Project xCloud provato in fiera

Di Project xCloud ne sentiamo parlare oramai da parecchio: la nuova tecnologia Microsoft basata su server Azure che promette un’esperienza di gioco in streaming su qualsiasi device di qualsiasi potenza e dimensione con grafica teoricamente indistinguibile da quella prodotta da Xbox One.

Durante la conferenza di Xbox qui a Los Angeles, è stato annunciato che all’arrivo del servizio potremo avvalerci di due opzioni. La prima è quella più tradizionale: streaming dei giochi da un datacenter Azure attraverso un client da installarsi sul device di nostra scelta. La seconda, più curiosamente, permetterà di fare lo streaming dalla nostra console Xbox One al device ospite. Ovviamente tale possibilità esiste già oggi con Xbox Smartglass ma i due device devono trovarsi sulla stessa rete e, come probabilmente saprete, le performances non sono spettacolari. xCloud promette di ovviare a questo problema anche se poi, in realtà, ancora non sappiamo granché di questa seconda opzione.

Durante lo showcase Xbox però abbiamo avuto l’occasione di provare per qualche minuto xCloud con Resident Evil 7 e Halo Wars 2, entrambi giocato con un controller di Xbox One tradizionale attaccato ad un Samsung Galaxy S10+. Quest’ultimo era poi connesso alla rete con un adattatore USB-Ethernet, al fine di evitare interferenze e problemi di connettività molto comuni durante gli eventi con migliaia di persone riunite nello stesso posto (e, probabilmente, per ridurre la latenza al minimo). Il primo impatto con Halo Wars 2 non è stato molto soddisfacente. A parte la mia totale incapacità nel gioco, mi è parso immediatamente evidente che i movimenti rapidi della telecamera introducono una serie di artefatti di compressione video, in modo particolare nelle zone in cui ci sono molti dettagli. Pensiamo ad esempio al terreno di gioco, naturalmente impreziosito da dettagli estetici distribuiti però su colori piuttosto uniformi (erba, ghiaccio, rocce e via dicendo). In questo frangente, xCloud ha mostrato subito il fianco, nonostante le condizioni di connettività più che eccellenti. Quando l’abbiamo fatto notare ad un membro del team, la risposta è stata abbastanza evasiva, cercando di sviare la nostra attenzione sul resto dell’esperienza. Esperienza che in effetti, artefatti video a parte, è stata più che soddisfacente. L’input lag è davvero ridotto al minimo e non abbiamo avuto l’impressione di stare giocando su una console nella Bay Area ma direttamente sullo smartphone tra le nostre mani. Con Resident Evil 7 le cose sono andate decisamente meglio. Sicuramente per via del fatto che RE7 è un gioco con movimenti di camera meno rapidi rispetto a Halo Wars 2, xCloud ha soddisfatto molto di più. Il gioco girava fluidissimo e senza artifacting visibile. L’input lag era anch’esso praticamente inesistente.

Di incognite per xCloud ce ne sono ancora. Discutendone col team abbiamo scoperto che il servizio supporterà tutti i sistemi d’accessibilità già disponibili su console. Non è chiaro come xCloud adatterà il formato video sui diversi schermi. Su Galaxy S10+ l’aspect ratio dei giochi rimaneva 16:9 mentre lo schermo del device è più largo. Abbiamo provato a zoomare per far prendere al gioco la dimensione totale del pannello ma non è stato possibile. Forse è un bene però perché il gioco sarebbe stato irrimediabilmente tagliato, perdendo potenzialmente parti di UI.
xCloud dovrà vedersela con Stadia, PlayStation Now e gli altri servizi che stanno per arrivare sul mercato. Microsoft dalla sua ha il brand Xbox con tutte le sue IP, una notevole esperienza in campo server e l’impressionante rete di server Azure. Se c’è qualcuno che ha buone possibilità di riuscire nell’intento, è la brava gente di Redmond.

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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