Dopo il successo di Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, Tribute Games torna insieme a Dotemu per riportare in auge il fascino dei picchiaduro a scorrimento in pixel art. Questa volta lo studio canadese si lancia in una sfida ancora più grande, abbracciando l’universo Marvel e dando vita a Marvel Cosmic Invasion: un titolo che miscela con cura nostalgia anni ’90 e soluzioni di gameplay moderne. Per struttura e filosofia, il gioco si ispira agli arcade classici: livelli lineari, boss iconici, ritmo serrato e un’attenzione speciale alle animazioni. Tuttavia, Tribute Games non rinuncia a introdurre sistemi freschi, come la possibilità di controllare due eroi intercambiabili in tempo reale e una progressione basata sull’esperienza dei personaggi. Sullo sfondo si staglia una premessa narrativa che omaggia le grandi saghe cosmiche Marvel: Annihilus scatena l’Annihilation Wave, minacciando il multiverso e costringendo eroi provenienti da dimensioni diverse a collaborare.

Picchiaduro Cosmico
Il gameplay di Marvel Cosmic Invasion rappresenta la perfetta sintesi tra tradizione arcade e sensibilità moderna. Fin dai primi minuti è evidente come Tribute Games abbia voluto mantenere intatto il ritmo frenetico dei beat’em up degli anni ’90, pur arricchendolo con idee nuove e una struttura più complessa rispetto ai classici del genere. Il gioco si sviluppa attraverso una serie di stage a scorrimento ricchi di varietà, ciascuno caratterizzato da ambientazioni uniche, nemici specifici e un boss tematico che attende il giocatore alla fine. Una peculiarità particolarmente riuscita è la possibilità, al termine di ogni livello, di scegliere tra due percorsi alternativi: una soluzione semplice ma efficace per rendere ogni run diversa, aumentare la rigiocabilità e spingere il giocatore a sperimentare combinazioni sempre nuove di eroi. Il titolo si presenta con due modalità principali, pensate per offrire due modi distinti di vivere l’avventura. La Campagna permette di affrontare la storia con la comodità dei salvataggi automatici, esplorando con calma gli scenari, sbloccando nuovi personaggi e facendo crescere gradualmente ciascun eroe. La modalità Arcade è invece un tuffo diretto nella nostalgia: niente salvataggi, vite limitate, continue finite e la costante tensione di dover avanzare contando solo sulla propria abilità. A completare il tutto, tre livelli di difficoltà consentono di modulare l’esperienza in base alle preferenze del giocatore, rendendo il gioco accessibile ai neofiti ma allo stesso tempo stimolante per i veterani.

Uno degli elementi più moderni e interessanti è la progressione dei personaggi. Ogni eroe guadagna esperienza semplicemente venendo utilizzato, salendo così di livello e sbloccando miglioramenti tangibili come un aumento degli HP, nuove abilità passive o incrementi di statistiche. Questo sistema, pur rimanendo leggero, aggiunge un senso di crescita che spinge a utilizzare più volte lo stesso personaggio e a personalizzare la propria squadra. Il roster, composto da quindici eroi sbloccabili avanzando nella storia, è un altro punto forte del gioco: ciascuno di essi è caratterizzato da un set di mosse unico e da un’identità ben definita, sia nelle animazioni sia nel modo in cui si comporta in battaglia. Spider-Man, per esempio, si muove con estrema agilità e sfrutta la ragnatela per attacchi rapidi e mobilità; Wolverine risponde con aggressività, colpi ravvicinati e prese furiose; Rocket predilige la distanza grazie al suo arsenale; She-Hulk fa della forza bruta il suo marchio di fabbrica. Il combat system, vero cuore pulsante del gioco, riesce a essere immediato ma allo stesso tempo ricco di possibilità espressive. Ogni personaggio dispone di attacchi leggeri – che all’occorrenza possono essere caricati per infliggere colpi più potenti – oltre a mosse speciali, abilità uniche e una super mossa. Ciò che davvero distingue Marvel Cosmic Invasion dai beat’em up più tradizionali è però la possibilità di cambiare eroe in qualsiasi momento, senza limiti o tempi di attesa.

Questo switch istantaneo apre la porta a una grande varietà di combo e concatenazioni: si può iniziare un attacco con un personaggio, lanciare un nemico in aria e proseguire con il secondo, oppure alternare colpi pesanti e attacchi agili per mantenere costantemente la pressione sugli avversari. Il passaggio da un eroe all’altro non è un semplice espediente estetico, ma una componente fondamentale del combat system, capace di rendere ogni scontro fluido, dinamico e sorprendentemente tecnico. Nonostante la cura evidente nella costruzione delle combo e delle abilità dei personaggi, il sistema delle super mosse risulta un po’ sbilanciato. Questi attacchi, spettacolari e fedeli allo stile Marvel, si ricaricano molto velocemente e possono essere utilizzati numerose volte in uno stesso stage, arrivando talvolta a rendere superflue alcune meccaniche più raffinate del combattimento. L’effetto finale è un leggero squilibrio, soprattutto nelle difficoltà più basse, dove le super mosse rischiano di trasformarsi in un vero e proprio “game breaker”. Al netto di questo dettaglio, il gameplay rimane uno dei punti più convincenti di Marvel Cosmic Invasion, grazie alla sua capacità di fondere immediatezza e profondità, nostalgia e modernità, offrendo un’esperienza capace di soddisfare sia i fan dei beat’em up classici sia chi cerca un titolo d’azione fresco e vibrante.

Eroi in Pixel Art
La direzione artistica di Marvel Cosmic Invasion rappresenta uno degli elementi più riusciti e distintivi dell’intero progetto. Tribute Games dimostra ancora una volta di saper reinterpretare la pixel art non solo come un esercizio nostalgico, ma come un vero linguaggio espressivo capace di raccontare un mondo ricco, credibile e pieno di personalità. La scelta estetica richiama immediatamente i beat’em up degli anni ’90, ma ciò che colpisce fin da subito è quanto questa estetica sia stata aggiornata, arricchita e resa vibrante attraverso animazioni fluide, palette cromatiche vive e una cura maniacale per i dettagli. Ogni personaggio, sia esso un eroe terrestre o un combattente cosmico, è realizzato con un’attenzione sorprendente verso le sue caratteristiche distintive. Non si tratta semplicemente di sprite ben disegnati, ma di vere e proprie micro-interpretazioni animate: Spider-Man non cammina, scivola quasi come una molla sempre pronta a scattare; Wolverine non colpisce, assale con movimenti rapidi e aggressivi; Rocket non spara soltanto, ma reagisce, ricarica, salta e si muove con un comportamento che cattura perfettamente l’essenza irriverente del personaggio; She-Hulk, infine, trasmette un senso di potenza fisica in ogni animazione, dai pugni ai sollevamenti dei nemici. Tutti questi dettagli contribuiscono a rendere ogni eroe immediatamente riconoscibile e coerente con la sua identità fumettistica, pur rimanendo in un contesto pixel art.

Ma i personaggi sono solo una parte del quadro: gli stage sono autentici protagonisti nella costruzione dell’atmosfera. Ogni livello è un piccolo palco che richiama ambientazioni molto diverse tra loro, dalle strade animate di New York alle dimensioni alternative dominate da colori innaturali e forme distorte, fino ai paesaggi cosmici pieni di tecnologia e rovine galattiche che richiamano direttamente la Negative Zone e altre location iconiche della Marvel. Gli sfondi non sono semplici decorazioni, ma diventano scenari vivi, densi di movimento, oggetti animati ed elementi narrativi che accompagnano il giocatore nell’avanzamento. È facile ritrovarsi a notare piccoli particolari: luci che si riflettono sulle superfici metalliche, dettagli architettonici ricchi, oggetti distrutti al passaggio dei nemici, o ancora personaggi non giocanti che reagiscono alla battaglia sullo schermo. La qualità della pixel art raggiunge il suo apice durante i combattimenti più concitati, quando il mix di animazioni, effetti visivi e palette dinamiche restituisce una sensazione di impatto che raramente si vede in produzioni retro-styled. Ogni colpo genera un feedback chiaro, leggibile e soddisfacente. Gli effetti delle super mosse, pur forse troppo frequenti ai fini del bilanciamento, sono spettacolari e riescono a trasmettere visivamente la potenza degli eroi senza mai risultare eccessivamente “rumorosi” sullo schermo. Un altro merito della direzione artistica è la capacità di mantenere leggibilità anche nei momenti più caotici. Nonostante la quantità di sprite, effetti particellari e animazioni, l’azione rimane quasi sempre chiara e comprensibile, segno di un lavoro attento sulle silhouette, sui contrasti e sulla fluidità generale delle animazioni.

Invasione Cosmica
Marvel Cosmic Invasion è, prima di tutto, la conferma di quanto Tribute Games abbia compreso e interiorizzato l’essenza dei grandi beat’em up del passato, riuscendo però a far evolvere questo linguaggio in qualcosa di attuale e sorprendentemente versatile. Il gioco non si limita a replicare una formula amata: la arricchisce con idee precise, con un ritmo di gioco che alterna caos controllato e creatività meccanica, e con una cura estetica che rende ogni stage un piccolo viaggio nel multiverso Marvel. La collaborazione con Dotemu e l’esperienza maturata con Shredder’s Revenge si percepiscono in ogni dettaglio: nella fluidità delle animazioni, nella solidità del combat system, nella capacità di bilanciare immediatezza e profondità. La presenza di un roster ricco, diversificato e rispettoso dell’identità dei personaggi contribuisce a dare vita a un’esperienza che non è solo un omaggio nostalgico, ma un vero atto d’amore verso ciò che il mondo Marvel rappresenta per milioni di giocatori e lettori.Ciò che rimane, una volta conclusa la campagna e scoperti i vari percorsi alternativi, è la sensazione di aver giocato un beat’em up costruito con passione, rispetto e consapevolezza. Marvel Cosmic Invasion non rivoluziona il genere, ma lo onora nel modo più brillante: offrendo un’esperienza immediata, tecnica al punto giusto, esteticamente irresistibile e capace di far sorridere chiunque ami questo tipo di giochi o l’universo Marvel.
È un titolo che invita a tornare, a sperimentare nuove combinazioni di eroi, a cercare la run perfetta, a lasciarsi trascinare ancora una volta dal magnetismo della sua pixel art e dalla frenesia dei suoi combattimenti. Un ritorno alle origini, sì, ma con lo sguardo rivolto al presente. Un beat’em up che non vuole reinventare il mondo: vuole ricordarci perché lo abbiamo amato. E, in questo, riesce pienamente.
The Good
- Pixel art splendida, curata e ricca di dettagli, che rievoca perfettamente i beat’em up anni ’90.
- Combat system divertente e soddisfacente, grazie allo switch tra due eroi e alla possibilità di creare combo creative.
- Ottima rigiocabilità, grazie ai percorsi alternativi, ai livelli di difficoltà e alla progressione dei personaggi.
The Bad
- Campagna un po’ troppo breve, soprattutto per chi punta tutto sulla modalità storia.
- Super mosse troppo potenti e troppo facili da ricaricare, al punto da diventare un vero “game breaker” se usate spesso, riducendo la sfida nei combattimenti.
5
Written by: Darkenral
Hardcore Player ,appassionato di Action Rpg e Metroidvania,classe 1987 cresciuto in sala giochi.
Ama scoprire le meccaniche del combat system di ogni titolo, analizzarne il gameplay e condividerne le emozioni con la community.
Devo assolutamente provarlo ❤️
Sembra super bello! Lo recupero presto!
Wow recensione accuratissima, da provare assolutamente!