Il mese di ottobre è sempre stato ricco di novità nel campo dei giochi e questa volta la mente creativa di Shinji Mikami, il padre di Resident Evil, ci ha regalato il sequel di The Evil Within. Tre anni fa è uscito il primo capitolo della saga e fece parlare molto di sé, ma il secondo è anche migliore sotto molti aspetti, finalmente l’abbiamo giocato per voi e siamo pronti a parlarvene.
Iniziamo dicendo che questo gioco è direttamente legato al suo predecessore, perché non solo riprende il game-play, ma anche a livello narrativo possiamo dire che prosegue la storia cominciata 3 anni fa al Beacon Mental Hospital. Se siete interessati a scoprire tutta la storia, il nostro consiglio e di completare il primo capitolo proprio per capire le varie connessioni con la trama del titolo precedente. Dopo questa piccola introduzione parliamo un po’ del gioco, ambientato dopo l’incidente avvenuto tre anni fa al Beacoun Mental Hospitral e che da quel momento ha cambiato la vita di Sebastian. Precipitato in caduta libera, affoga i problemi nell’alcool in cerca risposte su stesso, ma a quanto pare gli mancano ancora parecchi tasselli del puzzle per avere una visione più chiara degli eventi. La situazione si ribalta quando Sebastian scopre che tutta la storia che circonda la morte della figlia non è veritiera e chi ha architettato tutto questo non è altro che la Mobius Corporation, creatrice del progetto STEM. Questo sistema permette di connettere e unificare le menti di diverse persone in modo da creare un mondo irreale concepito dalla coscienza comune. Lily è la chiave di tutto, Sebastian dovrà trovarla e portarla in salvo avventurandosi in questo mondo pieno di mostri generati dalle menti più contorte.
TRAMA
The Evil Within 2 presenta una story-line chiara e lineare rispetto a quella del capitolo precedente, più curata e meno caotica, che evita di lasciare capitoli aperti e inconclusi. Il personaggio di Sebastian è molto più profondo e molto ben descritto, come anche molto dettagliata è l’influenza che questo complotto ha sulla sua stessa vita. Il suo dramma familiare l’ha trascinato piano piano sempre più verso la follia e questa avventura ci porterà ad affrontare e combattere i demoni che si nascondono nella sua mente, tutto questo per poter trovare un lieto fine alla sua storia. Il gioco complessivamente dura sulle 15 ore se ci limitiamo a seguire la story-line, se ci dedichiamo all’esplorazione e la ricerca dei vari obiettivi raggiungiamo tranquillamente la ventina di ore.
Il livello narrativo è molto alto e ben curato nel dettaglio, grazie a diversi documenti che troverete durante il gioco avrete la possibilità di approfondire la storia, con un risultato molto più coinvolgente rispetto al suo predecessore. I contenuti narrativi spaziano dalla famiglia di Sebastian, ai segreti che si nascondono dietro la Mobius e le storie dei suoi dipendenti intrappolati nello STEM. Nonostante la sua mole di contenuti, la trama risulta molto fluida e coinvolgente e questo ci garantisce un intrattenimento assicurato. Il team di sviluppo si è dato da fare e possiamo dire che ha osato sperimentare molto di più, anche se il risultato non sempre è stato ottimo. Un esempio e “l’intercettazione delle frequenze”, infatti una volta che il nostro Sebastian raggiunge una determinata area è possibile, tramite un apparecchio in dotazione, intercettare delle frequenze e scoprirne il punto esatto di origine sulla mappa. Una volta raggiunto questo punto potremmo trovare scorte o semplicemente accontentare una richiesta dei superstiti intrappolati all’interno di Union e garantirci una ricompensa. Queste missioni esulano dalla storia principale ma si rivelano molto utili se vogliamo potenziare il personaggio oppure fare una scorta di rifornimenti prima di proseguire con la nostra avventura.
A differenza del capitolo precedente la mappa è aperta, questo permette al giocatore di esplorare in tutta libertà l’area di gioco anche se a volte questa parte può risultare noiosa e dispersiva. Ma ora passiamo al piatto forte, una delle cose che ci ha più colpito del gioco riguarda le scenografie interne, qui il gioco mostra il meglio di sé! Raffigurazioni artistiche che susciteranno, fascino e il disgusto, sceneggiature macabre e mentalmente disturbate, salti dimensionali e flashback improvvisi saranno la ciliegina sulla torta. Mentre ci aggireremo per le strade infestate di Union, ovvero la cittadina dove è ambientato The Evil Within 2, potremmo notare come riesce a riprodurre accuratamente la classica ambientazione horror.
Tornando ai paragoni con il suo predecessore, possiamo notare come il team di sviluppo abbia tagliato e modificato quello che non era piaciuto nel primo capitolo. Consigliamo vivamente, a chi cerca la sfida, di cominciare a livello di difficoltà più alto, così da evitare combattimenti troppo semplificati e mantenere la tensione alta e la suspense a livelli molto alti. Se nemmeno terminando la modalità difficile troverete soddisfazione, terminando almeno una volta il gioco sbloccherete il livello di difficoltà più alto, ovvero la “Classic Mode”. Pensata per i fan più hard-core, quest’ultima modalità vi metterà davvero in difficoltà, nessun salvataggio automatico, non si potranno ricevere potenziamenti e ovviamente nemmeno le armi potranno essere migliorate e come ciliegina sulla torta avrete un numero limitato di salvataggi.
GAMEPLAY
Passando al game-play possiamo dire che è stato modellato e reso accessibile a tutti, esperti e novellini dei Survival-Horror. Le meccaniche base di gioco sono sempre le stesse, le possiamo riconoscere a vista d’occhio e questo ci garantisce una certa familiarità coi comandi. La prestanza fisica di Sebastian non è delle migliori, spesso lento e goffo nei movimenti, talvolta impacciato, ma anche questo dettaglio non è lasciata al caso, le carenze atletiche si notano subito, scatti limitati, ci si ritrova spesso senza fiato soprattutto quando si cerca di scappare da orde di mostri. Tutte queste limitazioni fisiche, fin dall’inizio, fanno capire che bisogna optare per uno stile di gioco un po’ più “stealth” piuttosto che scontri diretti con i mostri. Il lato “survival” si fa sentire sin da subito con scarsità di munizioni e oggetti, questo spesso ci metterà in situazioni davvero sgradevoli, dove dovremmo decidere se uccidere i mostri che si trovano sulla strada consumando le poche munizioni restanti o cercando un approccio più tattico uccidendo i nemici alle spalle con la mortale abilità “Sneak Kill”.
Per controbilanciare le limitazioni fisiche del personaggio. Il gioco ci mette a disposizione un sistema che garantisce un potenziamento equilibrato del nostro eroe e dalle armi da lui utilizzate, così da evitare fastidiosi squilibri in gioco. Tutta la gestione del nostro personaggio avviene nella “safe-room” di Sebatian, una replica del vecchio ufficio di Sebastian, alla quale potremmo accedere tramite i già famosi specchi e all’interno della quale troveremo diversi utensili, grazie ai quali svolgere diverse azioni. Per esempio troviamo il banco di lavoro, che ci consente di potenziare armi, creare oggetti e munizioni, aumentandone le caratteristiche, come ad esempio la potenza di fuoco o la capienza del caricatore. Tutto questo grazie alle scorte e le parti che troveremo durante la nostra avventura di gioco sparse nella mappa. Con il gel verde raccolto dai nemici uccisi, potremo invece migliorare le statistiche del personaggio o addirittura acquisire nuove abilita, tutto ciò attraverso la sedia a rotelle che si trova nell’ufficio di Sebastian. Dopo averla toccata, verremo proiettati nella vecchia stanza di ospedale, dove verremo accolti dal un volto conosciuto, la nostra cara infermiera Tatiana. Grazie ai suoi servigi, oltre al potenziamento del personaggio, avremo accesso anche alle cassette di sicurezza, che come nel vecchio capitolo, saranno presenti le famose statuette sparse nei posti più impensabili della mappa. Infine all’interno delle “safe-room” troveremo anche le console per effettuare i salvataggi di gioco.
Vi ricordiamo che le varie ”safe-house” sono riconoscibili tramite delle antenne luminose posizionate sul tetto dell’edificio, dettaglio molto utile quando siete di fretta. Inoltre all’interno di esser troverete un modo per spostarsi velocemente tramite i terminali. Una cosa che personalmente abbiamo apprezzato molto sono le macchinette per il caffè, che ci consentiranno di ripristinare totalmente e gratuitamente nostra salute ogni 20 min. Per spendere due parole sull’equipaggiamento di Sebastian, sarete contenti nello scoprire che la cara e vecchia “Agonia” sarà presente nel nostro armamentario, anche se non sarà con il suo nome originale ma sarà chiamata la balestra del custode.
Un discreto campionario di mostri ci aspettano nei meandri di Union, alcuni dei quali sono veramente delle spine nel fianco, capaci di mutare il corso della partita e farci passare dalla padella alla brace. Una delle cose che abbiamo apprezzato di più sono stati i vari combattimenti con i boss, che risultano molto ben costruiti e coinvolgenti. Riguardo il comparto sonoro, come ci aspettavamo non siamo rimasti delusi, musiche molto azzeccate aiutano a guidare il giocatore nelle diverse fasi. Il campionario sonoro è una collezioni di suoni molesti, viscidi, attutiti e striscianti. Praticamente tutti quei suoni che non vorrete sentire nel profondo della notte in casa vostra.
Il titolo provato da noi su Xbox One non presenta cali di frame-rate, se non subito dopo il caricamento di un livello o di un salvataggio, in cui potremo riscontrare uno leggera riduzione che però si stabilizza velocemente. Vi sono alcuni bug e imperfezioni legate alle animazioni mal realizzare, come quando ci troviamo ad uccidere un nemico molto vicino ad una struttura e quest’ultimo morendo penetra nel muro e diventa impossibile il recupero del drop, cosa molto fastidiosa soprattutto nelle modalità più difficili. Nulla da dire per la cura dei personaggi, i modelli poligonali sono molto ben realizzati. Purtroppo ancora qualche pecca per quanto riguarda le zone aperte, certe volte approssimative o semplicemente bloccate da muri invisibili per evitarne l’accesso.
Concludendo possiamo vivamente consigliare a tutti i nostri lettori di prendersi The Evil Within 2, anche se presenta alcune imperfezioni. Un titolo alla portata del grande pubblico e non solo gli amanti dei Survival-Horror.
The Good
- Storia
- Gameplay
- Armi e nemici
- Ambientazioni
The Bad
- Zone aperte
- Bug animazioni