Homefront: The Revolution

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Homefront: The Revolution

In Homefront: The Revolution gli Stati Uniti sono stati conquistati dagli eserciti coreani. In modo molto simile a La svastica sul Sole di Philip K. Dick, gli americani si sono ritrovati sottomessi e non più padroni delle loro vite. Ma invece che sottomettersi tutti in modo pacifico e cooperare con le forze del KPA, certi hanno deciso di ribellarsi. E di combattere.

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Tra le macerie di Philadelphia

L’America ha fatto degli errori. Piuttosto che sottomettersi alle crescenti potenze straniere, ha deciso di indebitarsi fortemente per acquistare sempre maggiori armamenti. La scelta è caduta sulla Corea del Nord che, all’avanguardia nella tecnologia, ha fornito tecnologie d’ogni tipo, specialmente belliche. Peccato che in ogni pezzo di tecnologia è stato inserito un codice di distruzione segreto. Quando gli Stati Uniti non hanno potuto pagare i loro debiti, il paese asiatico ha semplicemente azzerato l’ex super potenza, per poi invaderla. Inizialmente spacciata per opera umanitaria, ben presto l’occupazione ha rivelato la sua brutale faccia nascosta. La nostra storia è quella di Ethan Brady. Appena reclutato dai combattenti della rivoluzione di Philadelphia, attraversa un vero e proprio battesimo di fuoco. La loro cellula viene infatti individuata dai militari nel momento in cui il carismatico capo dei rivoltosi, un uomo di nome Walker, sta per far loro visita. Catturati e legati, Ethan e i suoi compagni vengono torturati quando proprio Walker ci salva in extremis. La colluttazione è violenta e gli unici superstiti sono Ethan e il suo salvatore. Purtroppo per noi e la ribellione però Walker, troppo ferito per fuggire, viene catturato dal KPA. Starà a noi trovare la ribellione e fare del nostro meglio per liberare il popolo dal giogo oppressivo degli invasori. La nostra avventura è ufficialmente iniziata! Appena ci saremo uniti ai ribelli dovremo imbarcarci in pericolose missioni tra le macerie della città, tra sabotaggi, salvataggi, hacking e imboscate. Il nostro obiettivo principale è accendere la luce della speranza nei cuori dei nostri concittadini in modo che si ribellino, aiutandoci a liberare la città un quartiere alla volta. Avremo ampia scelta tra quest primarie e secondarie e l’esplorazione della città in rovina sarà ben ricompensata. Il mondo di Homefront: The Revolution è decisamente violento. Una delle questioni fondamentali sarà la raccolta di oggetti per il crafting, in una deriva survival che non ci aspettavamo così marcata. Tutto in questo gioco è prezioso, la raccolta di parti e munizioni ricorda un po’ l’eccellente Dying Light visto il sistema di craft e potenziamenti che troviamo in questo gioco di Dambuster. Per fortuna muoversi in città è spesso facilitato dalla presenza di moto da cross, che permettono di attraversare ampie parti di mappa in modo forse non molto silenzioso e discreto, ma almeno veloce!

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Passo metà del mio tempo tra le ombre

Homefront: The Revolution è un gioco sporco, passeremo il tempo ad organizzare imboscate ai soldati. Non c’è nessuna gloria in una rivoluzione, solo risultati positivi o negativi. Dotati di un arsenale piuttosto variato anche se spesso specialistico (scegliete: da vicino o da lontano?) porteremo la lotta ovunque andremo. Che sia di giorno o di notte (ai fini del gameplay non cambia praticamente nulla), in zone distrutte o in altre intatte, ci sarà molto da fare. E tuttavia The Revolution non vuole che il giocatore si metta a fare Rambo. Impensabile attaccare a muso duro una pattuglia sostanziosa con magari un carro armato di supporto. Inutile andare di fronte ad un presidio militare e prendere a calci le porte. La lezione è questa: tattiche di guerriglia e combattimenti se sappiamo di poter vincere. D’altra parte tutto ruota attorno a quest’idea, dalla storia al gameplay all’IA dei nemici.

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Iniziano i guai

Questo gioco ha avuto una storia molto travagliata: passato di mano in mano, da publisher a publisher e da sviluppatore a sviluppatore. Non è mai un buon segno. La premessa di The Revolution è parecchio intrigante, così come la volontà di creare un gioco che fa della guerriglia urbana il suo punto focale. Peccato che ci siano vari problemi che guastano un po’ l’esperienza, nonostante le patch pubblicate dagli sviluppatori. Per cominciare il comparto grafico, anonimo senza pietà. Philadelphia non ha proprio la reputazione, almeno dalle nostre parti, di essere una città particolarmente interessante. Diamine, la maggior parte di noi dovrebbe cercarla su Google Maps! Assieme dunque ad un’ambientazione poco rinomata troviamo anche un comparto tecnico mediocre. La città, grigia e desolata, semplicemente non ispira molto alla scoperta. A differenza di Harran City del già citato Dying Light, non sentiamo quella spinta ad andare a vedere cosa c’è oltre l’orizzonte. Non dimentichiamo nemmeno il framerate instabile su Xbox One, spesso palesemente al di sotto dei 30 fps. Gli sviluppatori hanno affermato più volte di essere al lavoro su questo fronte e una prima patch pubblicata ha leggermente ridotto i difetti, senza però correggerli in modo del tutto soddisfacente. Un’ambientazione poco stimolante non sarebbe un problema se il gameplay fosse di prim’ordine. Cosa che purtroppo non è. Di nuovo, The Revolution è mediocre. Sparatorie confuse in cui non abbiamo mai l’impressione di sapere cosa succede (potrebbe essere voluto, visto che siamo combattenti con armi inferiori in una città occupata) e che in ultima analisi non sono molto divertenti. Intelligenza artificiale con qualche pecca evidente, difficoltà mal calibrata in alcune sezioni. È prevista anche la co-op online anche se purtroppo è slegata dalla campagna single player. Potremo giocare con 4 amici in 6 diverse missioni e bisogna dire che la cosa risulta divertente perché con altri giocatori umani è possibile adottare tattiche più raffinate. Peccato che non sia però la campagna regolare.

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Occasione persa

Homefront: The Revolution ha delle solidissime basi narrative ma per finire non arriva a distinguersi. Ci sono buone idee ma sono poco sfruttate e la piattezza di livelli e gameplay non lo rendono certo un capolavoro. Piuttosto vi consigliamo Dying Light che sostanzialmente offre le stesse cose ma in meglio. Spiace per Dambuster Studios che si è ritrovata con un progetto zombie da dover completare per forza ma il titolo necessita una importante opera di rifinitura, opera che difficilmente vedremo davvero.

 

Ci piace

  • Basi narrative intriganti

Non ci piace

  • Visivamente anonimo
  • Framerate instabile
  • Meccaniche di gioco poco divertenti
4

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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