Nel regno affollato e iper-competitivo delle cuffie a cancellazione del rumore di fascia alta, il nome Sony WH-1000X è da anni sinonimo di eccellenza. Ogni nuova iterazione è attesa con trepidazione, quasi come l’erede al trono.
E dopo un’attesa più lunga del solito (tre anni dalle XM5, rompendo il tradizionale ciclo biennale di Sony), le Sony WH-1000XM6 sono finalmente tra noi, con la promessa non solo di consolidare una leadership, ma di ridefinire nuovamente lo standard. Con un prezzo di lancio che si attesta sui 449 CHF, le XM6 si posizionano fieramente nel segmento premium. Sono riuscite a superare le già altissime aspettative?
L’appartamento spagnolo
Per il lancio delle attesissime WH-1000XM6, Sony non ha scelto una location qualsiasi, ma mi ha aperto le porte del suo nuovissimo Studio 5020 a Madrid, un vero e proprio tempio della creatività musicale nel cuore della capitale spagnola. Parliamo del più grande complesso di studi di registrazione inaugurato in Europa negli ultimi anni, un hub ipertecnologico di oltre 1800 metri quadri distribuiti su tre piani, pensato per essere un ponte culturale e artistico tra l’Europa e l’America Latina.

L’entrata di 5020 Madrid
Dotato di quattro studi all’avanguardia con banchi Neve e monitor PMC, sale Dolby Atmos, una vasta live room capace di ospitare orchestre e persino un’area eventi con palco all’aperto, lo Studio 5020 trasuda eccellenza e passione per il suono in ogni suo angolo. È in questa cornice, simbolo della filosofia Sony “For the Music” – un impegno a “riempire il mondo di emozione attraverso la potenza della creatività e della tecnologia” e a collaborare strettamente con artisti e ingegneri del suono di fama mondiale (come Mike Piacentini dei Battery Studios di New York, presente all’evento!) – che ci sono state svelate le nuove XM6.
Un messaggio chiaro: per un prodotto che mira a ridefinire l’ascolto personale, serve un luogo che incarni il massimo della qualità audio professionale. Durante la presentazione, Sony ha sottolineato come ogni aspetto delle XM6 sia stato rivisto e migliorato rispetto al già ottimo predecessore, con l’ambizione di creare non solo le cuffie con la “migliore cancellazione del rumore sul mercato”, ma anche un’esperienza sonora e di design che rafforzi ulteriormente l’immagine del brand come leader nel segmento delle cuffie premium.
Design & confort: ritorno al futuro
Se le Sony XM5 (il modello precedente) avevano introdotto un cambio di rotta stilistico non universalmente acclamato, soprattutto per la perdita della pieghevolezza, le XM6 hanno ascoltato attentamente i feedback. La notizia più gradita è infatti il grande ritorno del meccanismo pieghevole. Grazie a nuove cerniere, che appaiono rinforzate e mirano a risolvere la fragilità percepita nel modello precedente riducendo anche l’effetto “dondolio” dei padiglioni, ora le cuffie si richiudono agilmente su sé stesse, rendendole significativamente più compatte e facili da trasportare. Questo si riflette anche sulla nuova custodia, ora più piccola, con un’elegante apertura a libro e una pratica chiusura magnetica (addio zip!), decisamente un passo avanti rispetto a quella, un po’ goffa, delle XM5, sebbene la tasca interna per i cavi resti un filino macchinosa. L’unico svantaggio è che è capitato più volte di pinzarci le mani chiudendo le cuffie, una cosa che va fatta con attenzione prima di automatizzarne il movimento. Siete stati avvisati!
Esteticamente, le XM6 evolvono il design “noiseless” delle XM5, con linee ancora più pulite. I padiglioni ora sono realizzati in un pezzo unico, eliminando le giunture visibili, e i microfoni esterni sono meglio integrati, con una nuova mesh progettata per ridurre il rumore del vento. L’archetto è stato ridisegnato, apparendo più largo e piatto, con un design asimmetrico per un orientamento più intuitivo e cuciture ridotte al minimo. Il materiale dei padiglioni è una morbida similpelle, ora sostituibile direttamente da Sony. Con un peso piuma di circa 250 grammi, il comfort è generalmente eccellente anche per sessioni d’ascolto prolungate, grazie a cuscinetti più spessi e alla migliore distribuzione del peso. Tuttavia, l’imbottitura dell’archetto è ancora un po’ meno generosa rispetto ad altri modelli del passato e la profondità dei padiglioni potrebbe non adattarsi perfettamente a tutte le conformazioni d’orecchio, specialmente quelle più grandi. La stabilità sulla testa è comunque notevole.
Per quanto riguarda i materiali, si parla di plastiche di buona qualità con una finitura opaca che sulle colorazioni scure tende a trattenere qualche impronta. Nota dolente, la totale assenza di una certificazione IP. I controlli combinano pulsanti fisici (ora con forme diverse per distinguerli meglio, e con il tasto NC che può fungere da mute per il microfono) e l’ampia superficie touch sul padiglione destro, che ho trovato precisa e reattiva, specialmente nel controllo del volume a scorrimento continuo, con un miglioramento sensibile rispetto ad altri modelli usciti prima. Il sensore di prossimità rimane affidabile.
The sound of Silence & Music
È qui che le XM6 giocano le loro carte migliori. Grazie al nuovo processore QN3 e nuovi driver da 30mm “soft edge” in fibra di carbonio, aiutati da tecnologie prese in prestito dalla gamma Walkman. Il risultato sonoro è semplicemente sensazionale: le XM6 offrono un livello di dettaglio, dinamica, precisione e musicalità che le pongono al vertice. Rispetto alle XM5, si percepisce una maggiore chiarezza e raffinatezza, con una correzione delle asprezze sugli alti e una gestione dei bassi più controllata e “calda”.
Il profilo sonoro out-of-the-box è più bilanciato: i bassi sono presenti, corposi e ben definiti senza mai risultare invadenti; i medi sono ora più naturali, ricchi e con una chiarezza vocale eccellente; gli alti sono estesi, brillanti e dettagliati, senza però diventare affaticanti. Per quanto riguarda il soundstage, l’ho trovato diretto e focalizzato, con un’eccellente separazione e buon livello di dettaglio, il che porta a una presentazione sonora più intima. In caso non dovessimo apprezzare il tuning fatto da Sony, con l’app Sony Headphones Connect possiamo comunque personalizzare l’uscita tramite un equalizzatore a 10 bande. L’engine DSEE Extreme per l’upscaling è presente, così come il supporto ai codec SBC, AAC e LDAC. Manca ancora il supporto aptX HD.

Sono giunti sin da Tokyo per mostare le novità
Sul fronte della cancellazione attiva del rumore (ANC), le XM6 si confermano, e forse superano, lo status di riferimento. Grazie al processore QN3 e a ben dodici microfoni, l’isolamento dai rumori esterni raggiunge livelli impressionanti, specialmente sulle basse e medie frequenze. Ritorna insomma il concetto di “bolla di silenzio” già evocata spesso in passato parlando di cuffie Sony e queste XM6 hanno fatto un ulteriore passo avanti. In treno, in aereo, in giro per la strada, siamo rimasti costantemente impressionati dalle performances di queste cuffie. Non esiteremo a portale con noi nei prossimi lunghi viaggi, specialmente in lunghi voli in cui l’ANC di Sony farà sicuramente la differenza. L’ottimizzatore NC è ora completamente adattivo, regolando costantemente l’intervento in base all’ambiente. Il risultato è un silenzio profondo e naturale. Anche la Modalità Trasparenza/Ambiente è stata nettamente migliorata: ora è molto più naturale e permette di percepire chiaramente i suoni circostanti e le voci (che a volte possono suonare leggermente metalliche), con la possibilità di regolarne l’intensità tramite uno slider nell’app.
Funzionalità, connettività e chiamate
Le XM6 sono ricche di funzionalità. Il Bluetooth Multipoint per due dispositivi funziona egregiamente, Speak-To-Chat e Quick Attention Mode (migliorato) sono sempre utili. Viene introdotto il supporto per Bluetooth LE Audio con codec LC3. Molto gradita la possibilità di ascoltare musica mentre le cuffie sono in carica via USB-C. Tuttavia, l’audio diretto via USB-C non è ancora supportato: l’ascolto cablato avviene solo tramite jack da 3.5mm, con una qualità sonora inferiore. L’app Sony Headphones Connect, pur ricca di opzioni, a volte può risultare un po’ confusionaria nell’organizzazione. Le nuove modalità sonore come “360 Upmix for Cinema” o “Background Music” hanno un’utilità limitata per la maggior parte degli utenti. Sony propone questa ultima feature come una sorta di “audio che sentiamo nella stanza” e che miscela musica con rumori ambientali. Lo scopo è quello di simulare diversi ambienti in cui vogliamo sentire la musica ma restare in qualche modo presenti col mondo circostante. Una funzione di cui non capiamo veramente l’utilità, ad essere sinceri, ma che non fa nessun male se rimane lì, pronta, ma (per noi) inutilizzata.
La qualità delle chiamate, invece, rappresenta uno dei miglioramenti più significativi: grazie a un array di sei microfoni beamforming e a una rinnovata elaborazione AI, la voce risulta incredibilmente chiara e isolata anche in ambienti rumorosi o ventosi, ponendo le XM6 ai vertici della categoria. È stata anche aggiunta una comoda funzione di mute del microfono tramite doppio tap del pulsante NC. Nessuna rivoluzione sul fronte dell’autonomia, che rimane invariata rispetto alle XM5: circa 30 ore con ANC attivo e 40 ore senza. Un valore solido, che nei miei test non sono nemmeno riuscito a raggiungere durante tutto il periodo di test, che saprà garantire una certa tranquillità per diversi giorni. La ricarica rapida via USB-PD permette di ottenere 3 ore di riproduzione con soli 3 minuti di carica.

Una struttura interna davvero complessa
Conclusioni: the King is back
Le Sony WH-1000XM6 non rappresentano uno stravolgimento epocale, quanto piuttosto un’evoluzione attenta, matura e incredibilmente ben riuscita di una formula già vincente. Il gradito ritorno al design pieghevole, unito a un comfort generalmente eccellente, risponde direttamente ai desideri degli utenti. La cancellazione del rumore, già di riferimento, fa un ulteriore piccolo, ma percepibile, passo avanti. La qualità delle chiamate è stata trasformata. Ma è soprattutto sul fronte della qualità sonora che le XM6 convincono appieno, offrendo un’esperienza d’ascolto più dettagliata, dinamica, bilanciata e musicale rispetto alle XM5.
Certo, la perfezione non è di questo mondo: il prezzo di 449 CHF le colloca nella fascia alta. L’assenza di aptX HD e di un’opzione audio via USB-C continuano a far storcere il naso, e manca ancora una certificazione IP. Ma questi sono dettagli che, per molti, passeranno in secondo piano di fronte a un pacchetto così completo e performante. Le WH-1000XM6 si impongono con autorevolezza come le nuove regine del silenzio e della musica in mobilità, giustificando l’investimento con un’esperienza d’ascolto e d’uso ricca e incredibilmente raffinata. Per i possessori delle XM5 l’upgrade non è certo necessario, ma per chi proviene dalle XM4 o modelli precedenti, o per chi semplicemente cerca il vertice attuale della tecnologia noise-cancelling over-ear, le XM6 sono, senza troppi giri di parole, una scelta quasi obbligata.

Un tocco retrò che non fa mai male
The Good
- Qualità audio eccellente
- Cancellazione rumore al top
- Qualità in chiamata
- Design
The Bad
- Prezzo elevato
- No audio USB-C/aptX HD
- Manca certificazione IP