Nel 2025, Sony ha deciso di razionalizzare la sua offerta di TV, introducendo una nuova nomenclatura che vede la linea Bravia 5 posizionarsi al centro del mercato. Questo modello, successore del popolare X90L, porta con sé una tecnologia che abbiamo trovato molto interessante: il Mini LED.
L’obiettivo è chiaro: offrire un contrasto superiore e una luminosità maggiore rispetto ai LED tradizionali. Abbiamo messo alla prova il modello da 65 pollici (K-65XR5), apprezzando l’integrazione di Google TV come piattaforma principale e le funzioni specifiche per PlayStation 5. Per completare l’esperienza, abbiamo abbinato al TV la sua compagna audio naturale, la soundbar Bravia Theatre Bar 6. Il risultato è un sistema home entertainment decisamente ambizioso. Avevamo chiesto il modello da 98 pollici ma… il 65 pollici dovrebbe andare bene lo stesso per la nostra review, vero?
Sobrio design
Il design del Bravia 5 è sobrio ed elegante, con cornici sottili e nessun logo frontale a distrarre la visione. Il retro presenta una finitura a scacchiera che permette un montaggio a filo con la parete e include dei pannelli per nascondere i cavi, un tocco di classe. I piedini di appoggio sono versatili e possono essere montati in posizione stretta o larga, per adattarsi a diversi mobili, e anche ad altezze diverse per lasciare spazio a una soundbar: una cosa che apprezziamo! La dotazione di porte è buona ma con un limite importante che abbiamo riscontrato nell’uso pratico: avere solo due porte HDMI 2.1 su un TV di questa fascia e con una forte vocazione gaming è una scelta restrittiva. Poiché una di queste è anche la porta eARC, chi possiede una PS5, una Xbox Series X e una soundbar si troverà costretto a rinunciare a qualcosa o a usare uno switch esterno. Anche la porta Ethernet, limitata a 100 Mbps, appare anacronistica in un’era di fibra gigabit, dove lo streaming ad alto bitrate potrebbe trarre vantaggio da una connessione più veloce.
La doppia faccia del Mini LED
È sulla qualità dell’immagine che il Bravia 5 mostra la sua natura duplice. Da un lato, il processore XR di Sony fa un lavoro a dir poco superbo, confermandosi leader del settore. L’upscaling dei contenuti a bassa risoluzione è eccezionale, capace di restituire un’immagine pulita e dettagliata senza artefatti. La gestione dei gradienti di colore è eccellente, eliminando quasi del tutto il fastidioso “banding”. La riproduzione dei colori è il vero fiore all’occhiello: naturale, realistica, con incarnati perfetti che donano una resa cinematografica, specialmente in modalità Cinema. Dall’altro lato, il pannello stesso mostra dei limiti fisici che nemmeno il miglior processore può nascondere del tutto. La luminosità in HDR si è rivelata mediocre per un Mini LED di questo prezzo. Nei nostri test non possiamo che non definirlo buono ma che non regala quell’impatto visivo di cui sono capaci i migliori concorrenti. A questo si aggiungono due difetti tipici dei pannelli VA: un angolo di visione molto ristretto, che sbiadisce i colori se non si è seduti al centro, e una superficie dello schermo molto riflettente. In un ambiente luminoso, i riflessi sono evidenti e fastidiosi, costringendo spesso a chiudere le tende.
Una TV da gaming
Abbiamo dedicato particolare attenzione alla sezione gaming, dato il forte legame del TV con il mondo PlayStation. Abbiamo apprezzato molto le modalità specifiche per PlayStation 5, che rendono l’esperienza davvero “plug-and-play”. L’integrazione è perfetta: una volta collegata la console, il TV attiva automaticamente l’Auto Low Latency Mode (ALLM) e l’Auto HDR Tone Mapping, che ottimizza la gamma dinamica senza che l’utente debba toccare alcuna impostazione. È presente anche l’Auto Genre Picture Mode, che seleziona in automatico la modalità Gioco o Standard a seconda del contenuto. Sono piccole attenzioni che migliorano concretamente l’esperienza d’uso. Nei nostri test, abbiamo notato un input lag eccezionalmente basso. Questo si traduce in una sensazione di reattività immediata, dove i comandi impartiti dal controller sono eseguiti sullo schermo senza alcun ritardo percepibile. Da questo punto di vista, è un TV da gaming di altissimo livello, capace di soddisfare anche i giocatori più competitivi.
Il problema del motion blur
Purtroppo, tutta questa reattività viene vanificata da quello che è il più grande difetto del Bravia 5 in ambito gaming: un tempo di risposta dei pixel molto lento. Nei giochi più frenetici, come sparatutto o racing game, abbiamo notato un evidente effetto scia (motion blur). L’immagine perde nitidezza durante i movimenti rapidi della telecamera, rendendo più difficile tracciare i nemici o leggere i dettagli in azione. È una debolezza intrinseca del pannello VA utilizzato, che non riesce a cambiare stato abbastanza velocemente da tenere il passo con il refresh rate di 120Hz. Questa combinazione di input lag bassissimo e motion blur elevato è frustrante: il gioco risponde all’istante, ma l’immagine non ha la chiarezza che ci si aspetterebbe.
La soundbar Bravia Theatre Bar 6
Per testare l’ecosistema audio, abbiamo collegato la Bravia Theatre Bar 6, la soundbar 3.1.2 canali (venduta separatamente, come logico attendersi). Esteticamente, si presenta bene, con un design sobrio e materiali di qualità. L’installazione è semplice, ma la calibrazione è interamente manuale tramite l’app Bravia Connect, che abbiamo trovato piuttosto scarna e priva di un equalizzatore. Il punto di forza indiscutibile è la resa del Dolby Atmos. Grazie ai due altoparlanti fisici rivolti verso l’alto, la soundbar crea un soundstage ampio e un effetto verticale sorprendentemente efficace, con suoni che sembrano davvero provenire dall’alto, immergendo lo spettatore nell’azione. Anche i dialoghi risultano sempre chiari e ben definiti.
Il subwoofer, tuttavia, si è rivelato l’elemento più controverso e problematico del sistema. Invece di un basso profondo e controllato, abbiamo riscontrato una risposta decisamente sbilanciata: è “gonfio” e invadente sulle frequenze medio-basse, creando un “boom” che può sovrastare il resto, ma manca di estensione nelle frequenze più profonde, quel “rumble” che fa tremare il divano. Il risultato è un basso che si fa sentire, ma che suona slegato e poco raffinato. A questo si aggiunge la mancanza di connettività Wi-Fi, che limita lo streaming musicale al solo Bluetooth… il che è un po’ peccato, avremmo preferito vedere una integrazione direttamente con servizi come Spotify.
Google TV
Abbiamo apprezzato l’integrazione di Google TV, che garantisce un’interfaccia fluida, reattiva e un accesso a un ecosistema di app praticamente infinito. Tuttavia, l’esperienza è parzialmente rovinata dalla presenza di numerose app e scorciatoie preinstallate da Sony che non possono essere rimosse, creando disordine nella schermata principale. Anche il menu delle impostazioni risulta a volte dispersivo, diviso tra le opzioni standard di Google TV e quelle personalizzate di Sony, costringendo l’utente a cercare le voci in più sotto menù.
Conclusioni
Sony Bravia 5 è un televisore con un cervello brillante (il processore) e un corpo che non sempre riesce a tenere il passo (il pannello). Per gli amanti del cinema che danno priorità assoluta alla scienza del colore di Sony e a un upscaling impeccabile, questo TV può regalare un’esperienza visiva di altissimo livello. Per i gamer più esigenti, invece, il motion blur è un difetto significativo che vanifica l’eccellente reattività dei comandi. È un ottimo TV, ma in un mercato così competitivo, “ottimo” potrebbe non essere abbastanza.
The Good
- Processore XR e upscaling eccellenti
- Colori naturali e vibranti
- Ottima integrazione con PS5
- Basso input lag per gaming
The Bad
- Motion blur evidente in gioco
- Luminosità HDR deludente
- Schermo molto riflettente
- Solo due porte HDMI 2.1