Abbiamo conosciuto la pazzia, abbiamo aiutato una ribellione, siamo stati per giungle e montagne. Quello che non avevamo ancora visto è la lotta primordiale, tra mammut, tigri dai denti a sciabola e feroci uomini delle caverne. La serie è Far Cry, il titolo è Primal. Pronti a risvegliare l’homo erectus?
Questione di sopravvivenza
In Far Cry Primal siamo Takkar, cacciatore della tribù dei Wenja. La vita nella preistoria è dura e senza pietà e sin da subito ci vedremo confrontati con le forze della natura. Una battuta di caccia al mammut finita male ci lascerà soli, feriti e disperati: ecco che l’istinto di sopravvivenza di Takkar si accende e il nostro compito sarà quello di fargli trovare i membri della sua tribù. Ma la storia di Primal ha un respiro più ampio e ci mette nel centro di una furiosa lotta per il dominio della terra di Oros. Da un lato Tekkar e i Wenja, gente coraggiosa ma senza un capo e dall’altro le tribù rivali dei Izila, più avanzati nella tecnologia e gli Udam, che preferiscono violenza e cannibalismo alla diplomazia. Come protagonisti dovremo fare del nostro meglio per difendere la nostra gente e portarla alla prosperità, eliminando sistematicamente i concorrenti e assicurandoci che ogni dettaglio del nostro campo sia al posto giusto. In qualità di nuovo capo dei Wenja il nostro viaggio per Oros sarà quello del cacciatore, alla ricerca di risorse ed alleati oltre che a difendere la nostra gente dai nemici. Che la lotta cominci!
Tocco animale
Far Cry Primal urla sopravvivenza da ogni poro. Tutto nel titolo è indirizzato verso gli istinti più animali dell’uomo: nutrirsi, sopravvivere, prosperare. Il gameplay di base è quello che conosciamo da tempo: combattimento ed esplorazione. La mappa di Oros, che dovremo scoprire pian piano girovagando per i boschi, va conquistata. Missioni di attacco agli accampamenti, del tutto simili a quanto visto in passato, ci permettono di estendere il nostro dominio e, cosa non da poco, sbloccare punti di fast travel. Svolgere missioni per conto dei vari personaggi che incontreremo nel gioco ci permette di migliorare diverse facoltà (come la vita o le capacità offensive) e costruire utili armi e accessori. Dopo qualche ora di gioco apprenderemo la facoltà di comandare le bestie feroci. Dopo aver incontrato uno sciamano e aver bevuto il suo orrido intruglio, saremo pronti per un livello parecchio allucinato che ci fornirà capacità speciali. In breve tempo avremo a disposizione gufi, tigri, lupi, mammut, orsi e molte altre bestie che eseguiranno ogni nostro comando. Ad esempio possiamo mandare il gufo in avanscoperta mentre comandiamo all’orso di sbranare una guardia isolata. Ogni animale ha i suoi perks, che sono piuttosto variati. A titolo di esempio il lupo è un animale da esplorazione: la sua vista acuta e il suo fiuto aumentano la quantità di mappa che riveliamo mentre stiamo camminando. L’orso invece è potentissimo in attacco. Il mammut è comodo come cavalcatura! Ovviamente non siamo inermi, nel nostro arsenale troveremo armi squisitamente primordiali come archi e clave ma anche primitive bombe velenose! Il sistema di combattimento è identico a Far Cry 3 e 4 ma in Primal l’ho trovato molto più soddisfacente. Forse perché, aiutati dal nostro compagno animale e riducendo la velocità dello scontro (un arco non è un mitragliatore pesante!) tutto è più gestibile e scorre in modo più armonioso.
Foresta vergine
Far Cry Primal riesce ad evocare l’eco di un mondo andato oramai perduto. A livello umano fa un buon risultato, offrendoci tribù diverse tra loro, ben caratterizzate sia a livello visivo che comunicativo (il gioco infatti non è in nessuna lingua conosciuta ma è parlato nei vari dialetti delle tribù!). Piacevolissimo gironzolare per i boschi, stando magari attenti a non farlo durante le ore notturne (il tempo è infatti dinamico) a rischio di farci attaccare da animali affamati. La storia certo è ridotta un po’ all’osso, con qualche side quest a spezzare la monotonia che però non riesce a risollevarne le sorti. Il bello di Primal è proprio il gioco in sé: un amalgama di sopravvivenza pura, di caccia, di libertà nella natura. Dopo il favoloso Blood Dragon, questo è un Far Cry che ha saputo emozionarmi.