Che fine ha fatto il giovane Ethan? Perché non sappiamo cosa fare? Chi siamo? Dove andiamo? Bella però la natura qui nella valletta di Red Creek Valley… peccato per i cadaveri! E le trappole? E i portali? Che cavolo è successo? Chi è l’oscura presenza? Perché il ponte è tutto distrutto? Ma qua la manutenzione non la fa nessuno? Queste e molte, MOLTE, altre domande vi frulleranno per la testa nell’avventura assolutamente non condotta a manina chiamata The Vanishing of Ethan Carter, uscito su PC l’anno scorso e finalmente ora anche su PlayStation 4! Quella che state leggendo è una recensione delta, ovvero la recensione originale con un paragrafo dedicato alla versione PlayStation 4.
Smarriti nella foresta
The Vanishing of Ethan Carter comincia con una frase che potrebbe fare la vostra gioia o il vostro scontento, a dipendenza della vostra attitudine all’investigazione e alla vostra pazienza. Eh sì, perché quando un’avventura inizia con “questa è un’esperienza di gioco narrativa che non ti conduce per mano” sappiamo già che saremo del tutto soli, niente tutorial, niente sistema di indizi e specialmente niente pay per win. Evviva!!! Esplorazione totale, smarrimento completo e le sorti della partita totalmente nelle nostre mani, senza nessuna scorciatoia o facilitazione. Nel gioco interpretiamo un navigato detective di nome Paul Prospero, avvezzo ai misteri e ai casi complicati. Come il cliché esige, il nostro Paul ha deciso di accollarsi un ultimo caso prima di ritirarsi. Un caso complesso dal momento che il giovane Ethan Carter si è rivolto a lui, dopo essere stato ignorato dalle autorità. Il classico “mi manca un solo caso alla pensione” che ci piace, perché ci mette nei panni di qualcuno con tanta esperienza e una maniacale voglia di risolvere tutto. Il titolo è una detective story molto particolare, infarcito di soprannaturale e a tinte oscure, ma mai davvero horror. Ci imbatteremo in efferati assassini e strane presenze, in comportamenti al limite dell’assurdo ma evidentemente lo scopo non è quello di terrorizzare il giocatore. Per quello c’è Alien Isolation! L’ambientazione è davvero molto bella, con paesaggi molto realistici e ottimamente disegnati che non spaventano ma invitano ad essere visitati. Dal lato puramente scenografico dunque The Vanishing of Ethan Carter è abbastanza realistico… sapete, a parte tutte le cose soprannaturali!
Il detective Paul (e il giocatore) iniziano uscendo da un tunnel ferroviario per ritrovarsi in un boschetto. In lontananza un ponte tutto sgangherato sopra una profonda valle. Ancora più lontano, una piccola locomotiva diesel. Che fare? Nessuna informazione viene data al giocatore. Il nostro istinto è quello di seguire le rotaie, passare il ponte e andare alla ricerca di qualcosa che ci permetta di andare avanti nel gioco. In effetti la prima volta che ho iniziato questo gioco sono andato dritto come un fulmine, attraversando il ponte, esaminando alcuni indizi ma in sostanza non giungendo a capo di nulla. Anni di tutorial mi hanno rovinato, sentendomi ancora più perso di quanto fosse nelle intenzioni dei game designer. Deciso a fare le cose per bene, ho lanciato una nuova partita. In The Vanishing of Ethan Carter bisogna battere ogni centimetro, ogni anfratto, girare ogni roccia. In effetti la maggior parte degli enigmi in cui ci imbatteremo nel gioco sono risolvibili grazie ad una esplorazione certosina e a un buon senso di osservazione. Praticamente mai dovremo manipolare oggetti, risolvere puzzle o fare calcoli. Come nella realtà di un’investigazione basterà ragionare bene. Gli enigmi sono tutti affrontabili immediatamente, senza necessità di essere sbloccati. Red Creek Valley è un livello unico che si offre ai nostri occhi indagatori. Questo dettaglio ha ripercussioni piuttosto importanti sulla nostra avventura perché saremo costantemente alla ricerca del pezzo mancante. Ad esempio se iniziamo il primo enigma, quello delle trappole nel bosco, ma non riusciamo a trovarle tutte possiamo tranquillamente passare al prossimo senza risolverlo. Questo significa però che ci mancheranno elementi per comprendere il caso e che, prima o poi, dovremo tornare indietro e risolvere la cosa. Intrigante ma anche parecchio frustrante se vi siete lasciati sfuggire una piccola cavolata!!! Backtracking a parte, ogni tanto è proprio fastidioso girare a vuoto per i boschi senza accorgersi che magari bastava un click in più, un movimento meglio compiuto o un qualche elemento davvero nascosto. D’altra parte il team di The Astronauts l’ha fatto apposta, evitando di aiutarci. Sei da solo player, fattene una ragione.
Ufficio turistico di Red Creek Valley su PS4
The Vanishing of Ethan Carter era davvero molto bello su PC ed è rimasto sostanzialmente invariato anche su PS4. Dopo una lunga conversione da Unreal Engine 3 a 4 dal momento che il primo non è supportato sulla console Sony, il titolo non ha quasi nulla da invidiare alla controparte PC master race. Passeggiare per la foresta, soffermandoci su rocce e alberi, con le foglie che ondeggiano alla brezza scorgendo lo scorrere placido dell’acqua in lontananza è davvero un’esperienza che lascia il segno. Non solo l’Unreal Engine fa un lavoro egregio, ma la qualità e l’attenzione ad ogni singolo dettaglio del terreno fanno della produzione di The Astronauts un vero gioiellino. Vegetazione e illuminazione dinamica sono i fiori all’occhiello di questo gioco, oltre che alla già citata narrazione particolare ma molto coinvolgente. Durante le 5 orette necessarie a portare a termine il gioco, se siete portati per questo tipo di esperienza, potrete davvero ammirare un titolo che non ha niente da invidiare al più moddato degli Skyrim!Ci sono ovviamente delle differenze rispetto alla versione PC ma per prima cosa devo sottolineare che il porting è straordinario: vegetazione quasi totalmente intatta, texture ad altissima risoluzione, distanza di visione. Ci sono alcune correzzioni verso il basso per quanto riguarda i riflessi sull’acqua, un framerate instabile che varia tra i 30 e 60 fps (con qualche leggero tearing in alcuni casi) e un AA meno efficace rispetto a quanto visto su computer. Dettagli di poco conto che il giocatore medio probabilmente non noterà nemmeno, visto che per rendersene conto è necessario far girare le due versioni fianco a fianco! Insomma, questa versione console mantiene intatta tutta la sua bellezza e non ci fa rimpiangere il PC! Per quanto riguarda l’audio troviamo un doppiaggio esclusivamente in inglese coi sottotitolo in italiano. Carine le musiche che supportano bene l’atmosfera di mistero mistico del gioco.
Questo gioco è particolare e non per tutti i palati. Obiettivamente difficile se siete abituati male, sicuramente soddisfacente se arriverete in fondo, garantito che lascerà una traccia nella vostra ludoteca. Noi ve lo consigliamo e, se proprio non riuscite a completarlo, datevi alle guide su internet, ce ne sono un sacco (ammetto: ho dovuto consultarne una dopo essere rimasto bloccato su un enigma per più tempo di quanto sono disposto ad ammettere). The Vanishing of Ethan Carter è un gioiellino!