Hands on: Unravel

Una delle più inattese e benvenute sorprese della conferenza EA dell’E3 è stata sicuramente Unravel. Dal gusto squisitamente indie, questo platform-puzzle giunge direttamente dalla Svezia ad opera di Coldwood Interactive, uno studio che ha all’attivo parecchi titoli che per lo più sono passati inosservati dalle nostre parti, a parte qualche eccezione come Move Fitness su PS3 e Skiracing sulla prima Xbox.

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In Unravel impersoneremo Yarny, un personaggino fatto di filato (un insieme di fibre tessili che, incrociate, formano un filo) nato dalla mente del creative director Martin Sahlin. Durante la presentazione a cui abbiamo assistito prima dell’hands on ci è stato spiegato che i ragazzi di Coldwood erano in cerca di ispirazione per un nuovo titolo. Martin, che si trovava in vacanza nei boschi ha avuto l’idea di creare un piccolo personaggio fatto di filo rosso. Non avendo nulla su cui disegnarlo ha deciso di creare Yarny dal vero e di fotografarlo intento a compiere varie attività nella foresta: camminare su un tronco, trascinare un masso lungo un fiume, saltare da un ramo all’altro e così via. Ecco che il concetto non solo del personaggio ma anche di un possibile gameplay era nato. Da lì a creare Unravel il passo è stato breve e dopo aver siglato un accordo con il potente publisher EA, il gioco sta per arrivare su console next gen e PC. Il titolo ci racconta quindi le gesta del piccolo Yarny che rappresenta il legame di una donna anziana con la sua famiglia che si è un po’ scordata di lei. Mentre avanziamo per il giardino e il bosco nei pressi della casa, scopriremo degli scampoli di ricordi della donna, di quando giocava con i nipoti e di tutte quelle piccole cose che la rendevano felice.

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Per la nostra prova, purtroppo limitata a soli 10 minuti di gioco, abbiamo potuto iniziare il gioco dall’inizio per poi saltare direttamente a metà avventura, per farci un idea delle varie meccaniche proposte. All’inizio apprendiamo i movimenti di base: Yarny cammina, salta, trascina oggetti e può creare liane e ponti con il filo che compone il suo corpo. Cose che, alla prima impressione, sembrano essere piuttosto standard se non fosse che ci accorgiamo presto che il filo di Yarny non è infinito. Mano a mano che proseguiamo esso si strotola sul terreno, si allaccia a rami ed oggetti e a un certo punto del piccolo esserino non resterà quasi più niente. In Unravel dunque bisogna fare economia e cercare, quando necessario, un nuovo pezzo di gomitolo per “ricaricare” il nostro corpo. Il tutorial ha anche il compito di spiegarci un pochino la logica dei puzzle. Ad esempio bisogna superare una buca piuttosto profonda. Per prima cosa possiamo riempirla d’acqua agganciando il rubinetto per aprirlo, solo che Yarny non sa nuotare! Ecco che quindi appena aperta l’acqua dobbiamo tornare indietro arrampicandoci sul filo srotolato e far cadere nell’acqua delle mele che, galleggiando, formeranno un punte di fortuna!

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Superato questo ostacolo, il gioco è passato direttamente a metà trama. Qui troviamo Yarny tutto solo e infreddolito in una scura foresta. Il poverino tenta di scaldarsi sconsolato ma l’unica cosa da fare è andare avanti. In questo livello scopriamo quanto cervellotico possa essere Unravel perché bisognava fabbricare ponti, usarli come trampolino per raggiungere zone elevate, atteggiarsi a piccolo tarzan nordico e molto altro. I puzzle sono anche piuttosto dinamici dal momento che spesso dopo aver compito un’azione bisogna fare in fretta per compiere la prossima. Ad esempio far rotolare dei bidoni enormi (o meglio, enormi dalla prospettiva del piccolo esserino) giù da una discesa significa morte certa se non ci togliamo subito di torno. Nella stragrande maggioranza parte dei casi comunque gli enigmi hanno una loro logica che, una volta appresa con un po’ di try and error, porterà sempre alla loro soluzione. Sfortunatamente il tempo a disposizione è scaduto presto, anche perché siamo riusciti a vedere Unravel all’ultimo, mentre stavano già smontando le postazioni di gioco.

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Unravel sembra proprio un piccolo gioiello e sicuramente una delle più belle sorprese dell’E3 2015. Bisognerà ovviamente valutare se il titolo ha le carte in regola per offrire un’esperienza di gioco soddisfacente per più di qualche decina di minuti ma per ora sembra non esserci questo pericolo. Come sempre l’ultima parola verrà sancita dalla recensione.

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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