Android 5.0 Lollipop

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Annunciato da ormai diversi mesi, la nuova major update di Android approda nella sua versione definitiva durante la serata del 12 novembre. Dopo il rilascio di tre beta nel corso dell’estate, di cui abbiamo avuto l’occasione di testare, finalmente siamo in grado di trascrivere le nostre impressioni definitive sulle build disponibili per i consumer testati su Nexus 7 2013 e Nexus 5. Nella fattispecie l’aggiornamento tocca tutta la gamma Nexus dal 4 in poi (compreso Nexus 7 2012) e i nuovi arrivati Nexus 9 prodotto da HTC e Nexus 6 fabbricato da Motorola. Per quanto riguarda i fork degli OEM praticamente tutti i principali si sono già espressi sul rilascio effettivo degli aggiornamenti. Tra i più veloci spiccano LG (LG G3 e successivamente LG G2, compresi anche i dispositivi dell’ultimo anno), Motorola (con la gamma Moto G e Moto X dall’anno scorso in poi) e Nvidia (Nvidia Shield tablet). I soliti Samsung (dal Galaxy S4 in poi, tablet invece presumibilmente dal Galaxy Note 2014 in poi), Sony (tutta la gamma Xperia Z) ed HTC (da Htc One M7 in avanti), aggiorneranno i loro prodotti di punta in una finestra che comprende dicembre e gennaio e successivamente per i modelli più datati. lollipopChiaramente non siamo a conoscenze delle modifiche effettive applicata ad ogni interfaccia personalizzata dall’OEM, i cambiamenti potrebbero essere sostanziali come il contrario. Una cosa tuttavia è certa, Lollipop rappresenta, almeno per la gamma Nexus, un passaggio fondamentale che aggiunge numerose funzionalità ormai già presenti nei sistemi fork della concorrenza e non solo.

L’impatto che ha stupito maggiormente è la nuova coerenza grafica del robottino, che vede una naturale e ulteriore evoluzione partita nel 2012 con l’interfaccia Holo : introdotta ufficialmente con Ice Cream Sandwich ma con qualche assaggio anche in Honeycomb (OS solo per tablet). Lo stile flat a quadrotti caratterizzato da nuove gestures presenti nelle app ricordavano in qualche modo le prime versione di Windows Phone 7, il tutto immerso in un’interfaccia blu/nera piuttosto funzionale. Con Lollipop questo approccio è stato ulteriormente accentuato, in cui i vari colori e le nuove introduzioni grafiche nella UI rendono Android un OS coerente ispirato allo stile introdotto con Google Now e l’interfaccia Holo. Il risultato è il material design che impongono linee guida chiare e piuttosto obbligatorie agli sviluppatori, sperando in un futuro di non vedere applicazioni con la stessa interfaccia e funzionalità di iOs. Di esempi ce ne sono molti, per restare presso l’azienda californiana citiamo le gapps (le Google Apps) nel quale tutte sono state aggiornate per sfruttare al meglio le nuove API della UI. Ad esempio Gmail, che introduce la gestione multiaccount, swipe per l’eliminazione e nuove tweak nell’interfaccia, migliorando inoltre l’esperienza tablet aggiungendo ben 3 colonne di visualizzazione. O Google Calendar, ora più funzionale con diversi swipe per attivare determinate visualizzazioni, con un’interfaccia tablet ulteriormente migliorata…e via dicendo. Positivi i continui aggiornamenti dell’interfaccia per alcune applicazioni terze, come il famoso Battery Widget Reborn o Greenify, alla nuova beta di Whatsapp, ecc…aggiornamenti dell’interfaccia che si concretizzeranno piano piano nel corso del prossimo anno.

Oltre al material design, introdotto anche per quanto riguarda Google Now Launcher, vede una nuova veste anche la tendina notifica. Seppur con praticamente le stesse funzioni di interazione aggiunte con le precedenti release, per la gamma Nexus si tratta di una svolta nella gestione dei toggle : ora più immediata e funzionale di Kitkat e JellyBean. Con il solito doppio swipe verso il basso si può accedere alla suddetta lista che comprende la luminosità, il wifi, il bluetooth e via dicendo, in aggiunta ai collegamenti rapidi riguardanti la batteria e le impostazioni. Finalmente Google si è decisa di rendere il tutto più funzionale e in linea ai fork concorrenti. Tra le novità non possiamo non citare Project Volta, che propone anche un risparmio energetico attivabile manualmente o automaticamente da una certa percentuale della batteria, diminuendo di molto la frequenza del processore e disattivando tutte le animazioni. A parità di consumi, Lollipop si attesta come la precedente versione Kitkat migliorando di molto l’efficienza in Standby. Tuttavia, su Nexus 5 inizialmente abbiamo avuto una situazione anomala di battery drain alquanto inspiegabile, ma che, fortunatamente, è sparito dopo il primo ciclo di carica. Interessante inoltre l’introduzione del multiutente anche per la controparte smartphone, attivabile sempre dalla tendina notifica.

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A muovere il tutto subentra ufficialmente la nuova virtual machine ART, introdotta inizialmente come fase sperimentale nella precedente release Kitkat (solo su dispositivi Qualcomm Snapdragon s600 in poi), svolta alquanto epocale per il sistema di Mountain View che da sempre usa la Dalvik. Purtroppo il problema di quest’ultima era l’effettiva efficienza nell’uso, sia in termini di consumi che in prestazioni generali, caratterizzata da qualche lag di troppo nella navigazione dell’interfaccia (passaggio fra un’app e l’altra) o nella navigazione tramite il tasto delle applicazioni recenti.S eppur con Froyo fu introdotta la compilazione Just-in-time (JIT) per simulare l’esecuzione del codice in nativo, più le migliorie effettuate nella versione Jelly Bean che sottostanno a progetto burro (triple buffering, VSinc e interfaccia settata a sessanta fotogrammi al secondo), il tutto non era ancora sufficiente per trasmettere un esperienza d’uso pari a WP o iOs. Naturalmente parliamo di Android Stock e di alcuni fork come la Touchwiz Samsung, alcuni OEM avevano già risolto egregiamente il problema prestazioni (sense 5/6 di HTC o l’Xperia UI di Sony da Jelly Bean in avanti). Art prende così il posto della Dalvik proponendo una runtime dalle ottime prestazioni con una buona ottimizzazione delle risorse. La differenza sostanziale risiede nel tipo di compilazione, ora durante l’installazione dell’app e non più al loro avvio (Ahead-of-time). Questo fa si di evitare i continui stress alla CPU del dispositivo non appena si lancia un’applicazione, migliorando quindi quello che riguarda i consumi, le performance e l’efficacia del multitasking. Le applicazioni recenti infatti hanno subito un ulteriore cambiamento modificando non solo veste grafica, ma anche l’efficienza nell’avere numerosi processi attivi senza influenzare pesantemente le performance. Le app recenti sono quindi divise sotto forma di schede alla Chrome / Google Now, caratterizzata da una fluida e decente animazione  se confrontato al passato con una UI semplice e ormai superata. Tuttavia questo comporta una gestione alquanto caotica delle app recenti, per la precisione dal momento che l’utente si ritroverà oltre una ventina di schede che possono comprendere : app ancora in esecuzione, diverse sezioni delle impostazioni o le pagine delle schede di Chrome singolarmente (se attivate nelle impostazioni), risulterà piuttosto difficile trovare quella desiderata. Per contro, a mio avviso questo difetto è colmato da una piccola chicca introdotto nella sezione sicurezza delle impostazioni. Vale a dire la possibilità di bloccare il telefono alla navigazione di una sola app (tappando il pin azzurro presente nell’immagine centrale), senza la possibilità di accedere alle applicazioni recenti o alla home. Funzione simpatica se l’utente vuole concedere per qualche secondo il telefono ad amici, evitando sbirciatine di ogni genere.

Testando l’aggiornamento su Nexus 5 e Nexus 7 2013 non abbiamo avuto la possibilità di testare nuove funzioni non implementate di default : come il double tap to wake al fine di sbloccare il telefono tramite un doppio tap, o i settaggi dedicati all’ambient display. Chiaramente quest’ultime sono disponibili negli ultimi arrivati (Nexus 6 e Nexus 9) o installando un firmware porting estratto dai neo prodotti Nexus. Android Lollipop va esplorato in tutte le sue sfaccettature e novità, e tra un simpatico tweak e l’altro la fluidità del sistema e l’esperienza hanno chiaramente subito un ulteriore step dal già ben ottimizzato Kitkat.

 

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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