua versione per 360 è nettamente migliorata, ed ora passiamo agli…. Zombie!!!
Il punto di partenza narrativo non è particolarmente autentico, infatti, il team di sviluppo ha preferito un inizio abbastanza magro d’informazioni, praticamente nessuna introduzione particolare o qualche preamboli che descrivano la situazione. Hanno pensato bene di buttare subito il giocatore nel cuore dell’azione e in pochi secondi ci ritroveremo nei panni di Marcus, uno dei pochi sopravvissuti e daremo il nostro contributo prendendo parte alla crociata per la sopravvivenza contro l’insorgente apocalisse di morto vivente. Il gioco ci concederà pochi secondi per ambientarci dopodiché, come ogni survival che si rispetti, saremmo messi alla prova con una simpatica e contenuta orda di zombi famelici pronti a strapparci la carne di dosso. Questo piccolo combattimento sarà considerato come un tutorial sul combattimento e ci insegnerà le meccaniche di base del gioco che infetti, non sono poi molte da imparare.
Dopo qualche minuto di gioco potremmo notare come il gameplay sono diversi generi mescolati e rende difficile poterlo classare in modo corretto o ben definito. Prima di tutto ci occuperemo del sistema di combattimento, semplice e efficace, due tasti, X e Y. La possibilità di attaccare i nemici con dei fendenti oppure spinte che potranno tornare utili per allontanarli e salvarci da delle situazioni precarie. Per mettere fuori combattimento i nemici con un colpo solo si può tentare un attacco furtivo cosi evitando di perdere della preziosa resistenza, che spiegheremmo di seguito. Un consiglio pratico che possiamo darvi e di tenere sempre sott’occhio le due barre in basso a sinistra dello schermo, in sostanza sono gli indicatori della nostra vita e resistenza, due cose fondamentali per sopravvivere più a lungo possibile. La resistenza ci permette di portare a termine attacchi oppure scattare velocemente, se rimaniamo con la barra vuota, sarà difficile poter contrattaccare o cercar di scappar via. Nel gioco ci sono anche armi da fuoco, ovviamente se saremo fortunati ad averne un con noi, dovremmo essere parsimoniosi perché quest’ultime sono molto efficaci, ma le munizioni non sono facilmente reperibili. Il sistema di mira non è uno dei migliori, infatti, in certi casi è meglio passare alla “modalità bruta” e randellare di santa ragione con un tronco piuttosto che cercare di fargli saltare la testa con un colpo.
Un modo per aumentare le nostre probabilità di sopravvivenza è di esplorare ovunque e minuziosamente, assicurarsi di aver sempre controllato tutto e non aver lasciato niente indietro, perché anche la minima scatola di proiettili o una qualche razione in più può cambiare il vostro destino. Utilizzando circa la stessa meccanica di Assasin’s Creed dei punti d’osservazione potremmo ampliare la nostra mappa spostandoci su alcuni edifici più alti rispetto al resto del paesaggio. Una volta raggiunto uno di essi si può eseguire un’analisi degli edifici circostanti, osservare la quantità di zombie che ci sono intorno a noi oppure qualche via di fuga. Cosi facendo, potremmo rendere visibili sulla mappa ogni posizione osservata, così facilitando la perlustrazione di tutte le zone adiacenti alla nostra posizione d’osservazione.
Per i lunghi trasferimenti attraverso le varie zone sarà possibile utilizzare un’ottima varietà di veicoli abbandonati per strada, mentre in caso si voglia spostarsi nelle zone cautamente esiste la modalità furtiva che ci permette di non attirare l’attenzione di troppi nemici, evitando così di ritrovarsi in quelle tipiche situazioni da spalle al muro contro un gruppo numeroso di zombie che potrebbero mettere fine alla nostra partita.
Dopo qualche ora di gioco potremmo prendere il controllo anche di altri personaggi che saranno integrati nel nostro gruppo. Ogni personaggio ha le proprie caratteristiche e di abilità non solo fisiche ma anche psicologiche, inoltre potremmo disporre di otto spazi nel proprio inventario e sulla base del peso trasportato è possibile vedere come influenzerà la nostra di velocità di movimento. Più le abilità sono usate più aumenterà il loro livello. La corretta gestione dei nostri compagni e delle relative relazioni interpersonali aiuterà in parte a mantenere tutti uniti e pronti a difendere la base in caso di attacco da parte di orde.
Il livello d’influenza fa da moneta di gioco e salirà grazie al completamento di missioni secondarie e più questa sarà alta e più facile sarà convincere nuovi personaggi ad aggregarsi a noi. In un secondo momento vi è anche la possibilità di migliorare la condizione dei nostri compagni, mediante la costruzione nuovi spazi che potranno essere usati anche per aumentare il livello di abilità. Un punto a favore sta nell’intelligenza artificiale degli NPC alleati che a loro volta si renderanno utili, non rimarranno in attesa di ordini da parte del giocatore, ma in piena autonomia usciranno dal campo alla ricerca di risorse di cui si ha più bisogno.
Il livello è stato migliorato nettamente rispetto la versione 360, comparabile ad un gioco di console nextgen.
I difetti e le imperfezioni che erano presenti pressoché ovunque nel capitolo per 360 sono stati corretti e sistemati. I pop-up di gioco sono quasi visibili, texture ampiamente sufficienti alle situazioni di gioco, i caricamenti sono stati migliorati, d’altronde console più potente, risultati assicurati. Il frame rate cala notevolmente quando le situazioni si fanno complesse, il CryEngine 3 si siede ogni tanto a prendere fiato. La collisione dei poligoni purtroppo non è stata migliorata granché, certe volte possiamo vedere gli arti dei nemici attraverso i muri, oppure prendere a calci uno zombie dietro a una porta. La telecamera ballerina rimane sempre un po troppo instabile,, in certe situazioni la telecamera tende a bloccarsi e diventa quasi una difficoltà in più da gestire nel gioco. Possiamo dire che questi difetti tecnici non sono una minaccia per l’esperienza di gioco di State of Decay: Year-One Survival Edition perché il fulcro del gioco non è la grafica ma il gameplay.
In conclusione, State of Decay: Year-One Survival Edition presenta molti punti di forza, come il gameplay profondo e ben strutturato e un mondo di gioco altrettanto dinamico e ben curato. Graficamente migliorato e molto più giocabile rispetto al suo predecessore. Se vi piace gustarvi un GTA girato nel mondi di Walking Dead ve lo consiglio caldamente, sperando che anche in voi scatti quella scintilla da farvi appassionare e quindi spenderci svariate ore per concludere la storia..