Dopo oltre un decennio di silenzio, la serie Ninja Gaiden torna finalmente a ruggire. Era il 2012 quando Ninja Gaiden 3 chiudeva ,non senza polemiche ,l’arco principale della saga di Ryu Hayabusa, lasciando ai fan il timore che il leggendario ninja fosse destinato a rimanere un ricordo del passato. Ma oggi, a distanza di tredici anni, Team Ninja riporta in vita il suo marchio più iconico con Ninja Gaiden 4, un titolo che promette di unire tradizione e innovazione come mai prima d’ora. Questa volta, però, non sono soli. Ad accompagnarli nello sviluppo c’è PlatinumGames, studio giapponese noto per la sua maestria nel genere action. Gli autori di capolavori come Bayonetta, Metal Gear Rising: Revengeance, Astral Chain e NieR: Automata portano in dote la loro esperienza in combattimenti fluidi, spettacolari e ipercinetici. Una collaborazione che, sulla carta, sembra un matrimonio perfetto: da una parte la precisione chirurgica e il rigore tecnico di Team Ninja, dall’altra la fantasia e l’esuberanza coreografica di Platinum. Il risultato è un progetto ambizioso, che non punta semplicemente a riesumare un nome storico ma che crea un ponte fra action duro e dinamismo cinematografico .

Il Ritorno Dell’Oscurità
Con Ninja Gaiden 4, Team Ninja decide di aprire un nuovo capitolo narrativo nella saga, introducendo un protagonista inedito: Yakumo, un guerriero del clan Karasu, un’antica stirpe di ninja che da secoli vive nell’ombra del più celebre clan Hayabusa. A differenza di Ryu, Yakumo non è spinto da un senso di giustizia o da una missione divina, ma da un destino oscuro che lo lega al Drago Nero, una creatura leggendaria che rappresenta l’antitesi della forza spirituale di Hayabusa. La leggenda narra che il Drago Nero sia stato sigillato secoli fa, ma che i suoi frammenti di potere, contenuti in antichi sigilli, siano rimasti sparsi per il mondo. Yakumo viene incaricato di fermare la minaccia, ma il confine tra la sua missione e la sua eredità diventa sempre più sottile. Nel corso della storia, il ninja dovrà affrontare il peso della propria discendenza, scontrandosi con figure del passato e con la sua stessa natura. Il suo cammino lo porterà inevitabilmente a incrociare la strada di Ryu Hayabusa, il leggendario super ninja. Ryu non è soltanto un alleato o un avversario: è la prova vivente di ciò che un ninja può diventare quando riesce a dominare la propria oscurità. Lo scontro tra i due rappresenta un passaggio di testimone, ma anche un confronto tra filosofie: la tradizione e la rinascita, la disciplina e l’istinto.

Arte del Movimento
Ninja Gaiden 4 rimane fedele alla formula classica della serie, ma la arricchisce con nuove dinamiche di mobilità e ritmo. La struttura del gioco è suddivisa in 19 capitoli, ognuno dei quali rappresenta una missione autoconclusiva ma collegata alla progressione narrativa di Yakumo. In ogni capitolo il ninja deve recuperare un’arma sacra, strumento necessario per ricomporre l’essenza frammentata del Drago Nero, e per farlo deve affrontare i Guardiani che ne custodiscono i frammenti spirituali. Il gameplay conserva le fondamenta che hanno reso celebre la serie: combattimenti rapidi e brutali, fasi platform impegnative e sequenze di esplorazione scandite da nemici e miniboss. Tuttavia, Ninja Gaiden 4 introduce una serie di migliorie al parkour, rendendolo più dinamico e spettacolare. Yakumo (e Ryu, nei capitoli a lui dedicati) può usare un rampino per raggiungere zone sopraelevate o spostarsi rapidamente tra i punti d’appoggio.

Tornano le corse sui muri, ma vengono ampliate da nuove meccaniche: ora i ninja possono correre o “surfare” sull’acqua e addirittura planare con un aliante seguendo le correnti d’aria per attraversare grandi distanze Il livello di design resta funzionale, ma non sempre ispirato. Gli ambienti alternano momenti visivamente suggestivi ad altri più anonimi o riutilizzati. La varietà non è il punto forte del gioco, e in alcuni capitoli la ripetitività di certe sezioni, soprattutto quelle parkour, può farsi sentire. È un problema che emerge nelle missioni più lunghe, dove l’alternanza tra combattimenti e fasi acrobatiche perde un po’ di ritmo. Detto questo, il movimento resta uno dei piaceri principali: Yakumo può salire su binari metallici, correndo a grande velocità mentre evita ostacoli, effettua salti o scivolate per non essere travolto. Queste sequenze, anche se non sempre originali, aggiungono varietà e ritmo all’azione, ricordando la componente arcade dei vecchi Ninja Gaiden. Ninja Gaiden 4 mostra un gameplay solido e spettacolare, fedele alle sue radici ma aggiornato con un sistema di mobilità moderno e scenico. Tuttavia, nonostante le nuove possibilità offerte dal parkour e dal rampino, il livello di cura nelle ambientazioni non sempre riesce a supportare la qualità del combat system: il design funziona, ma raramente sorprende.

I Due Maestri
l cuore pulsante di Ninja Gaiden 4 è, come sempre, il suo sistema di combattimento. Fin dai primi istanti è chiaro che il gioco non vuole solo riprendere l’anima dei vecchi capitoli, ma rifonderla con un nuovo ritmo e una sensibilità più moderna. È un combat system che porta dentro di sé l’essenza del Ninja Gaiden classico, ma filtrata attraverso lo stile inconfondibile di PlatinumGames, studio maestro nel dare eleganza e fluidità agli scontri. La collaborazione tra Team Ninja e PlatinumGames si percepisce in ogni istante. Il primo ha mantenuto il rigore tecnico e la precisione dell’impatto dei colpi; il secondo ha donato al sistema un dinamismo e una libertà di movimento mai visti prima nella saga. Il risultato è un ibrido affascinante: la brutalità chirurgica di Ninja Gaiden incontra la danza coreografica di Metal Gear Rising: Revengeance. In Yakumo si riconosce chiaramente l’eredità di Raiden. Il nuovo protagonista è più rapido e fluido di Ryu Hayabusa, capace di concatenare attacchi leggeri e pesanti con una naturalezza spettacolare. Ogni colpo può essere collegato a un follow-up, e il sistema di combo permette di passare da un’arma all’altra senza interruzioni.

Ninja Gaiden 4 vive di due ritmi diversi, ma perfettamente sincronizzati. Da un lato c’è Yakumo, volto nuovo della saga, spinto dal sangue e dalla furia del Drago Nero; dall’altro Ryu Hayabusa, simbolo immortale della tradizione ninja, qui in un ruolo più contenuto ma di grande peso. Yakumo combatte con aggressività e fluidità. Può passare in tempo reale tra quattro armi principali (più una quinta segreta sbloccabile), ognuna con peso, portata e ritmo distinti: lo switch istantaneo fa evolvere le combo mentre accadono, intrecciando colpi leggeri che pressano e pesanti che spezzano la guardia. Il tratto identitario è la Forma del Corvo di Sangue: una trasformazione cge insaguina le armi e le trasforma consentendo di contrastare attacchi normalmente imparabili, frantumare le difese e moltiplicare la potenza delle concatenazioni. La barra abilità si ricarica colpendo con gli attacchi base; la barra suprema, attivabile con L3+R3, innesca lo stato di Frenesia: movimenti accelerati, conferme combo più generose e special caricati che diventano coreografie di distruzione.

Ryu torna in un ruolo secondario, ma la sua presenza resta fondamentale. È il simbolo del passato, un maestro che non ha più bisogno di dimostrare nulla. Il suo stile rimane fedele ai precedenti Ninja Gaiden, ma con alcune modifiche che lo rendono più adattabile al ritmo moderno del gioco. Ryu non cambia arma come Yakumo, ma può switchare tra diversi Ninpō, i poteri elementali del ninja, ciascuno con funzioni offensive o difensive. Dal classico Art of the Inferno ai nuovi poteri legati alla Spada del Drago, ogni Ninpō ha una propria gestione energetica e può essere combinato con gli attacchi corpo a corpo per creare sequenze di combo ibride. Quando la barra delle abilità è piena, Ryu può scatenare La Spada del Drago Autentica che manda in frantumi le difese nemiche, proprio come Yakumo in forma di Corvo. La difesa è ora più raffinata che mai. Il giocatore può eseguire parate perfette, capaci di respingere gli attacchi e creare un’apertura per un contrattacco immediato, oppure schivate perfette, che se eseguite con il giusto tempismo permettono di rallentare per un istante il tempo e ribaltare la situazione a proprio favore. L’intero sistema è costruito sul ritmo e sulla precisione: sbagliare un tempismo può costare caro, ma padroneggiarlo trasforma ogni battaglia in una danza altamente scenografica. Le finisher, marchio di fabbrica della saga, tornano più violente che mai. Gli scontri sono sanguinosi, viscerali e ogni esecuzione è un atto coreografico di pura ferocia. I due Ninja non si limitano a sconfiggere: Annientano. Il nuovo non cancella l’eredità , Izuna Drop, Attacco della Rondine e Ghigliottina tornano modernizzati nelle animazioni e nel timing, ma riconoscibilissimi nella sensazione d’impatto. La progressione resta orientata all’abilità, non al numero: i Ninja Coin sbloccano nuove tecniche e varianti di combo; i Karma Points ampliano il kit delle singole armi, aggiungendo estensioni aeree, rotanti e caricate che cambiano davvero il modo di combattere. Il sistema, nel suo insieme, è un ponte tra due epoche: mantiene la complessità tecnica che ha reso celebre la serie e la innesta in una messa in scena frenetica, leggibile e spettacolare.
Yakumo rappresenta l’evoluzione stilistica e sanguinaria dell’action moderno, mentre Ryu incarna la solidità e la precisione dei classici. Insieme, formano un sistema di combattimento che vive di ritmo, tensione e libertà, un ritorno alle radici dell’action giapponese con la raffinatezza che solo la collaborazione tra Team Ninja e PlatinumGames poteva garantire. Tecnicamente, il sistema è un’evoluzione coerente di quello visto in Ninja Gaiden 3: più fluido, più reattivo e meno rigido nelle animazioni. I movimenti di Yakumo e Ryu sono più organici, le transizioni tra attacco e difesa quasi invisibili e il combattimento risulta costantemente dinamico. Non si ha mai la sensazione di staticità: ogni schivata, ogni salto, ogni contrattacco è una risposta immediata al caos del campo di battaglia.
Una prova di Stile, non solo di Forza
Ninja Gaiden 4 non dimentica la sua eredità: è un gioco che pretende rispetto, precisione e sangue freddo. È difficile, ma mai sleale , è una sfida che premia il giocatore che impara, che osserva e che perfeziona ogni movimento. Il gioco propone sin dall’inizio tre livelli di difficoltà: Eroe, Normale e Difficile, ognuno calibrato con attenzione . A livello base, Eroe, è possibile familiarizzare con il sistema di combattimento senza troppa pressione, ma già a modalità Normale l’aggressività dei nemici, la velocità delle loro risposte e la precisione dei pattern cominciano a richiedere concentrazione assoluta. La modalità Difficile è il vero terreno di prova: i nemici reagiscono istantaneamente, puniscono ogni errore e obbligano a padroneggiare parate, schivate perfette e transizioni d’arma senza esitazione. Una volta completato il gioco si sblocca la tanto temuta Master Ninja Mode, una tradizione che torna per mettere alla prova anche i veterani più navigati. Qui, ogni scontro è un duello di riflessi e memoria muscolare: i boss ottengono nuove sequenze d’attacco, i tempi di recupero vengono ridotti e i danni aumentano in modo sostanziale. È la modalità in cui il sistema di combattimento mostra tutta la sua profondità e il suo equilibrio e dove la padronanza del tempismo fa la differenza tra la vita e la morte.

Oltre alla Storia principale, che si articola in 19 capitoli, Ninja Gaiden 4 offre una serie di modalità secondarie che ampliano la rigiocabilità. Dopo aver completato il gioco, si sbloccano le Ninja Trials, sfide a tempo o a ondate che mettono alla prova la padronanza delle meccaniche. Ogni prova presenta condizioni diverse come eliminare nemici senza subire danni, completare sequenze entro un tempo limite o sopravvivere a gruppi di avversari potenziati , assegnando ricompense al completamento .Durante la campagna, invece, si incontrano i Purgatori, portali Torii che fungono da sfide intermedie. Entrando in questi varchi dimensionali, Yakumo affronta ondate successive di nemici, spesso con malus selezionabili: salute ridotta, tempo limitato o nemici con poteri potenziati. Maggiore è il rischio, più ricche sono le ricompense in termini di Karma e Ninja Coin. I Purgatori rappresentano una delle attività più divertenti del gioco: brevi, intense e tecniche, offrono un ritmo serrato e la possibilità di mettersi alla prova. Una volta completata la storia, il gioco svela il suo vero volto. Oltre alla già citata modalità Master Ninja, Ninja Gaiden 4 consente di riaffrontare i capitoli a difficoltà superiore o di riaffrontare le Boss Fight. Ogni boss può essere affrontato singolarmente con punteggio Karma, tempi e obiettivi da superare, creando una vera e propria modalità “dojo” per i puristi del combattimento.

Il sistema di punteggio online, legato ai Karma Leaderboards, aggiunge un tocco competitivo: i migliori giocatori possono confrontarsi sui tempi, sulla pulizia dei colpi e sul numero di combo concatenate senza danni subiti. È un ritorno all’essenza arcade del genere, una sfida contro sé stessi prima ancora che contro gli altri.
Sul fronte tecnico, Ninja Gaiden 4 sorprende per stabilità e fluidità. Il Platinum Engine mostra tutto il lavoro di ottimizzazione svolto: il gioco gira in modo impeccabile, con animazioni fluide e caricamenti veloci. Testato su PC con una RX 9070 XT, mantiene un framerate stabile tra i 170 e i 180 fps, senza cali evidenti o problemi significativi. Solo qualche piccolo bug grafico o di collisione, niente che comprometta l’esperienza. La qualità visiva è notevole, anche se non rivoluzionaria, è un titolo che preferisce la solidità alla sperimentazione, offrendo un colpo d’occhio pulito e coerente con il tono della serie. Ninja Gaiden 4 segna il ritorno di una delle saghe più amate del panorama action, e lo fa con stile.
Il Ritorno che i Fan aspettavano da tempo.
Ninja Gaiden 4 è un vero ritorno alle origini. Un gioco d’azione che non punta a rivoluzionare la serie, ma a ricordare cosa l’ha resa speciale, pensato per chi ama l’azione pura, quella fatta di tempismo, sfida e soddisfazione. La collaborazione tra Team Ninja e PlatinumGames funziona. Yakumo e Ryu rappresentano due modi diversi di combattere, ma entrambi offrono momenti esaltanti, le loro differenze rendono il gameplay vario e divertente, capace di alternare momenti di pura adrenalina a fasi più tecniche e ragionate. Non è un gioco perfetto ,alcune ambientazioni sono un po’ ripetitive e certi capitoli durano più del necessario. Tuttavia, quando il combattimento entra nel vivo, Ninja Gaiden 4 dimostra tutta la sua forza e il suo carattere. È impegnativo, ma sempre giusto; spettacolare, ma senza perdere mai il controllo. Non reinventa la formula, ma la affina con intelligenza, unendo la precisione tecnica del Team Ninja con la spettacolarità dinamica di PlatinumGames. Il risultato è un titolo che riesce a essere moderno senza perdere la sua identità, offrendo un combat system profondo, veloce e tremendamente brutale.

The Good
- Combat system eccezionale, profondo e viscerale, sintesi perfetta tra tecnica e spettacolo.
- Sfide opzionali e Purgatori che arricchiscono l’endgame e premiano la padronanza del sistema.
- Animazioni fluide e lettura dei colpi impeccabile, degna della miglior scuola action giapponese.
The Bad
- Level design altalenante, con ambientazioni a tratti ripetitive e poco vive.
- Mancanza di una vera innovazione narrativa: la storia funziona ma non sorprende.
- Bilanciamento non sempre uniforme: Ryu risulta molto più potente di Yakumo.
5
Written by: Darkenral
Hardcore Player ,appassionato di Action Rpg e Metroidvania,classe 1987 cresciuto in sala giochi.
Ama scoprire le meccaniche del combat system di ogni titolo, analizzarne il gameplay e condividerne le emozioni con la community.