Anteprima – Death Stranding 2: On the Beach

Abbiamo trascorso ben 30 ore con Sam Porter Bridges attraverso il Messico e l’Australia – ecco le nostre impressioni!

È quasi arrivato il tanto atteso seguito del capolavoro di Hideo Kojima, Death Stranding: abbiamo potuto consegnare un sacco di carichi direttamente negli uffici di Kojima Productions a Tokyo.

Quando Death Stranding di Hideo Kojima uscì nel 2019, nessuno poteva immaginare quanto il nostro mondo reale e gli Stati Uniti post-apocalittici ideati da Kojima per il suo gioco si sarebbero improvvisamente avvicinati a causa della pandemia di Covid-19. Nei panni del corriere Sam Porter Bridges, il vostro compito era ricollegare le persone quasi completamente isolate. Quello che da alcuni fu frettolosamente liquidato come un simulatore di postino glorificato, dispiegò nel corso delle sue circa 50 ore di gioco un mondo affascinante con personaggi meravigliosi, grandi sorprese e molti momenti altamente emotivi – e infine anche un meritato lieto fine per il protagonista Sam e il suo Bridge Baby Lou.

Ma non è così semplice: Sam è ancora necessario e quando un giorno la sua vecchia compagna Fragile appare a sorpresa nel nascondiglio di Sam e Lou, si lascia convincere a effettuare un’ultima, presunta, consegna. Il viaggio di Sam lo porta a sud, in Messico, e le prime ore in Death Stranding 2: On the Beach sembrano inizialmente un breve riassunto di tutte le meccaniche del primo capitolo: Sam, così come i giocatori, si riabitua rapidamente alla pianificazione dei percorsi, all’ottimizzazione dell’equipaggiamento, alla faticosa marcia attraverso terreni impervi e anche ai pericolosi BT – le Creature Arenate (CA) che rendono la vita così difficile a Sam e al resto dell’umanità. E poi la nuova avventura finalmente si apre: un gigantesco portale apre la strada verso l’altro capo del mondo, l’Australia. E con essa, la possibilità di ricollegare non solo l’America, ma di nuovo il mondo intero.

Fino a questo punto, il secondo Death Stranding sembra un riuscito seguito iterativo – si prende ciò che si conosce dal primo capitolo, lo si rende un po’ più bello e se ne produce di più. Ma l’arrivo in Australia non ha un effetto trasformativo solo per gli eventi precedenti, che non vogliamo assolutamente spoilerarvi; anche a livello di gameplay e tecnico diventa chiaro quanto Death Stranding 2 si sia evoluto rispetto al suo predecessore. Tecnicamente ammiriamo scenari incredibilmente dettagliati e tuttavia fluidi e puliti anche su una PS5 standard, e attori digitali che riescono effettivamente a trasmettere moltissime emozioni. Ma soprattutto dal punto di vista artistico vengono offerte immagini meravigliosamente surreali e panorami tanto inquietanti quanto meravigliosi, che quasi non possiamo fare a meno di viaggiare, esplorare e infine collegare questo nuovo mondo.

Le basi sono familiari. Sam accetta ordini e riceve consegne che devono essere portate a una destinazione specifica – più intatte sono, meglio è. Alcune sono più complicate di altre; una consegna non tollera il sole diretto, ed è un bene che Kojima Productions abbia ora implementato i cicli giorno-notte. Un’altra consegna deve raggiungere la sua destinazione particolarmente in fretta o essere trasportata esclusivamente in orizzontale – ai corrieri in Death Stranding 2 viene richiesto molto, soprattutto perché spesso le missioni di consegna non si esauriscono lì. A volte bisogna ritrovare oggetti perduti, a volte eliminare una banda di banditi che si è impossessata di un carico prezioso. Starà a voi decidere se agire di soppiatto, in silenzio, o in modo aggressivo con le armi.

Sia le meccaniche di combattimento che quelle stealth sono molto più elaborate e stratificate rispetto al primo capitolo e nessun approccio sembra intrinsecamente giusto o sbagliato; si procede come sembra più sensato. Diverse armi non letali vi aiutano a neutralizzare i nemici umani; per difendersi dai ben più pericolosi BT è invece necessario un equipaggiamento completamente diverso. Spesso è consigliabile perlustrare prima gli accampamenti nemici con torri rapidamente erette per verificare la posizione delle guardie e del bottino prezioso; l’uso intelligente del fucile di precisione con proiettili narcotizzanti e delle granate fumogene può salvarvi la pelle abbastanza spesso anche contro nemici in superiorità numerica.

Tuttavia, Death Stranding 2 non dimentica le sue radici. Sono le marce spesso tangibilmente faticose attraverso paesaggi a volte brulli, a volte torridi, a volte lussureggianti, è il conflitto con l’ambiente che regala al gioco i suoi momenti magici. E sono anche le numerose possibilità di modificare il mondo secondo le vostre esigenze e quelle degli altri giocatori che vi terranno incollati a lungo al controller della PS5. Inizialmente piazziamo ancora scale per superare dirupi e fiumi impetuosi; poi costruiamo utili stazioni postali, rifugi che proteggono dalla cronopioggia, torri per spiare il nemico e infine interi ponti, strade e utilissime teleferiche. Riattiviamo miniere e sistemi monorotaia, col tempo diventano possibili persino portali tra luoghi diversi – così non solo ci apriamo il mondo, ma aiutiamo anche altri corrieri in tutto il mondo, possiamo letteralmente vedere come ritorna l’attività umana.

Tutto questo crea molti grandi e piccoli momenti magici. Che si tratti dell’attraversamento di un’enorme catena montuosa, del primo incontro con un nuovo amico – o con un vecchio nemico! Oltre a volti familiari come Fragile, incontriamo anche nuovi personaggi. C’è per esempio Tarman, basato sul regista di “Mad Max” George Miller, che guida la nostra base mobile, la DHV Magellan, attraverso il catrame. Poi c’è Rainy, che ha un legame molto speciale con la cronopioggia, ma soprattutto c’è Dollman: è ispirato al regista tedesco-turco Fatih Akin e presto penzolerà allegramente come una bambola dalla cintura di Sam, commentando non solo allegramente qualche situazione, ma potrete anche lanciare in aria il robusto piccoletto per avere una visione più precisa dell’ambiente circostante.

Sono anche queste oscillazioni tonali, a volte intense, a costituire gran parte del fascino di Death Stranding 2. Scene altamente emotive si alternano a brutali sequenze d’azione, momenti riflessivi e tragici flashback si danno il cambio con un ottimismo sconfinato o un umorismo rinfrescante. Ci sono momenti di silenziosa bellezza e momenti di spietato sovraccarico sensoriale – chi si imbarcherà in un nuovo viaggio con Sam Porter Bridges a partire dal 26 giugno, può prepararsi a molto.

Prospettive

Nel corso di quattro giorni abbiamo potuto trascorrere quasi 30 ore nel Messico e nell’Australia di Death Stranding 2 – 30 ore che sono volate, 30 ore in cui è successo tantissimo, e dopo le quali avremmo preferito aggiungerne subito altre 30. Per costruire più strade, per saperne di più sulle persone che abbiamo incontrato… semplicemente per trascorrere più tempo con Sam, Dollman e tutti gli altri. E naturalmente anche per scoprire dove lo porterà ancora il viaggio di Sam e come se la passeranno tutti coloro che a lui, e non da ultimo anche a noi, sono diventati incredibilmente cari.

Articolo originale di games.ch (Thomas Nickel), pubblicato previa autorizzazione. Articolo autotradotto.

Written by: games.ch

Questo profilo ripubblica contenuti da games.ch tradotti in italiano

No comments yet.

Leave Your Reply

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch