Da siciliano, e più precisamente da palermitano, giocare a Mafia: Terra Madre è stato qualcosa di profondamente significativo. Non si tratta solo di un videogioco, ma di un ritratto vivido di un’epoca, dipinto con la cura di chi sa che dietro ogni pietra, ogni vicolo, c’è una storia.
Un viaggio nella Sicilia che fu’
La Sicilia rappresentata qui è fittizia, certo, ma incredibilmente evocativa: un mosaico di paesaggi e atmosfere che catapulta il giocatore in un periodo storico in cui la mafia non era soltanto un fenomeno criminale, ma una forza che dettava legge nell’ombra delle istituzioni. In questo contesto prende forma la figura del gabellotto ,l’affittuario di grandi appezzamenti di terra, spesso appartenenti alla nobiltà o a proprietari assenti, che gestiva con pugno di ferro il lavoro agricolo, imponendo tributi, protezione e controllo del territorio. Un ruolo a metà tra imprenditore e signore feudale, spesso ponte tra la classe dirigente e il sottobosco criminale.
Mafia: Terra Madre non si limita a raccontare una storia di intrighi e vendette: è un’opera di informazione storica. Mostra la genesi del fenomeno mafioso e le dinamiche psicologiche che spingono un individuo a entrare nella “Famiglia”. Attraverso il percorso del protagonista, assistiamo a una crescita interiore fatta di illusioni e disincanto, fino alla consapevolezza di quanto questo sistema sia logorante per chi lo vive e distruttivo per le persone care. Il videogioco diventa così fonte di informazione e conoscenza, raccontando uno spaccato di vita che ha segnato la Sicilia. La storia narrata potrebbe essere considerata un frammento della memoria storica Siciliana recente, in cui vendetta e paura erano protagoniste silenziose. Allo stesso tempo, attraverso Enzo , il personaggio principale, emerge una chiara voglia di cambiamento: una tensione morale che possiamo associare agli eroi dei nostri tempi, coloro che, nella realtà, hanno permesso che le cose iniziassero davvero a cambiare. Il doppiaggio in siciliano rafforza ulteriormente l’esperienza, restituendo quella sensazione autentica di vivere realmente in quell’epoca. I modi di dire, i toni, le parole che fanno parte della quotidianità linguistica trovano qui il loro significato originario. È il caso, ad esempio, di “sciarra”, termine oggi usato per indicare un semplice litigio, ma che un tempo era associato a veri duelli con il coltello, nei quali le controversie si risolvevano faccia a faccia. Nel gioco, l’uso di queste espressioni non è mai forzato: sono integrate con naturalezza nel contesto narrativo e nel gameplay.
Il lavoro degli sviluppatori è evidente e profondo. Hangar 13, insieme agli italiani di Stormind Games, ha realizzato un’opera frutto di ricerca storica e culturale meticolosa. Stormind Games, già noto per titoli narrativi dal forte impatto emotivo, ha curato con attenzione l’autenticità delle ambientazioni, dei costumi e dei riferimenti storici. Nel gioco si trovano citazioni dirette alle feste di paese con il carro del santo, alle corse d’auto d’epoca palese omaggio alla Targa Florio, storica competizione automobilistica siciliana nata proprio negli anni in cui il gioco è ambientato.
Niente di Nuovo…ma conquista
Mafia: Terra Madre è un’avventura in terza persona che punta tutto sull’equilibrio tra narrazione e azione diretta, l’obiettivo è portare il giocatore a vivere la storia senza distrazioni.
Le meccaniche si basano su due pilastri principali:
- Sparatorie: intense e dal ritmo serrato, con un sistema di coperture classico ma ben rifinito. Le armi dell’epoca sono rese con un feedback sonoro e visivo convincente, e la gestione della munizione richiede attenzione, evitando l’abuso di fuoco continuo.
- Fasi stealth: inserite in momenti chiave della trama, permettono di eliminare nemici silenziosamente e muoversi senza essere individuati. In questo contesto è particolarmente utile la meccanica che permette di evidenziare il posizionamento dei nemici: un’abilità che, attivata, mostra chiaramente la posizione e i movimenti delle guardie o degli avversari nell’area, consentendo di pianificare meglio ogni azione.
A queste si aggiungono alcune sequenze più spettacolari che arricchiscono l’esperienza:
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Duelli uno contro uno, dove il tempismo e la lettura delle mosse avversarie sono fondamentali.
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Cavalcate tra i templi e le vallate, che spezzano il ritmo e permettono di ammirare l’ambientazione.
- Momenti scenografici dinamici, come attraversare templi o assistere ai panorami della campagna siciliana.

L’uso di una narrazione lineare e cinematografica, priva di missioni secondarie o attività di contorno, mantiene il giocatore completamente focalizzato su ciò che viene raccontato. Le circa dodici ore necessarie per completarlo sono tempo speso nel migliore dei modi: un gameplay solido e scorrevole, temi trattati con rispetto e chiarezza, sparatorie e fasi stealth perfettamente integrate. Il ritmo è tale da spingere a proseguire fino alla fine senza mai provare quella sensazione di noia data da attività ridondanti o scollegate dalla trama. Si va dritti all’obiettivo, lasciando addirittura il desiderio di vivere ancora più storia, segno che Mafia: Terra Madre riesce a catturare fino all’ultimo istante. Mafia: Terra Madre resta, nella sostanza, un classico gioco d’avventura con il focus su azione e narrativa. Tuttavia, l’integrazione di scontri uno contro uno, le cavalcate tra i templi, il vulcano che incombe minaccioso, le distese verdi delle vallate e i continui rimandi alla cultura siciliana rendono l’esperienza non solo funzionale, ma anche profondamente coinvolgente a livello emotivo. L’arsenale a disposizione del giocatore, pur essendo limitato per coerenza storica, è ben vario: pistole, fucili a pompa, fucili a ripetizione e armi da taglio sono bilanciati in modo da avere un ruolo preciso nelle diverse situazioni. Le armi da fuoco offrono un feeling distinto, mentre quelle da mischia si integrano soprattutto nei duelli ravvicinati.

Sono presenti anche collezionabili disseminati negli scenari, tra cui i rosari, che oltre a essere un richiamo culturale e religioso, funzionano come potenziamenti temporanei o bonus passivi, come maggiore resistenza al danno o ricarica più rapida. Raccoglierli tutti non è solo una sfida opzionale, ma contribuisce a potenziare il protagonista in modo tangibile, offrendo vantaggi utili soprattutto nelle fasi più impegnative. Il tutto è supportato da un sistema di controlli immediato e reattivo, senza particolari innovazioni rispetto ai capitoli precedenti della serie, ma con una pulizia e una solidità che rendono l’esperienza sempre scorrevole.
Difficoltà e comportamento dell’IA
Mafia: Terra Madre offre un livello di difficoltà bilanciato, pensato per mantenere il giocatore immerso nella storia senza diventare frustrante. Alle impostazioni standard, l’esperienza è accessibile e consente di concentrarsi sulla narrazione, pur mantenendo momenti di tensione nelle sparatorie e nelle fasi stealth. Salendo di difficoltà, la sfida cresce sensibilmente: i nemici infliggono più danni, richiedono maggiore attenzione nell’uso delle coperture e il margine d’errore nelle fasi di infiltrazione si riduce. Tuttavia, anche ai livelli più alti, l’IA nemica mostra alcuni limiti:
- Routine prevedibili durante le pattuglie, che rendono possibile pianificare eliminazioni senza troppi rischi.
- Tempi di reazione lenti in certi frangenti, specialmente quando un nemico individua il giocatore.
- Scarsa coordinazione di gruppo: spesso i nemici agiscono singolarmente invece di reagire in squadra.
Questi aspetti non compromettono l’esperienza complessiva, ma fanno sì che la difficoltà sia più legata alla quantità e alla resistenza dei nemici che alla loro effettiva intelligenza tattica. In compenso, le meccaniche di combattimento restano solide e soddisfacenti, soprattutto se affrontate a livelli di sfida elevati, dove la gestione delle risorse e il tempismo diventano fondamentali.

Stabilità e Fascino….ma con qualche limite
Sul piano tecnico, Mafia: Terra Madre si presenta come un titolo in gran parte ben ottimizzato, ma con alcune differenze significative in base alle impostazioni grafiche scelte.
Grafica e direzione artistica
La direzione artistica è uno dei punti di forza: i paesaggi rurali siciliani, i vicoli stretti, i mercati e le campagne soleggiate sono riprodotti con un’attenzione ai dettagli che valorizza il contesto storico. Nonostante non faccia uso delle tecnologie grafiche più avveniristiche, l’insieme risulta credibile e suggestivo. L’uso della luce naturale, soprattutto al tramonto o all’alba, amplifica la sensazione di trovarsi in un mondo vivo.
Prestazioni e caricamenti
Su PS5 Pro, il settaggio Qualità offre un dettaglio visivo superiore, ma soffre di cali di framerate evidenti nelle fasi più concitate, soprattutto durante le sparatorie o in aree ricche di elementi a schermo. Con il settaggio Prestazioni, invece, l’esperienza risulta fluida e rifinita, garantendo un framerate stabile e una maggiore reattività nei controlli. I tempi di caricamento, pur non essendo eccessivi, sono piuttosto lunghi rispetto agli standard attuali, in particolare quando si ricaricano checkpoint o si avvia una nuova missione.
Audio e doppiaggio
Il doppiaggio in siciliano è impeccabile e si accompagna a una recitazione sentita, capace di dare profondità ai personaggi. Gli effetti sonori – dalle armi da fuoco alle ambientazioni di festa paesana – sono realistici e immersivi. La colonna sonora, con sonorità tradizionali siciliane mescolate a brani orchestrali, sottolinea i momenti più intensi della narrazione.
Mafia: Terra Madre non punta a stupire con effetti grafici d’avanguardia, ma a garantire un’esperienza tecnica solida, che dà il meglio di sé in modalità Prestazioni e si sposa alla perfezione con la sua forte componente narrativa.
Tra Ombre e voglia di Riscatto
Da siciliano, riconosco che in Terra Madre viene raccontata una delle piaghe più dolorose della mia terra, ma viene anche mostrata la voglia di riscatto della gente che l’ha subita e che continua a combatterla. Tutto questo avviene attraverso la rappresentazione fedele di uno spaccato di vita dei primi anni del 1900, in cui tradizione, dolore e speranza si intrecciano in modo indimenticabile. La sua forza non sta nell’innovazione delle meccaniche, ma nella capacità di trasportare il giocatore in un epoca precisa trasmettendogli un messaggio ,nonostante qualche limite tecnico e l ‘assenza di novità nel gameplay ,si dimostra un titolo solido e godibile.
The Good
- Narrazione Coinvolgente
- Doppiaggio in Siciliano impeccabile
- Elementi Culturali ben valorizzati
The Bad
- Gameplay funzionale ma limitato
- Caricamenti lunghi
- Rigiocabilità assente
- IA poco reattiva
5
Written by: Darkenral
Hardcore Player ,appassionato di Action Rpg e Metroidvania,classe 1987 cresciuto in sala giochi.
Ama scoprire le meccaniche del combat system di ogni titolo, analizzarne il gameplay e condividerne le emozioni con la community.
Ero già incuriosito, ora lo sono ancor più. C’è stata un’operazione di Cuore in questo titolo, forse lo proverò.
Non sono il protagonista del gioco a dispetto del nome ma non posso non dire nero su bianco che questa è una recensione fatta sia per amore del gioco e di riflesso della propria “terra madre” sia, a maggior ragione, con cognizione di causa e senza fronzoli.
Corretta ma appassionata.
Recensione esaustiva e soprattutto sentita. Un granade lavoro! Lo comprerò!