Il 3D nel gaming: un sogno ricorrente, una tecnologia che di tanto in tanto prova a riaffacciarsi sul mercato, spesso con risultati altalenanti. Sembrava un capitolo chiuso, e invece Samsung ci riprova con l’Odyssey 3D (G90XF). Parliamo di un monitor da 27 pollici con pannello IPS 4K e refresh rate a 165Hz, che promette un’esperienza tridimensionale senza occhialini, grazie a un sofisticato sistema di eye-tracking e lenti lenticolari.
Un’impresa ambiziosa, che mira a superare i limiti del passato e a proiettarci in una nuova dimensione del videogioco. Ma con un prezzo di listino che si aggira sui 1900CHF, piuttosto elevato, riuscirà questo monitor a giustificare l’esborso richiesto? Andiamo a vedere se merita un posto sulla scrivania dei giocatori più esigenti.
Lo schermo high tech
Sotto la scocca l’Odyssey 3D (G90XF) cela un pannello IPS da 27 pollici con una risoluzione nativa 4K (3840 x 2160 pixel) in formato 16:9, che si traduce in un’elevata densità di 166 pixel per pollice, promettendo immagini definite. Per l’utilizzo tradizionale in 2D, il display sfoggia un refresh rate di 165Hz e un tempo di risposta dichiarato di 1ms (GtG), valori solidi per il gaming. Quando si attiva la sua caratteristica speciale, la modalità 3D autostereoscopica (glasses-free) basata su eye-tracking e lenti lenticolari, Samsung dichiara un tempo di risposta ancor più basso, attorno ai 0.03ms GtG. La luminosità in SDR si attesta su valori tipici per un buon IPS, variando tra i 300 e i 550 nits a seconda delle condizioni di test e delle impostazioni (valore nominale 350 nits), mentre in HDR (con supporto HDR10+) si parla di picchi attorno ai 1000 nits, anche se l’HDR non è attivabile con il 3D. Il rapporto di contrasto statico è di 1000:1, standard per questa tecnologia di pannello. Sul fronte cromatico, abbiamo una copertura di circa il 90% dello spazio DCI-P3 e il 100% sRGB. con supporto a 1 miliardo di colori. La sincronizzazione adattiva è garantita dalla compatibilità con AMD FreeSync Premium (o Premium Pro) e NVIDIA G-Sync. La connettività include due porte HDMI 2.1, una DisplayPort 1.4, un hub con due porte USB-A 3.0/3.1 Gen 1 (alimentato da una USB-B upstream) e, secondo la maggioranza delle fonti, un jack audio da 3.5mm per le cuffie. Non mancano due speaker integrati da 5W ciascuno. Il tutto è sostenuto da un sistema di raffreddamento passivo con tecnologia “Pulsating Heat Pipe”. Lo stand permette regolazioni in altezza, inclinazione e pivot, ma non la rotazione orizzontale, ed è compatibile con attacchi VESA 100x100mm. Il peso, con lo stand, si aggira sui 7.48 kg.
Design
Esteticamente, l’Odyssey 3D non sfigura accanto agli altri membri della famiglia. Il look è elegante e futuristico, con una finitura “Mercury Silver” che avvolge una scocca sottile la cui costruzione sembra essere un mix di plastica di alta qualità e accenti metallici, in particolare nello stand. Quest’ultimo, solido e minimale, offre buone regolazioni in altezza, inclinazione e pivot (rotazione verticale fino a 92 gradi), ma manca la possibilità di rotazione orizzontale (swivel). Dietro troviamo un anello luminoso RGB con tecnologia CoreSync aggiunge un tocco di colore ambientale discreto e personalizzabile, più efficace se il monitor è posizionato vicino a una parete. La caratteristica più distintiva è l’ampia cornice superiore, necessaria per ospitare il sistema di fotocamere stereo per l’eye-tracking. Nel complesso, un design pulito che, pur tradendo la sua natura “sperimentale”, si presenta bene e appare più maturo di altre soluzioni 3D viste in passato. Le porte I/O sono accessibili sul retro, con un design che ne facilita (relativamente) la gestione. Meno entusiasmante la scelta di una finitura puramente lucida per lo schermo IPS: se da un lato può esaltare i colori, dall’altro è un vero e proprio specchio in ambienti luminosi. Si segnalano anche artefatti visivi come un leggero effetto vignettatura (bordi più scuri) e del pixel fringing (contorni dei pixel meno netti se osservati da vicino), probabili conseguenze della complessa stratificazione del display per abilitare il 3D.
Sul banco di prova
Il cuore dell’Odyssey 3D è, naturalmente, la sua capacità tridimensionale. La tecnologia autostereoscopica, basata su lenti lenticolari e un preciso sistema di eye-tracking, è gestita dal software Reality Hub di Samsung (da installare a parte). Quando tutto funziona a dovere, l’effetto 3D è senza dubbio il migliore esempio di questa tecnologia senza occhialini che abbiamo visto finora: l’eye-tracking è robusto, segue bene i movimenti della testa entro un ampio “sweet spot” (tra i 70 e i 100 cm circa) e l’immersione, specialmente in titoli stilizzati o cartoonish, è davvero notevole, più focalizzata sulla profondità del mondo che su oggetti che “escono” aggressivamente dallo schermo.
Una delle nostre paure era l’apparizione di complicazioni con l’uso, tipo nausea o affaticamento visivo eccessivo ma per fortuna non abbiamo notato alcun problema. Tuttavia, l’esperienza 3D è risultata incostante e “capricciosa” durante le prove e non è stata sempre stabile o convincente. Per attivarlo, bisogna scendere a compromessi: l’HDR deve essere disattivato e il gioco deve girare a schermo intero e risoluzione nativa. Il vero tallone d’Achille è la compatibilità dei giochi, estremamente limitata: al lancio, solo una quindicina scarsa di titoli, principalmente basati su Unreal Engine 4 (con futuro incerto per altri motori), sono supportati. Pochi di questi, come The First Berserker: Khazan, sono stati ottimizzati in collaborazione con Samsung e mostrano il vero potenziale. Ma non siamo riusciti a provarlo. Della cortissima lista abbiamo comunque potuto giocare a Stray e Disney’s Epic Mickey Rebrushed con risultati molto convincenti! Il software Reality Hub, necessario per il funzionamento dello schermo, ha mostrato qualche difficoltà nel rilevare giochi da alcune piattaforme (come Xbox Game Pass) e qualche glitch occasionale. Esiste una funzione di conversione AI da 2D a 3D per i video: interessante per brevi clip non protette da DRM, ma l’effetto è inferiore al 3D nativo, con artefatti visibili e requisiti hardware molto specifici (GPU Nvidia RTX 3070/3080 o superiori, escludendo AMD e Intel per questa funzione e con apparenti problemi sulle nuove RTX serie 50), rendendola poco più di un “party trick”. E non pensate di poter leggere video bluray 3D o usare una PlayStation 3 in modalità 3D, Odyssey 3D non supporta la specifica HDMI 3D quindi non avrete possibilità di recuperare qualche vecchia gemma.
In modalità 2D, l’Odyssey 3D si comporta come un buon monitor IPS 4K da 27 pollici con refresh rate a 165Hz e tempo di risposta di 1ms (GtG). La fluidità è ottima, l’input lag basso e il supporto a FreeSync Premium (o Premium Pro) e G-Sync Compatible assicura un’esperienza priva di tearing. La qualità d’immagine è buona, con colori vivaci e una luminosità SDR che si attesta mediamente tra i 300 e i 550 nits. L’OSD si controlla con un joystick sul retro, ma raggiungere alcune impostazioni comuni richiede qualche click di troppo; manca un software di controllo da PC. Gli speaker integrati da 5W sono “decenti”, ma non sostituiranno un buon impianto esterno. Una nota di merito va all’efficace e silenzioso sistema di raffreddamento Pulsating Heat Pipe e alle varie tecnologie anti burn-in, importanti per la salute del pannello.
Positivi e negativi
Sul fronte dei lati positivi, l’Odyssey 3D (G90XF) vanta una tecnologia 3D glasses-free che, quando funziona a dovere, risulta genuinamente impressionante e tra le migliori implementazioni viste finora, con un eye-tracking robusto. In modalità 2D, offre la qualità di un buon pannello IPS 4K 165Hz, con colori vividi e una luminosità SDR adeguata per un IPS. Il design è elegante e la costruzione premium, con un sistema di raffreddamento avanzato e silenzioso che promette di mitigare i rischi di burn-in, aspetto cruciale per la tecnologia impiegata.
Passando ai lati negativi, il prezzo esorbitante è il primo e più evidente ostacolo. Questo è aggravato da una compatibilità giochi 3D estremamente limitata e da un software (Reality Hub) non esente da problemi. La conversione video 2D-3D è molto restrittiva (DRM, requisiti hardware specifici solo Nvidia, qualità altalenante). La finitura lucida dello schermo causa fastidiosi riflessi, e si segnalano artefatti visivi intrinseci al pannello 3D come pixel fringing e vignettatura. La connettività è deludente per un prodotto di questa fascia: mancano USB-C con Power Delivery e DisplayPort 2.1, oltre a uno switch KVM (ma su quest’ultimo possiamo lasciar correre, eh!). Infine, la resa HDR in 2D non è particolarmente entusiasmante rispetto ad altre tecnologie di pannello e le prestazioni 2D, seppur buone, non giustificano da sole un simile investimento.
Conclusioni
Samsung Odyssey 3D (G90XF) è un prodotto tecnologicamente affascinante, che riesce a tratti a regalare un’esperienza tridimensionale senza occhialini genuinamente notevole, probabilmente la migliore implementazione di questa tecnologia vista finora su un monitor consumer. Il design è curato e la qualità del pannello IPS in 2D è buona. Tuttavia, allo stato attuale, è un prodotto estremamente difficile da consigliare alla stragrande maggioranza degli utenti. Il prezzo esorbitante è il primo, enorme ostacolo, reso ancora più insormontabile dalla compatibilità giochi 3D incredibilmente limitata e dalle restrizioni della conversione video. Aggiungiamoci una finitura lucida che soffre i riflessi, qualche artefatto visivo intrinseco alla tecnologia 3D, una connettività che ignora standard ormai diffusi come USB-C e DP 2.1. Senza l’effetto 3D, ci si ritrova con un buon monitor IPS 4K 165Hz che costa il triplo o il quadruplo dei suoi diretti concorrenti 2D.
L’Odyssey 3D è più una “tech demo” di lusso, un costoso “party trick” per facoltosi early adopter o nostalgici del Nintendo 3DS con ampie disponibilità economiche. È un entusiasmante sguardo a quello che potrebbe essere il futuro dei display, ma quel futuro, per ora, è ancora troppo di nicchia e troppo costoso per uscire dal regno delle curiosità tecnologiche. Speriamo che Samsung continui a sviluppare la tecnologia, ampliando il supporto software e abbassando i prezzi, perché l’idea, di per sé, ha del potenziale. Ma oggi, per la maggior parte dei giocatori, ci sono modi molto più concreti e soddisfacenti per investire una somma così importante.
The Good
- Impressionante 3D senza occhiali
- Robusto eye-tracking
- Ottima qualità 2D
- Design elegante
The Bad
- Prezzo davvero esorbitante
- Pochissimi giochi 3D
- Software a volte instabile
- Schermo lucido riflette davvero molto