Turtle Beach non si è fatta tanti scrupoli quando ha deciso il nome per il suo nuovo controller customizzabile per Xbox Series e One. Ma in fondo, più una descrizione è precisa e più saremo sicuri di non sbagliarci quindi, approvato. Ma il resto del device com’è?
Parola d’ordine: customizzare
Recon è un controller wired per console Microsoft. Ha tutti i pulsanti che ci aspettiamo da un controller standard per Xbox Series: pulsanti, grilletti, bumper, tasti menu/select/share… ma ha decisamente qualcosa in più. D’altra parte, il ragionamento di Turtle Beach è sensato: come si può rendere un controller cablato fatto da un third party più interessante di quello di serie o, Dio non voglia, dell’Elite Controller di Microsoft stessa? Le strategie sono fondamentalmente due: meno costoso o con più features ad un prezzo simile.
Turtle Beach ha scelto di differenziarsi con la seconda opzione. Recon non ha solo il layout standard ma tutta una serie di features avanzate che, a seconda del vostro stile di gioco e delle vostre necessità, potrebbero davvero fare la differenza. La prima strategia, ovvero un prezzo uguale o inferiore, non sembra essere stata applicata in Svizzera invece. Se negli States il device costa 60$, come quello ufficiale di Microsoft, nel nostro paese sembra esserci una differenza di circa 10 CHF tra i 60 circa dell’offerta Microsoft contro i 77 CHF circa dell’offerta di Turtle Beach (almeno, questa cosa è valida mentre scriviamo la recensione).
Parliamo di audio
Comunque, che ha di diverso Recon? Diverse cose invero. Per prima cosa spiccano le funzionalità avanzate per quanto riguarda l’audio – d’altra parte Turtle Beach ha una certa fama guadagnata con anni di presenza nel segmento audio! Il dispositivo si presenta a noi con quattro preset EQ e un pulsante per attivare la modalità “Superhuman Hearing” oltre che a controlli separati per il volume della chat e del gioco e un rapidissimo tasto per mutare il microfono. Già solo così, a features superiamo ampiamente un controller standard, il quale necessita di un accessorio venduto a parte per ottenere alcune – non tutte – queste funzioni. Alcune di queste cose si spiegano davvero facilmente: i pulsantini volume fanno quello che vi aspettate, così come il tasto mute.
I quattro preset EQ sono: Bass, Vocal e Treble Boost e Signature Sound. La risposta che otterrete dipenderà un po’ dalle cuffie che avete sottomano (abbiamo testato con le Logitech G335, EPOS H3 e Logitech Pro X). Il bass bost non è male per le cuffie che sono di per sé un po’ carenti come le G335 ma mi è parso esagerato sia sulle H3 che le Pro X. Vocal Boost aumenta le frequenze associate alla voce e, esattamente come potete aspettarvi, rende la voce più comprensibile ma rovina un po’ tutto il resto. Non è colpa di Turtle Beach comunque, se volete lamentarvi andate a discuterne con la fisica. Gli EQ non sono forse indispensabili ma è una di quelle cose che fa piacere avere per adattare l’esperienza d’ascolto ai nostri gusti personali. Per quanto riguarda la modalità sovrumana, è una funzione che viene ripresa da altri prodotti del brand e in pratica accentua i rumori dei passi in gioco e allarga il soundstage. Dal momento che la funzione è rapidamente accessibile, ci siamo ritrovati ad attivarla abbastanza spesso in qualche partita a Destiny 2 multiplayer. Va detto che non otteniamo indicazioni precisissime per quanto riguarda la posizionalità dei passi ma in situazioni tese, in cui non siamo sicuri di aver sentito qualcosa o meno, questo Superhuman Hearing ha saputo fare la differenza. Dopo tutto quanto scritto però non aspettatevi che la qualità del DAC inserito da Turtle Beach possa stravolgere la vostra esperienza d’ascolto, al netto della qualità delle vostre cuffie, non farà miracoli. È uno step avanti rispetto a quello del controller di Xbox Series/Xbox One di sicuro ma non può (né vuole) rimpiazzare soluzioni più professionali e costose.
Parliamo di scelte
Recon Controller ci permette di scegliere. Abbiamo parlato delle scelte audio ma siamo ben lontani dall’aver terminato il discorso. Per prima cosa c’è una modalità Pro Aim Focus. Se impostiamo il controller su Pro Aim potremo, tramite il pulsante dorsale destro (sì, ci sono tasti extra anche dietro, ci arriveremo!) possiamo momentaneamente modificare la sensitività dei thumbstick. In pratica, possiamo scegliere di rallentare volutamente la reazione dello stick destro per permettere una mira più accurata. In ambito PC sarebbe come cambiare la volo il settaggio dei DPI del vostro mouse (cosa che in effetti è possibile fare da anni) ma su console. Adesso, non vogliamo dire che sia come barare perché siete comunque voi a dover fare tutto il lavoro però questo Pro Aim Focus, se usato e calibrato come si deve, potrebbe permettervi di fare parecchi danni non solo se siete dei camperoni ma anche durante le fasi più concitate. Mi sono ritrovato ad usare spesso questa feature non solo nel PvE di Destiny 2 ma anche in Doom Eternal in cui l’azione frenetica a volte premia un po’ più d’accuratezza nella mira.
Proseguiamo con i tasti extra. Sul retro del device, dove normalmente appoggiamo il dito medio, troviamo due pulsanti extra che Turtle Beach chiama Quick Action. Possiamo rimappare questi tasti a piacere, usando fino a 4 profili diversi, direttamente dal controller. Basta selezionare il profilo (indicato da quattro piccoli LED al centro del device), attivare la registrazione e selezionare il tasto che vogliamo rimappare e quale dei due action button vogliamo che prenda tale funzione. Semplice, rapido, immediato. Non siamo ai livelli dell’Elite Controller di Microsoft che fornisce 4 tasti extra con levette in metallo intercambiabili ma bisogna anche tenere bene a mente che il prezzo di vendita è meno della metà dell’offerta del colosso di Redmond. I tasti extra di Recon sono assai “clickosi” e meno customizzabili (e se usiamo Pro Aim Focus, uno sarà solo per tale funzione) ma non è affatto male. Sebbene non sia possibile (per ovvie ragioni) rimappare i trigger, possiamo ad esempio metterci un tasto melee o un tasto per abbassarsi o correre. Sembrano piccole cose ma nel pieno dell’azione è un valore sicuro.
Qualità costruttiva
Ciò che spesso lascia perplessi (per non dire a desiderare) dei controller third party è la qualità costruttiva. Ed è proprio per questo motivo che ho esitato a lungo prima di chiedere un device test a Turtle Beach. Non è mia abitudine richiedere prodotti che so già che saranno scadenti o comunque poco interessanti. Non lo faccio per soldi e non ci guadagno nulla quindi se devo passare ore e ore con un device di cui devo parlare, voglio essere ragionevolmente sicuro che non sarà una rottura di scatole. Beh, nonostante qualche iniziale perplessità (e la necessità di leggere le istruzioni per entrare in modalità remap) Recon non mi ha deluso. I tasti principali trasmettono un buon feeling. A,B, X e Y sono più secchi rispetto a quelli del controller standard di Xbox Series ma non mi dispiacciono. Stessa cosa per i due trigger, che di loro hanno una superficie antiscivolo un po’ più aggressiva di quanto vorrei ma non è nulla di grave. I due bumper rischiano di essere meno spugnosi di quelli del controller originale. Il d-pad invece non è stellare. Migliore di tanti altri ma forse un pelino troppo rialzato rispetto a quanto vorrei.
I tasti per le funzioni speciali di Turtle Beach sono piccoli e appiccicati molto vicini, specialmente i tasti Mode e Select ma d’altra parte qua Turtle Beach aveva le mani legate per una questione di spazio fisico. Per finire, i tasti extra sono molto cliccosi, non hanno praticamente nessun gioco e non mi hanno mai tradito durante le mie partite. Il design in generale è discreto, Turtle Beach ha aggiunto due zone con micro-canali per il raffreddamento sulle parti che vanno a contatto con il palmo della mano. Potrebbe fare la differenza per chi ha le mani molto sudaticce ma per me non ha rappresentato un gran cambiamento. Visto che il controller è cablato, la confezione contiene infatti un cavo USB Type-A a Type-C molto lungo e scollegabile, così che possiate rimpiazzarlo facilmente o usarne uno più lungo. Ma ad essere sinceri, l’avrei preferito wireless, anche a discapito del peso totale. I controller senza fili sono talmente convenienti e pratici che sono più che disposto a sacrificare qualche piccola frazione di secondo in input lag (che poi, vi sfido a notare la differenza) per la comodità di non avere cavi in giro. Turtle Beach ha fatto questa scelta e, beh, dovrà per forza rientrare nella vostra scelta d’acquisto o meno. Per finire, le cuffie si collegano via jack da 3.5 mm a tre poli per canali destro, sinistro e microfono.
Bottom line
Turtle Beach mi ha sorpreso, mi aspettavo una cosa appena appena passabile (brutte esperienze in passato con controller di terze parti!) ma invece l’esperienza è stata assai soddisfacente. Un po’ peccato che, per me, la necessità di usare un cavo riduca un po’ la mobilità complessiva e la comodità d’utilizzo. Il design non è nulla di particolarmente fico ma le funzioni sono tante, sono comode e offrono un’ottima personalizzazione dell’esperienza di gioco. Ora, se costasse esattamente come un controller di Xbox Series non esiteremmo a raccomandarvelo. Col prezzo maggiorato attuale, pur offrendo indubbi vantaggi in termini di features, il design e la necessità di una connessione cablata ci fanno esitare un pochino. Ma è pur vero che se volete features che si avvicinano a quelle di Recon con cose ufficiali sarà assai più costoso. Dipende da voi: se siete disposti a rinunciare al wireless otterrete parecchio parecchio di più.
The Good
- Customizzazione
- Profili
- Layout
- Confort
The Bad
- Cablato
- Alcuni tasti sono molto vicini