È di nuovo quel periodo dell’anno in cui Samsung se ne esce coi suoi top di gamma mainstream. Il 2019 però non è un anno normale per la gamma Galaxy: con l’arrivo del 10o modello il livello di hype era decisamente alto. Nell’anno dei foldable, ci aspettavamo novità sensibili e non un semplice refresh. Samsung avrà fatto le cose per bene?
Tripletta
Di Galaxy S10 ne esistono tre modelli: S10e, S10 e S10+. Sotto le nostre avide e malvage manine sono capitati sia l’S10 che l’S10+ anche se, per questioni di tempo, in questa recensione ci concentreremo solo sul modello “standard”, ovvero l’S10.
Iniziamo, come nostra collaudata consuetudine, con le specifiche tecniche del nuovo arrivato. Galaxy S10 è uno smartphone dotato di schermo da 6,1 pollici con risoluzione 1440×3040 (550 ppi) e aspect ratio 19:9. Il pannello Dynamic AMOLED con supporto a HDR10+ e always-on display è protetto da un Gorilla Glass 6. Con il suo 88,3% display-to-body ratio, questo device di 149,9 x 70,4 x 7,8 mm di dimensioni è praticamente tutto schermo. La prima novità del design di quest’anno è immediatamente evidente: la fotocamera frontale è stata inserita all’interno del pannello AMOLED: il modello S10 ha infatti un foro circolare nell’angolo superiore destro dove fa capolino la fotocamera da 10 MP (f/1.9, wide). Una soluzione molto più elegante dei notch (rabbrividiamo solo al pensiero) che ha permesso di ridurre ancora di più i bezel del device e al contempo evitando sistemi a scomparsa meccanica e altre soluzioni. Certo, il “buco” della fotocamera sarà sempre visibile, specialmente in quelle app che non la nascondono in modo intelligente ma ci ritorneremo più avanti. Sui lati di Galaxy S10 troviamo: volume e tasto Bixby a sinistra, jack per cuffie e USB type-c sul basso e tasto standby sul lato destro. Sul retro troviamo invece l’array con tre fotocamere (rispettivamente 12 MP f/1.5 wide OIS, 12MP f/2.4 telephoto OIS e 16MP f/2.2 ultrawide) e basta.
Manca il sensore di impronte digitali? Certo che no: si tratta di un’altra delle novità della gamma S10. Il lettore di impronte è ultrasonico ed è inserito dietro il pannello AMOLED, centrato nella parte bassa dello schermo. Grazie a questa novità (non del tutto inedita nel funzionamento quanto nella tecnologia impiegata), Samsung non ha più bisogno di inserire il lettore come modulo a sé, spesso e volentieri sperimentando con posizioni non del tutto comode. Il nuovo sensore è rapido (sebbene non rapidissimo) e diventa una seconda natura, dopo qualche giorno passato con S10 tra le mani. Il cuore di S10 è un processore Exynos 9820 octa core (nella versione EU, mentre in USA e Asia la CPU è uno Snapdragon 855) accoppiato a 8 GB di RAM e 128 o 512 GB di memoria d’archiviazione (espandibile via microSD tramite lo slot sim1/sim2 combo). Non mancano nemmeno la certificazione IP68 e, finalmente, speaker stereo per la riproduzione audio. Un’altra novità riguarda la ricarica wireless: ora è possibile non solo caricare S10 ma anche caricare con S10 altri device (pensiamo a auricolari o smartwatch) attivando la funzione Wireless PowerShare. Parlando di batteria, il modello S10 è dotato di una batteria da 3400 mAh: non proprio enorme ma abbastanza per arrivare a fine giornata. Per quanto riguarda il software troviamo Android 9 Pie come sistema operativo e One UI come interfaccia prodotta da Samsung (che comunque possiamo sostituire con altre scaricandole da Play Store).
Una giornata con S10
Usare Galaxy S10 passando da un modello S8 è all’insegna della familiarità. Nonostante i cambiamenti apportati da Android 9, le cose sono facili. Trasportare dati e account da un device all’altro è facile e veloce tramite una procedura guidata via wireless e in men che non si dica ci ritroveremo con app e impostazioni con cui abbiamo familiarità. Quello che appare evidente da subito è l’eccellente qualità costruttiva: S10 trasuda premium da ogni millimetro – che si tratti dello schermo, del design o dell’effetto riflettente della cover posteriore (nel nostro caso, verde mare). Samsung ha cambiato poco nel suo linguaggio di design rispetto a Note 9, S9 e addirittura S8 (squadra che vince non si cambia?) ma ha comunque rifinito, limato, perfezionato. Il risultato è un device bello da vedere, con linee sexy e al contempo discrete. L’elemento di design più visibile è certamente l’array delle fotocamere più il led per il flash: avanza leggermente fuori dal corpo del device e, guardandolo da vicino, notiamo la differenza tra le tre fotocamere in termini di lenti. Ci ritorneremo a breve!
Per quanto riguarda lo schermo è decisamente tra i più impressionanti visti fino ad oggi su uno smartphone. Il pannello AMOLED è estremamente luminoso. S10 è il primo smartphone ad avere supporto a HDR10+ ed è una manna dal cielo (posto che riusciate a trovare media fatti con HDR10+ in mente…) se si tratta di guardare film e serie TV. Proprio per quanto riguarda il consumo di video, notiamo diversi approcci da parte delle app. Nel caso di YouTube, una volta messo lo schermo intero, notiamo il buco della fotocamera nel video. L’app YouTube non tiene conto del punch hole e semplicemente lascia che una piccola parte di video non sia visibile laddove c’è la fotocamera frontale. Diversamente, Netflix fa uno schermo intero che si ferma appena prima del punch hole: tutta la parte superiore dello schermo non viene usata, permettendoci una visione senza distrazioni ma con meno schermo utilizzato. Sicuramente avrete una vostra preferenza a riguardo ma a noi piace l’approccio di YouTube. Certo, il punch hole distrae all’inizio ma ben presto diventerà parte integrante dell’esperienza e non lo vedremo neppure più (un po’ come coi notch, ma quelli proprio non ci vanno giù).
È decisamente ora di parlare del sensore di impronte digitali ultrasonico. Al primo impatto non c’è nulla da dire: finalmente un sensore sotto lo schermo. L’idea ci piace e anche molto: niente più posizionamenti a caso sul retro o sul fianco del device (Samsung l’ha comunque fatto con l’S10e!) ma esattamente dove ci pare più naturale: in basso sullo schermo, circa a metà. Inizialmente faticheremo un po’ per trovarlo perché, con lo schermo spento, non c’è indicazione di dove il sensore si trovi in effetti (è chiaramente indicato con lo schermo acceso invece). Col passare dei giorni diventa una seconda natura appoggiare il dito esattamente lì per sbloccare lo schermo però. Se da un lato la tecnologia ci piace molto, dall’altro beh… è più lenta del sensore visto nell’S9. Non fastidiosamente lenta, badate bene, ma di sicuro si tratta di una tecnologia, quella ultrasonica, che ha decisamente ancora della strada da fare in termini di rapidità. Non si tratta comunque dell’unico sistema biometrico inserito dal costuttore coreano: troviamo infatti anche il riconoscimento del viso ma non quello delle iridi, abbandonato a causa dell’elevato numero di sensori extra che andrebbero inseriti sul davanti dello schermo. Poco male, potete sempre usare il classico PIN se non vi fidate!

S10 & S10+
Per quanto riguarda la batteria, la definiremmo adeguata. I 3400 mAh che danno linfa vitale a S10 ci hanno fatto arrivare a sera senza problemi ma di sicuro non arriviamo a farci due giorni, specialmente perché ho speso la maggior parte del giorno in un’area di copertura scarsa (credeteci o no, Sunrise ha una ricezione tremenda dentro Palazzo Federale a Berna!), il che obbliga il telefono a cercare continuamente una banda migliore, consumando preziosa batteria. La ricarica rapida è ovviamente inclusa ma se fossimo in voi eviteremmo di usare troppo spesso PowerShare per caricare altri device con la batteria interna di questo smartphone.

Sample fotocamera principale
Tre fotocamere principali
Samsung non ha certo fatto mistero di aver puntato moltissimo sul nuovo sistema di tre fotocamere della gamma S10 e S10+. Siamo passati dalla doppia fotocamera di S9 alla tripla di S10 anche se, in realtà, la tecnologia e i sensori impiegati non hanno subito sconvolgimenti particolari (in particolare, le due camere da 12 megapixel dual pixel non sono una novità di quest’anno!). Ma quali sono le features principali? Samsung ha inserito un sensore “time of flight” ovvero un sistema per rilevare la profondità di un’immagine in modo da migliorare le performance di rilevamento dei volti e nella precisione delle applicazioni realtà aumentata.
Una feature che funziona assieme a Best Shot, un sistema di IA (oramai se non hai una IA non sei nessuno) che seleziona le impostazioni migliori di scatto in base al riconoscimento degli elementi che stiamo per fotografare (ben 30 gli scenari standard quali bambini, animali, ritratti, cibo e via dicendo). Troviamo anche la stabilizzazione video (che però non funziona a 3840×2160 60 fps) e la possibilità di filmare in HRD10+, salvo poi dover convertire i video con gamma dinamica standard per condividerli su altri device e la possibilità di registrare in filmati col codec HEVC, il successore di h.264. Ma per noi poveri mortali, le tre fotocamere di S10 hanno un vantaggio immediato: la possibilità di selezionare uno zoom “analogico”.

Tre foto con tre sensori
Nell’app fotocamera di Samsung infatti ci sono tre icone: un albero, due alberi e tre alberi. Ogni icona corrisponde a una delle tre fotocamere: normale, telephoto o ultrawide. Qua sotto trovate un esempio piuttosto lampante di cosa significhi passare da una camera all’altra. Tra le funzioni degne di nota anche la modalità live focus (che applica un effetto blur automatico dietro al soggetto principale) e la modalità Instagram che condivide automaticamente lo scatto con il popolare social media fotografico, senza dover usare la sua modalità foto (piuttosto limitata rispetto a quella di Samsung). Insomma, il comparto foto di S10 è di prim’ordine, scoprendo il fianco solo in situazioni di scarsa luminosità laddove altri (ad esempio Pixel 3) fanno meglio.

Low light
Per quanto riguarda la selfiecam, è una delle differenze di rilievo tra S10 e S10+. Il modello S10 è dotato di una camera frontale singola da 10 megapixel con autofocus. Nonostante S10 non abbia la seconda camera per l’effetto bokeh, i risultati ottenuti via software sono piuttosto impressionanti. Vedere per credere.

Selfie cam
Conclusioni
Galaxy S10 (e S10+) viene promosso a pieni voti ma… c’è un ma. Il prezzo di vendita è esorbitante: 929 CHF per il modello S10 da 128GB fino ai 1629 CHF per il modello S10+ da 1TB. C’è del margine ma insomma, con meno di 900 franchi svizzeri abbondanti non ve lo porterete a casa (senza abbonamento). Mettendo il prezzo da parte però S10 è con tutta probabilità lo smartphone da battere in questo inizio di 2019: design, features e performances sono davvero molto interessanti. Certo, a pochi mesi da qui ci aspettano Galaxy Fold e la versione 5G di S10 (il quale avrà anche fotocamere extra!) ma nella tecnologia vale sempre lo stesso principio: a breve esce sempre qualcosa di meglio. Se il meglio lo volete adesso (e siete ricchi) considerate l’ultima novità di Samsung!
The Good
- Design
- Fotocamere
- Sensoore ultrasonico
The Bad
- Prezzo molto elevato