Tomb Raider (film)

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Tomb Raider (film)

Va bene gente, avete seguito l’addestramento. Un film tratto da un videogioco? Grandi speranze, un trailer criptico ma molto figo, le teorie complottistiche online, il pessimismo e, per finire, l’acquisto del biglietto del cinema senza sapere se state buttando i vostri soldi al vento oppure sarà finalmente la volta buona. E finisce quasi sempre male perché, a parte il film di Warhammer, la trasposizione al grande schermo non è mai andata tanto bene.

Ma nel 2018 ci si riprova con Tomb Raider, film basato sull’eccellente reboot della serie videoludica. Ed il primo che si azzarda a parlare dei film con Angelina Jolie finisce in castigo!

L’Isola Maledetta

Il reboot di Tomb Raider del 2013 ha sconvolto il personaggio di Lara Croft. Da supereroina popputa e bidimensionale (per quanto riguarda il suo personaggio, è ovvio) a persona vera. La nuova Lara è una ragazza normale, certo è coraggiosa e intelligente, ma ha una sua profondità, delle motivazioni e delle ambizioni. Un cambiamento epocale per il meglio che ha spostato l’attenzione dai bassi istinti, spostandola a ciò che rende Lara Croft una badass.

La storia del reboot era piuttosto interessante: la giovane parte in missione assieme ad un eterogeneo gruppo di esploratori alla ricerca del perduto impero degli Yamatai e della regina Himiko. Dopo mille peripezie scopriremo che Sam, l’amica di Lara, è stata posseduta dallo spirito della crudele Himiko e che dovremo salvarla da un destino orribile.La pellicola di Roar Uthaug che vede l’eccellente (nonché malata di crossfit) Alicia Vikander prende spunto dal reboot, cambiando però tutto quello che c’era di buono nella storia. In Tomb Raider Lara parte per l’isola degli Yamatai alla ricerca del padre perduto dopo aver vissuto per anni da sbandata. Sull’isola troverà un nutrito gruppo di nemici affiliati alla Trinità (gli stessi antagonisti dei due giochi, Tomb Raider e The Rise of the Tomb Raider) ma le similitudini finiscono qui.

Il film inizia con una lunghissima e soporifera serie di scene ambientate a Londra in cui Lara prima si diletta di combattimenti e poi fa la ragazza delle consegne in bicicletta. Serve a farci capire che è fisicamente forte ed in grado di difendersi ma, al contempo, ci fa immediatamente pentire di aver sperso soldi per il biglietto (anche se, nel nostro caso, i biglietti ce li ha offerti Warner Bros). Finalmente, dopo inutili lungaggini, Lara scopre dov’è andato suo padre e si mette in mente di andare a cercarlo. E finalmente il film si riscatta ai nostri occhi. Dopo uno spettacolare naufragio, la povera Lara si ritrova in balia della Trinità e finalmente può tirare fuori la badass che c’è in lei. Il film prosegue prendendo qualche spunto dalle scene più interessanti del videogioco (coincidentalmente, le vedrete quasi tutte nei trailer…) fino a giungere ad un finale che elimina totalmente il soprannaturale per uscirsene con un’altra soluzione che ci lasciato un po’ delusi.

Ce l’hai messa tutta, Alicia!

Insomma, siamo rimasti davvero così delusi? Beh, non proprio. Per prima cosa la performance della protagonista, Alicia Vikander, è davvero ottima. Non solo per l’impegno profuso a livello fisico ma anche per quanto riguarda il carisma e l’interpretazione. Vikander ha saputo davvero cogliere l’essenza della Lara del reboot trasponendola sul grande schermo in modo davvero encomiabile. Molto riusciti anche gli effetti visivi e le ambientazioni. La pellicola di Uthaug non potrebbe essere più simile al videogioco di così! Quello che lascia l’amaro in bocca è che né la performance della protagonista né le bellissime ambientazioni riescono a risollevare una storia che sia che la compariamo a quella (molto migliore) del videogioco, sia che la compariamo ad altri film d’avventura sa un po’ di buttata là. Troppo lungo l’inizio che lascia troppo poco tempo alle scene in dovremmo vedere la vera Lara combattere e risolvere enigmi.

Incomprensibile l’eliminazione del soprannaturale (un vero must in ogni avventura dell’archeologa inglese) in favore di un pericolo molto meno interessante. Insomma, Tomb Raider poteva offrire molto di più, specialmente perché il materiale su cui basarsi c’è ed è ottimo. Tuttavia questo film poteva essere MOLTO peggio e, per finire, azzecca più cose di quante ci aspettassimo. Da metà via non annoia e riesce anzi a tenerci pure sulle spine in qualche occasione. Consideriamolo un punto di partenza, un passo doveroso verso un eventuale Tomb Raider 2 in cui potremo davvero vedere la ragazza alle prese con qualche avventura degna di questo nome. Vale i soldi del biglietto? Se lo comparate a praticamente tutte le altre trasposizioni cinematografiche di un videogioco, secondo noi alla fin fine, si.

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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