Il parco titoli di Nintendo Switch sta crescendo con una certa velocità nell’ultimo periodo. Per essere ancora nel primo anno di vita, Nintendo procede con la volontà di “trasferire” alcuni titoli già distribuiti su Wii U alla neo ibrida Switch. Dopo Mario Kart 8 Deluxe, Fast RMX anche Pokkén Tournament DX si aggiunge alla lista dei porting ereditati dall’ultima console casalinga di Nintendo. Nato dalla collaborazione fra The Pokémon Company e Bandai Namco, Pokkén Tournament DX è la versione definitiva del picchiaduro con protagonisti i piccoli mostricciattoli conosciuti in tutto il mondo. Non cambia niente dalla versione Wii U, Pokkén tournament DX ripropone la stessa identica esperienza ma arricchita di nuovi personaggi e qualche contenuto inedito.
La versione Wii U non vendette molto bene, complice anche un periodo non particolarmente roseo per pubblicare un nuovo prodotto e, soprattutto, dovuto anche alle scarse vendite della stessa console casalinga. Infatti è piuttosto raro che un gioco di Pokémon esclusivo ha raccolto pochi consensi, visto che i first e second party vantavano di un altissimo attach rate per Wii U vendute. Ragion per cui Nintendo ha così deciso di riproporre Pokkén Tournament anche per Nintendo Switch, visto la sua natura ibrida e particolarmente sposata al concetto di multigiocatore locale.
A livello di gameplay non è cambiato di una virgola. Come già è stato possibile testare attraverso la demo, le mosse, le combo e le fasi sono rimaste totalmente invariate. Per chi non lo conoscesse, Pokkèn suddivide il round in due fasi, chiamate rispettivamente fase di duello e fase panoramica. Determinati attacchi impongono la transizione da una fase all’altra e, al col tempo, cambiano completamente le mosse dei pokémon sul campo. È necessario cambiare ogni volta stile ed imparare le mosse di entrambe le fasi concernente il Pokémon scelto. Oltre a ciò, prese, parati e attacchi aerei si aggiungono agli attacchi base necessari a cambiare le fasi, garantendo un bel po’ di combo a disposizione. Una volta caricato l’indicatore della risonanza il Pokémon si potenzia temporaneamente infliggendo più danni. Infine, prima che la condizione di vantaggio svanisca, il giocatore può metterla fine attivando una super mossa capace di infliggere ingenti danni. Rimasto invariato il sistema di morra cinese per quanto concerne la tipologia di attacchi, vale a dire gli attacchi base/caricati battono le prese ma perdono contro i contrattacchi.
Abbiamo testato i personaggi che non erano disponibili su Nintendo Wii U, quali Empoleon, Darkrai, Croagunt, Decidueye e Scizor. Il rooster dei personaggi disponibili fin da subito ammonta a ben 21. Decidueye e Scizor sono sicuramente fra i più veloci del nuovo gruppo, seguiti da Darkrai e Croagunt capaci di mettere a segno attacchi ma richiedono una certa precisione e tecnica, ed infine Empoleon, il più lento ma anche il più devastante. Non approfondiamo ulteriormente questa parte per una questione di spoiler, lasciamo infatti l’utente ad esplorare e testare i nuovi arrivati. Parimenti, anche i Pokémon di supporto sono sensibilmente aumentati moltiplicando le combinazioni e i possibili approcci alle risse.
Anche stavolta è presente la modalità storia in cui il giocatore deve cimentarsi nel battere le leghe ferrum e far luce su una misteriosa allenatrice che si aggira per il continente. Questa modalità è identica a quella del capitolo originale, da cui riprende anche la struttura regolare e monotona. Oltre alle vecchie modalità, la versione DX aggiunge le battaglie tre contro tre, le classifiche online e consultare i replay degli incontri. Nel primo caso la maggiore potenza di Nintendo Switch mostra come la piccola ibrida sia in grado di mantenere alto il framerate anche con sei personaggi a schermo. Un lavoro di ottimizzazione che ricorda quello di Mario Kart 8, infatti la risoluzione è almeno a 720p in modalità portatile (come la versione Wii U) e 1080p nella dock, il tutto a 60 fps granitici. Performance che si mantengono solide anche in differenti splitscreen su schermo. Lo splitscreen su switch risulta necessario (escluso se si dispongono due Switch in locale) in quanto l’accoppiata Wii U Gamepad e televisione non è più, per ovvi motivi di concezione, praticabile. L’aggiunta dello splitscreen, infatti, toglie l’effetto a sorpresa e permette all’avversario di scrutare le mosse e i movimenti degli altri. Nel complesso, ci è sembrato che l’ottimizzazione è stata piuttosto pigra. In altre parole, escluso l’aumento della risoluzione e la sensibile diminuzione dei tempi di caricamento, non si è migliorato la qualità dell’immagine, vale a dire la totale assenza di antialiasing e texture poco definite nell’ambiente. Viste le caratteristiche di Switch e l’ottimizzazione del SoC di NVidia, si poteva osare di più. Buono invece la fluidità e l’input lag delle modalità online, in una 20ina di partite non siamo mai intaccati ad errori e a ritardi di sorta.
Esclusi i 5 nuovi Pokémon giocabili e quel paio di modalità in più, Pokkèn tournament DX è la fotocopia della versione uscita su Nintendo Wii U due anni fa. Non che sia necessariamente un male quest’affermazione. Pokkèn è perfetto per ogni fan dei Pokémon, il gimmick della portabilità è un elemento importante per questo tipo di giochi, soprattutto se prendiamo in considerazione il multiplayer locale attraverso i due Joy-con staccabili. Nintendo si, poteva fare do più, ma nel complesso Pokkén Tournament DX si difende più che discretamente come qualità complessiva.
The Good
- Un rooster vasto e vario
- modalità tre contro tre e classifiche online
- caricamenti sensibilmente più veloci
The Bad
- ma è pressocché identico alla versione Wii U
- tecnicamente si poteva migliorare